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17/03/2012 23:10 CEST - PERSONAGGI

La Wozniacki ricomincia da 6

TENNIS - Caroline Wozniacki, sconfitta dalla Ivanovic a Indian Wells, uscirà per la prima volta dal 2009 dalla top 5. Riuscirà nuovamente a scalare la vetta o ha trovato quella che secondo molti è la sua collocazione ideale? Massimiliano Di Russo

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Chissà se Caroline Wozniacki riuscirà mai a scrollarsi di dosso la fama di numero uno del mondo meno amata della storia, portabandiera di un movimento in crisi che orfano della tirannia delle sorelle Wiliams oggi si aggrappa disperatamente alla potenza di fuoco dell’Azarenka o della Kvitova di turno.

Caroline Wozniacki, dalla prossima settimana fuori dalle prime cinque giocatrici del mondo in virtù dei punti persi dopo la brutta sconfitta rimediata a Indian Wells contro Ana Ivanovic , lei che difendeva il titolo conquistato lo scorso anno, sta attraversando un periodo decisamente delicato. Incapace di raggiungere una finale dall’agosto scorso, quando si aggiudicò per la quarta volta il torneo di New Haven, incapace di superare la fase a gironi del Master di Istanbul, incapace di tenere il passo della nuova aristocrazia al potere, che nel frattempo porta a casa Slam e gloria, Caroline a soli 21 anni sembra aver esaurito la spinta propulsiva generata da tre anni privi di grossi acuti ma amministrati con una costanza di rendimento tale da permetterle di issarsi in vetta alla classifica per sessantasette settimane.

Non è un buon segno che oggi facciano più notizia gli eventi “collaterali” che coinvolgono la danese piuttosto che le sue gesta sui campi da tennis: Caroline che nemmeno una settimana fa si fa sostituire dal fidanzato, il golfista Rory McIIroy, durante un’esibizione al Madison Square Garden con la Sharapova, Caroline che fa i gavettoni alla Sharapova (e non ci riesce), Caroline che si inventa improbabili morsi di canguri, Caroline che imita Nadal fingendo di avere i crampi e si improvvisa reporter alla conferenza stampa di Djokovic lo scorso anno a Wimbledon.

Fino alle questioni più spinose, vedi la recente separazione con il coach Ricardo Sanchez dopo appena due mesi di collaborazione a causa di divergenze d’opinione con il padre della tennista scandinava, Piotr. L’ex allenatore di Jelena Jankovic è stato chiaro: “Ho grande rispetto per Piotr e per tutto quello che è riuscito a fare nonostante non abbia mai giocato a tennis. Siamo come Mourinho e Guardiola, abbiamo metodi diversi. E per Caroline era impossibile continuare con due coach che volevano da lei cose diverse. Stava entrando in confusione”.

Secondo molti sarebbe proprio l’incapacità di gestire la pressione psicologica scaturita dal rapporto con il padre-allenatore una delle principali cause del fallimento della Wozniacki, oltre a una preparazione tecnica che non ha dato i risultati sperati. Già dall’agosto scorso Piotr aveva fatto un passo indietro, anche se in realtà solo “simbolico”, visto che era rimasto comunque nello staff tecnico della danese. La dimostrazione del peso che Piotr Wozniacki ha mantenuto anche durante il breve periodo di collaborazione con il coach spagnolo sta nella differente visione circa i metodi di allenamento che ha portato infine Sanchez alle dimissioni. “Dovrebbe colpire di diritto come gli uomini, con più lift, come fanno Nadal, Djokovic e Federer. Inoltre deve cercare di essere più aggressiva: togliere il tempo all’avversario, soprattutto con i colpi in difesa da fondo campo, sviluppare un rovescio tagliato come quello di Federer e infine migliorare anche il gioco a rete”. Queste le prime parole del nuovo allenatore, un vero e proprio proclama di “rifondazione” del tennis della Wozniacki che avrebbe dovuto cambiare completamente il suo modo di giocare. Intento stroncato sul nascere, se è vero che un progetto del genere avrebbe avuto bisogno di diverso tempo per mostrare i primi frutti.

“Caro”, apparsa in lacrime subito dopo la sconfitta subita contro Ana Ivanovic, è attesa al varco. Scalzata dalla vetta e senza più i riflettori puntati addosso, ha la possibilità di lavorare in silenzio su quegli aspetti tecnici e psicologici che non le hanno permesso di onorare al meglio la posizione in classifica raggiunta negli ultimi anni, a patto che prenda le giuste decisioni per il futuro anche a costo di depotenziare un padre apparso finora troppo ingombrante.

Finiti i tempi in cui la danese osservava dall’alto in basso una top ten affollata da oneste e intercambiabili professioniste della racchetta, non ci resta che annotare la frattura che in questo momento separa l’Azarenka dalle altre top 3 e la voragine che separa le prime tre da tutte le altre, fenomeno per certi versi simile a quanto sta accadendo tra gli uomini. Alla Wozniacki non resta che dimostrare a suon di vittorie di poter far parte ancora dell’élite che in questo momento sembra irraggiungibile per fiducia e risultati o accontentarsi di essere la prima delle “altre”, cosa peraltro nel breve periodo difficilmente pronosticabile.

Vedi anche:

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Massimiliano Di Russo

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