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02/04/2012 17:52 CEST - Miami

Radwanska, la finale perfetta

TENNIS - Agnieszka Radwanska vince 75 64 su Maria Sharapova e conquista il torneo più importante della carriera, il nono in totale.. Sharapova aveva vinto gli ultimi 6 confronti diretti. da Miami Vanni Gibertini

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Radwanska b. Sharapova 7-5, 6-4

Dopo il torneo di Indian Wells era opinione comune che nel tennis femminile Azarenka e Sharapova fossero al momento un gradino al di sopra delle altre, visto che si erano qualificate per le due finali più importanti fino a quel momento. In pochi avevano notato che Agneszka “Aga” Radwanska, che era stata la giocatrice più hot della fine del 2011, aveva continuato la propria scalata alle classifiche arrivando fino al n.4 (proprio alla vigilia di questo Sony Ericsson Open) facendo registrare un record di 25 vittorie e 4 sconfitte, tutte venute per mano di Vika Azarenka.
Radwanska è arrivata alla finale di Miami superando giocatrici dalla classifica piuttosto modesta (anche se una di queste giocatrici risponde al nome di Venus Williams), beneficiando di una non perfetta condizione fisica della sua avversaria Marion Bartoli in occasione della sua vittoriosa semifinale.

Viste le premesse, Maria Sharapova, ancora a secco di vittorie in questa stagione, era la naturale favorita della partita. Ma si è visto subito che non sarebbe stato per nulla semplice per la bella siberiana conquistare qui a Miami il primo alloro stagionale. Nella giornata più calda del torneo le due atlete si affrontano in una partita certamente non bella, ma sicuramente molto tirata dal punto di vista agonistico. Come ampiamente pronosticabile, è la Sharapova a fare l’incontro, con Radwanska a giocare di rimessa cercando di provocare l’errore dell’avversaria. E gli errori cominciano a fluire copiosi fin dall’inizio da parte di Sharapova, che non sembra in grado di rispondere in maniera efficace al pur non trascendentale servizio dell’avversaria, anche perché cerca sempre la soluzione di forza, finendo però spesso per sbagliare. Maria non sfrutta due palle break ottenute rispettivamente al quinto ed al settimo game, sempre con due errori gratuiti. Tuttavia sembra però solidissima alla battuta: per i primi cinque turni di battuta concede al massimo due “quindici” a game, ma quando va al servizio sul 5-6 si imballa si tre errori piuttosto banali che la inguaiano sullo 0-40, ed al terzo set point utile, la polacca riceve in dono il 26esimo errore non forzato dell’avversaria e con esso il primo set.

Il coach della Sharapova durante la pausa tra i set esorta la sua giocatrice a cercare di fare un passo in più dentro il campo e di finire i punti che in larga parte comanda. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo molto di più che “e il”. In questo caso, c’è di mezzo la voglia di vincere e l’abnegazione della Radwanska che già in apertura di secondo parziale si salva da un game complicato, salvo poi diventare quasi intoccabile sui suoi turni di battuta. Il match prosegue ancora su binari di assoluta aderenza alla regola del servizio: è ancora Maria Sharapova la prima ad avere una palla break, la sua unica nel parziale, sul 3-3: comanda molto bene lo scambio, ma poi non se la sente di picchiare con il rovescio sul “gocciolone” divensivo di Radwanska, e finisce poi per sbagliare.
La fine del set è ancora una fotocopia di quanto accaduto nel primo parziale: sul 4-5, Maria trema quanto basta per commettere gli ultimi 4 errori gratuiti (saranno 45 in totale, contro 31 vincenti) e regalare ad Aga Radwanska la sua più importante vittoria in carriera.

Maria Sharapova sembra molto rilassata quando incontra la stampa appena mezz’ora dopo la fine della finale: “E’ stata una partita molto dura. E’ brutto perdere in finale, perché dopo tutto il lavoro fatto per arrivare fin lì vorresti fare anche l’ultimo passo, ma lei oggi è stata molto solida, mi ha fatto giocare sempre una palla in più. Ho avuto le mie opportunità, ma non le ho sfruttate; lei invece ha saputo coglierle quando le ha avute. La differenza è stata tutta lì.”


La siberiana, guardando avanti al resto della stagione ed all’inizio della campagna sulla terra battuta, si dice impaziente di iniziare a giocare sul rosso: “Credo di essere migliorata ogni anno su quella superficie. Si impara molto sulla costruzione dei punti, è come il gioco del gatto e del topo. In passato non era sicuramente la mia superficie preferita, ma adesso che sono migliorata, tecnicamente e fisicamente, mi ci sento a mio agio. Ora mi prenderò una piccola pausa e poi riprenderò la mia preparazione sulla terra battuta”.

Grandi sorrisi invece per Aga Radwanska, alla sua seconda affermazione stagionale dopo Dubai: “Sono molto felice di come ho giocato oggi. Mi sono concentrata molto sul mio servizio, sono molto contenta di non averlo mai ceduto, e credo che questa sia stata la chiave del match. Oggi funzionava tutto, non posso davvero lamentarmi di nulla”.
“Tutto quello che so fare sul campo è merito di mio padre, me l’ha insegnato lui. Oggi non era qui con me perché aveva il suo volo per la Polonia: aveva già cambiato il biglietto una volta, per cui quando ho vinto con Bartoli e sono arrivata in finale mi ha detto ‘Sei una persona adulta, sai quello che devi fare, mandami un SMS con il risultato quando la partita finisce’”.

“E’ davvero bello essere arrivata al n.4, ma le posizioni ancora più in alto, 3,2 o addirittura 1 sembrano ancora abbastanza lontane. Ma se continuo a giocare in questo modo, forse posso raggiungere il n.3 e poi chissà. Negli ultimi mesi il mio tennis è migliorato parecchio, ma non so dire quale sia il motivo: mi alleno sempre nello stesso modo, nello stesso posto, a Cracovia, a casa mia. Credo si tratti solo di una questione di fiducia e di convinzione. L’unico cambiamento è che ora ho un coach che viaggia con me [Tomasz Wiktorowski] che certo mi aiuta parecchio”.
 

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Da Miami, Vanni Gibertini

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