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03/04/2012 16:34 CEST - La Nazione

L'ultimo trionfo di Sampras

TENNIS - Ubaldo Scanagatta, La Nazione, 2002

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
NEW YORK _Non si è accontentato di fermare l’orologio del tempo, ha voluto farlo tornare indietro. Dopo due finali consecutive all’US Open in cui era uscito dall’Ashe Stadium addirittura umiliato in tre set senza storia, da Safin e Hewitt, domenica notte il grande riscatto, la grande rivincita su chi lo considerava un ex campione da pensionare. Vero Rusedski?

Il ragazzo che a scuola non aveva amici, che non andava alle feste, che passava le giornate al Jack Kramer Tennis Club, quello che gli altri studenti chiamavano semplicemente “the tennis boy”, quello che da piccolo giocava il rovescio a due mani finchè il suo mentore Pete Fischer gli legò la mano sinistra dietro la schiena perché imparasse l’approccio di rovescio a una mano, ieri si è improvvisamente reincarnato nel Pete Sampras di metà anni Novanta, novello Peter Pan che rifiuta di invecchiare e seppellisce invece il rivale di sempre, Andre Agassi, con una gragnuola di aces, già 18 nei primi due set dominati in meno d’un’ora.

Sarebbero stati 33 contro uno dei più grandi ribattitori della storia, al termine d’un match che ha entusiasmato i 25.210 dell’Ashe Stadium _ 621.128 le presenze del torneo _ soprattutto dopo che Agassi, costretto a subire lo strapotere di Sampras come fosse uno qualunque per due set, si è ripreso nel terzo, complice anche un evidente calo di Sampras che avrebbe poi ammesso: “Ero proprio stanco”. Senza essere stato epico è stato tuttavia un bel match, certo meglio di quello fra le sorelle Williams che non saranno mai rivali tipo Borg-McEnroe o…Sampras-Agassi. Se fossero andati al quinto certo il favorito sarebbe diventato Agassi, meglio preparato atleticamente. Durissimo, e forse decisivo, è stato il quarto game del quarto set, quando, sul 2-1, Agassi ha avuto 2 palle-break per il 3-1, ma una prima demivolee fantastica di rovescio ha salvato Houdini-Sampras mentre Agassi non è stato fortunato sul secondo breakpoint: ha ripreso una smorzata ad uscire di Pete, ma il suo rovescio ha colpito _ a campo aperto _ il paletto di sostegno della rete.

Lì la partita avrebbe potuto girare definitivamente. Alla fine invece Sampras, 84 colpi vincenti compreso i servizi, si è procurato lui il break decisivo sul 4 pari e ha potuto mettere per la quinta volta le mani sul trofeo dell’US Open (e su 900.000 dollari).

Eppure Andre, una volta battuto il n.1 al mondo Hewitt, per molti era considerato il favorito, sebbene qui all’US Open con Pete ci avesse perso 3 volte su 3, nelle finali del ’90 e del ’95 e l’anno scorso nel match “storico” dei quattro tiebreak quando né lui né Pete persero mai il servizio. Anche l’anno scorso si concluse che il miglior Sampras, grazie al servizio, è più forte del miglior Agassi su cemento ed erba, più debole sulla terra battuta.

La partita non è stata bella come quella perché Sampras all’inizio serviva troppo bene, perché ce ne fosse una.

Chissà se è stata l’ultima sfida dei due duellanti, uno già padre di famiglia (Andre), l’altro (Pete) in procinto di diventarlo. Sampras non ha nessuna intenzione di ritirarsi. Perché dovrebbe farlo proprio ora che ha vinto lo Slam n.14 (più di tutti), il torneo n.64, il tiebreak n.329 (ancora…più di tutti)? Tutti i grandi campioni vogliono finire in bellezza, ma Pete è più che mai convinto di poter vincere anche lo Slam n.15 a Wimbledon o qui. Qualcuno può negargli ancora fiducia?

Sampras b.Agassi 6-3,6-4,5-7,6-4.
 

Ubaldo Scanagatta

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