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19/04/2012 08:50 CEST - Tennis italiano

"Maestro qualsiasi sarai tu!"

TENNIS - Interviene l'avv.Rossi sul discutibile spot dei maestri "qualsiasi" in contrapposizione a quelli FIT.  Solo i maestri FIT fanno crescere i bambini sani? E' legittimo poter dire una cosa simile? UISP e PTR come reagiscono?  Massimo Rossi

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All’indomani della sentenza d’appello nel caso Pistolesi, la Federtennis ha tentato, con un curioso comunicato stampa, di far passare la decisione del Consiglio di Stato come il sigillo definitivo sul riconoscimento del diritto esclusivo della stessa FIT ad insegnare il tennis in Italia.

Ho già spiegato in altra parte di questo sito come una simile idea fosse del tutto campata per aria, posto che non esiste affatto e mai è esistita una simile esclusiva. Evidentemente se ne è però resa conto la stessa Federazione che, rinunciando a ribadire il concetto, re melius perpensa, ha deciso di affrontare il problema cambiando strategia. Ancora una volta però sbagliando.

Mi riferisco allo spot televisivo che SuperTennis manda in onda da qualche settimana per pubblicizzare la figura del “Maestro Certificato FIT”, a danno di non meglio identificati “insegnanti qualsiasi”. La struttura dello spot - peraltro discutibile anche sul piano della qualità creativa e realizzativa - vede una mamma con un bambino su un campo da tennis che, rispondendo alle domande di un esagitato intervistatore, rifiuta di cambiare il maestro “certificato FIT” con “due insegnanti qualsiasi” così motivando: “perché lui sa come allenare mio figlio e come farlo crescere sano” (!).

I due poveri insegnanti qualsiasi rifiutati,a quel punto, si allontanano tirando mestamente lo straccio del campo, unica mansione compatibile con la loro pochezza. Prima di entrare nel merito della legittimità o meno, sul piano strettamente giuridico, di uno spot pubblicitario come questo, si impongono tre piccole osservazioni.

La prima è che va positivamente registrato il fatto che la Federtennis, smentendo se stessa, riconosca comunque che altri maestri non FIT (“insegnanti qualsiasi”) abbiano diritto di cittadinanza sui campi da tennis anche se, essendo più scarsi (ovviamente a dire della FIT) rischiano di essere meno appetiti rispetto ai super maestri certificati FIT.

L’altra osservazione che nasce spontanea è legata al (mesto) ruolo degli istruttori di primo e secondo grado FIT, i quali, non essendo appunto “maestri certificati” (tanto da non essere iscritti all’Albo bensì in semplici Elenchi) vengono a essere penalizzati dallo spot esattamente come tutti gli altri insegnanti qualsiasi, consumandosi così una specie di faida interna e, soprattutto, una chiara delegittimazione agli occhi delle utenti mamme di quei poveri istruttori di primo e secondo grado, soffocati anch’essi, nell’esercizio del loro lavoro, dal super maestro certificato FIT.

Da ultimo fa specie che un’ Ente parapubblico come la Federtennis possa mandare in onda uno spot pubblicitario che viola uno dei più ribaditi principi nella delicata materia relativa alla competenza di chi si può permettere di parlare di salute nei messaggi rivolti al pubblico. Non credo che un maestro di tennis, anche se super certificato FIT, possa considerarsi soggetto adeguatamente titolato per indurre una povera mamma a convincersi che lui può occuparsi anche della salute del figlio, facendolo crescere sano. Salvo che non venga ben chiarito di quale tipo di crescita sana si stia parlando.

Ma è proprio in questo che è carente lo spot, la cui eccessiva genericità ne comporta la bocciatura anche sul piano giuridico. Ed infatti, se è ben vero che ormai da anni è ammessa la pubblicità cosiddetta comparativa dei prodotti, da una prima disamina il video FIT appare rappresentare una fattispecie di pubblicità comparativa illecita.

Secondo la prevalente Dottrina e la Giurisprudenza del Giuri' della pubblicità, è infatti illecita la Pubblicità che, prescindendo da un riferimento esplicito a un diretto concorrente, in considerazione della genericita' delle affermazioni in essa riportate, si incentra sulla reputazione delle Società concorrenti non permettendo di verificare e mettere a confronto le caratteristiche dei prodotti o dei servizi comparati .

E' anche ingannevole il messaggio pubblicitario che non consente di individuare con precisione i prodotti / servizi oggetto di comparazione, riducendosi a una pubblicità meramente suggestiva attraverso immagini positive associate al prodotto pubblicizzato , in contrasto con immagini negative atte a provocare avversione contro il prodotto concorrente . Nel nostro caso, come già accennavo, alla genericità si associa poi l'accenno del tutto inconferente alla salute del ragazzo , attraverso la frase della madre “lui sa come farlo crescere sano!”.

E’ evidente a questo punto a chi la FIT spregiativamente si riferisca con il termine “insegnanti qualsiasi”.
Oltre ai suoi istruttori, infatti, tali la Federtennis considera i molti e bravi tecnici con targhe diverse come UISP o PTR.

Tecnici che non è affatto detto siano meno bravi dei maestri FIT, e che sono sottoposti a corsi e valutazioni che nulla hanno da invidiare ai mini corsi per maestro organizzati dalla Federtennis. Chiudo con una domanda, cosa ne pensa PTR, fresca di accordi con la FIT proprio in tema di parificazione dei tecnici, di questo Spot ?

Massimo Rossi

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