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01/05/2012 14:27 CEST - FOOT FAULT

Ode alle donne (del tennis)

TENNIS - Il tennis femminile è ultimamente molto denigrato, accusato di scarso valore tecnico, di non vantare grandi campionesse, di regnare nell'oblio dell'incertezza. Ma non è che chi accusa non guarda le partite ed è vittima di pregiudizi? Luigi Ansaloni

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Stoccarda ci ha regalato un meraviglioso spettacolo di tennis, e non è l'unico caso. Troppo spesso le ragazze della racchetta sono sottovalutate e bistrattate, ma dietro a tutto ciò si nasconde solo tanta approssimazione e un pizzico di presunzione. Anche da noi addetti ai lavori.

Come direbbe Caressa, oggi facciamo qualcosa di nuovo. Parliamo di tennis. Femminile. La settimana appena trascorsa ci ha regalato (si fa per dire) fondamentalmente tre tornei: due maschili (Barcellona, Bucarest) e uno del gentil sesso (Stoccarda). In Spagna ha vinto Nadal (Gran capo Estiqazzi ne sarà certamente felice), in Romania si è imposto FantaSimon, che ha battuto in finale Fognini. Era un 250, molti nostri colleghi lo hanno fatto diventare Wimbledon o giù di lì. Vabbè.

Ma il torneo che senza alcun dubbio ha più divertito è stato quello delle giovani pulzelle in terra tedesca. Luogo comune vuole che il tennis femminile sia in crisi, che non sia bello da vedere, che non sia divertente, che è un altro sport. In Italia fondamentalmente non se lo fila quasi mai nessuno, tranne quando spunta qualche avvenente gnocca (quelle non mancano davvero mai, God Save The Queen) o quando le nostre ragazze fanno qualche exploit qua e là (e anche quelli negli ultimi anni non sono di certo mancati). Per il resto, diciamo che la preparazione media di tifosi e addetti ai lavori scarseggia un pochetto. Questo che vuol dire? Vuol dire che il tennis femminile non è affatto in crisi, quello che è in crisi è la considerazione che tutti (quasi tutti) hanno per Azarenka e company. Se non conosci una cosa, come fai a giudicarla? E intanto.

Il caso Kvitova è là che ce lo ricorda. La maggior parte la scoprì durante gli Australian Open del 2011, quando sconfisse la Pennetta. E qualcuno disse "ennesima occasione mancata". Come no, montatissima. I più attenti (pochi), guardando il librone in dotazione ad ogni giornalista durante i tornei (una sorta di Manuale delle giovani marmotte, e che Dio lo benedica), si accorsero che in fondo Petra aveva fatto semifinale a Wimbledon, non al torneo di Motta D'Affermo. "Eh ma a rete non gioca bene, sa solo tirare forte". E certo.

Parliamo poi di Angelique Kerber, altro nuovo talentino. Pennetta sempre protagonista, quarti di finale dello Us Open. Tutti, dico tutti, presero Flavia per una poveraccia quando perse da questa mancina tedesca, parlando di "ennesima occasione mancata" (aridaje). Vedendola giocare ultimamente, non è proprio mancata. Ho citato due casi così, ne potrei citare a iosa.

Altra leggenda metropolitana riguarda l'incertezza. Ovvero: manca la campionessa assoluta, non si sa mai chi vince, non si sa mai quello che capita. Il che rende tutto noioso. Gli appassionati rimpiangono i bei tempi della Graf o della Seles o delle prime Williams, o ancor prima di Navratilova ed Evert, quando la finale era già scritta (se non la vincitrice) e tutti erano contenti. Ora, rimpiangere quelle giocatrici è un obbligo: vedere la Graf giocare, era meraviglioso. Vedere un 6-0 6-0 nella finale del Rolando, forse un po' meno. Però c'era (e c'è ancora) il "feticcio delle dominatrice". Vedere qualcuno che asfalta tutti, ha un non so che di perversamente divertente. In fondo la gente adorava anche Schumacher o Merckx, e per carità, c'era anche da capirli. A molti piacciono le cose scontantissime.

C'è un'altra corrente di pensiero, a cui sono più favorevole, che sarebbe quella che è bello non sapere un vincitore (vincitrice) già in partenza. La sorpresa, appunto. E nel tennis femminile, negli ultimi anni, di sorprese ce ne sono state a iosa. Quasi ad ogni torneo, spuntava la giocatrice nuova, la “sensazione”, che magari poi spariva nel giro di un amen, ma che comunque ti dava qualcosa di nuovo, di fresco.

Cosa che manca quasi totalmente nel tennis maschile, dove negli Slam soprattutto le semifinali sono già scritte e se manca uno dei Fab Four è grasso che cola. Alla fine Murray ci regala emozioni forti (che Dio lo benedica), però non è proprio un caso che dal 2006 in poi siano stati quattro (sei dal 2004).

Prima di fucilarmi: siamo fortunatissimi ad avere supercampioni come Nadal, Federer e Djokovic. Per carità, chi lo mette in dubbio, ma ad un certo punto qualcuno potrebbe dire anche un bel “eccheppalle”. Nel tennis femmine, questo non c’è. Ogni Slam si sa chi è la favorita (o le favorite), ma non si sa mai chi vince. Schiavone 2010 docet. E anche questo è cosa buona e giusta.

Per non parlare della questione n.1. Se non si vince uno Slam, chiunque è indegno di meritare il trono. Altra cosa che non mi trova d’accordo. La Wozniacki vale una Cljisters, che è stata n.1 per molto meno tempo? No. Epoche diverse, quando Kim era una giocatrice a tempo pieno, la concorrenza era spietata. E di altri casi ce ne sarebbero a iosa. Ma la classifica è data dai numeri, e se un’atleta fa quel che deve fare, cioè fare la n.1 a tutti gli effetti, partecipare ai tornei, essere una tennista a tempo pieno e non quando capita, il risultato sarà quello, ovvero accumulare più punti di una che gioca (e magari vince), quattro tornei l’anno. So che la mia prossima affermazione mi costerà la pena di morte, ma paradossalmente una Safina, una Wozniacki o una Ivanovic, per lo sport tennis, sono state negli ultimi anni uno spot migliore per il tennis in confronto a Serena Williams. È ovvio che Serenona sia tutt’altra cosa rispetto alle ultime citate, però i suoi comportamenti, la sua boria, per il suo modo di essere atleta, non l’hanno quasi mai resa una su cui fare affidamento. Per nessuno. Tantomeno per la WTA.

Questione qualità. Il livello è basso dicono molti. I molti non vedono tennis femminile da un bel po’ di tempo. Stoccarda, per prendere il caso recentissimo, partite splendide. E in ogni torneo, qualche chicca spunta sempre fuori. La Graf e la Navratilova erano altra cosa? Sì, certo. Io sono convintissimo che Steffi, giocasse tutt’oggi, farebbe sudare tantissima gente. Come fa la Date, ad esempio. Ma volete dire che la Kvitova gioca male, tanto per dirne una?

Il mio consiglio spassionato, cari miei (?) lettori, è: guardatele, le ragazze che giocano a tennis. E non solo per forme e gonnelline. Vi divertirete.

Luigi Ansaloni

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