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30/04/2012 19:47 CEST - Personaggi

Ma Simon è scarso come dicono?

TENNIS - Gilles Simon si porta dietro l'immagine di tennista intelligente ma di poca qualità. Eppure Federer ha detto: "Spero di non dover giocare mai più contro di lui" dopo la vittoria in Australia nel 2011. Diego Barbiani

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Gilles Simon (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Gilles Simon (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Hopefully we don’t play each other any more”. Roger Federer risponde così ad una domanda di Jim Courier al termine di una partita vinta in 5 set dallo svizzero nell’edizione dell’Australian Open 2011.

Questa è sicuramente l’espressione migliore per indicare chi sia Gilles Simon. Ma come, non si sta parlando di un giocatore pur sempre mediocre, scarso? Non ci sono mai state grandi parole al miele per il tennista francese. Eppure chiunque si vorrebbe sentir rivolgere queste parole di timore e rispetto (“Spero davvero di non giocare più contro di lui”, sostanzialmente ) da un giocatore come Federer, sarebbe sicuramente motivo di grande vanto personale di cui andar fieri vita natural durante!

Anche in occasione della finale del torneo di Bucarest, Simon era visto sfavorito contro l‘avversario di turno. Al contrario Fognini era considerato quasi come favorito per la vittoria. Quest ultimo è tecnicamente più valido, mentre il transalpino è vittima di un pregiudizio comune che lo pone sempre in una posizione vulnerabile. Eppure ha vinto, in maniera non trascendentale, ma ha vinto. Un 6-4 6-3 abbastanza netto ed imbattibilità mantenuta nei confronti dell’azzurro (4-0 ora il computo totale dei precedenti tra i 2).

“Gilou”, originario di Nizza, sembra un ragazzo abbastanza introverso. Non è un giocatore dal talento cristallino, sebbene non per questo debba essere bistrattato. In campo non urla (un pregio, di questi tempi) e non si fa notare per un colpo in particolare, eppure ogni volta da‘ il 100% di quello che ha. E’ in grado di rimanere sul campo anche parecchie ore prima di arrivare a capo di una partita combattuta o deporre definitivamente le armi. Ma è scarso. In campo predilige gli scambi da fondo e fa della resistenza la sua dote principe. Ma è noioso. Non spinge, molto spesso si appoggia al colpo e alla sua velocità per ributtarlo di là dalla rete, e corre. Attua una metamorfosi, diventando simile ad un ragno quando tesse con pazienza la sua ragnatela ed imbriglia l’avversario nei suoi scambi interminabili. Ma è scarso. Non attira le persone, non ha il talento di un giocatore estroso come il connazionale Tsonga, eppure è molto intelligente. Si, è intelligente. Si mette a colpire al fianco l’avversario, senza fare rumore. Aspetta con pazienza, come seduto accanto al corso di un fiume. Poi coglie l’occasione propizia e lo colpisce con un’accelerazione definitiva. Ma sarà sempre considerato scarso.

In carriera Simon ha vinto la bellezza di 10 tornei, con la ciliegina dell’ATP500 di Amburgo nella scorsa estate. E’ stato n.6 al mondo ed ora è costantemente a ridosso dei primi 10, pronto ad approfittare della sbandata di qualcuno nella cerchia dei grandi.

In Australia, oltre alla vittoria a Sidney, fece i quarti di finale nella prima prova Slam del 2009 quando Nadal dovette faticare per ottenere una vittoria al termine di 3 set combattuti. In materia di Master 1000, raggiunse una strabiliante quanto inaspettata finale a Madrid nel 2008, quando ancora il torneo si disputava a fine anno e la superficie era diversa dalla terra (duro). Qui ottenne grandi vittorie contro avversari superiori come Andreev, Blake, Ginepri, Karlovic, e Nadal, dopo una maratona di 3 ore e 20 minuti (curiosità: tranne Blake, tutti gli avversari sono stati sconfitti al tie break decisivo). E’ argomento di poche settimane fa invece la semifinale di Monte Carlo dove fu il solito Nadal a sbarrargli la strada. Sempre nel 2008, in quello che molto probabilmente è stato fino ad ora il periodo migliore (in quanto a costanza) della sua carriera, raggiunse anche la semifinale del Master di fine anno a Shangai, sconfiggendo ancora Federer e fermandosi solo contro il futuro vincitore Djokovic, sconfitto 7-5 al terzo set. Ma in fondo è scarso, sostengono in molti.

Non sarà certamente un campione del calibro dei 3 mostri sacri al momento in testa al ranking, non verrà mai chiamato al David Letterman Show per parlare di sé, non sarà mai preso in considerazione per qualche campagna pubblicitaria, eppure merita davvero questa (poca) considerazione? In fondo il suo gioco crea fastidio a molti top player, con Federer come esempio principe, tanto che nessuno di loro sia mai davvero felice di trovarselo dall’altra parte della rete. Ma lui è scarso. O no?
 

Diego Barbiani

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