02/05/2012 17:26 CEST - WTA
I comandamenti di una giocatrice
TENNIS - Per diventare una delle migliori giocatrici al mondo ci vuole talento e tanto allenamento. Ma forse anche qualcosa in più. Chela ha dei suggerimenti molto particolari per le ragazze che aspirano a diventare delle vere giocatrici WTA. Sara Cecamore
Nel tennis contano tante cose: talento, testa, tecnica, allenamento. Ma c’è chi pensa che nel tennis femminile serva qualcosa in più. L’argentino Juan Ignacio Chela ha recentemente twittato una serie di divertenti ed ironici prerequisiti necessari per essere considerata una vera “WTA Player”.
Le giovani tenniste che aspirano al circuito WTA dovrebbero buttarci un occhio. E tutti gli altri anche, ne vale davvero la pena. Sono un po’ come i comandamenti della vita di una tennista.
1) La chiave è generare 100 millimetri di lacrime al giorno;
2) E’ obbligatorio avere un peluche attaccato alla borsa;
3) Devi odiare tutte le tue colleghe;
4) Non devi mai allenarti con un’altra giocatrice WTA;
5) Dai le spalle alla rete prima di servire e fissa le corde della racchetta per almeno 20 secondi;
6) Colpisci la pallina a 1500 decibel;
7) A partire dai quarti di finale truccati sempre prima di entrare in campo;
8) Non giocare mai un match che duri più di 29 minuti;
9) Quando c’è il tuo allenatore in campo, guarda da un’altra parte;
10) Ad un certo punto della tua carriera ti verrà l’acne..
11) Alla fine della partita saluta sempre come farebbe Miss Universo
Sapreste dire a quali giocatrici si sta riferendo il buon Chela?
Il giochino è piaciuto a tanti tra cui anche Feliciano Lopez che non si è tirato indietro e ha aggiunto il requisito n.12 e 13:
12) Porta tua madre al 90% delle tue partite
13) Fai vincere il tuo sparring partner (altrimenti poi si rischia il broncio per una settimana…)
La 14esima regola per essere una vera giocatrice WTA viene invece da Diego Hartfield:
14) Mantieni il servizio almeno 1 o 2 volte per set
Ed infine, il consiglio di un appassionato: “Dopo ogni punto stringi il pugno come se stessi spremendo un’arancia”.
Claro muchachas? Muy bien.
Sara Cecamore