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02/05/2012 17:42 CEST - Verso Londra

Il bello (o brutto) della diretta

TENNIS - Iniziamo il nostro cammino di avvicinamento alle Olimpiadi di Londra con uno sguardo ai diversi tipi di copertura televisiva che sarà offerta ai tifosi da una parte e dall'altra dell'Oceano Atlantico. Vanni Gibertini

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Ad 86 giorni dalla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra si iniziano a conoscere alcuni dettagli di quella che sarà la copertura televisiva delle principali emittenti del globo per i primi giochi Olimpici nell’era dei social network, della televisione on demand e dell’alta definizione a disposizione delle masse. L’inglese BBC, che sarà almeno formalmente l’host broadcaster, ovvero il produttore di immagini, ha già fatto sapere che la sua rete ammiraglia BBC 1 trasmetterà esclusivamente gare dalle 6 alle 24, così come BBC 3, mentre BBC 2 conserverà qualche programma tradizionale di interesse generale. In aggiunta, ci saranno 24 canali ad alta definizione (nel Regno Unito la televisione di stato trasmette il segnale in alta definizione anche sul digitale terrestre, anche se per un limitato numero di canali) disponibili a tutti gli abbonati della piattaforma satellitare Sky, attraverso i quali sarà possibile seguire in diretta virtualmente tutte le gare. I 24 canali saranno inoltre disponibili online in streaming sul sito della BBC, ma solamente per chi si collegherà dal Regno Unito.

Ed è proprio lo streaming la novità principale della copertura che sarà garantita alla platea di spettatori più pregiata per gli inserzionisti pubblicitari, ovvero quella degli Stati Uniti. La NBC, network olimpico per gli USA a partire da Sydney 2000, ha infatti recentemente fatto sapere che renderà disponibili gratuitamente in streaming sul proprio sito le immagini in diretta di tutte le gare, in netta controtendenza a quella che era stata la politica prevalente fino a Vancouver di privilegiare la trasmissione in differita sul canale televisivo, di fatto impedendo al pubblico americano di vedere le immagini dal vivo. Negli Stati Uniti è molto più comune di quanto non accada in Italia che eventi sportivi vengano trasmessi in differita, in modo da poterli “addomesticare” alle necessità di un network commerciale, che ha tutto l’interesse di posizionare in maniera strategica gli spot pubblicitari dei propri inserzionisti, e quindi riuscire a massimizzare il ritorno economico dell’evento. Senza questa strategia, la NBC non sarebbe mai riuscita a pagare la cifra record di 896 milioni di dollari (oltre 677 milioni di euro al cambio attuale) per i primi diritti (quelli che le consentono di avere accesso prima delle altre emittenti a contenuti esclusivi) dei giochi di Vancouver 2010 e Londra 2012. Il canale tematico ESPN ha già dichiarato di voler competere nella gara per accaparrarsi i diritti di Sochi 2014 e Rio 2016, dopo aver già strappato alla stessa NBC i diritti per il torneo di Wimbledon, diritti che erano stati nelle mani della rete del pavone per ben 43 anni, per cui non è improbabile che dietro alla scelta di offrire le dirette in streaming da parte della NBC ci sia anche il timore di subire un altro smacco.
Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Alan Wurtzel, Presidente della divisione Ricerca & Sviluppo della NBC, la decisione non è stata presa per motivi competitivi, ma principalmente perché il network aveva subito pesanti critiche nelle Olimpiadi passate per aver mostrato troppo pochi eventi in diretta e secondo le loro stime la diffusione dei segnali in streaming avranno effetti nulli o addirittura positivi sugli indici d’ascolto delle differite in prime time. “Non crediamo che i nostri rating saranno inficiati dagli streaming – ha spiegato Wurtzel alla David Rovell della CNBC – in quanto le immagini in diretta saranno solamente i feed di servizio, senza commenti e senza l’arricchimento di contenuti che viene riservato alla trasmissione televisiva. Senza contare che la versione on-demand sarà disponibile online solamente dopo che le immagini in differita sono andate in onda sul network”. Il dirigente fa notare inoltre che “nonostante sia difficile da capire per lo zoccolo duro degli appassionati, la maggior parte degli spettatori non vuole vedere gli eventi in diretta: le gare sono in genere troppo lunghe per essere digerite dallo spettatore medio, ed hanno bisogno di quel lavoro di ‘packaging’, di spiegazione con immagini e sovra-impressioni grafiche che è molto più efficace se l’evento viene compresso e ‘ripulito’ dei tempi morti”.

Per quanto lontana dai canoni tradizionali del telespettatore italico, per il quale in generale un evento offerto in differita è comunque un “ripiego”, una “seconda scelta”, il punto di vista della NBC è sicuramente più che rispettabile: trasmettere un evento olimpico in prima serata su un canale generalista vuol dire rivolgersi ad un pubblico che in gran parte conosce poco o nulla dello sport che viene mostrato o dei suoi protagonisti, e che quindi ha bisogno di quelle spiegazioni, quelle informazioni supplementari che sono molto più facili da inserire in una differita che non in una diretta, dove i tempi sono in gran parte fuori dal controllo della regia. E sempre secondo Wurtzel, la trasmissione degli streaming in diretta potrebbe al limite anche favorire gli indici d’ascolto delle trasmissioni in differita, in quanto se dovessero accadere fatti particolarmente curiosi o clamorosi, la notizia verrebbe sparsa velocemente attraverso i social network dallo zoccolo duro che segue i feed su internet, invogliando quindi gli spettatori più casuali a guardare la differita televisiva.

In questo tipo di scelta si riassume la differenza che intercorre tra la percezione degli eventi sportivi in Italia e negli USA: lo sport in America è visto più come un intrattenimento che deve essere reso digeribile al grande pubblico, al fine di aumentare l’audience potenziale e quindi la capacità di generare introiti; in Italia invece l’evento agonistico è, se non l’unica, quantomeno la componente preponderante di ogni trasmissione sportiva, nel quale gli elementi di contorno hanno senso solamente se arricchiscono la fruizione della gara in sé.
Per questo motivo Sky Italia, che ha soffiato per la prima volta il ruolo di “main broadcaster” per la penisola, seguirà la rassegna a cinque cerchi con un dispendio di forze senza eguali: una squadra di 206 inviati trasmetterà da Londra più di 2000 ore in diretta, utilizzando 12 canali in alta definizione ed uno in 3D. Ci sarà anche la televisione di Stato, che si occuperà della trasmissione in chiaro degli eventi principali, con RaiDue che si trasformerà in tv Olimpica, trasmettendo 200 ore di gare e servizi tutti i giorni dalle 10 alle 23.

Nella prossima puntata di questa marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di Londra ci occuperemo di fornire qualche indicazione su come seguire le gare non solo a telespettatori, ma anche e soprattutto a chi si recherà a Londra per partecipare di persona a “the greatest show on Earth”, il più grande spettacolo al mondo, come viene definito dal CIO e dal Comitato Organizzatore.

 

Vanni Gibertini

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