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04/05/2012 14:55 CEST - Personaggi

Karin Knapp:
la stella alpina

TENNIS - Gli inizi con lo sci, il passaggio al tennis, la maturità in ragioneria, gli exploit del 2006 e la consacrazione nel 2007. Poi i batticuori, l'addio alle Olimpiadi, gli infortuni al ginocchio e il ritorno. Alessandro Mastroluca

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karin knapp (Getty Images AsiaPac Lucas Dawson)
karin knapp (Getty Images AsiaPac Lucas Dawson)

Ha sempre avuto le idee chiare su cosa fare da grande Karin Knapp. Nata con gli sci ai piedi, i primi a tre anni, ha scoperto il tennis a sette. I genitori frequentavano il Tc San Giorgio, Karin inizia a giocare con i fratelli. Nonostante il titolo di campionessa italiana baby di sci nel 1998, non vuole dividersi tra i due mondi e sceglie il tennis.

Nel 2003 un’aritmia cardiaca la tiene lontana dai campi per sei mesi. Ma i batticuori non finiranno qui. Si diploma in ragioneria (voto 76), il giorno prima dell’esame orale per la maturità vince il primo turno al $25.000 di Padova 7-5 al terzo. Parte per Caldaro, dopo l’esame torna a Padova e...rivince 7-5 al quinto.

A Caldaro è arrivata quando ha deciso di cambiare vita e di rivolgersi a Massimo Sartori, che le suggerisce di affidarsi a un giovane tecnico cresciuto nel centro di Cividino, Marco Boesso. Karin tira forte, più delle sue coetanee. Ma ha giocato per anni part-time, solo d’estate, e c’è tanto da lavorare: sull’apertura del dritto, troppo ampia, sulla mobilità laterale, sulla ricerca della palla dalla parte del rovescio, sul gioco di volo.

È quasi un contrappasso che Karin “la montanara” trovi il suo primo grande exploit della carriera a Palermo. È il 2006, Knapp è numero 249 del mondo. Passa le qualificazioni, al primo turno batte Nathalie Vierin, al secondo schianta Iveta Benesova, mancina ceca fra le prime 50 del ranking. Nei quarti sfodera un gran tennis contro l’ostica spagnola Medina Garrigues, la costringe in difesa per tutto l’incontro ma alla fine deve cedere alla maggiore esperienza dell’avversaria. “Poche giocatrici hanno una palla così pesante. Può arrivare lontano” dice la spagnola. In Lussemburgo batterà la sua prima top-20, Groenefeld, e chiuderà la stagione alla posizione numero 123 della classifica.

Il 2007 è l’anno della consacrazione. A Parigi gioca un gran match contro Patty Schnyder, purtroppo perso 61 46 75. Così Ubaldo Scanagatta lo raccontava sul blog: “E’ stata due volte a due punti dal match contro Patty Schnyder, Karin, sul 5 a 4 nel terzo set dopo aver perso il primo nettamente,6-1 ed essersi trovata sotto anche 3-1 nel secondo, forse sorpresa dalla varietà di gioco dell’avversaria mancina. Poi però Karin ha smesso di sbagliare tanto, i suoi colpi possenti, specie i lungolinea, si sono fatto sempre più incisivi ed è riuscita a stare vicina alla ventottenne svizzera n.15 del mondo. Ha ceduto il servizio sul 2 pari, ma poi ha recuperato il break portandosi 4 pari e 5-4. Ma sul 30 pari la Schnyder, al servizio, ha giocato una seconda coraggiosissima a uscire, ha preso la riga ed è andata 40-30, poi c’è stato un 40 pari e ha chiuso il game con una volée di rovescio.

"Sul 5 pari dopo aver giocato un game interminabile di oltre 13 minuti sul 5 pari, 22 punti con due punti per lei per il 6-5 e e 6 pallebreak annullate all’avversaria, sulla settima ha ceduto il servizio. E nel game successivo in 2 h e 17 minuti la Schnyder, incoraggiatissima dal pubblico, è salita 40 a 0 e ha chiuso sul 40-15. Gli ultimi due punti che Karin ha perso li ha ceduto a rete, con due volee di rovescio non ineccepibili”. Raggiunge la finale ad Anversa, torneo in cui si prende la rivincita su Schnyder e non sfigura contro la miglior Justine Henin vista nella settimana. Toccherà la posizione numero 36, e chiuderà la stagione da numero 51.

Il 2008 sembra partire sotto i migliori auspici. Resta nella memoria di tutti il gran primo set giocato con Maria Sharapova al Roland Garros. Karin ha retto fino a un “interminabile game del secondo set che ha richiesto 18 punti e nel quale Karin ha avuto ben sei palle-game per l’uno pari” raccontava Ubaldo Scanagatta su Ubitennis. “Sul 3 pari c’è stata una prima svolta del match. Karin er avanti 40-0 e aveva messo in tale difficoltà la Sharapova che la russa si è ritrovata ad impugnare la racchetta con la sinistra, la mano a mezzo manico, per buttare di là una efficace demivolee…ed ha fatto il punto. Quasi choccata da tanta abilità la Knapp si è un po’ disunita, ha perso altri due punti, ha avuto ancora una palla del 4-3, l’ha mancata, ha commesso un doppio fallo subito bilanciato da un ace (ma c’è voluto un over-rule per attribuirglielo) ma ha finito per subire il break.

Tiravano forte tuttte e due da fondo, a Karin sono riusciti gran rovesci, ma alla fine del match sono rimasto abbastanza sorpreso nel constatare che i colpi vincenti delle due erano sarebbero stati pochissimi (6 della Sharapova e 2 della Knapp) mentre gli errori cosidetti gratuiti sarebbero stati addirittura 67: ciò farebbe pensare a una bruttissima partita, ma a mio avviso almeno fino al 2-0 nel secondo per la Sharapova non lo è stata”.

Il dramma di Pechino
Il sogno olimpico si è trasformato in un vero e proprio incubo per Karin Knapp, dichiarata "non idonea" all’attività agonistica dalla Commissione medica del Coni per un leggero problema di natura cardiaca. Era stata già fermata per un paio di settimane dalla stessa Commissione per un problema simile scoperto nel corso delle visite mediche disposte dal Coni per gli atleti potenzialmente selezionabili per i Giochi.

Gli infortuni l’hanno sempre accompagnata. Una lesione di 10 centimetri ai tessuti muscolari della gamba sinistra condiziona la preparazione per la stagione 2007. Nel 2009 si opera al ginocchio per una rotula fratturata e un problema alla cartilagine (e una parte le viene asportata).

Prima le visite a Pisa e la decisione di lasciare Caldaro e allenarsi ad Anzio, come ricorda nell’intervista con la nostra Sara Cecamore con Alessandro Piccari e Roberto Dalmieri Si opera il 2 novembre 2009 a Roma, poi la fisioterapia a Nettuno, col dott. De Cupis, al Medical Sangallo.

Ha imparato la virtù del riposo, del recupero, ha imparato a gestirsi. "Ho voluto e vorrei giocare sempre, ma noi atleti dobbiamo stare particolarmente attenti a questi segnali e dobbiamo essere particolarmente a posto per poter sostenere gli sforzi. A me hanno trovato delle estrasistole e mi hanno fatto due ablazioni al cuore, a San Donato Milanese. E due volte l'anno faccio un controllo sotto sforzo. Ogni volta vado in tensione, prima, durante e nelle 24 ore di attesa del responso. Ma durante la partita non ci penso, sono tranquilla, so che è tutto a posto. Perciò, anche se impazzivo a star ferma, dico che è stato giusto così: meglio rilassarsi per poi ricominciare. Più sereni" spiega a Vincenzo Martucci della Gazzetta dello Sport. . Karin è diventata matura. Ed è pronta a ripartire.
 

Alessandro Mastroluca

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