07/05/2012 13:06 CEST - Tennis italiano

Binaghi, racchetta d'oro

TENNIS - L'Espresso di questa settimana attacca pesantemente la Fit e i troppi milioni concessi a Supertennis: "per ricavi da bar di periferia".. Il testo dell'articolo e l'incredibile replica della FIT al settimanale e a Ubitennis.

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Racchetta d'oro, L'Espresso, 4 maggio 2012

di Gianfrancesco Turano
Mancano pochi giorni all’inizio degli Internazionali d’Italia. Gli appassionati che seguiranno il torneo sul canale Supertennis (Web e digitale terrestre) potranno godersi lo spettacolo gratis. Almeno, così crederanno. In realtà Sportcast, la spa che è titolare del canale tematico, è una società di diritto privato basata su finanziamenti pubblici. Il suo azionista è la Federtennis (Fit) e i suoi conti si reggono sui contributi del Coni, cioè dello Stato. Nel 2010 Sportcast, nata alla fine del 2008, presenta un bilancio fatto di 5 milioni depositati in banca dal comitato olimpico, che ha anche provveduto a un aumento di capitale di 6,2 milioni. Altri 4 milioni pubblici sono stati versati come contributi d'esercizio, che servono per mantenere i 20 dipendenti (8 nel 2009).

I ricavi veri e propri sono da bar di periferia: 142 mila euro. Dalla nascita di Supertennis (fine 2008) il conto complessivo sfiora i 17 milioni di euro.Sportcast non è l’unico passante all’austerity piazzato all’incrocio delle righe da Angelo Binaghi, l’ingegnere sardo presidente Fit che sta nel cuore del numero uno del Coni, Gianni Petrucci. Proprio a imitazione del Coni, la Federtennis si è dotata di una Fit servizi con oltre 40 dipendenti e partecipa a una società dilettantistica intitolata a Mario Belardinelli, regista della vittoria italiana in coppa Davis nel 1976, e finanziata con 3 milioni di euro pubblici.

I dipendenti totali delle tre società nel 2010 sono quasi 80. La gestione di Binaghi è stata messa nel mirino da un’interrogazione parlamentare presentata nel mese di marzo da un gruppo di deputati del Pdl. La circostanza è curiosa visto che Binaghi appartiene a una delle famiglie più in vista dell’establishment cagliaritano, non certo schierata a sinistra. Zio di Binaghi è Carlo Ignazio Fantola, vicepresidente dell’“Unione Sarda” di Sergio Zuncheddu e presidente di Sportcast. Il fratello, Massimo Fantola, è stato senatore Udc fino alle elezioni del 2008 e poi è stato sconfitto da Massimo Zedda di Sel alle comunali del 2011. L’interrogazione parlamentare evidenzia una gestione fra intimi, se non sardocentrica della galassia Fit. Sportcast, caso più unico che raro, ha come amministratore delegato una società, la Q&A di Giancarlo Baccini, già capoufficio stampa Fit. E l’assemblea dei soci di Sportcast, che pure ha sede a Roma, si tiene ad Arzachena, mentre il collegio dei revisori si riunisce a Cagliari. Sarà forse per risparmiare, anche se il contenimento delle spese non sembra centrale nella gestione Binaghi. Nel 2002 la Federtennis presentava costi totali per 16 milioni all’anno. Nel 2010 le spese sono salite a quasi 29 milioni, uno in più dell’anno precedente. Anche i contributi del Coni sono cresciuti in modo consistente dai 2,5 milioni di dieci anni fa ai 6 milioni del 2010. Nella prossima estate la presidenza Binaghi passerà il vaglio del voto. Alla sua prima elezione nel 2001 il dirigente, ed ex tennista numero 16 d’Italia, aveva dato la sua disponibilità per non più di due mandati. Poi nel 2009 ha cambiato lo statuto per essere più facilmente rieleggibile una quarta volta. Nell’urna sarà 6-0 6-0.

 

La risposta della Fit

In seguito alla circolazione di notizie inesatte sul conto della gestione della Federazione Italiana Tennis e delle società da essa controllate, la FIT intende ristabilire la verità puntualizzando quanto segue.

La Federazione Italiana Tennis è un’associazione privata che riceve dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano – come a chiunque è possibile verificare consultando il bilancio pubblicato sul sito internet www.federtennis.it - un contributo annuo “pubblico” di 5,9 milioni di euro (dato 2010), di cui però soltanto 3,6 milioni (il 12% dei suoi ricavi totali) finalizzati all’attività sportiva ed al funzionamento, mentre gli altri 2,3 milioni sono destinati alla copertura dei costi del personale. Si tratta di una delle percentuali più basse fra quelle di tutte le federazioni sportive nazionali nonostante i dati ISTAT certifichino che, per le dimensioni del suo movimento, in Italia il tennis è al primo posto fra le discipline sportive individuali e insegue da molto vicino la seconda e la terza assolute (pallavolo e basket).

Tale contributo, ad esclusione dunque della parte relativa alla copertura del costo del personale, è stato interamente utilizzato per finanziare le attività sportive di vertice, coprendo per meno della metà un investimento che nel 2010 è ammontato in totale a 7,6 milioni di euro. Dal 2006 a oggi le attività di vertice della Federtennis sono valse allo sport italiano la conquista di tre titoli mondiali a squadre femminili (vittorie nella Fed Cup, equivalente femminile della Coppa Davis), una vittoria e una finale in un torneo del Grande Slam, altre 24 vittorie in tornei internazionali ATP e WTA e numerosi successi a livello giovanile.

Dal 2003 il bilancio annuale della FIT si chiude con un attivo, che nel 2010 è stato di oltre 1 milione di euro e che nel 2011 risulterà superiore a questa cifra.

La società Sportcast srl, controllata al 100 per cento dalla FIT, svolge per conto di FIT, cui è legata da un contratto di servizio, tutte le attività di comunicazione ed editoriali. Oltre al canale tv SuperTennis, edita e gestisce la rivista mensile SuperTennis Magazine e numerosi siti internet, fra i quali quello federale, quello degli Internazionali BNL d’Italia, quello dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi e quello dei Centri Estivi Federali. Svolge inoltre attività di ufficio stampa per tutte le attività federali, nonché di marketing e di raccolta di sponsorizzazioni per conto della stessa FIT.

Nel 2010 l’importo versato da FIT a Sportcast quale corrispettivo per tutte queste attività (incluse quelle di marketing), è stato di 3,9 milioni di euro, pari al 13% del proprio fatturato complessivo, la stessa percentuale che, più o meno, ogni azienda investe in comunicazione.

La promozione del tennis operata da Sportcast, in particolare con il canale tv SuperTennis (visibile gratuitamente su tutto il territorio italiano e grazie al quale il tennis in tv non è più riservato soltanto a chi può permettersi di pagare per guardarlo), ha generato nell’ultimo triennio un incremento del 20,18% per cento dei tesserati, del 21,24% per cento della partecipazione ai tornei, del 37% per cento del fatturato globale degli Internazionali BNL d’Italia e del 42,5 per cento dei loro incassi da biglietteria, generando a livello di consolidato ricavi aggiuntivi pari a circa 6,2 milioni di euro.

Dopo l’approvazione del Collegio dei Revisori dei Conti e quindi quella del CONI, al fine di garantire il massimo livello di trasparenza, il bilancio 2011 della società Sportcast, così come quello della Federazione e delle altre società controllate, sarà certificato da una delle principali società multinazionali di revisione, la Ernst&Young.
Il Presidente di Sportcast Carlo Ignazio Fantola ha sempre prestato la sua opera a titolo totalmente gratuito, senza percepire neppure un gettone di presenza in occasione delle riunioni del CdA, così come gli altri membri dello stesso CdA. Il compenso corrisposto alla società QA srl per l’incarico di Amministratore Delegato è stato di recente aumentato a 66.000 euro lordi e onnicomprensivi annui. La QA srl non svolge altri incarichi per conto di Sportcast, della FIT o delle altre società del Gruppo FIT.

Il capitale sociale di Sportcast, interamente versato da FIT attingendo alla propria liquidità, è stato portato a 6.200.000 euro nel corso del 2009 perché così impone la legge a chi vuole svolgere attività di operatore televisivo di contenuti sull’intero territorio nazionale.

Norme analoghe a quella che, in seguito all’approvazione unanime da parte dell’Assemblea Nazionale, richiede il supporto di 300 società sportive (corrispondenti a meno del 10% del totale) per la presentazione della candidatura alla Presidenza della FIT sono presenti nello Statuto di altre 16 Federazioni sportive nazionali e utilizzate per l’elezione degli Organi periferici del CONI. Tali norme ovviamente si ispirano ai principi vigenti nella legislazione ordinaria in tema di elezioni politiche e amministrative.

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