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14/05/2012 22:38 CEST - Internazionali d'Italia

Non è
Francesca

TENNIS - Francesca Schiavone ha perso 10 delle ultime 12 partite. Makarova vince 6-3 6-4. L'azzurra chiude con 10 vincenti e 22 errori. Sempre più difficile la difesa della finale di Parigi. G.A.

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Francesca Schiavone - Foto di Monique Filippella
Francesca Schiavone - Foto di Monique Filippella

No, non è Francesca. Quella scesa in campo sul Centrale del Foro Italico le assomigliava, ma non poteva essere lei: troppo brutta per essere vera. Durante il sorteggio del tabellone, piena di fiducia, diceva di voler essere una gladiatrice; ma la prova del campo le mostra il pollice verso: una non trascendentale Makarova, battuta nei due precedenti, si impone 6-3 6-4. Un vento fastidioso ha condizionato il match, ma non può costituire un alibi convincente. Speravamo che Roma potesse risvegliare la Schiavo, invece purtroppo i deludenti risultati del 2012 hanno avuto una spiacevole conferma. A spaventare è il dato degli errori gratuiti, ben 22, a fronte di soli 10 vincenti. Il futuro si presenta tutt’altro che roseo.

Il primo set è una via crucis che a ogni stazione si fa sempre più doloroso. Il vento gelido che spazza il Centrale dà molto più fastidio alla Schiavone, che non riesce a macinare il suo gioco. Il sole è tramontato da poco, ma è notte fonda per la milanese, che non riesce a controbattere alle rotazioni mancine della russa. Nel primo game, macchiato da un doppio fallo, arriva subito il break della Makarova che inizia così la sua corsa di testa. I primi tre giochi sono scoraggianti per l’azzurra: troppi i colpi steccati e le risposte ampiamente fuori misura. A poco a poco sembra che Francesca entri in partita e la prima volta in cui si presenta a rete è sottolineata dal pubblico del Centrale, che inizia finalmente a farsi sentire. Purtroppo, però, è un’illusione: le successive avventure in avanti sono frustrate da precisi passanti di rovescio della russa e sui turni di servizio della moscovita non si arriva mai ai vantaggi.

Ciò che colpisce di più è che la Leonessa gioca al silenziatore: i suoi colpi sono accompagnati da ruggiti trattenuti, brutto segno. Spesso è costretta a fare il tergicristallo contro una rivale non irresistibile, a cui basta la regolarità per mantenere il vantaggio. Sul 5-3, la Schiavone serve per rimanere nel set e un dritto affossato a rete provoca un “ooooooohhh” di delusione del pubblico. Vengono in mente le parole dell’anno scorso di Francesca: raccontava di essere colpita da questa particolare reazione del pubblico, che le getta sulle spalle un peso difficilmente sostenibile. E l’azzurra va a picco: l’ennesimo dritto lungo consegna il 6-3 alla Makarova. Sono 14 gli errori gratuiti della nostra giocatrice: un’enormità.

Nel secondo set esce fuori un sussulto d’orgoglio e Francesca mette in campo tutto ciò che ha: prova variazioni tattiche e i suoi ruggiti crescono d’intensità. Sull’1-1 arriva la prima palla break della partita, annullata dalla russa con un pregevole rovescio lungolinea. Svolta sul 4-3 Makarova: l’azzurra chiude un brutto game con un doppio fallo e la parola fine sembra scritta. Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco, direbbe il Trap: alla russa viene un po’ di braccino al momento di servire per il match sul 5-3, e la Schiavone si sfoga con un dritto vincente che vale il break. L’inizio della rimonta? Macché. Nel game successivo, subito 0-40 e l’ultimo rovescio fuori mette i titoli di coda di un film che non avremmo voluto vedere. Non era Francesca: tornerà ad esserlo?

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