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21/05/2012 14:55 CEST - 1000 ROMA

Un rinvio sgradito e forse ingiusto

TENNIS - Alla notizia del rinvio, chi era stato al Foro ore e ore, anche sotto la pioggia, in attesa di Djokovic-Nadal, se l'è presa con gli organizzatori cui ha gridato di "buffoni, buffoni" prima di coprire il centrale con un lancio di bottigliette. Ubaldo Scanagatta
 

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ROMA - Incontro il supervisor svedese dell’Atp Thomas Carlberg intorno alle 21,15 quando anche lui si appresta a lasciare il Foro Italico. Da poco si sono spente le grida “Buffoni, buffoni” all’indirizzo degli organizzatori degli Internazionali d’Italia, mentre il rettangolo di gioco del centrale è stato seppellito di bottigliette di Smeraldina, l’acqua minerale sarda del Monte de Deu (Tempio Pausania).

Quell’acqua che non è venuta dal cielo dacchè Sharapova e Li sono rientrate sul campo, con un po’ di ritardo, per disputare il tiebreak finale, era forse dentro quelle bottigliette.

Dopo quella premiazione raffazzonata e indecorosa (prima di me lo hanno scritto su questo sito tanti lettori che l’hanno vista in tv) va detto che, in tutta franchezza, non era una situazione facile da gestire. La decisione ufficiale la poteva prendere solo Carlberg che me l’ha giustificata così: “Erano d’accordo tutti, direttore del torneo, giocatori e soprattutto il meteo che aveva preannunciato ancora pioggia di lì a poco…poi non ha piovuto, ma come facevamo a saperlo? E’ la legge di Murphy!” ha commentato allargando le braccia Carlberg che conosco da anni, quando già era supervisor ed io dirigevo il torneo Atp di Firenze.

Per chi non lo sapesse la legge di Murphy dice che: “Se qualcosa può andar male, lo farà”.

Per chi aveva pagato il biglietto, anche 150 euro, ed aveva avuto la costanza e la pazienza di beccarsi tutta l’acqua durante la sospensione della finale femminile, nella speranza di assistere a quella maschile attesa fin dal mattino, è stata una beffa.

Sergio Palmieri, sommerso dai fischi, ha annunciato che chi porterà quel tagliando anche strappato (ma quanti li conservano quando non pensano che possano servire?) nella giornata di lunedì potrà comunque assistere alla finale. Nulla ha potuto o saputo aggiungere per chi sarà partito, per chi deve lavorare e non potrà vedere il match, ma mi è stato detto che non ci sarà nessun rimborso.

A Wimbledon esiste una policy per la quale chi ha un biglietto per una giornata in cui non si vede un minimo di tennis per via della pioggia, circa un’oretta (non ricordo con precisione se siano 50 o 70 minuti) ha diritto al rimborso. A Parigi, dove gli organizzatori si coprono con un’assicurazione contro il maltempo, si consente di prenotare un biglietto corrispondente alla stessa giornata l’anno successivo, oppure si può pretendere il rimborso. Quindi lì, se piove, tutto è ben regolamentato.

Qui va detto che la finale femminile è durata 2 ore e 52 minuti, e che in precedenza c’era stata pure quella del doppio, e anche se è certo probabile che la grande maggioranza di coloro che avevano acquistato il biglietto per le finali lo avevano fatto per vedere quella maschile, c’è stato abbastanza tennis da vedere.Se avesse piovuto nessuno avrebbe potuto prendersela con nessuno.

Ma un conto è se la pioggia impedisce lo svolgimento di una partita, anche parzialmente, un altro è se è una decisione dell’organizzazione (si chiama essi Fit/Coni Servizi oppure Atp) a impedirlo. Teoricamente chi è stato privato di una cosa promessa e per la quale ha pagato un regolare biglietto avrebbe diritto di rivalersi.

Si è sparsa la voce che siano stati i giocatori a chiedere di non giocare, ma Carlberg non me l’ha confermata. I giocatori sono un po’ i padroni del vapore, in questo momento. Soltanto con gli Slam non riescono a fare la voce grossa. D’altra parte se avessero temuto per la loro incolumità ci sarebbe da capirli: i loro garetti, le loro gambe, valgono milioni di euro. Se uno scivola su una riga bagnata e si ferma un anno non è un danno da poco. Beh lo scorso anno Djokovic non ha guadagnato quasi 20 milioni di euro di soli premi ufficiali?

Insomma capisco gli spettatori delusi, penso che la FIT dovrebbe fare il bel gesto di offrire loro gratis quantomeno un biglietto per l’anno prossimo, ma a parte il fatto che poi più tardi ha effettivamente anche un po’ piovuto e quindi probabilmente non sarebbero riusciti ugualmente a vedere tutta la partita,  penso anche che una finale in mezzo a uno stadio più che semivuoto e privo di ogni atmosfera, sarebbe stata oltre che umidissima (e quindi un rischio anche per le articolazioni dei tennisti che fra una settimana hanno il Roland Garros) anche tristissima.

Non so se adesso Italia Uno la trasmetterà ugualmente in diretta (o in differita), idem le altre tv.

Però uno speaker più bravo a comunicare con la gente di Sergio Palmieri _ non è tanto difficile trovarlo suvvia _ avrebbe potuto essere un tantino più diplomatico, mettersi nei panni della gente, e prima di annunciare seccamente il rinvio all’indomani avrebbe potuto cercare di indorare un tantino la pillola e pronunciare qualche frase appena un po' diversa, far presente che il campo era pericoloso per l’incolumità dei giocatori (che si muovono ad altre velocità rispetto alle ragazze), che il meteo aveva preannunciato scrosci di pioggia a breve e che quindi non avrebbe avuto molto senso mandare i giocatori in campo per pochi minuti. Avrebbe anche potuto poi aggiungere che a quel punto, dati gli orari divenuti concomitanti con la finale di Coppa Italia Napoli Juventus che ha trasformato l'area del Foro Italico in zona off-limits nemmeno ci fosse la guerra (Povera Italia, come siamo messi male! Quanti soldi buttati per le forze dell'ordine costrette ad arginare folle di facinorosi privi del ben dell'intelletto), c’erano alle viste anche possibili problemi di ordine pubblico.

Invece, con il poco garbo che lo contraddistingue ha subito annunciato che non si sarebbe giocato e che la decisione era stata presa dal supervisor dell’Atp, come per passare ad altri la patata bollente. Apriti cielo (già abbastanza aperto di suo).

In conclusione, per quanto mi riguarda, è stata presa una decisione più sensata che giusta, date le circostanze, ma si è persa l’occasione per guadagnarsi la simpatia e la comprensione di quei tifosi cui il nostro tennis non dovrebbe rinunciare a cuor leggero. Non saranno stati più di 1000 gli irriducibili. E probabilmente la metà di quelli non avrebbero potuto tornare oggi. Ci sono tanti soldi federali che vengono buttati in mille rivoli.

Preoccuparsi di non perdere "clienti" fedeli come quegli spettatori iperpazienti, a mio avviso, non vorrebbe dire buttarne degli altri, ma dimostrare semmai riconoscenza e buon senso.

Ubaldo Scanagatta

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