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31/05/2012 17:32 CEST - Roland Garros

Grinta Schiavone Dal buio alla luce

TENNIS – Francesca approda al terzo turno superando in rimonta la bulgara Pironkova 2-6 6-3 6-1. La sua prestazione segue l'alternarsi delle condizioni atmosferiche: si spegne e si illumina, splendendo nel momento decisivo. Da Parigi, Alberto Giorni

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schiavone-madrid6-mini
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Schiavone b Pironkova 26 63 61

Di cuore, di voglia, di rabbia, con la grinta di una vera Leonessa. La prestazione di Francesca Schiavone segue l’alternarsi delle condizioni atmosferiche sopra il campo n°1: come il sole va e viene, così il gioco di Francesca si spegne e si illumina. Alla fine Tsvetana Pironkova è domata 2-6 6-3 6-1 e pazienza se la nostra giocatrice non è stata impeccabile. “Quando guardo in tv la mia Inter, non mi interessa se gioca bene, basta che vinca: e questo vale anche per me”, aveva spiegato una volta. Una frase che si adatta bene alla sfida di oggi, in cui Francesca è stata Dottor Jekyll e... Miss Hyde.

Quella del primo set è una Schiavone irriconoscibile, pericolosamente vicina a quella dei primi mesi del 2012. Il meteo non aiuta: spira un forte vento e il gioco è parecchio disturbato, e l’azzurra non riesce proprio a esprimersi. Il servizio la abbandona e con due doppi falli nello stesso game (alla fine saranno ben 9) concede il primo break (1-3 Pironkova): il match si fa dannatamente in salita. Corrado Barazzutti ha buoni motivi per essere preoccupato, perché la bulgara, molto solida da fondo, non regala nulla, mentre la milanese passa da un errore gratuito all’altro e l’ennesimo back di rovescio in rete consegna il 5-1 alla sua avversaria. Illusorio il controbreak immediato: quando Francesca prova ad attaccare viene infilata dai precisi passanti della Pironkova che incassa il 6-2.

Neanche il tempo di alzare lo sguardo dal taccuino, che la sedia della Schiavone è vuota: è uscita dal campo a schiarirsi le idee e al ritorno viene accolta dal sole e dall’applauso del pubblico francese. Un tifoso transalpino intona più volte "Fran-ce-scà, Fran-ce-scà!”, e il giudice di sedia Bernardes lo richiama bonariamente. La pausa le ha fatto bene, è una Schiavone diversa quella che inizia il secondo set: è più sciolta e viene a prendersi qualche punto a rete. Il match dipende molto da lei e il terzo game è la svolta. La prima palla break per l’azzurra è cancellata da un ace, ma lei la prende bene: abbozza un elegante palleggio calcistico apprezzato dalla gente.

E’ il segnale: Francesca c’è, è più tranquilla, e alla quarta occasione il rovescio in rete della bulgara la stimola a un urlo liberatorio. L’azzurra però ci ricasca. Nel game successivo spreca un 40-15: un doppio fallo e una stecca spianano la strada al controbreak. Ma il peggio è passato. La Pironkova non può più accontentarsi degli errori di Francesca, sempre più solida e pronta a cambiare marcia. La milanese continua a darle fastidio con le sue variazioni e la palla corta con cui conquista il break del 3-2 è un’opera d’arte che non sfigurerebbe al Centre Georges Pompidou. Il match è completamente cambiato: Francesca vola sul campo, non soffre più sul proprio servizio e un altro break è il prologo al 6-3. 

Ora è la Pironkova a uscire dal campo e la tattica sembra funzionare. Nel game d’apertura del terzo set, la Schiavone commette due doppi falli, cede il servizio e non riesce a trattenere un gesto di stizza. Ma è solo un incidente di percorso. Barazzutti la incita a gran voce e lei torna quella degli ultimi game del secondo set e fa particolarmente male con il lungolinea di rovescio, colpo che oggi le ha dato le maggiori soddisfazioni. Così la palla break che annulla sull’1-1, con un servizio vincente, è l’ultimo ostacolo. Il resto è un monologo della Schiavone, che strappa sempre più applausi, mentre la Pironkova sparisce dal campo. Il dritto sul matchpoint è pura poesia: il 6-1 è servito e le emozioni anche. Prendere o lasciare una Francesca così? Noi prendiamo tutta la vita. 

 

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