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01/06/2012 17:28 CEST - Roland Garros

Errani show
Ana si inchina

TENNIS - Grande prestazione della romagnola, che in rimonta supera la Ivanovic, regina di Parigi 2008, 1-6 7-5 6-3. Sara ha messo in mostra un gioco offensivo ed è uscita alla distanza, offrendo una prova di grande maturità: il Lenglen è ai suoi piedi. Da Parigi, Alberto Giorni

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A noi italiani non piace vincere facile. Preferiamo la battaglia, il dramma e le situazioni “à bout de souffle”, come dicono da queste parti: all’ultimo respiro. Al Roland Garros le rimonte sono diventate una caratteristica azzurra: prima Seppi, poi la Schiavone, Fognini (la più epica di tutte) e ora al club si è iscritta anche Sara Errani. Il successo 1-6 7-5 6-3 su Ana Ivanovic, in apertura di programma sul Suzanne Lenglen, è i simbolo di una crescita costante della romagnola, che speriamo non sia ancora terminata.

E basta ripetere che non vince mai con le top ten, che il suo record con loro è di 0-28. Ana Ivanovic sarà pure n°14 e quindi statisticamente il tabù non è stato ancora sfatato, però una ex n°1 del mondo e vincitrice a Parigi conserva una nobiltà tennistica da non trascurare. Attenzione: quella vista oggi non è una Ivanovic in disarmo. Si è mossa bene sul campo e alcuni suoi dritti lungolinea hanno fatto paura; è merito della nostra giocatrice averla messa in condizione di non nuocere, soprattutto quando nel secondo set si era riportata sul 4-4 e pareva in corsia di sorpasso.

Riavvolgiamo il nastro delle emozioni e torniamo all’inizio del match, quando un cielo grigio ha accolto le giocatrici. Alle 11 di mattina, il pubblico del Lenglen era ancora assonnato: molto tiepdo, seguiva il match senza trasporto accompagnando i primi game con tiepidi applausi. Forse pensava in un’agevole vittoria della serba contro l’”italienne”. In effetti il primo set non ha avuto storia. La regina di Parigi 2008 era padrona del campo e costringeva l’azzurra a fare il tergicristallo. Sara non riusciva a controbattere alle sue bordate e spesso la si vedeva alzare lo sguardo preoccupato verso coach Lozano, seduto accanto alla tribuna stampa. Gli “ajdé” della Ivanovic non si contavano; assordante quello dopo un rovescio lungolinea all’incrocio delle righe. Il 6-1 non fa una piega.

La Errani esce dal campo per schiarirsi le idee, come aveva fatto ieri la Schiavone, e l’idea funziona. E’ una Sara diversa quello che inizia il secondo set: più offensiva, appena può si getta avanti per chiudere il punto a rete e il pubblico mostra di gradire. Cerca di spostare la Ivanovic anche con qualche intelligente palla corta e raccoglie quanto semina, portandosi 3-1 al termine di un game da antologia, sempre all’attacco. “Forza Chiqui!”, gridano dal suo angolo dopo il 4-2, ma la serba è dura a morire.

Appena la Errani abbassa la percentuale di prime palle, le salta addosso con dritti poderosi con i quali raggiunge il 4-4. La serba è molto espansiva in campo: dopo ogni bel punto, si lascia andare a gesti di esultanza che fanno la gioia dei fotografi. Sul 4-4 arriva il momento più delicato, ma Sara non si scompone e continua a macinare il proprio gioco, pronta ad approfittare delle indecisioni della rivale. E, avanti 6-5, sfrutta il primo setpoint con un bel dritto vincente: si va così al terzo. 

Che inizia con un break in apertura della serba, ma è solo un fuoco di paglia. Ana lo restituisce subito e accusa il colpo: fa sempre più fatica e commette molti errori gratuiti. La Errani è meno propositiva, ma non ha più bisogno di fare gli straordinari per prendere il largo. Il pallonetto che le vale il 3-1 è accolto con un boato dal Lenglen, e il match è in discesa. Neanche il successivo controbreak ferma Sara, che vola 5-2 e non trema al momento di servire per il match sul 5-3: chiude al secondo matchpoint con un’esultanza sobria, allargando appena le braccia. Ora c’è la Kuznetsova e accontentarsi sarebbe un peccato.

Alberto Giorni

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