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08/06/2012 13:09 CEST - Roland Garros

Errani, una vittoria di testa

TENNIS - Il trionfo dell'intelligenza sulla forza bruta. Sara Errani, neo numero 10 del mondo, ha regalato una gioia inattesa e indescrivibile. Per il terzo anno di fila ci sarà un'italiana in finale al Roland Garros. Sam Stosur ha confermato di avere un altissimo potenziale ma di non essere solidissima di nervi. Da Parigi Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
PARIGI _ Una vittoria della testa sulla forza bruta, del cervello sulla potenza, dell’intelligenza tattica su chi spara cannonballs senza discernimento, dove va va purchè distruggano. Che emozione, che felicità, che gioia mi ha dato, ci ha dato, Saretta Errani oggi, neo n.10 del mondo, finalista come era stata negli ultimi due anni Francesca Schiavone. Indescrivibile. Perché quando vinci un match che non ti aspetti è ancora più bello. Io ero convinto che Sara avrebbe battuto la Ivanovic e poi anche la pur ostica Kerber l’altro giorno, ma temevo moltissimo questo match con la Stosur che, come aveva detto la Cibulkova con un’espressione non troppo felice “Gioca come un uomo”, perché ha un servizio, un dritto e una forza muscolare doppia rispetto a qualsiasi giocatrice del circuito, tripla rispetto a Sara. E sulla terra rossa del Roland Garros giocava la sua terza semifinale in quattro anni, un bagaglio d’esperienza molto più capiente.

Temevo, quindi, che anche Sara potesse essere schiacciata da quella specie di carroarmato. E quando la Stosur ha esordito con 3 aces terrificanti nel primissimo game e subito dopo le ha strappato pure il servizio, beh mi sono visto quasi perduto. Per fortuna non si è vista perduta Sara! Che ne è venuta fuori alla grande, lei piccola Errani sulla grande Stosur, lei underdog sulla strafavorita che quando incontra le italiane al Roland Garros si confonde e non capisce più nulla.

Sotto 0-2 Sara invece di spaventarsi come avevo fatto io (“Ma Sara ha due palle grandi così!” gridava Robertina Vinci ebbra di gioia e in lacrime subito dopo l’impresa, pochi minuti dopo che Sara si era lasciata cadere lungo distesa su quella stessa terra rossa che Francesca due anni prima aveva voluto perfino assaggiato) non si è per nulla turbata. Ma ha anzi via via preso le misure alla Stosur, le ha mischiato le carte, ha subito recuperato, ha pareggiato il conto dei games con una serie di 8 punti consecutivi (+1) e fin dal 2 pari ha ridato fiducia a tutti i dubbiosi e i pessimisti. Ricordo bene che sul 2 pari ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono sentito dentro che, vincente o perdente, sarebbe stata in partita fino alla fine. Il che voleva dire anche che si poteva essere almeno moderatamente ottimisti. Fossero arrivate in equilibrio alla stretta finale avrebbe avuto più chances Sara piuttosto che l’australiana mai stata solidissima di nervi, altrimenti non avrebbe sempre perso ai primi turni all’Open d’Australia e avrebbe vinto molto ma molto di più ovunque grazie a quell’arsenale da guerra, servizio e dritto kick, che si ritrova.

Quando Sara ha vinto il primo set mi sono solo augurato che quella statistica che avevo scovato, le pochissime rimonte della Stosur front-runner una volta perso il set d’apertura _ sei rimonte in tutto _ non si rivoltasse contro Sara come un…boomerang australiano. Il 6-1 con il quale la Stosur ha vinto il secondo set, condito da 11 aces di cui tre nel game finale come in quello iniziale, dimostrava ancora una volta come il potenziale dell’australiana sia altissimo...quando tutta fila per il verso giusto!

Ma alla minima contrarietà, certo provocata da una Errani che non si è per nulla lasciata impressionare da quel set perso così’ nettamente, ecco che la Stosur si è smarrita nella sua tensione. Todd Woddbridge, che ho intervistato appena finito il match quando ancora Sara doveva uscire dal Philippe Chatrier, ha accennato a ben 12 errori gratuiti commessi dalla sua connazionale Stosur nei primi 3 games e mezzo del terzo set (Clerici ne ha contati 11 ma sui numeri non è affidabilissimo…), ma la partita si è incarognita quando dal 3-0 0-30 la Stosur è tornata sul 3 pari.
Alla fine gli errori gratuiti di Sam Stosur sarebbero stati ben 48. Tanti, tantissimi. Però molti sono stati procurati da Sara che anticipava tantissimo la risposta e riusciva a giocarla lunga nonostante le mazzate che tirava Sam, e soprattutto erano alla fine suoi quasi tutti gli scambi prolungati. Sara cambiava ritmo, prendeva in contropiede, giocava le smorzate quando doveva, insisteva sul rovescio per aprirsi il campo e poi affondava, quasi mai allo stesso modo, una volta nell’angolo del dritto, un’altra del rovescio, se necessario con la smorzata …un paio delle quali messe di là dalla rete come se al posto della racchetta avesse utilizzato la mano!

Qualche piccola ingenuità _ ma sto spaccando il capello in quattro _ l’ha commessa anche lei quando avrebbe potuto sullo 0-3 15-30 giocare un dritto sul rovescio a punto quasi fatto, o quando sul 3-1 ha regalato anche lei qualche punticino, ma dal 3 pari in poi non ha praticamente sbagliato più nulla.

E tenuto a zero il settimo “crucial game”, psicologicamente il più duro _ con la Stosur di nuovo poco lucida fino, due regali all’inizio dell’ottavo game sono stati pazzeschi _ la Errani è stata ancora bravissima. Una giocatrice che, senza avere un gran servizio, arriva per la prima volta a giocare una semifinale di uno Slam e deve servire per il match può anche tremare: lei no, 4 punti di fila e ….a casa una delusissima Stosur, mentre Sara scendeva giù nella players-lounge dove l’accoglievano applausi e mille fra baci ed abbracci (compreso quello dell’emozionatissimo sottoscritto).

Sara è in finale contro la Sharapova, neo n.1 del mondo dopo aver dominato la Kvitova, e contro la quale Sara non ha mai giocato. Hanno entrambe 25 anni, ma le separano 24 centimetri, 3 Slam, 21 tornei (26 contro 5) e tanta, tanta esperienza.

Barbara Schett dice: “Sara ha il grande vantaggio di non aver nulla da perdere ”, Ion Tiriac dice: “Tutto dipende da quale Sharapova incontrerà, Maria può nasconderti la palla e non fartela vedere, oppure fare dieci doppi falli, per tutta una partita o andando su e giù”. Quando alla Schett ho detto che la sua grande amica Silvia sarà certo contenta per Sara, ma anche che in fondo non era tanto giusto che Silvia si fosse fermata sull’uscio delle top-ten, n.11, mentre Francesca, Flavia e Sara si erano potute togliere la soddisfazione d’essere diventate top-ten lei ha peso risposto: “Ma le top-ten degli anni di Silvia…forse erano più forti. Le Williams, le belghe, le russe al massimo, la Hingis, la Mauresmo, adesso mi sembra che il livello sia un po’ calato”.

Questo lo dico per dovere di cronaca, senza voler nulla togliere all’impresa di Sara che, un pochino, mi ha ricordato _ sia pure con un tennis meno piatto e meno elegante _ le vittorie di Martina Hingis contro tenniste molto più alte e possenti di lei. Anche Martina giocava più di geometrie e strategie che di colpi vincenti, anche aveva un anticipo che non dava tempo alle avversarie di piazzarsi. Un po’ come ha fatto oggi Sara: quante palle avrà steccato la Stosur? Non meno di quindici. Ma le steccava perché spesso non faceva a tempo a muoversi e le arrivavano addosso, oppure ci arrivava in ritardo e in affanno perché ad ogni palleggio in più sentiva montare la tensione.

Domanda a Maria Sharapova: Sabato giocherai la prima finale dell’unico Slam che ti manca. E incontrerai un outsider…
Sharapova: “Credo che la Errani abbia vinto più match di tutti sulla terra rossa quest’anno. E’ stata grande su questa superficie, è la sua preferita…l’ho vista giocare diverse volte, non tutti i match però il modo in cui lotta, in cui si muove e recupera la posizione, ti fa giocare un sacco di palle…è certamente una giocatrice pericolosa ed è la prima finale per lei..(come per sottolineare che non avrà nulla da perdere).

Mia domanda _ Anche se avete entrambe 25 anni c’è qualche differenza, 24 centimetri, 21 tornei, 3 Slam….
MARIA SHARAPOVA: Eccoci. Ragazzi prendetevi dei cuscini! (risata)

Io proseguo: Qual è la differenza, la tua maggiore esperienza è un grande vantaggio o il fatto che lei non ha nulla da perdere la favorisce?
MARIA SHARAPOVA: Well, maybe that's something we can talk about after the final. But, I mean, I'm certainly grateful for the experience that I have. Sono contenta dell’esperienza che ho, non ha prezzo. Ti insegna molte cose, vincere, perdere, situazioni, circostanze, attraverso le quali sei passata. Non posso parlare per lei, ma sono felice per trovarmi in questa situazione…alla fine è un match come un altro, si deve giocarlo e far del nostro meglio. Chi sarà migliore vincerà”

I bookmakers stasera davano la Sharapova superfavorita, com’è giusto che sia, però la quota _ alcuni pagavano la vittoria di sara a 5, altri a sei,altri a sette _ mi pareva esagerata. I giornalisti non possono scommettere, ma se potessi, una ventina di euro su Sara li metterei. Perché secondo me lei può riuscire a far muovere la Sharapova assai di più di quanto hanno fatto le altre che l’hanno incontrata fin qui.

Non so cosa scommetterei invece sul premio che il presidente Binaghi darà questa volta a Saretta: 200.000 euro per il raggiungimento della finale e 400.000 per la vittoria come alla Schiavone due anni fa, oppure quella fu una concessione una tantum e chi s’è visto s’è visto e quest’anno nulla? La curiostà c’è, il silenzio per ora sull’argomento per ora è assoluto, anche perché nessuno sembra osare domandarlo.

 

Da Parigi Ubaldo Scanagatta

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