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12/06/2012 11:50 CEST - ROLAND GARROS

Nadal il più forte di sempre e di Borg

TENNIS - Sul rosso i record parlano per lui. Non è tanto aver vinto 7 volte il Roland Garros, è il come. Ma è stato un gran bel Roland Garros anche per il tennis italiano. Peccato che qualcuno abbia perso l'occasione per stare zitto. Da Parigi, Ubaldo Scanagatta


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PARIGI - Quando sul centrale del Roland Garros metteranno un tetto non pioverà più, come a Wimbledon, dove le giornate di pioggia si sono improvvisamente trasferite in Scozia ed Irlanda.

Ma tetto o non tetto Rafa Nadal continuerà a vincere al Roland Garros perché, come dice lo stesso Nole Djokovic “è il più forte tennista di tutti i tempi sulla terra rossa”. E ha l’aria di dirlo con intima convinzione, non per pura piaggeria. Djokovic non ha visto giocare Borg come chi scrive, ma la sensazione che dà oggi Nadal e che dava allora Borg è la stessa: dominano gli avversari, lasciano pochi giochi anche ai migliori del mondo alle loro spalle, tutt’al più soffrono in un match o al massimo due per torneo. Per gli altri non è così.

Nadal ha detto oggi una cosa sulla quale conviene riflettere: “Non è possibile giocare sempre bene, io ho vinto 7 Roland Garros, 7 Montecarlo, 7 Barcellona e una di meno (ha detto proprio così…) Roma, ma non ho sempre giocato bene. Ho avuto anche giornate meno buone, in cui ho giocato a livelli più medi che ottimi, però anche in quella ero presente mentalmente al 100 per 100”.

Borg vinse due volte il Roland Garros, su sei, senza perdere un set: 1978 e 1980. In una semifinale lasciò un game a Barazzutti che gli disse “Grazie di avermelo fatto fare”. Nadal è sugli stessi livelli, quanto a dominio: per due anni, 2008 e 2010 non ha perso un set, qui ne ha perso uno soltanto contro il n.1 del mondo e la maggior parte degli addetti ai lavori - da me oggi interpellati - pensa che che se non ci fosse stata la prima interruzione dovuta alla pioggia, avrebbe vinto per 3 set a zero. E ciò anche se quegli stessi miei interlocutori dicono che senza la seconda interruzione Djokovic avrebbe forse messo k.o. Nadal.

Ma c’è una differenza: la prima parte del match la si era giocata in condizioni assolutamente regolari, mentre nella seconda il campo era via via diventato un campo al limite, sia perché si scivolava o si poteva temere di farlo, sia perché si infittivano i cattivi rimbalzi e infine le palle erano diventate pesanti come mattoni svantaggiando l’effetto top-spin che in condizioni normali invece Nadal riesce a generare.
Nadal è il campione della terra battuta della sua epoca, indiscutibilmente, come lo era Borg della sua. Rafa ha ora 11 Slam in bacheca, proprio come Borg e Laver (che però non ha potuto giocarne 20…). Rafa e Bjorn, entrambi dominatori e una spanna sopra agli altri.

Basti dire che per Djokovic questa era la prima finale al Roland Garros, che Federer ne ha vinto uno solo, Murray neppure quello, e come si diceva prima ci sono anche tutte le altre prove sulla terra rossa che decretano questa sua supremazia indiscussa.

Rispetto a Nadal Borg ha vinto 5 Wimbledon e io non penso che Rafa, che ne ha vinti due, riuscirà a tanto, perché sui lawns almeno quest’anno Federer è ancora competitivo - cosa che non è più sulla terra rossa, se lo confrontiamo a Djokovic e a Nadal sulla distanza dei tre set su cinque - e Djokovic sull’erba avrà più chance che sulla terra, così come Murray.

Oggi Nadal è stato un tantino fortunato quando ha fatto il break a Djokovic, nel primissimo game dopo la sospensione. La palla del 30-40 l’ha procurata più un net di Rafa che il suo successivo passante.
Poi fino alla fine, anche se era netta la sensazione che Djokovic si arrampicasse sugli specchi pur di resistere al forcing da fondocampo di Nadal, i fans di Nole potevano sempre sperare che riuscisse ad arrivare al tiebreak dove può succedere di tutto, “il tiebrak è come una roulotte!” disse il grandissimo Bisteccone Galeazzi con una delle sue papere più celebri.

Personalmente non mi sarebbe dispiaciuto assistere al quinto set. Ma se il Nadal di quest’anno è un altro Nadal rispetto a quello dello scorso anno - lo scrivevo sempre l’anno scorso che non era il miglior Nadal, ispirando a tanti di voi la convinzione che io fossi un suo sfegatato sostenitore - il Djokovic di quest’anno non è quello dell’anno scorso.

L’anno scorso non sbagliava palle che sbaglia oggi, soprattutto aveva una tale fiducia in se stesso che non avrebbe mai commesso i doppi falli che ha fatto a Roma e qui. A Roma sul matchpoint, e qui sempre sul matchpoint, dopo averli fatto anche sulle pallebreak del 3 pari ieri nel primo e anche del primo game del secondo set.

Certo quando non gli entra la prima si sente obbligato a rischiare la seconda per sottrarsi alle terribili uncinate di Nadal, però le rischiava anche un anno fa e gli stavano dentro, mentre adesso le sbaglia e sono doppi falli che pesano anche sul morale (quando addirittura non sono matchpoint) in maniera pesantissima.
È stato lo stesso Nadal a spiegare il segreto delle sue vittorie e della sua superiorità sulla terra battuta. Lo troverete nella flash breve che abbiamo pubblicato poco fa: “Nadal spiega il segreto dei suoi 8 anni di successi”.

Da Parigi per quest’anno è tutto, io ringrazio tutti i miei collaboratori a Parigi, in Italia e in giro per il mondo, perché hanno fatto un lavoro tremendo, pazzesco, audio, video, interviste, articoli, che ci hanno consentito di superare spesso le 30.000 visite al giorno. Questo lunedì 12 giugno  35.590 secondo Shiny Stats della Nielsen e credo sia il nostro record assoluto...Dobbiamo ovviamente  ringraziare anche i tennisti italiani che quest’anno, a cominciare da Sara Errani, straordinaria finalista in singolare e campionessa in doppio, per proseguire con Roby Vinci, campionessa anche lei e imbattuta con Sara nei tornei sulla terra rossa, ma senza dimenticare che anche Andreas Seppi, per la prima volta agli ottavi con un gran match contro Djokovic (con il quale è stato avanti due set a zero) e Fognini, superando Troicki (due matchpoint annullati) prima di giocare un bel match anche contro Tsonga, si sono fatti onore e hanno fatto consistenti progressi. Mi auguro si possano recuperare presto ai loro livelli anche Schiavone e Pennetta. E mi auguro anche di non sentire più le terrificanti sciocchezze dette da Binaghi quando,nell’audio che vi abbiamo proposto, ha attribuito ai giornalisti e non a chi aveva responsabilità tecniche ed organizzative, i mancati successi degli ultimi 30 anni.

Esiste un centro tecnico federale a Tirrenia che, anche se fin qui in 8 anni anni non ha dato risultati - nessuno fra i primi 250 salvo Giannessi che oggi è n.126 - almeno sotto la guida di Renzo Furlan ci ha provato con i ragazzi. Per le donne non esiste nemmeno quello, le giovani leve sono semi-abbandonate alla loro iniziativa, ai loro genitori. In compenso sapete tutti dove vanno a finire i soldi...

Così a suo tempo la Errani ha dovuto andarsene in Spagna (anche se ora tutti vogliono cavalcare i suoi successi), la Pennetta idem, la Schiavone ha detto ancora qui a Parigi che in Italia mancano troppe cose (e non ha voluto dire di più, mordendosi la lingua). Tanti anni fa Raffaella Reggi consigliò Sara Errani e la sua famiglia, a mandare la bambina via dall’Italia, “perché qui non farà mai nulla”.
Oggi la situazione è cambiata molto poco.

Ecco, invece di dar penosamente la colpa ai giornalisti che “fanno i loro interessi” cerchi lui, fin che è in tempo e visto che intende restare dov’è per 16 anni di fila, di investire almeno un po’ di soldi in un centro femminile, e nel far progredire quello maschile, perché Errani e Seppi non sono certo prodotti federali, e forse sarebbe meglio che d’ora in avanti i migliori giovani italiani non si sentissero costretti ad andare all’estero, come Quinzi, per trovare le persone e le strutture giuste. Questo, anziché polemizzare con i giornalisti, che non hanno certo responsabilità se un giocatore sa fare il dritto o il rovescio, se diventa forte fisicamente e menatalmente o no, dovrebbe essere quantomeno il primo obiettivo di una dirigenza seria e minimamente motivata a far qualcosa di diverso dalla conservazione delle proprie poltrone e dall’invettiva nei confronti di chi, non asservito, li critica semplicemente osservando che cosa fanno le federazioni più serie.

P.S: Tengo a ringraziare anche chi è diventato follower di @Ubitennis sono 1985, mancano solo 15 per arrivare a quota 2000 _ che deco offrire quando ci arrivo? Mi dicono che certi addirittura i followers li comprano...!! _ , e non si arrivava a 600, mi pare a gennaio. Triplicati. Ma adesso aggiorno in tempo reale le partite più importanti, i commenti dal vivo dai match o dalle sale stampa, più tutte le statistiche mi arrivano lì per lì in tempo reale da Rosato e Tirone.

 

Ubaldo Scanagatta

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