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15/06/2012 11:14 CEST - Roland Garros

Il pagellone del Roland Garros

TENNIS – Il settimo sigillo di Rafa scatena la discussione: sul rosso, meglio lui o Borg? Qualche numero per cercare di capirci di più. Djokovic, niente Slam ma a testa alta. Federer in versione Dementieva. Enzo Cherici

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Nadal: 10 e lode
Se continua così, finirà che i francesi dovranno intitolarglielo il centrale! Da giovanissimo appassionato di tennis, ho vissuto l'epoca di Borg, ma forse (e sottolineo forse) il dominio di Rafa sulla terra è ancora più significativo. Qualche numero. Entrambi hanno disputato 8 Roland Garros, Nadal ne ha vinti 7, Borg 6. C'è quindi subito un vantaggio di Rafa per quanto riguarda i titoli complessivi e non è cosa da poco. D'accordo, l'Orso ha saltato l'edizione del 1977 che quasi certamente avrebbe vinto, ma non l'ha giocata e siamo costretti a fare i conti con i dati di cui disponiamo. D'altra parte, con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte. Andiamo avanti. Entrambi hanno perso contro un solo giocatore: Rafa nell'ormai epico match con Soderling (2009), Borg due volte col nostro mitico Panatta (1973 e 1976).

Il dato interessante è quello relativo ai set persi e ai match finiti al quinto set. Nelle sue 8 partecipazioni Borg ha perso complessivamente 26 set e soltanto i 6 occasioni è stato costretto al quinto set: contro Caujolle, Van Dillen, Ramirez e Orantes nel 1974, con Jauffret nel 1976 e Lendl in occasione dell'ultimo trionfo nella famosa finale del 1981. Numeri mostruosi, non c'è che dire. Vediamo ora insieme quelli di Rafa. Nelle sue 8 partecipazioni il maiorchino ha perso la miseria di 14 set. Vale la pena riportare i nomi degli eroici avversari arrivati a cotanto traguardo: Grosjean, Federer e Puerta (2005); Mathieu, Hewitt e Federer (2006); Federer (2007); Soderling (3 set nel 2009); Isner (2 set) e Federer (2011); Djokovic (2012). Come si vede, in tutti questi anni un solo giocatore è riuscito a portarlo al quinto set: Isner nel primo turno dell'edizione 2011. Mi sembrano dati che parlano da soli, abbastanza impressionanti e difficilmente ripetibili.

Stiamo parlando evidentemente di due mostri sacri del rosso (Borg anche del verde a dire il vero) e fare una scelta tra i due, sul rosso, è impresa quanto mai complicata. Ho voluto allora portare il contributo di questi numeri per dare un po' più di sostanza alla discussione. D'altra parte parliamo di due giovanotti che in ben due occasioni hanno vinto il torneo senza cedere un set agli avversari. Borg nel 1978 e 1980 (nel '78 addirittura cedendo la miseria di 32 games); Nadal nel 2008 e 2010 (Rafa nel 2008 perse soltanto 41 giochi).

Forse mi sono lasciato un po' prendere la mano con i paragoni e ricordi, ma c'era di mezzo questo record di Borg superato, che resisteva da più di 30 anni e non ho saputo resistere. Tornando al torneo appena ultimato, c'è veramente poco da commentare, talmente schiacciante è stata la superiorità del campione spagnolo sul resto della concorrenza. Il tabellone non sarà stato un granché, d'accordo, ma va ricordato che ancora una volta si è presentato all'appuntamento finale senza cedere mezzo set e lasciando per strada 35 miseri giochi. E probabilmente non avrebbe perso quel set neanche il giorno della finalissima se il meteo non si fosse messo di mezzo. Il paradosso è che senza il successivo scroscio, rischiava seriamente di perderla quella finale, dopo aver dominato tutti per 20 set e mezzo di seguito. È stato per lui importantissimo vincere quel piccolo game prima della pausa definitiva, dopo 8 giochi consecutivi in cui era stato in balia del rivale. Senza quel solo apparentemente insignificante punticino, avrebbe ripreso il giorno dopo sullo 0-3, sotto di due break. Così facendo, gli è stato sufficiente un fulmineo controbreak iniziale per rimettere le cose a posto ed evitare così le insidie d'un pericoloso quinto set. Sette volte bravo.

Djokovic: 8 ½
Ho cercato di mettermi nei suoi panni dopo il doppio fallo che lo ha condannato alla sconfitta e alla fine del sogno. Ho provato a pensare quel che potesse passare nella sua testa mentre il suo rivale si arrampicava alla Pat Cash (che sia sempre maledetto!) sulle tribune del Centrale per abbracciare il suo clan. Mi sono venuti in mente tanti e diversi stati d'animo. Delusione, frustrazione, smarrimento, scoramento, tristezza, ho pensato anche all'auto-distuzione. Niente di tutto questo. Fossi in lui sarei semplicemente orgoglioso. Per tutto quel che ha fatto in quest'ultimo anno e mezzo, ma anche per quanto dimostrato in questo torneo.

Troppo facile, per campioni come lui, vincere o arrivare in finale quando si è al top della condizione. No. Lui non lo era al massimo. Per niente. Neanche vicino alla miglior condizione. L'abbiamo visto dal primissimo set del torneo contro Starace, passando per la soffertissima vittoria col nostro Seppi e i matchpoint annullati con Tsonga. Qualcuno si era illuso dopo la fin troppo facile vittoria contro Federer, ma anche in quell'occasione fu molto aiutato dalla contro-prestazione dello svizzero. Eppure, nonostante tutto questo, ha stretto i denti, non s'è mai abbandonato alla disperazione, è rimasto con la testa nel torneo. Aggrappato a quel sogno che sembrava ormai a portata di mano.

Alla fine non ce l'ha fatta. Il sogno gli è sfuggito di mano proprio all'ultima tappa della sua straordinaria cavalcata. La cosa buffa, curiosa, è che stava ugualmente per farcela. Purtroppo per lui, com'è noto (?), la pioggia dà, la pioggia toglie. Probabilmente, si fosse continuato la domenica sera avrebbe vinto. Ma forse non sarebbe stato giusto. Le condizioni erano oggettivamente proibitive e sarebbe stato un azzardo andare avanti in quel modo.

Comunque sia, la sconfitta non scalfisce minimamente quanto di eccellente combinato dalla finale di Davis 2010 fino ad oggi. Il difficile viene ora. Dovrà dimostrare di saper reagire, come hanno già saputo fare in passato Federer e Nadal dopo grandi delusioni. Se poco poco ho inquadrato il personaggio, non credo ci sia da preoccuparsi.

Federer: 6
"Kamke abbaia non morde". Alla vigilia, tutti preoccupati per il suo tabellone. Con il terribile Nalbandian già al secondo turno e lo spauracchio Berdych previsto nei quarti. E invece, come ampiamente preventivabile, il suo torneo è iniziato nei quarti di finale. Dove probabilmente si sarebbe anche concluso se il povero Del Potro non fosse stato soprpreso dal riacutizzarsi del suo problema al ginocchio.

Ma già dal primo turno contro il tedesco Kamke, s'era capito che Roger non era tra noi. Ha vinto in tre set ok, ma cedendo per ben tre volte il servizio. E non mi sembra che l'onesto Kamke si fosse improvvisamente trasformato in André Agassi! Contro Ungur, Mahut e Goffin è stato addirittura costretto al quarto set, steccando tutto lo steccabile. Dei quarti con Del Potro ho già detto. Aggiungo soltanto che, anche considerando i primi due set persi, è stato paradossalmente il suo miglior match nel torneo. Il che è tutto dire. Meglio perdere due set contro "quel" Del Potro, che lasciare set per strada con Ungur o Mahut! In semifinale con Djokovic ha giocato un match inspiegabile. Almeno io non l'ho capito, se qualcuno me lo spiega ringrazio in anticipo. In alcuni momenti mi sembrava di star a guardare un match della Dementieva. Andava avanti d'un break, cedeva il servizio a zero. Riandava avanti di due break, si lasciava riprendere. Serviva per il set, perdeva ovviamente la battuta. Un disastro. E non basta dire che dall'altra parte c'era Nole Djokovic, con Connors e Agassi uno dei più grandi ribattitori di tutti i tempi. Tu sei Roger Federer e non puoi farti breakkare 7 volte in 15 turni di battuta!
L'aspetto positivo della storia è che, nonostante abbia giocato così male, sia riuscito comunque ad arrivare in semifinale, sulla superficie a lui più ostica. Questo potrebbe essere lo spiraglio di ottimismo per affrontare quello che per lui è il momento clou della stagione. Se questo Federer arriva comunque in semi, cosa potrà succedere se alza il livello, sulla sua superficie preferita? Per quel che può contare il mio parere, a Wimbledon il mio favorito dopo Nadal è lui.

Ferrer: 8
Da anni si ripete, forse con troppa leggerezza, che è un grande terraiolo. Allora ti vai a controllare i suoi risultati e scopri che le sue prestazioni migliori le ha avute sul duro, lontano dal rosso. Non a caso, questa per lui è stata la prima comparsata in una semifinale dello Slam parigino. Comparsata appunto, non mi viene in mente nessun altro termine, visto il ben misero bottino che è riuscito a racimolare contro Iron Rafa.

Ma il suo lo aveva abbondantemente fatto, superando con autorità tutti gli ostacoli fino ai quarti di finale inclusi, dove, un pezzettino alla volta, è riuscito a scoprire il bluff Murray.

In semi, contro Rafa, non poteva nulla. Troppo simili come caratteristiche, troppo più forte e troppo più in forma il maiorchino. Certo, qualcosa più di quattro giochi forse poteva rimediarli, ma quando Nadal è in queste condizioni, sulla terra, non è facile per nessuno. Figurarsi per lui, che nella sua faretra non ha una freccia che è una che possa in qualche modo impensierire Rafa. Intanto, con questo torneo, ha raggiunto la semifinale in 3 dei 4 tornei dello Slam. Gli manca Wimbledon, ma temo che quello per lui rimarrà un sogno irrealizzabile.

Murray: 5
Qualcuno di voi, per caso, sa come si chiamasse la pasticchetta che ha ingerito dopo il primo set con Nieminen? No perché dev'essere miracolosa, la voglio assolutamente anch'io! Perdeva 6-1, 4-2 e sembrava una staua in mezzo al campo, con la schiena dritta come se avesse inghiottito una spada. Poi è arrivata la pillolina magica, et voilà, il povero Nieminen (che c'ha molto messo del suo…) è stato preso a pallate.

Scherzi a parte, si sapeva che non era in perfette condizioni fisiche e pare che lo stesso Lendl lo avesse addirittura invitato a non partecipare al torneo di Madrid. Lui, testardaggine scottish, non ha voluto dare ascolto all'illustre coach e per poco non deve ritirarsi a torneo in corso. Superato lo spavento, ha iniziato a giocare bene a tratti, addirittura benissimo nei tre set vinti contro Gasquet (voto 5 ½). Poi però, sul più bello, nei quarti contro Ferrer, è tornato il solito Murray che tutti conosciamo. Quello che per 3-4 game ti nasconde letteralmente la palla, intervallato da quello che per 1-2 set sembra come stordito in campo. Qual è il vero Murray? A Wimbledon l'ardua sentenza.

Del Potro: 8
Poveraccio. Non gliene va più bene una. Dopo tutti i casini che ha avuto a livello fisico, proprio quando sembrava aver ritrovato un accettabile stato di forma (benissimo non è stato mai), ecco arrivare l'infortunio al ginocchio. La cui presenza non gli ha impedito di sculacciare quel discolo di Berdych in ottavi, ma non gli ha permesso di terminare l'opera nel turno successivo, proprio quando stava mettendo alle corde la controfigura di Federer.

Peccato. Perché un Delpo in forma, e sano, avrebbe probabilmente impensierito Djokovic in semifinale più di quanto (non) abbia fatto l'assente svizzero.

I colpi da fondocampo sembravano essere tornati quelli, solidi e potenti, d'una volta. Gli errori, considerato il grado di rischio delle sue randellate, molto contenuti. Il servizio, invece, non è ancora quello d'un tempo. Se lo ritrova, saranno davvero dolori per tutti. Sarà che m'è simpatico, magari la cosa mi condiziona, ma se proprio devo cercare un Fab Four, molto meglio lui di Murray. L'ho sparata troppo grossa?

Tsonga: 8
Quando Djokovic ha servito un doppio fallo sul matchpoint, regalando così il 7° titolo a Nadal, ho pensato a Jo. Poveraccio, mi son detto, chissà cosa starà pensando ora. Molto probabilmente, un qualcosa di simile alla seguente frase: "Ma brutto BIIIIPPPP non potevi farlo contro di me doppio fallo su matchpoint???".

Eh no Jo, non funziona così. Servire una seconda contro di te, anche in caso di matchpoint contro, non è la stessa cosa che servirla contro Nadal. Infatti Nole ha commesso doppio fallo in ben tre circostanze con palla break a favore di Rafa. Tu, caro Jo, dovrai prima costruirti una solida reputazione, poi vedrai che faranno doppio fallo anche contro di te.

Ma terminata la mia solita sfilza di sciocchezze, signori, chapeau! Ma che match ha giocato contro Djokovic? D'accordo, non era il miglior Nole, lo abbiamo detto, ma aveva iniziato rimediando un 6-1 ed era andato subito sotto di un break anche nel secondo. Lui ha avuto la forza di ribellarsi a un destino che appariva ineluttabile, infiammando ogni singolo spettatore del Centrale parigino, tanto che il mini-presidente della federazione francese, Jean Gachassin, alla fine sembrava anche un paio di centimetri più alto!

D'accordo, gli è mancata un po' di freddezza su quei quattro matchpoint, un paio avrebbe potuto e dovuto giocarli meglio, ma va anche dato merito a Djokovic d'aver giocato da vero numero in quelle circostanze tanto delicate. Peccato per Jo, forse ai punti avrebbe meritato di vincere, per come aveva interpretato il match, per quel rifiuto alla sconfitta che quasi stava per condurlo al trionfo. Quasi, appunto. E in quel quasi c'è tutta la differenza tra un fuoriclasse come Nole e un campione come lui. Se non s'è troppo abbattuto, arriva il torneo che fa per lui. A Wimbledon ha tutto per fare bene. Deve però sperare di non capitare dalle parti di Federer, che lo starà aspettando dallo scorso anno col coltello in mezzo ai denti, per assaporare la sua vendetta. Capitasse nel quarto di Murray (ma azzardo anche di Djokovic) avrebbe ottime possibilità di arrivare in semifinale. Di Federer s'è già detto, Nadal lo eviterei come la peste. Un suo successo nel Tempio del tennis non mi dispiacerebbe affatto. Rappresenterebbe una bella ventata di aria nuova per il movimento. Ossigeno puro.

Goffin: 8
Non so a voi, ma a me la sua storia ha entusiasmato. Partiva dalle qualificazioni, sconfitto all'ultimo turno e ripescato come Lucky Loser, ha messo in fila uno dopo l'altro Stepanek, Clément e Kubot. In ottavi, si trova di fronte il suo idolo, Roger Federer. Dai poster in camera al campo, sfido chiunque a non farsi sopraffare dall'emozione. Macché. Lui entra in campo come niente fosse e per quasi due set non è che fa match pari con l'illustre avversario, lo prende quasi a pallate! Il match m'ha ricordato, come situazione di gioco e di punteggio, la finale degli Australian Open giocata dallo svizzero contro Baghdatis. Oggi come allora, al primo momento di esitazione da parte dell'avversario, Federer è scappato via. Ma stavolta in maniera meno netta, e di questo va dato merito al giovane belga.

Ora tutti si chiedono, e adesso? Come gli ha anche ricordato Federer nel simpatico siparietto di fine match, il difficile viene ora. Perché da adesso in poi non sarà più un illustre sconosciuto, nessuno più lo prenderà sottogamba e tutti vorranno vincere contro di lui.

Il tempo sarà, come sempre, galantuomo. Per ora gli vanno fatti i complimenti per lo stupendo torneo giocato e per il bellissimo e divertente tennis messo in mostra. Lo aspettiamo tutti con curiosità in quel di Wimbledon. È leggerino, vero, ma ha già dimostrato come la sua palla possa viaggiare molto, molto veloce. Lo seguirò con simpatia.

Almagro: 7 ½
Djokovic a parte, è stato l'unico a creare qualche difficoltà a Nadal. A dirla proprio tutta, per un set almeno, la partita l'ha fatta lui, con Rafa che rimandava tutto il rimandabile e oltre. Tanto che, un amico digiuno di tennis in compagnia del quale ho seguito la partita, a un certo punto m'ha domandato: "Ma chi è quello?". Io: "Il più forte giocatore della storia su terra battuta". Lui: "A me sembra il più grande tergicristallo della storia". Te possino…

Seppi: 8-
Il miglior Seppi di sempre. Del match contro Djokovic parleremo a breve. Prima sono venute le tre vittorie che lo hanno portato, per la prima volta in un torneo dello Slam, dritto agli ottavi di finale. E non sono state tre vittorie qualunque, banali, con Davydenko, Kukushkyn e Verdasco (contro il quale aveva sempre perso). Contro Nole, al quarto turno, per due set ha superato il numero uno proprio sul suo terreno preferito: il rovescio lungolinea. Lasciando Djokovic più volte rigido come uno stoccafisso, come raramente lo si è visto in questi ultimi 18 mesi. E anche quando il serbo ha cominciato a fare sul serio, lui non s'è sciolto. Ha tenuto duro, recuperando un break nel terzo e portando Nole fino al 5 pari nel quarto. Poi è entrata in campo la disabitudine a giocare match di tale importanza e un po' di braccino (altrimenti sarebbe stato 8 pieno) è venuto fuori.

Qualche colpo morto a metà rete, un paio di accelerazioni finite fuori di metri, e il match che sfuggiva di mano. Poco importa. Ha dimostrato di essere un giocatore nuovo. Niente a che vedere con l'Andreas (non) ammirato negli ultimi anni. Questo è un giocatore. E se continua così, ne sono certo e glielo auguro, potrà togliersi e regalarci belle soddisfazioni.

Berdych: 4 ½
Quello che doveva essere l'incubo dei tifosi di Federer, è tornato ad essere il Perdych dei tempi d'oro. Solo così si spiega la sua sconfitta contro un Del Potro che sembrava dovesse ritirarsi da un momento all'altro, e che solo la sua dabbenaggine (ooops ormai l'ho detto) ha tenuto in vita. E infatti s'è visto nel successivo match contro Federer come l'argentino non stesse affatto bene, anzi. Ma i primi scricchiolii per il ceco s'erano manifestati già nel terzo turno contro Anderson. Buon giocatore si, ma non certo uno specialista della terra battuta. E considerando che Berdych aveva già raggiunto una semifinale a Parigi, il match sofferto contro il sudafricano la diceva lunga sulla condizione del buon Tomáš. A Wimbledon sarà atteso giocoforza a una reazione, altrimenti molti discorsi sul suo conto e sul suo talento andranno necessariamente rivisti.

Isner: 4
Ma il giocatore visto remare a tre metri dalla linea di fondo per 5 ore contro Mathieu, era lo stesso che sulla terra aveva battuto Federer e eliminato praticamente da solo la Francia dalla Coppa Davis? Visivamente gli somigliava, ma come atteggiamento in campo non sembravano neanche parenti lontani!

Ma ve lo ricordate l'Isner che aveva preso a pallate Tsonga e Simon a Montecarlo? Domanda: dopo quell'exploit, perché non è rimasto nel Principato anziché tornarsene negli USA per giocare l'insulso e inutile torneo di Houston? Gli errori si pagano e lui ha pagato il prezzo più alto. Detto ciò, forse non tutti i mali vengono per nuocere. Avrà tutto il tempo per recuperare e prepararsi per Wimbledon, dove il suo 'servizio e dritto' potrebbe fare veramente tanti danni.

Fognini: 6 ½
I quarti dello scorso anno non erano neanche immaginabili. Però ha giocato un buonissimo torneo, battendo un giocatore ostico come Troicki (annullando 2 matchpoint) e facendo una dignitosissima figura contro un giocatore in forma come Tsonga. Che, è bene ricordarlo a qualche smemorato, è pur sempre il numero 5 del ranking.

Roddick, Davydenko e Hewitt: 3
Li ho messi tutti e tre assieme, forse non avrei nemmeno dovuto. Roddick, dopo aver incredibilmente battuto Federer a Miami, non ne ha più imbroccata una: cinque partite, cinque sconfitte. Davydenko è da tempo in parabola discendente, ma la settimana prima del Roland Garros aveva battuto Isner a Nizza. Hewitt ha avuto bisogno di una sacrosanta Wild Card per giocare il torneo ed era dei tre quello con più alibi, vista anche l'innumerevole serie di infortuni che l'ha funestato. Il risultato è stato assai misero per tutti e tre. Si è detto che la sconfitta di Roddick non doveva destare sorpresa visto che si giocava sulla terra. Come se Mahut fosse mai stato uno specialista del rosso...Davydenko ha preso un bel cappotto col nostro Seppi, ma il risultato dei set poteva essere addirittura più severo. Hewitt, pur con tutte le attenuanti del caso, è stato sconfitto abbastanza nettamente da Kavcic, non esattamente un fulmine di guerra. Per Davydenko la stagione potrebbe addirittura essere finita qui. Per Roddick e Hewitt Wimbledon significherà ultima spiaggia.

Nalbandian: 2
Non tanto per la sconfitta (capita), quanto per averci privato della gioia di vederlo in azione contro Federer nel match di secondo turno che tutti aspettavamo fin dal sorteggio dei tabelloni: non si fa!

Sharapova: 10
Pareva talmente superiore a tutte le altre che quasi verrebbe voglia di toglierle un paio di punti! Invece il primo titolo a Parigi (dove in pochi la immaginavano un giorno vincitrice quando è esplosa) e il Career Slam completato proprio come Agassi (coinciso quindi con il quarto titolo Slam complessivo) le fanno meritare un 10 tondo, senza se e senza ma.

A Wimbledon sarà ancora lei la favorita, ma dovrà guardarsi dalla voglia di rivincita di Serena (voto: 2) e dall'attitudine all'erba della Kvitova (7 ½). Le sfide non la spaventano di certo, quindi a Londra, c'è da giurarci, ne vedremo delle belle. Allacciarsi le cinture!

Errani: 9
L'unico che, in tempi non sospetti, le aveva pronosticato un futuro da Top Ten era stato Claudio Pistolesi. In Australia, al microfono del nostro Ubaldo, all'indomani dei quarti raggiunti (e ben giocati) contro la Kvitova, l'aveva detto chiaramente, lasciando tutti noi, bisogna ammetterlo, abbastanza perplessi. E invece...Invece aveva ragione lui. E aveva ragione anche lei, che c'ha sempre creduto. Prima trasferendosi in Florida, da Nick Bollettieri. Poi in Spagna, dove avrebbe iniziato il suo sodalizio vincente con coach Lozano. Di italiano, con buona pace dei nostri federales, Sara ha solo il passaporto. Tecnicamente, non è un prodotto del tennis italiano. Punto.

A Parigi ha visto realizzarsi di colpo tutti i suoi sogni, compiendo il suo capolavoro. Dell'Acqua, Oudin, Ivanovic, Kuznetsova, Kerber e Stosur, superate una dopo l'altra con una maturità e una tranquillità mai notate in precedenza. Contro la Sharapova, in finale, non c'era niente da fare. Troppo superiore l'avvelenata siberiana per poter sperare nell'ennesimo colpaccio. A un certo punto sembrava un incontro di boxe tra Mohamed Alì e Patrizio Oliva! Giocatrici di categoria differente. Ma Sara c'ha comunque provato fino alla fine, costringendo molte volte Masha ai vantaggi e pagando un prezzo troppo, troppo alto al suo insufficiente servizio. Poco male. Il suo torneo resterà comunque fantastico e l'impresa finale, soltanto sfiorata, verrà ugualmente ricordata come tale. Un'impresa. Alla fine ha detto che non si sente ancora una vera Top ten. Errore. Farà bene a sentircisi al più presto, perché le sue avversarie sarà proprio così che la vedranno: una Top Ten appunto. E se dovesse essere lei la prima a non crederci saranno dolori. Un'ultima riflessione: ma questa benedetta racchetta, non si potrebbe allungare di un altro paio di centimetri???

https://twitter.com/enzocherici
 

Enzo Cherici

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