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19/06/2012 13:57 CEST - IL PERSONAGGIO

La mosca bianca
Martic (2a parte)

TENNIS - Alla scoperta di un grande talento del circuito femminile, un caso quasi unico nel tennis di oggi: una giocatrice che prova ad affermarsi non con la potenza o con il ritmo, ma con la tecnica e la varietà dei colpi. AGF

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Petra Martic (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)
Petra Martic (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

Caratteristiche tattiche

Dovessimo riepilogare tutti i colpi di cui dispone Petra Martic, ci accorgeremmo che si tratta di una quantità eccezionale rispetto alle altre giocatrici attuali. Probabilmente tra le prime 100 del mondo nessuna è tecnicamente eclettica quanto lei: quante sanno giocare a rete, dispongono di diversi servizi e addirittura di rovescio bimane e monomane?

Ma tutto questo sul piano tattico non sempre si traduce in un vantaggio, perché un repertorio così esteso finisce per complicare le cose. Mi ricordo che la prima volta che ho visto giocare Petra (un paio d'anni fa) ero rimasto molto perplesso proprio a causa della selezione dei colpi, e mi era sembrata una giocatrice abbastanza confusionaria.

Il tennis è uno sport in cui la componente mentale è fondamentale, e mantenere la lucidità tattica scambio dopo scambio (anzi: colpo dopo colpo) è estremamente difficile. E' poi una inevitabile condanna per i giocatori che dispongono di un grande repertorio l'essere accusati, in caso di sconfitta, di avere sbagliato ad impostare la partita. Insomma, il processo di maturazione tattica per Martic sarà inevitabilmente lungo e difficile.

A questo bisogna aggiungere che il suo modo di intendere tennis è del tutto personale: Petra preferisce spesso giocare di piazzamento invece che di potenza; è una sua attitudine personale profonda, che emerge regolarmente e che la rende particolare anche sotto questo aspetto.
Provo a spiegarmi rimandando ad un errore commesso da Petra tre anni fa (non aveva ancora compiuto 18 anni): la maggior parte delle giocatrici avrebbe scaricato tutta la propria forza sulla palla da chiudere; invece Martic opta per la palla corta, che è comunque un colpo più difficile da eseguire, finendo per regalare un punto già fatto.

Lo stesso accade nella gestione del palleggio: Petra sarebbe in grado di spingere la palla di più, e in alcune occasioni lo fa; ma molte volte preferisce la profondità o gli angoli di grande precisione.
Quando è in giornata questo modo di giocare contribuisce a mettere in difficoltà le avversarie, che non sono abituate a fronteggiare tempi di gioco inusuali e imprevedibili: infatti nello stesso scambio può capitare loro di ricevere palle senza peso, seguite da accelerazioni o al contrario da palle corte. A questo va aggiunto che i suoi colpi sono spesso molto lavorati, con spin differenti e insidiosi. In più il fatto che giochi il rovescio in back la favorisce nel mascherare la preparazione della palla corta, che è una delle soluzioni preferite del suo gioco.

Un'altra attitudine naturale del gioco di Martic è il movimento in avanti e la ricerca della rete; quando “sente” di avere il controllo dello scambio, spesso preferisce cercare di risolverlo a suo favore con lo schema attacco-volèe invece che con l'accelerazione da fondo; in questo pare quasi una giocatrice da racchette di legno.

Ma nel tennis contemporaneo non basta avere il campo aperto e giocare l'attacco nello spazio vuoto per fare il punto: con gli attrezzi di oggi organizzare il passante è molto più facile, e se non si attacca con grande incisività si finisce per essere infilati a rete. Sono convinto che il suo allenatore glielo abbia ripetuto infinite volte, perché in passato le ho visto perdere molti scambi di cui aveva il pieno controllo proprio per la scarsa accuratezza dell'attacco.
Deve quindi riuscire a selezionare con cura il movimento in verticale, tenendo a bada (purtroppo) il suo naturale istinto, per evitare di andare allo sbaraglio contro le racchette attuali.

Difetti

Dopo tante lodi mi permetto anche di segnalare quelli che secondo me sono i suoi difetti, anche perché se non ne avesse non si spiegherebbe come non sia già arrivata a stare tra le migliori del mondo (attualmente è numero 42, suo best ranking in carriera).

Per prima cosa evidenzierei la tendenza ad arretrare allontanandosi dalla linea di fondo durante il palleggio: specie nelle giornate no concede troppo campo anche in scambi che invece le migliori reggerebbero senza dover fare passi indietro; questo la porta da una parte a “remare” difensivamente, dovendo coprire più metri in larghezza e in lunghezza, e dall'altra a perdere molte delle possibili opzioni di gioco di cui potrebbe fare uso.

Altro difetto è a mio avviso l'affidarsi a colpi interlocutori troppo teneri. Ho già accennato alla sua preferenza per il colpo piazzato rispetto a quello potente: ma per essere pericolosi e non farsi sopraffare, se si usano palle non troppo spinte occorre massima precisione; invece capita ancora che Petra giochi palle morbide che rimbalzano all'altezza della metà campo, e che diventano facile preda delle avversarie più aggressive.
La mia impressione è che in alcuni momenti le manchi l'idea su come impostare lo scambio e quindi si ritrovi a giocare un colpo tanto per mandare di là la palla: è evidente che questo lo si può fare se si propone alla avversaria un colpo con una sufficiente dose di velocità, altrimenti sono dolori.

Altro aspetto da migliorare è la risposta al servizio: è una delle giocatrici che risponde stando più lontana dalla linea di fondo; raramente colpisce intercettando la palla in fase di parabola ascendente, e preferisce attendere che cominci a ricadere per eseguire il colpo. Qui due tipici esempi di risposte insufficienti.

Potrebbe essere un indice di scarsa reattività, o forse appartiene alla sua generale tendenza a cedere campo nelle situazioni difensive: tendenza negativa sulla quale sta lavorando, come lei stessa ha affermato in alcune interviste.

Anche per quanto riguarda il footwork potrebbe fare di meglio: in alcune occasioni “si accontenta” di una posizione approssimativa, invece che faticare lavorando sui movimenti di fino dei piedi: è un difetto più frequente in chi, come lei, si fida un po' troppo della propria capacità di aggiustare la meccanica del colpo eseguendolo a partire da una posizione non ideale rispetto alla palla.

Aggiungerei infine una certa incostanza caratteriale: senza aver bisogno di esibire comportamenti plateali, ci sono giorni in cui sembra decisissima a lottare colpo su colpo; a non mollare mai e anche ad essere coraggiosa nelle scelte di gioco. Ma ci sono giorni in cui appare indolente e meno disposta alla fatica; anche la concentrazione diventa altalenante e il rendimento cala drasticamente.

Highlights

Per concludere ecco una selezione di punti da circoletto rosso, scelti dando la preferenza a quelli davvero tipici del suo gioco.

- Due autentici colpi Martic-style: il drop-shot per arrivare al match point e l'ace per chiudere la partita contro Marion Bartoli al Roland Garros

- Servizio e dritto lungolinea giocato dall'angolo sinistro: una combinazione frequente nel gioco di Petra. Qui contro Jelena Jankovic (minuto 1'33”)

- Come trattare la palla da fondo campo in tutti i modi: rovesci in top a due mani e in back ad una; dritti in top e in chop, conclusi da un cross stretto precisissimo. Contro Caroline Wozniacki:

- Uno dei suoi dritti ad uscire per prendere il comando dello scambio concluso a rete. Sempre contro la Wozniacki.

- Tre dritti differenti per conquistare il punto: risposta di dritto ad uscire, seguita da smorzata e volèe conclusiva incrociata. Contro Anabel Medina Garrigues al Roland Garros 2012 (minuto 2'12”)

- uno straordinario punto giocato ancora contro Anabel Medina Garrigues: risposta di rovescio incrociato stretto (non potente, ma ben piazzata), seguita da un attacco di rovescio slice lungolinea profondissimo (un vero capolavoro tennistico), e volèe smorzata di dritto incrociato a suggellare il tutto (vedi link precedente, minuto 2'28”)

- Per la serie “vediamo se riesci ad interpretare il mio rovescio”, sempre contro Anabel Medina Garrigues: sei rovesci consecutivi prima in top, poi in back, conclusi con un inatteso drop-shot (vedi link precedente, minuto 5'04”).

AGF

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