HOMEPAGE > > "Pete e Roger, campioni diversi".

24/06/2012 17:10 CEST - Interviste

"Pete e Roger,
campioni diversi"

TENNIS - Intervista esclusiva con Paul Annacone, coach di Roger Federer, che ha allenato anche Pete Sampras per otto anni. "Pete sarebbe felice nell'eventualità che Roger eguagli il suo record a Wimbledon". Trad. a cura di Rossana Capobianco

| | condividi


"Sampras è un fan dell'eccellenza".
Esordisce così Paul Annacone, nell'intervista concessa a Tennis Space, e spiega come i due campionissimi siano molto diversi come persone ma abbiano entrambi una forte consapevolezza di se stessi.

Pete si è messo in contatto con lei e Roger prima di Wimbledon?
Sì, so che Pete e Roger si sono scambiati qualche sms qualche giorno fa e io parlo con lui regolarmente a telefono. Pete sa cosa ci vuole per avere successo ad altissimi livelli. E visto che lui e Roger sono amici, riesce ad apprezzare i successi di Roger. Se deve dividere il record con qualcuno, gli piacerebbe fosse Roger. Non ci sono lotte egocentriche.

Parla di eguagliare il record di Pete con Roger?
No, non lo faccio. Per me è molto facile essere coinvolto dal presente, in qualunque momento. Ma sono uno che crede nel completamento del lavoro di ognuno nel corso dell'intera vita. Roger ha raggiunto così tanti traguardi, guardo a questo come a qualcosa in più da aggiungere. Se sarà così fortunato da riuscire in un'altra vittoria come questa, sarebbe grandioso. Per entrambi, perchè sono amici. I loro successi sono praticamente ineguagliabili. Sono molto fortunato ad averli accompagnati entrambi.

Si sente dunque fortunato ad averli allenati?
Mi sento davvero fortunato di fare parte dell'ambiente. Ho lavorato con grandi giocatori, Roger e Pete. Ma non sono solo grandi giocatori, sono persone migliori. E' il motivo per il quale sono ancora in grado di farlo. Il motivo per il quale non sono ancora "cotto". Se Roger fosse un incubo, non potrei mai, e lo stesso con Pete, non sarei potuto stare al suo fianco per così tanti anni. Un grande ambiente lavorativo è condizione necessaria per fare bene, e con Pete e Roger sono stato fortunato.

Quanto sono diversi fuori dal campo?
Molto diversi. Il modo migliore di descrivere Roger è "cittadino del mondo". Sa adattarsi agli ambienti più diversi. Gli piace la Francia, gli piace stare qui in Inghilterra, gli è piaciuto molto ad Halle la settimana scorsa, adora andare a Rotterdam e Stoccolma. Semplicemente sposa tutti gli ambienti. Pete è una persona più solitaria. E' sempre stato più a suo agio nel proprio ambiente. Più "sintonizzato" quando doveva raggiungere un obiettivo che essere un animale sociale. Gran professionista, molta integrità, classe e gran lavoratore. Si gode la vita, ma la sua vita. Sono persone diverse che hanno bisogno di cose diverse.

Roger girerà molto per il villaggio di Wimbledon?
Non molto, è difficile per lui farlo. E' difficile per lui fare ogni cosa. Ma si prende il suo tempo, con la sua famiglia, fanno cose che fanno tutte le famiglie, sono genuini, una squadra molto felice.

Sei preoccupato dal fato che Roger non gioca una finale a WImbledon da tre anni e che ha perso ai quarti nelle ultime due edizioni?
No, non è una preoccupazione. E' importante avere così tanta esperienza qui, aver vinto sei volte, non è come se non lo avesse mai fatto. E' stato in così tante finali Slam, semifinali, quarti. Non gli manca certo l'esperienza nei momenti importanti. Mi preoccuperebbe di più se non avesse avuto buone prestazioni negli Slam ultimamente; non vince da un paio d'anni adesso, ma è sempre stato in semifinale, regolrmente. E' sempre stato lì a bussare alla porta della vittoria, non è esattamente un territorio sconosciuto. Non ci penso molto.

Come sta andando la preparazione di Roger?
Bene. E' sempre meglio prepararsi un po' sull'erba con qualche match prima di WImbledon. Halle in questo senso è stata d'aiuto. Non è stato bello non vincere il torneo, specie per Roger, ma arrivare in finale è stato perfetto per arrivare qui con un po' di partite sulle gambe. Si sente bene mentalmente e fisicamente. Adesso aspettiamo di partire. In questi ultimi quattro o cinque giorni prima che inizi Wimbledon non c'è un grande lavoro da fare. Se ci fosse, sarebbero problemi. Solo qualche piccola cosa, piccolo dettaglio su cui lavorare. Rimettersi a proprio agio con i campi e tutto l'ambiente intorno.

Noti un immediato cambiamento di umore da parte di Roger quando arriva a calcare i campi dell'All England Club?
Lo notavo di più con Pete e Tim (Henman, ndt). Con Tim in particolare, essendo inglese. Ma Roger è sempre gioviale ovunque si trovi. E' un essere umano a cui piace vivere, in generale. Credo che questo aiuti. Accetta gli ambienti in cui si trova, accetta le cose che non può controllare e pensa "Giochiamo", in ogni caso. E' molto facile per me allenarlo visto che accetta le situazioni e non spreca energie emotive su cose che sa di non potere controllare.

Roger potrebbe lasciare WImbledon da numero 1?
E' eccitante questa cosa. Non è la cosa che più lo motiva, Roger pensa molto in ampia prospettiva. E' il motivo per il quale i grandi giocatori sono grandi giocatori. Non si siedono a pensare a queste cose. Credo che neanche Novak si sia seduto lo scorso anno a pensare "Ok, ok, non ho perso, sto arrivando al numero 1". Guardano in prospettiva più ampia. Roger vuole fare bene in ogni torneo, e c'è un continuo processo di di valutazione. Vuole fare bene in tutti gli Slam. Wimbledon è Wimbledon. Amerebbe vincere e tornare numero 1, ma la stagione è lunga, c'è ancora molto tennis da giocare, non si aggiungerà pressione eccessiva. I grandi giocatori hanno prospettiva e loro sanno di cosa si tratta. Semplicemente danno il meglio di ciò che hanno con quello che hanno quel dato giorno.

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Partnership

 

Ubi TV

Scopri Miami con Jelena Jankovic

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis