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25/06/2012 10:33 CEST - Rassegna Stampa del 25 Giugno 2012

L'incanto di Wimbledon alla prova del turbo tennis (Clerici), Parla Rafa: «Per vincere devo essere un po' pazzo» (Martucci), Imbattibili Errani-Vinci (Marianantoni), Wimbledon, per salvare i Giochi (Azzolini, Lombardo e Semeraro)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

L'incanto di Wimbledon alla prova del turbo tennis

Gianni Clerici, la repubblica del 25.06.2012

E’ passato poco meno di un secolo da quando Mamma e Papà, ospiti di Lord Hanbury, il fondatore del Tennis Club Alassio, mi portarono qui, e dovette confermarsi un destino che fece di me un pessimo giocatore, e poi uno scriba. Tuttavia, ancora mi sorprendo, nell'ammirare, in una mattina piovosa, la fila dei ragazzi che montano le tende per essere i primi a incolonnarsi, questa mattina, ad acquistare i residui biglietti, quelli offerti al pubblico ignaro della prenotazione doverosamente sottoscritta insieme all'assegno di garanzia entro febbraio, prenotazione che avrà esito favorevole una volta su venti, dopo il ballott, il sorteggio che premia i forni-nati: l'anno passato qualcosa come quattrocento novanta quattromila settecento sessantuno. Ci sono ancora aficionados, ogni anno, che mi domandano se posso acquistargli un biglietto. E, ogni anno—non è il mio anche un servizio civico? — la risposta è la stessa. Coda notturna, o bagarino: spesso arrestati, questi, per ostacolo stradale, non prevedendo la consuetudine britannica un intervento a danno di una professione legalmente inesistente. Rieccomi dunque a stupirmi, per la centesima volta, dell'interesse della gente, ancor prima che dei media, in una giornata in cui tutto sarà, altrove, concentrato su un match di calcio. Nella speranza di offrire questo pezzetto a poche migliaia di aficionados, informo di non aver visto, sull'erba bagnata, gli allenamenti che potevano contribuire nel farmi errare i pronostici. Qualche allenatore, come Pistolesi, qualche collega, come l'americano Mark Winters, mi dico -no di aver visto molto bene Maria Sharapova, ostacolata forse dal fatto che l'ultima a vincere, dopo Roland Garros, Wimbledon, è stata, nel 2002, Serena Williams. Serenona, ora Favorita (testa di serie, nell'orribile traduzione dal francese) N.6. Già che ho iniziato con le dame, sarebbe proprio la Williams che la nostra Formichina Errani (N.10) potrebbe ritrovare in quarto turno, se non dovesse scivolare ancor prima sull'erba. Tra gli uomini, il terraiolo Rafa Nadal potrebbe diventare pericoloso se, come gli ho suggerito, si dedicasse alla lettura di un mio passato romanzo "Erba rossa". Vorrei far notare, una volta di più, che l'erba di Wimbledon è cambiata con un innesto di graminacee sull'antico loietto, e con il taglio più alto di un sesto di inch, ovvero di 42 millimetri. Ciò aumenta l'attrito con la palla, e quindi rende meno impossibile il gioco di rimbalzi di Rafa. E' una vecchia storia, ma mi sembra anche complementare al mutamento gestuale in corso, a quello che un amico mi ha giusto suggerito di definire Turbo-Tennis. Detto questo, accenno agli altri due elementi della Trinità, Djokovic (1) e il mio svizzero, Federer, che dovrebbero eliminarsi tra loro in semi. Ma c'è tempo. Giusto due settimane.

Parla Rafa: «Per vincere devo essere un po' pazzo»

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 25.06.2012

Anche l'anno scorso Nadal aveva vinto il Roland Garros, ma stavolta arriva a Wimbledon ancor più forte, dopo aver debellato, con tre finali di fila (dopo sette k.o.) la rivalità con Novak Djokovic. Rafa, qual è la differenza fondamentale rispetto a 12 mesi fa? «Credo che sto giocando in modo più aggressivo e questo mi fa sentire bene. Sono molto contento di come mi stanno andando le cose, soprattutto da qualche mese, sulla terra, ma anche dall'inizio della stagione. Però, se dicessi che vengo a Wimbledon per vincere un altro titolo sarei arrogante e pazzo. Penso solo ai prossimi allenamenti per arrivare nelle condizioni giuste, e vincere un altro match. E' l'obiettivo, come sempre, ma ogni ora sull'erba mi aiuta». Qual è il problema maggiore nel passaggio da terra a erba? «Correre e colpire la palla cambiano drasticamente. Il rimbalzo è diverso e bisogna muoversi di conseguenza: per star sempre bassi, si adoperano muscoli che in genere si usano meno e, dopo aver portato il colpo, bisogna accompagnarlo fino in fondo. La cosa fondamentale è giocare con la superficie, non contro, adattarsi, senza stravolgere il proprio gioco con qualcosa di assurdo, perché uno è forte con le sue caratteristiche. Da un paio d'anni, sull'erba, ho fatto movimenti e scelte di gioco giusti: i migliori punti li faccio quando gioco molto regolare col servizio». Lei dice che Federer si adatta prima di lei all'erba. .Roger è il giocatore che più mi piace qua sopra». Però Wimbledon è il secondo Slam più vincente per Nadal, magari le ricorda la sua grande passione, il calcio. «Giocavo ala sinistra, sempre mancino... A tennis, mi è subito piaciuto giocare sull'erba, sin dalla prima volta che sono venuto, da junior, nel 2002, ho subito amato questo posto e questa superficie….Raonic, con quel servizio, se non giochi una palla da fondo sei nei guai. Con l'erba, non c'è un avversario facile. Qua sopra, è tutto un po' più pazzo: magari giochi due punti cattivi al momento sbagliato e perdi un set, non hai il tempo di recuperare». Questo è il fascino di Wimbledon: un torneo unico anche per Nadal? «E' il torneo più importante, da sempre, quello che sempre avrei voluto vincere. Infatti, riuscirci, è stato il mio sogno più bello. Della finale del 2008, contro Federer, ricordo ogni punto: una partita speciale, una delle più importanti della mia carriera». Festeggiò con le famose fragole con la panna? «Mi piacciono, ma le preferisco al naturale».

Imbattibili Errani-Vinci, in un mese i sogni raddoppiano

Luca Marianantoni, la gazzetta dello sport del 25.06.2012

Da outsider a top ten, da campionesse di Parigi a favorite per il titolo più prestigioso, quello di Wimbledon, che quest'anno è anche il banco di prova più attendibile in vista dell'Olimpiade di Londra. E' questo lo strano destino della romagnola Sara Errani e dalla tarantina Roberta Vinci, prime italiane di sempre a ricevere la testa di serie numero 2 a Wimbledon. Appalto «Siamo amiche vere — racconta Sara Errani — e questo ci aiuta molto. L'erba è una superficie su cui si gioca poco. Roberta sull'erba si esalta sempre per via dei tagli che riesce a dare alla palla. Per me invece è ancora un'incognita». Il bilancio stagionale della coppia azzurra è impressionante: 38 partite vinte e appena 5 sconfitte. In mezzo alla finale persa all'Open d'Australia e a Miami, ci sono le vittorie di Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid, Roma, Parigi e 's-Hertongenbosch. «L'appetito viene mangiando, non siamo ancora sazie, ci sono ancora tanti traguardi da centrare». Ora è la volta di pensare a Wimbledon. Le ultime tenniste a centrare l'accoppiata Parigi-Londra sono state la belga Kim Clijsters e la giapponese Ai Sugiyama nel 2003. Nel ranking di doppio Sara è n 3, Roberta è n 4. Hanno 7940 punti contro i 9590 delle americane Liezel Huber e Lisa Raymond che difendono i 500 punti dei quarti contro i 280 punti delle azzurre battute nel 2011 negli ottavi.

Wimbledon: segnale per salvare i Giochi

Daniele Azzolini, tuttosport del 25.06.2012

Il capo giardiniere è anche un MBE, un membro dell'impero britannico, zappa in una mano e stella a cinque punte, con il leone ruggente sul petto. A Wimbledon è così. Eddie Seaward è un ornino piccolo, che da tempo ha varcato la soglia dell'età pensionabile. Gli hanno chiesto di resistere fino ai Giochi Olimpici, e lui non vedeva l'ora che glielo chiedessero. Eddie è l'Head Groundsman del torneo più antico del tennis, il capo di 14 giardinieri che diventano 28 nei giorni dei Championships, e 128 se si contano i ragazzi assoldati per tirare su i teloni, quand'è il caso. È stato così fino alla costruzione del tetto sul Centrale. Quando l'hanno finito ha smesso pure di piovere, l'Inghilterra sembra aver optato per un clima da penisola salentina Questo è un serio problema per mister Seaward, chiamato a organizzare il miracolo più grande da che l'erba è sinonimo d'Inghilterra, e l'Inghilterra lo è del tennis sull'erba (come si vede, è un circolo chiuso). Far durare Wimbledon sei settimane. Le due del torneo, le successive tre di vigilia olimpica, infine l'ultima, quella che consegnerà le medaglie di rame rivestite in similoro (quando si dice la crisi!). Un miracolo vero, dato che i sei giardinieri che hanno preceduto Eddie (il settimo capo, a Wimbledon), consideravano una buona stagione sull'erba quella che mantenesse i campi decenti fino alle semifinali dei Championships, e pazienza se la finale si sarebbe svolta su un campo simile a un'aia. Avrebbe aggiunto maggior pathos all'ultimo match. E come si fa ad allungare la vita di un intero mese all'erba? Peggio. Come si fa a seminare da capo i 22 campi dell'impianto, rullarli con cilindri da mezza tonnellata, innaffiarli il giusto, aerarli come si deve, svezzarli con la lieve pressione delle macchine "coi piedini da bimbo", una delle mille invenzioni che hanno fatto di Wimbledon uno dei membri più ascoltati nelle annuali riunioni degli agronomi mondiali? Seaward ci ha lavorato due anni, e quando ha presentato il progetto si è meritato la conferma per i successivi due. D miracolo porterà per intero la sua firma. "La prima richiesta - spiega Seaward - era di abbassare la velocità del rimbalzo. Abbiamo stabilito di alzare di due millimetri il taglio dell'erba, dai sei a otto, ma soprattutto abbiamo optato per un'erba che a Wimbledon non si era mai vista prima. La più semplice e ovvia fra tutte. Segale, al cento per cento. Un'erba tosta, che cresce senza intricarsi, in modo che l'aerazione fra gli steli sia facilitata dalla normale conformazione». D primo atto è ancora oggi variamente criticato nel mondo del tennis. Di fatto, ha trasformato Wimbledon. Il torneo degli attaccanti è diventato quello dei ribattitori, Federer ha cessato di vincerlo tutti gli anni, e l'erba ha assunto nomignoli che fanno arrabbiare il canuto mister Seaward: l'erba spagnola","i campi in erba battuta". .la velocità è sempre la stessa», ribatte il capo giardiniere. .La segale da sola è più robusta, cresce più dritta D terreno risulta più compatto, meno soffice, dunque il rimbalzo è più alto». L'effetto è di circa un decimo di secondo in più: sembra niente, ma è un altro tennis. .Resta il fatto che la segale, proprio perché robusta, a permette di dare una risposta anche alla seconda parte del problema, che è come ridare smalto ai campi in tre settimane, dai Championships al torneo olimpico. La soluzione è venuta dai pie-germogli». In pratica, mentre un Wimbledon entrerà in scena, un secondo Wimbledon, chiuso nelle serre, emetterà i primi vagiti. Le piantine verranno fatte germogliare, e alla fine di un torneo, sui campi verranno impiantati steli già cresciuti, con una tecnica ben più complessa di quella della semina "'Ire settimane basteranno a renderli forti e a ripristinare le condizioni per un torneo regolare». Quello che ormai vincono i ribattitori, Nadal due anni fa, Djokovic l'anno scorso. E se le ipotesi di mr. Seaward non dovessero rea-lizzarsi? La risposta la diamo noi. Tornerà a vincere Federer?

Federer a Wimbledon tra il settebello e l'oro

Marco Lombardo, il giornale del 25.06.2012

Nick Newlife non ha avuto dubbi: era il 2003 quando Wimbledon si trovò improvvisamente davanti a un fenomeno e quel signore di Oxford decise che Roger Federer valeva una fortuna. Così prese 1500 sterline, le puntò su quello strano svizzero con la racchetta scommettendo che sarebbe stato come Sampras, ovvero che sarebbe riuscito a prendersi per sette volte la coppa dalle mani del Duca di Kent. E poi si mise ad aspettare, perchè 1500 per 67 - ovvero la quota di allora - fa circa 100.000, la somma che Mister Nuova vita potrebbe intascare in caso di un ennesimo successo di Roger. Potrebbe però, perchè Newlife nel frattempo è morto (ma la sua vincita andrebbe comunque in beneficenza come da lui deciso a suo tempo) mentre il sogno di Federer è ancora vivo. Anche se ormai pare - anche questa - una vera scommessa. Insomma, ricomincia il torneo più esclusivo dell'anno, quest'anno con la particolarità che una volta strappata tutta l'erba nelle due settimane di gioco, ci si rivedrà sugli stessi campi tre settimane dopo perla caccia dell'oro olimpico. Che in effetti è l'obbiettivo dichiarato di Super Roger, l'unico per cui commuoversi ancora. Anche se poi quando si entra nelle Doherty Gates non c'è giorno in cui non ci si chiede se Federer cela farà ad aggiungere il settimo sigillo. Intanto però ci sono i tabelloni pronti e in fondo la solita sfida Djokovic contro Nadal, i due capaci in questi annidi adattarsi ad un erba sempre più battuta e ad arrivare là dove nessun tennista di una volta avrebbe saputo fare. E, in fondo, il segno dei tempi e del cambio del capo giardiniere, il quale-di nome Eddie Seaward - fa sapere che se qualcuno ha qualcosa da obbiettare può sempre fare reclamo. Ovviamente a Wimbledon nessuno si azzarda. Per cui si comincia alle 14 (anche su Sky, che come al solito dedicherà diversi canali all'era più verde del tennis, quello 3D compreso) sul campo centrale con Djokovic contro Ferrero, ma ancor prima la spedizione dei 15 italiani inizierà la sua avventura in giro per l'Ali England Lawn Tennis an CrocquetClub. E se tra gli uomini Seppi arriva dalla finale a Eastbourne contro il redivivo Roddick, tra le ragazze- conia Errani in cerca di conferme in singolaree in doppio con la Vinci - c'è da segnarsi in derby di questa mattina tra Flavia Pennetta e Camila Giorgi. Per la quale, essendo da tempo giudicata anch'ella una scommessa, potrebbe essere arrivato davvero il momento giusto. Basta crederci.

Wimbledon quest'anno dura 40 giorni

Stefano Semeraro, la stampa del 25.06.2012


Wimbledon quest'anno dura 40 giorni. Inizia oggi e chiude il 5 di agosto. Un lungo mese verde per un torneo infinito - anzi due. The Championships, I Campionati, il Wimbledon vero e (quasi) immutabile nei secoli, che quest'anno celebra la sua 126esima edizione. E poi l'altro, il falso Wimbledon se volete chiamarlo così, il torneo olimpico che come è già successo una volta nella storia, nel 1908, si disputerà sui prati-celli gestiti dall'Alt England Club. In realtà due eventi ben diversi - per formato, spirito, partecipazione, colori - ma uniti dalla superficie, la più antica e gloriosa del tennis. Due diversi splendori dell'erba, due facce dello stesso Tempio. Nel 1908, in piena epoca edoardiana, il lawn tennis era ancora uno sport giovane, le Olimpiadi della modernità uno spettacolo bambino, se non neonato, spalmato nell'arco di quasi sei mesi, da aprile a ottobre. Il tennis, che sarebbe uscito dal programma olimpico dopo il 1924 per un esilio durato fino all'88, allora prevedeva due tornei: il primo indoor - ospitato al Queen's, dove si presentarono solo inglesi e svedesi, vinto dallo stesso Arthur Gore che poi avrebbe trionfato a Wimbledon - e il secondo all'aperto, che si giocò nella vecchia sede dell'AN England Club, a Worple Road, una settimana dopo la fine dei Championships. Più aristocratico, prestigioso, elitario il (doppio) torneo «vero». Più vive, alternative, giovani e spontanee le Olimpiadi, che portarono a Worple Road atleti di nazioni che allora non avevano molto da spartire con il tennis. Un copione che si ripeterà quest'anno. Rispetto al torneo che inizia oggi il Wimbledon dei Giochi sarà infatti molto diverso, a partire dal formato e dai criteri di selezione. I Championships durano due settimane e hanno tabelloni a 128 posti, a cui si accede esclusivamente per diritto di classifica (Atp e Wta), mentre alle Olimpiadi, che nel tennis dureranno 9 giorni, il «draw» di singolare di posti ne ha solo 56. Inoltre ciascuna nazione può contare al massimo su 4 rappresentanti e i vari Comitati Olimpici possono utilizzare criteri di ammissione più restrittivi rispetto al ranking nudo e crudo. Risultato: parecchi tennisti che saranno in campo a Wimbledon, i Giochi dovranno vederseli in tv, o accontentarsi del doppio (come il n.17 del mondo Feliciano Lopez). E le sorprese saranno incoraggiate. «Se sei forte i cinque set ti tutelano di più, specie sull'erba», spiega Roger Federer, che a Londra insegue il settimo titolo a Wimbledon ma anche una medaglia d'oro in singolare che finora gli è sempre sfuggita (in doppio se l'è messa al collo a Pechino). «Quando giochi tre set su cinque puoi sempre raddrizzare una partita, con il formato due set su tre basta una pausa e sei fuori». Il tennis a cinque cerchi, insomma, avrà un carattere più crudele di quello degli Slam, ma anche un look decisamente più colorato. Per la prima volta infatti a Wimbledon cadrà uno dei comandamenti base dei Championships: l'obbligo di indossare completi «prevalentemente» bianchi. Sul Centre Court sfileranno atleti in maglietta e calzoncini inopinatamente variopinti, intonati ai colori delle diverse nazioni. E non solo: la deregulation cromatica investirà tutto l'impianto, dove - a dar retta alle indiscrezioni - il tradizionale abbinamento «purple and green», il viola e verde dell'All England Club, sarà sostituito da un rosa di tonalità ancora da decifrare. Il Tempio, peraltro, si aprirà inoltre ai marchi degli sponsor dei Giochi, e quindi al logo della Slazenger e della Rolex, gli unici che hanno normalmente cittadinanza sul Centre Court, apparirà, ad esempio, quello «eretico» di McDonald's. I cheeseburger accanto alle fragole con panna, chi l'avrebbe mai detto. «In pratica - sorride sornione Neil Harman, storico inviato del Times - I'All England Club consegnerà il circolo chiavi in mano al Cio e all'Itf. Con la preghiera di restituirlo non troppo in disordine...». A parte le ovvie questioni di sicurezza - più controlli, con tanto di metal detector e cani anti-bomba - le Olimpiadi, con la loro vicinanza temporale ai Championships, pongono poi un problema serio ad una figura chiave di Wimbledon: quella del giardiniere. Alla fine delle due settimane del torneo ogni anno le tenere radici di segale del Centre Court e di molti dei campi arrivano stremate dalle suole dei «competitors». Come fare a ripristinare la Sindone verde in poco più di due settimane? «Useremo dell'erba pre-germinata», spiega Eddie Seward, il capo-giardiniere, lo sciamano dei prati di Wimbledon che per colpa delle Olimpiadi ha dovuto rimandare di un anno la pensione. «Abbiamo fatto dei test, e ha funzionato. In sostanza pianteremo dell'erba già cresciuta, nel giro di tre giorni saremo in grado di ripristinare il manto sulle linee di fondo, almeno per quanto riguarda i campi principali. Di solito dopo la fine del torneo allaghiamo i campi per una settimana, per farli riposare, e ci riposiamo anche noi, perché dopo due settimane di lavoro intenso siamo esausti. Stavolta non ce lo potremo permettere...». Proprio per questo motivo ci sarà una rotazione nei court: per i match dei Giochi ne verranno utilizzati solo 12 - oltre al Centre Court, il n.1, 2, 18, 14, 11, 12, 15, 16, 17e19- mentre i rimanenti 7 saranno destinati agli allenamenti, e ci sarà un turnover massiccio anche nei ball-boy. Resta l'ultima provocazione: i Championships quest'anno faranno da prova generale ai Giochi? Fino a qualche anno fa, quando molti snobbavano le medaglie del tennis, solo il pensiero sarebbe stato sacrilego. Oggi ormai tutti i big si sono fatti contagiare dalla febbre olimpica. «Wimbledon renderà le Olimpiadi speciali, ma non più importanti: perché le Olimpiadi sono già l'evento più importante dello sport mondiale», taglia corto l'oro di Pechino, Rafa Nadal. «Wimbledon non può essere la prova generale del tennis ai Giochi, perché nel tennis non c'è niente più importante di Wimbledon - gli fa eco il n.1 del mondo Djokovic. «Però, per una volta, sarà bello vedere i Championships a colori».
 

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