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28/06/2012 15:25 CEST - Wimbledon

Più facile
non si può

TENNIS - Amiche per la pelle e avanti a braccetto. Per la seconda volta in carriera, la Errani approda al terzo turno a Wimbledon: Keothavong spazzata via con doppio 6-1. Bene anche la Vinci, 6-4 6-3 alla Erakovic. Da Wimbledon, Alberto Giorni

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Errani b Keothavong 61 61

Quest’estate tra Italia e Inghilterra non c’è partita. Considerando gli Europei di calcio siamo… 3-1, ma anche limitandoci al tennis il bilancio è nettamente dipinto di azzurro. A parte la Knapp, sconfitta dalla Baltacha ma soprattutto da una sfortunata caduta, la Schiavone ha vinto di esperienza sulla Robson e ora la Errani non ha avuto pietà della Keothavong, dominata 6-1 6-1.

Una lezione di tennis di un’ora (e un minuto) sotto un sole cocente appena mitigato da un gradevole venticello. Il pubblico del campo n°2 ha provato a più riprese a sostenere la propria beniamina, ma senza successo. Pronti-via e la Errani era già 4-0: insostenibile il pressing di dritto da fondocampo della romagnola, con alcune intelligenti variazioni come qualche palla corta al momento giusto.

Emblematico lo scrosciante applauso degli inglesi al primo game conquistato dalla Keothavong, sempre in grande difficoltà: il suo dritto lungo consente alla nostra giocatrice di firmare il primo 6-1. 

“Dai Sara!”, si sente qua e là in tribuna, ma l’azzurra non ha bisogno di incoraggiamenti. Continua a macinare il proprio gioco, annulla una palla break nel game d’apertura del secondo set e vola verso un successo mai in discussione. L’erba non è certo la sua superficie preferita, ma sta dimostrando di potersi adattare bene: 16 colpi vincenti a fronte di soli 5 errori ne sono la testimonianza. E l’ultimo approccio in rete della britannica la proietta al terzo turno.

 

Vinci b Erakovic 64 63

Ormai sta diventando una piacevole abitudine: Roberta Vinci e Sara Errani scendono in campo contemporaneamente e vincono (quasi) nello stesso momento. Al primo turno, solo la pioggia ha negato alla romagnola di chiudere il suo match, mentre la tarantina dominava la Barty. E anche stavolta le due amiche per la pelle hanno chiuso a pochi minuti di distanza l’una dall’altra.

La Vinci ha concesso qualche game in più alla sua avversaria, la neozelandese Erakovic (6-4 6-3), ma il risultato non cambia. Solo posti in piedi sul campo n°5; come spesso capita, tutte le panche attorno al campo sono occupate già prima dell’inizio del match, che seguiamo in un angolo accanto a un manipolo di neozelandesi. “Go Marina!”, “Yes Marina!”, è il loro ritornello, una cantilena che però fortunatamente cala d’intensità man mano che il match entra nel vivo.

Gli spettatori neutrali sono ammirati dal gioco dell’azzurra, che appena può scende a rete e sfoggia eleganti volée. Il momento più difficile arriva a metà del secondo set, quando Roberta accusa un piccolo passaggio a vuoto che permette alla Erakovic di rientrare dal 3-1 al 3-3. Ma al settimo game, si riprende subito il maltolto: mancate due palle break, la terza è quella buona e la neozelandese con un errore di dritto cede il servizio.

Ben ventidue i colpi vincenti della tarantina (con soli cinque errori). L'ultimo back di rovescio della Erakovic in corridoio scrive la parola fine, con l’applauso convinto del pubblico per l'azzurra: il suo gioco classico ha conquistato anche gli esigenti inglesi. 

 

Da Wimbledon, Alberto Giorni

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