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28/06/2012 23:21 CEST - Wimbledon

Guerra dei premi Simon fa discutere

TENNIS – Appena nominato nel Consiglio dei Giocatori, il francese ha preso posizione: non è giusto che uomini e donne ricevano gli stessi premi “perché la finale maschile fa vendere più biglietti di quella femminile”. Le giocatrici, Sharapova e Stosur in testa, insorgono. Chi ha ragione? Da Wimbledon, Alberto Giorni

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Si può essere d’accordo o meno con Gilles Simon, ma su un fatto non si può discutere: ha avuto il coraggio di prendere posizione e di motivare le proprie convinzioni. Il motivo del contendere? In parole povere, la “battaglia del grano”. E’ giusto che, nel tennis, uomini e donne ricevano gli stessi premi? La domanda è da… un milione di dollari e Simon, appena eletto nel Consiglio dei Giocatori, ritiene di no.

“In questo momento il tennis maschile è avanti rispetto a quello femminile – aveva detto nei giorni scorsi –. Al Roland Garros, gli uomini hanno trascorso in campo il doppio del tempo rispetto alle donne. Il tennis è l'unica disciplina in cui le donne guadagnano quanto i colleghi maschi. Però il tennis maschile è molto più interessante”. E aveva criticato anche il fatto che l’Atp abbia permesso di organizzare un “combined” a Roma senza consultare i giocatori: “La finale femminile aveva avuto venti spettatori. Le femministe mi attaccheranno? Fa niente”.

Dopo aver perso in tre set con Malisse (quanto avranno esultato le tenniste?), Simon è stato protagonista di un’interessante conferenza stampa, in cui si è parlato poco della sua partita e molto della guerra dei premi. Il francese ha precisato che non c’entra il fatto che gli uomini giocano al meglio dei cinque set e le donne no: “L’elemento che fa la differenza è l’interesse. In quanti guardano la finale maschile e in quanti quella femminile? Guardate quanto costano i rispettivi biglietti”.

Le giocatrici sono insorte. La Stosur ha dichiarato che anche il tennis maschile a volte è noioso, mentre la Sharapova è entrata a gamba tesa: “Viene molta più gente a vedere me che Simon!”. Fatto che il francese non mette in dubbio, anzi rafforza la sua convinzione: “Maria è molto più famosa di me, non c’è dubbio. Per questo merita di incassare di più”.

Nessuna discriminazione sessuale, quindi. Se una donna ha più talento di un uomo in qualsiasi campo, deve guadagnare in misura maggiore. Un principio che può essere applicato anche ad altri tipi di intrattenimento, come la musica o il cinema. Se tutti vogliono ascoltare Lady Gaga, o riempiono le sale per vedere un film con Angelina Jolie, i compensi astronomici delle star sono più che giustificati.

Ma le tenniste da quest’orecchio non ci sentono e vedrebbero la mancata parità dei premi come una sopraffazione maschile. Anche le italiane sono state stimolate sulla questione e fanno fronte comune. “Simon può dire quello che vuole – ha spiegato la Errani –, ma è giusto che ci sia la parità”. Più diretta la Schiavone: “Lo stesso montepremi? Noi donne ce lo meritiamo, è stata una conquista sudata: un atto dovuto”.

Non c’è giocatore che la pensi così, stando alle parole di Simon: “I 128 del singolare maschile che partecipano a questo torneo sono della mia stessa opinione. Magari non lo possono dire in pubblico, perché temono di perdere contratti pubblicitari milionari. Ma nello spogliatoio molti mi hanno rivelato il loro reale pensiero, fidatevi”. Il dibattito è aperto.

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