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30/06/2012 15:16 CEST - Wimbledon

Giorgi: da Radwanska a...

TENNIS _ Forse è davvero nata una nuova stellina. Gioca senza paura, spara palla dopo palla, ha tutti i colpi, la potenza e il fisico. Negli ottavi pensa sì alla Radwanska, ma guarda oltre, con suo padre che le dice: "In semifinale potresti avere la Sharapova!". Da Wimbledon Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
WIMBLEDON _ “Al quarto turno hai la Radwanska!”. O è pazzo o è un profeta con la vista lunga. Papà Giorgi, Sergio, così si era rivolto a Camila, la ragazzina che non parla, ma sussurra, subito dopo aver visto il tabellone. Lei aveva vinto le qualificazioni senza perdere un set, stasera si ritrova negli ottavi di finale ancora senza aver perso un set e dopo aver battuto anche Nadia Petrova, n.20 del mondo, 6-3 nel primo e 7-6 (8-6) nel secondo dopo essere stata indietro 5-1.

Se non mi sono distratto ha annullato pure tre set points, la ragazzina che assomiglia così poco al suo irruento ed estroverso papà. Tanto è agitato lui, tanto è calma lei, sul campo e fuori. Lui che sul campo soffre come una bestia, si mette le mani fra i capelli, si gira di qua e di là, è capace di gridare fuori (fuera o out) anche su una palla dell’avversaria che è invece buona, incurante del rischio di confondere la figlia che lo guarda dopo quasi ogni punto.

Una volta è anche successo proprio questo, sul primo setpoint del primo set, con Camila che serviva sul 5-3 40-15. Lei, quella volta, gli ha lanciato un’occhiataccia, ma è stato un attimo e si è subito ricomposta.
Papà Giorgi mi ha ricordato, per certi versi, papà Richard Williams quando, a Miami una quindicina d’anni fa, mi disse “Venus e Serena diventeranno n.1 e n.2 del mondo, ma tutte e due saranno n.1”. Lo presi, lo prendemmo tutti per pazzo. Ma aveva ragione lui.

Ora papà Sergio dice a Camila: “In semifinale c’è Maria Sharapova”. E chi ha più il coraggio di ironizzare, di riderci su: finora ha avuto ragione lui, come papà Williams un tempo. Di Camila e del suo tennis che dire. Notevole, davvero. Colpi che le altre nostre giocatrici più titolate, più esperte, più vittoriose, sembrano non possedere. Camila spara tutto, dritto, rovescio, servizio, prima e seconda. Ho visto una prima a 112, 183,426 chilometri orari, e diverse seconde a 106 miglia, oltre 170 km orari. Roba che un Filippo Volandri, ma anche molti ragazzi avrebbero pagato pur di potersi permettere.

Pur tirando la seconda a quella velocità _ “E’ dalla seconda palla di servizio che si vede se un giocatore ha coraggio, attributi e personalità” soleva dire un grande intenditore, l’avvocato Giovanni Canepele, campione d’Italia nel 1939 e nel 1949, capitano di Coppa Davis in Australia quando l’Italia battè gli Usa a Perth _ Camila ha fatto solo tre doppi falli. E la sua seconda, oltre che forte, fila bella piatta, senza un top-spin salvifico, di sicurezza.

Camila è così, non conosce i colpi interlocutori, tira sempre a tutta randa, il dritto come il rovescio, anticipando sempre, stando sempre un metro dentro la riga di fondocampo anche per rispondere alle prime battute di Nadia Petrova, n.20 del mondo con un passato da n.3.

Di Camila Giorgi ormai parlano un po’ tutti e incuriosita, viene a vederla sul campo n.3, nonostante il vento freddo che pare garanzia sicura di mal di gola, anche Venus Williams con due amiche. Venus si presenta con una pizza “No, non perché è italiana come la Giorgi _ mi dice ridendo – ma perché fa freddo e mi scalda. Questa vostra ragazza è davvero brava, coraggiosa, tira tutto, non l’avevo mai vista e mi aveva incuriosita. E poi ero sicura che questa era una bella partita, per un terzo turno”. Che non fosse capitata lì per caso Venus lo mostra con i due biglietti per le sue ospiti su cui è scritto: campo n.3, match n.3.

Non avevo visto un match intero della Giorgi dall’anno scorso, solo spiccioli di gioco. Oggi l’ho visto tutto dal vero, anche se c’era Federer che soffriva sul centrale. E mi ha impressionato sia per le sue qualità di anticipo, sia per il coraggio che rasenta a momenti l’incoscienza.

Ha rimontato da 1-5 nel secondo tirando sempre, e se prima poteva essere il coraggio della disperazione, una volta raggiunto il 5 pari ha continuato a farlo come se nulla fosse. Idem quando nel tiebreak, dopo aver annullato i 3 setpoint sul 2-5, si è trovata sotto per 2-4 e per 3-5. Sul 4-5 ha tirato una gran botta di dritto, si è aperta il campo, ha costretto la Petrova a giocare in colpo più lento ma nemmeno tanto, appena un po’ alto: ebbene Camila ha giocato a campo aperto, anche quando sarebbe bastato toccare la palla di là, uno schiaffo al volo pazzesco. Difficile, rischiosissimo per una che solo un po’ tremasse. Come la pur espertissima Petrova ad esempio che sull’1 pari ha sbagliato un dritto rigore a due metri dalla rete. La russa le ha annullato un primo matchpoint con un gran servizio, ma sul secondo sebbene a Camila non fosse entrata la prima (con papà Giorgio che le aveva gridato “Cuerpo!”, cioè servile addosso e Camila, obbediente, ci aveva provato, solo che l’aveva tirata lunga), ha tirato una “seconda” bella decisa, come tutte le altre, e la Petrova ha sbagliato.”

“Non ha giocato bene stavolta _ diceva subito Sergio Giorgi dimostrandosi di intendersene un bel po’ più di quanto vorrebbe dare ad intendere quando alza le braccia e dice “Mai giocato a tennis io…”_ ma l’importante è che abbia vinto, che sia ora entrata di sicuro fra le prime 100 del mondo. E la settimana prossima si vedrà…”

Già, si vedrà. La Radwanska ancora rimpiange di essersi fatta sfuggire al Roland Garros il bel corridoio in cui si era infilata la nostra Errani: “Non ho giocato contro la Kuznetsova e se l’avessi battuta avrei giocato io contro la Errani che avevo battuto 6-0,6-1 a Madrid pochi giorni prima!”. E ora dovrà vedersela contro questa ragazzina che al quarto turno in uno Slam a 20 anni e mezzo non è la più giovane italiana di semrpe solo perché Laura Garrone, ottavi nell’86 a Parigi, aveva 19 anni…m non aveva davvero il suo stesso potenziale.

Né, dovendo affrontare la n.3 del mondo, aveva un padre _ Laura Garrone _ che avrebbe ricordato alla figlia….”Oh, in semifinale eventualmente hai la Sharapova”. Potrebbe sembrare un grosso difetto, guardare così avanti, pensare così in grande. A noi che siamo abituati a sentire giocatori e giocatrici che ti dicono che il tabellone non lo guardano, che si gioca una partita alla volta, che nemmeno vogliono sapere chi c’è dopo…tutto questo fa effetto. Ma se, come papà Williams che aveva orizzonti sconfinati, anche papà Giorgi avesse invece ragione?

Certo è che le donne del tennis italiano devono godere di una sorte di protezione celeste. Gli uomini no. A vedere Camila ieri c’erano anche alcuni federales, Barazzutti, Palmieri. Giusto, doveroso. Camila è il futuro. Speriamo però di non dover mai sentire il presidente della federtennis gloriarsi dei suoi successi e salire sul carro dei vincitori anche solo con il menzionare certi risultati. Mi pare di sentirlo: “Abbiamo raggiunto una finale al Roland Garros e a Wimbledon la nostra Giorgi…etcetera, etcetera. Abbiamo uno dei migliori juniores del mondo che a 16 anni ha già vinto il Bonfiglio, il nostro tennis non è mai stato in salute come adesso". E’ una storia che abbiamo già vissuto troppe volte, e alla quale ho visto accodarsi sempre troppi cortigiani. Camila Giorgi e Gianluigi Quinzi, com'è accaduto per Sara Errani che ha fatto quasi tutto con il solo sostegno della famiglia, sono avvertiti. E così i lettori.

Ubaldo Scanagatta

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