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04/07/2012 01:09 CEST - WIMBLEDON 2012

L'erba amara delle regine

TENNIS - La numero 1 Sharapova perde senza appello con la Lisicki. La Clijsters saluta per sempre i Championships facendo due game con la Kerber. Il lunedì impietosamente strano di due campionesse. Luigi Ansaloni

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Maria Sharapova (Photo by Julian Finney/Getty Images)
Maria Sharapova (Photo by Julian Finney/Getty Images)

Un lunedì dal sapore retro-amaro, per coloro che furono regine. C’è chi lo è stata dappertutto, anche sui verdi prati, Maria Sharapova, che divenne principessa proprio qui, a nemmeno 18 anni. C’è chi lo è stata quasi dappertutto ma mai qui, come Kim Cljisters, al suo ultimo giro a Church Road. Non la vedremo, nel 2013, né qui né altrove. In questo lunedì un po’ così la “vecchia” generazione è stata spazzata via dalle giovani virgulte venute dalla Germania, Lisicki – Kerber. Maria e Kim sono state annientate, 4 set a 0, senza possibilità di replica. Esecuzioni in piena regole.

Sorprese? A metà. La numero uno del mondo (a proposito, trono fortemente a rischio, davvero), nonostante la finale dello scorso anno, è da un bel po’ che gioca meglio sulla terra, precisamente da quando l’operazione alla spalla l’ha di fatto costretta a modificare tutto il movimento, specie del servizio, proprio per proteggersi da un problema che rischiava di porre fine alla sua splendida carriera. La Lisicki poi da queste parti aveva già fatto bene lo scorso anno, dunque ci si aspettava un set lottato. Certo, quando la numero uno del mondo perde è quasi sempre una sconfitta, specie Maria, però lei stessa aveva ammesso in tempi non sospetti che l’erba non era esattamente la sua superficie preferita.

E’ un lunedì speciale ma non in modo sperato per la Clijsters, che sognava un addio ai prati diversi da una sconfitta 1-6 1-6 contro la Kerber. Ci teneva a fare bene, voleva fortemente lasciare un’impronta diversa. Ma la nuova generazione avanza, e tra acciacchi, infortuni e (diciamocelo francamente) non troppa voglia di continuare a giocare a tennis, la carriera londinese di Kim si conclude qui. Due semifinali, 2003 e 2006, non moltissima gloria ma un grande, grande ricordo. Mancherà agli appassionati e mancherà a tutti noi. Anche se, a pensarci bene, purtroppo, Kim manca già da un bel po’.

Luigi Ansaloni

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