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06/07/2012 18:42 CEST - Wimbledon

Federer extralusso stende Djokovic

TENNIS – Delirio sul Centre Court. Spinto dal sostegno del pubblico, lo svizzero supera il serbo 6-3 3-6 6-4 6-3 e giocherà l’ottava finale a Wimbledon. Punta al settimo titolo (come Sampras) e a tornare n°1 del mondo. Da Wimbledon, Alberto Giorni

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Le chiavi del giardino di Wimbledon sono tornate al legittimo proprietario. Novak Djokovic ne è rimasto in possesso solo per un anno, ma gli sono state strappate di mano da un Roger Federer in versione extralusso, seriamente intenzionato a riprendersi anche il trono del tennis.

Emozioni palpitanti sul Centre Court per la prima semifinale. Con il tetto chiuso, sotto la luce dei riflettori, lo svizzero si è imposto 6-3 3-6 6-4 6-3 in 2h19', per la gioia del pubblico nettamente schierato dalla sua parte. Un successo contro i bookmakers (che lo davano sfavorito), contro i precedenti recenti (Djokovic aveva vinto sei delle ultime sette sfide) e che cancella completamente i dubbi sulle condizioni della sua schiena. Lo svizzero chiude con 31 colpi vincenti e solo 10 errori, mentre Nole ha tre vincenti in meno e soprattutto undici errori in più (28 e 21)

E Roger aggiunge un altro record alla sua ricca collezione. Giocherà la sua ottava finale a Wimbledon (come Renshaw e Gore, aiutati però dal challenge round), con l’obiettivo di eguagliare Sampras a 7 titoli e di tornare numero uno del mondo. All’orizzonte c’è anche la possibilità di superare Pistol Pete come numero di settimane in vetta (ora sono 286 a 285 per l’americano). Chi lo avrebbe mai detto fino a non molto tempo fa? Il digiuno Slam dura dagli Australian Open 2010: troppo, per i gusti del fuoriclasse di Basilea.

Che ha dipinto un primo set perfetto. I primi game filano via veloci, entrambi tengono il servizio con autorità. Sul 3-2 Federer, la partita si accende. Lo svizzero alza i giri del motore e sul 30-30 un suo passante di rovescio costringe Djokovic a un inutile tuffo. Arriva così la prima palla break dell’incontro. Il numero uno del mondo affossa un rovescio in rete: 4-2 Roger. Al momento di servire per il set, sul 5-3, Federer spara subito due ace e chiude con un dritto a campo aperto, firmando il 6-3 in soli ventiquattro minuti “I love you Roger!”, urla qualcuno in tribuna.

Djokovic sembra accusare il colpo e apre il secondo parziale con un doppio fallo, ma riesce comunque a portare a casa il game d’apertura. A sorpresa lo svizzero accusa il primo passaggio a vuoto. Due errori gratuiti fanno suonare l’allarme: 0-40. Nole manca la prima opportunità mettendo fuori una risposta, ma poi sfrutta un altro errore dell’avversario (di dritto) per incassare il break e confermarlo subito dopo: 3-0. Federer prova qualcosa di diverso, come qualche sortita a rete, ma il set ora si gioca sui turni di servizio di Djokovic, che con un ace vola 4-1. E i tifosi serbi riprendono colore: “Ajmo Nole!”.

Il numero uno del mondo continua a servire bene e a dirigere le operazioni da fondo. I suoi dritti fanno male, come quello nei pressi della riga sulla palla del 5-2; viene chiamato fuori, ma il Falco dà ragione al serbo. Che sul 5-3 tiene il servizio a zero, chiudendo alla grande con un ace. Match rapidissimo: mancano cinque minuti all’ora di gioco. Un set pari e palla al centro.

Grande occasione mancata da Federer a inizio terzo set. Nel secondo game, Djokovic gli concede una rara palla break, serve la seconda, però lo svizzero spreca con un dritto in corridoio, e poi è 1-1. Ma i suoi fans non si abbattono: “You are a genius, Roger!”.

Sul 3-2 Federer, arrivano un game da incorniciare (elevatissima la qualità del gioco) e un’altra opportunità mancata dallo svizzero. Djokovic serve un doppio fallo sul 30-30. Palla break: al termine di uno scambio mozzafiato, il più bello del match, Federer mette un dritto fuori di poco. Trenta secondi di applausi! Poi altro scambio monstre, con un nastro che dà una mano al serbo e fa andare fuori tempo la volée dello svizzero. Che ha un’altra palla break, ma stecca di rovescio e Nole si salva: 3-3.

Sul 4-4, è Djokovic ad andare a un passo dal break. Lo svizzero commette due errori banali e va 30-40, ma piazza un servizio vincente e con tre punti di fila si porta sul 5-4. Al decimo game, Federer dà il meglio di sé. Subito due vincenti, poi sul 15-30 il serbo commette uno sciagurato doppio fallo. Al primo setpoint, Nole si salva con servizio e dritto. Sul secondo, Roger va all’attacco e chiude con uno smash. Impressionante il boato del pubblico, il pugnetto dello svizzero sigilla il 6-4.

Roger si è conquistato anche il vantaggio di servire per primo nel quarto set, va subito 1-0 ed è deciso a stringere i tempi. Djokovic cala di schianto: sbaglia tutto e va 0-40. Cancella la prima palla break, ma alla seconda il suo dritto è fuori di un metro: 2-0 Federer, che subito dopo vola 3-0. Ora c’è un solo giocatore in campo: il serbo è alle corde, mentre Roger prosegue autorevolmente la corsa di testa lasciando le briciole al rivale. Djokovic è un pugile suonato, ormai alle corde. Sotto 4-1, va 0-40, ma con la forza della disperazione cancella tutte le opportunità e porta a casa il game.

Arriva il momento della verità: con un boato, il pubblico accompagna Federer a servire per il match sul 5-3. Negli ultimi punti Djokovic chiama un challenge dopo l’altro, ma prolunga solo l’agonia. Sul matchpoint, Roger spara un servizio vincente che scatena il delirio sul Centre Court. La sua esultanza è sobria: si limita ad alzare le braccia al cielo. Starà già pensando alla finale.

Alberto Giorni

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