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08/07/2012 21:29 CEST - Wimbledon

Murray: "La mia finale migliore"

TENNIS - "Una sconfitta così, davanti alla mia famiglia, è dura" spiega Murray in conferenza stampa. "Stamattina mi sentivo meglio che nelle precedenti tre finali Slam e penso di avere anche giocato meglio. Tornerò in campo quando sarò mentalmente pronto". Traduzione di Vanni Gibertini

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D: Adesso che è finita, come ti senti dopo questa sconfitta? E’ diversa dalle altre?

AM: E’ sicuramente dura. Ognuno reagisce alla sconfitta in modi differenti. Oggi è stata particolarmente dura, davanti ad una folla come quella. Tutta la tua famiglia era qui, per cui è molto dura.

D: Ovviamente ci sono ancora tante emozioni dentro di te Ti consola il modo in cui hai giocato?

AM: Se non avessi emozioni dentro di me vorrebbe dire che sto giocando lo sport sbagliato. Penso di aver giocato piuttosto bene. Parecchi colpi molto vicini alle righe, molti game combattuti, tante palle break. Lui ha giocato davvero bene, specialmente negli ultimi due set. A tetto chiuso ha giocato un tennis incredibile.

D: Dopo quello che è successo nelle ultime due settimane, senti di essere più vicino a raggiungere il tuo obiettivo?

AM: Non saprei. E’ difficile fare una valutazione appena uscito dal campo. Direi che questa è stata la mia migliore prestazione nelle finali di Slam. Mi sono creato delle opportunità. Sono stato in vantaggio di un set. E’ stata una partita lunga, ed anche negli ultimi due set ho avuto possibilità, anche nel game in cui sono stato breakkato nel terzo set, quello lunghissimo con tanti punti. Non ho regalato game stupidi, ho giocato bene, ho fatto scelte buone per la maggior parte della partita, e di questo sono soddisfatto. Stamattina quando mi sono svegliato mi sono sentito meglio di quanto non fosse accaduto per le precedenti finali di Slam.

D: Credi che la pioggia e la chiusura del tetto abbiano cambiato la dinamica della partita?

AM: Certamente ha cambiato qualcosa. Il campo restituisce in maniera dversa [sotto il tetto]. Credo di aver servito bene sotto il tetto. Lui ha servito meglio. Credo non abbia perso un match indoor dal 2010, per cui lui gioca bene sotto il tetto.

D: Il game lunghissimo, quello di 19 minuti con 10 o 11 parità, ci puoi parlare della solidità mentale che ti è occorsa per rimanere in quel game e per passare oltre dopo averlo perduto?

AM: E’ stato difficile perché abbiamo entrambi avuto delle chance. E’ stato il game più lungo del match. E’ stato duro perderlo, ma non ero necessariamente deluso dalla maniera in cui l’ho giocato. E’ stato frustrante perdere quel game, ma ho avuto chances anche in seguito.

D: Capisco che sia difficile valutare qualcun altro in un momento come questo, ma considerando che Roger è tornato al n.1,c he vince ancora tornei dello Slam mentre i suoi rivali sono al pinnacolo della loro carriera, pensi che Roger possa essere considerato il più grande atleta nella storia dello sport, insieme a Pete [Sampras] e [Mohammed] Ali? Che cos’altro deve fare?

AM: Certamente è a quel livello. Secondo me bisogna includere anche Rafa in quel novero. Entrambi sono stati atleti incredibili. Sono stati fantastici per il tennis. E, sì, riesce ancora a giocare in maniera incredibile. Parecchia gente mi chiede ‘E’ calato? Gioca meno bene di prima?’ Se guardi alle partite che ha perso negli ultimi due anni, sono tutte partite molto tirate, partite che avrebbe potuto vincere. Se qualche punto fosse andato in maniera diversa, qualche centimetro più in là, oggi potrebbe avere 20 Slam. Gioca ancora un grande tennis. Non diventi n.1 se non te lo meriti.

D: Ti è stato chiesto tante volte. Queste due settimane hai portato il livello di eccitazione qui in Gran Bretagna ad un livello mai visto prima. Puoi parlarci di questo risultato e cosa vuol dire essere il motore di questa eccitazione? Non ti è mai passato per la testa che sarebbe forse meglio essere uno dei tanti spagnoli?

AM: Non voglio parlare per nessuno dei presenti, ma qualcuno mi ha detto che le storie che hanno dovuto scrivere negli ultimi 15 giorni sono state tra le più importanti della loro carriera. Sono stati dedicati spazi enormi al tennis sui giornali, cosa che non accade spesso in questo Paese. Quindi sono state due settimane fantastiche. Credo che tutti abbiano gestito la situazione in maniera ammirevole. Da quello che mi è stato detto, le reazioni di tutta la stampa e della gente sono state straordinariamente positive e propositive. Quindi è stato un grande torneo per il tennis, e no sono molto contento.

D: Per quanto tu possa essere deluso al momento, cosa ti porti via da queste due settimane?

AM: Questa volta in finale ho giocato molto meglio delle altre volte. Questo non è un torneo semplice per un giocatore inglese, ma credo di aver gestito gli elementi extratennistici in maniera egregia, molto meglio di quanto non abbia fatto in passato. E’ stata la mia prima finale di Wimbledon, avevo giocato tre semifinali in precedenza, sto ancora migliorando il mio tennis, che è l’unica cosa che posso fare.

D: Un paio di giorni fa azzardato un parallelo tra la tua ricerca di un titolo dello Slam e quella di LeBron James di un anello NBA. Ieri sera ha mandato un tweet nel quale ti ringraziava di aver pensato a lui e che spera di vederti alle Olimpiadi. Mi chiedevo se ti ha contattato direttamente e che tipo di ispirazione hai tratto da lui.

AM: Sì, ho sentito del tweet. Non mi sono collegato a twitter nelle ultime settimane. Ho chiesto alla mia management company di ringraziarlo. E’ davvero molto incoraggiante sapere che un così grande campione si occupa di te, ti dà molta fiducia. Lui ha detto di aver dovuto attraversare periodi molto bui dopo aver perso la finale lo scorso anno, prima di raggiungere il suo sogno. Credo di essere in una situazione simile in questo momento. Diventa sempre più difficile, quando perdi è difficile , ma è necessario mostrare forza di carattere e risalire dalla sconfitta. Un giorno spero di arrivare alla vittoria.

D: Cosa ti ha detto Roger in campo dopo il tuo discorso? Sembrava steste ridendo.

AM: Mi sono scusato, non volevo che succedesse una cosa del genere, sembrava che volessi rubargli l’attenzione. Ma non era per nulla la mia intenzione. E me lo aspettavo. Mi avevano chiesto prima se volevo parlare, e sapevo che sarebbe stato molto difficile . Fare i discorsi dopo il match dovrebbe essere la parte più facile, ma qualche volta è più difficile di fare la partita.

D: Parecchi commentatori hanno detto prima della partita che questa sarebbe stata la tua migliore occasione di sempre. Pensi che sia vero? Cosa puoi dire a coloro che pensano che la tua chance è svanita?

AM: Questa opportunità è svanita. Non posso rigiocare la partita. Ma è stata la mia migliore chance? Non lo so. E’ stata la prima volta in finale a Wimbledon. E’ stata una grande sensazione essere là fuori. Ho perso da un giocatore che ha vinto questo torneo sette volte ed è ora il n.1 del modo. Se questa è la tua chance migliore, beh… Stiamo parlando di uno dei migliori di tutti i tempi. Bisogna mettere la sconfitta nel contesto.

D: Roger ha perso il primo set, ha fatto fatica nel secondo ed ha girato il match. Il tetto può essere stato un fattore. Ti sei accorto anche di cambiamenti nella sua tattica, nel suo approccio al match? Più in generale puoi parlarci di Roger come avversario e di come risolve i problemi che l’avversario gli pone?

AM: Quando siamo tornati in campo dopo l’interruzione era più aggressivo sul mio servizio. E probabilmente sotto il tetto non ho giocato così bene come durante i primi due set. Nel secondo ho avuto delle chance che non sono riuscito a sfruttare. E come spesso capita, il match è girato su un paio di punti qua e là. Se fossi riuscito ad ottenere il break nel secondo, o se non fossi stato breakkato sul 6-5 dopo essere stato 30-0, chissà… Forse perché il suo timing è eccellente, sotto il tetto dove non c’è vento o altri fattori esterni, colpisce la palla molto, molto bene. Ha iniziato a tirare i suoi colpi molto di più, forse sentendosi più sicuro.

D: Quando pensi di ricominciare ad allenarti per le Olimpiadi?

AM: Non lo so. Quando sono nella giusta predisposizione mentale. Non ha senso andare in campo fino a quando non mi sento pronto a lavorare duro e fare le cose giuste in palestra ed in allenamento. Quindi cercherò di recuperare fisicamente nei prossimi giorni. Sono caduto parecchio durante questo torneo, ho parecchi lividi. Mi prenderà alcuni giorni di pausa e poi vedrò. Sicuramente non sarò in campo la settimana prossima.

Traduzione di Vanni Gibertini

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