HOMEPAGE > > Federer il più grande di tutti. Ecco le sue parole. (Clerici, Martucci, Valesio), Federer e Sampras, i gemelli astrali di casa a Wimbledon (Piccardi).

10/07/2012 09:52 CEST - Rassegna Stampa del 10 Luglio 2012

Federer il più grande di tutti. Ecco le sue parole. (Clerici, Martucci, Valesio), Federer e Sampras, i gemelli astrali di casa a Wimbledon (Piccardi)

..............

| | condividi

Rubrica a cura di Daniele Flavi

Federer il più grande di tutti

Gianni Clerici, la repubblica del 10.07.2012

Nel corso del Challenge Round del 1881. i 193 spettatori della partita non si stupirono, nel vedere più volte lo alzare gli occhi al cielo. Il vincitore del torneo dell'anno precedente era infatti un reverendo anglicano. Elegantemente impietoso, a batterlo fu il maggiore dei gemelli Renshaw, Willie che, superato l'anno precedente dal meno conosciuto Woodhouse (no, non lo scrittore), aveva avuto accesso al Challenge Round. la Sfida al Campione, vincendo la finale All Corners, il torneo al quale erano tutti ammessi, salvo il Defending Champion, che attendeva l'ultima partita senza scendere in campo. Willie fu il primo a trasformare quello che era denominato servizio, grazie a un dimenticato termine rinascimentale, in una battuta aggressiva, e non meno fece nello smash, colpo sin G sconosciuto. Nobiluomo, uso a trascorrere le vacanze invernali in Costa Azzurra iniziando una tradizione tennistica e mondana, attore dilettante, ebbe a distinguersi vincendo il titolo dall'8 I all'86, e riguadagnando-Io nel 1889. Cedette poi il trono al gemello Ernest , sin II defilato. perché i due sdegnavano incontrarsi in gara. Ma Ernest non potè evitare di batterlo nel Challeng Round del 1988. anche perché non riteneva elegante sottrarsi alle leggi di un impegno morale. Mori purtroppo giovanissimo, come il fratello. William a 43, Ernest cinque anni prima. Di loro fu scritto sul Field, il giornale sportivo dei tempi. che avevano trasformato un passatempo in uno sport. PETE SAMPRAS II record di Roger Federer non sarebbe tale se nel 1996 Pete Sampras non avesse incontrato un tipo che nemmeno era Favorito (in dialetto sportivo Testa di Serie) tale Richard Krajicek, figlio di emigrati cechi in Olanda. Quel giorno della quindicina londinese Richard iniziò a decapitare con la battuta i fili d'erba del campo, così che il povero Pete non vinse l'unico titolo tra il 1993 e il 2000. Pete Sampras —ormai lo posso confessare—venne scoperto dallo Scriba nel settembre del 1987, il giorno in cui, nella tribuna stampa di Flushing Meadow, il fraterno collega Bud Collins del Boston Globe mi ordinò di recarmi sul campo N.16, per ammirarvi una certissima promessa americana. Così feci e, di fronte a un tipo piccolissimo e giallo, credetti di intuire la presenza di una Divinità Mediterranea in un altro giovinetto, nero, riccio, e superdotato. Telefonai a Sergio Tacchini, e Tacchini lo mise sotto contratto, adomandolo di magliette e pantaloncini. Si dovette attendere qualche anno perché quell'oriundo greco, che non aveva mai visto l'erba se non in campagna, dovesse ritrovarsi nei sacri recinti del Vaticano del Tennis, come scrisse il mio maestro Giorgio Bassani. Dotato di armi affilate dal Dr. Fisher, uno scopritore di talenti la cui passione sconfinò nella pedofilia, abbandonò un rovescio bimane, il suo colpo meno forte, per un dignitoso colpo mono-mano, e iniziò a dominare sui campi rapidi grazie ad una battuta non certo inferiore a quella del Federer odierno, ad un diritto meno variato dello svizzero ma di certo più potente, una volè destra addirittura più incisiva di quella di Roger (che è meglio a sinistra). Grazie a queste armi divenne imbattibile, con l'eccezione citata, sino al 2000. ROGER FEDERER Guarda caso, lo Scriba ha viaggiato oggi sullo stesso aereo di Claudio Mezzadri, insubro come lui, che fu il capitano del team svizzero di Davis, nell'incontro con I'Italietta del 1999 a Neuchatel. Roger esordi battendo facile il nostro Sangui-netti, e lo Scriba non potè trattenersi dall'arrischiarsi, una volta di più, in una sua profezia, simile a quella dedicata a Sampras. Ritrovai, in quei giorni, il suo maestro, un australiano europeizzato, Peter Carter, che mi approvò, e aggiunse che il giorno in cui il birichino avesse terminato di infrangere racchette al suolo, migliorato il rovescio, e dimenticato di dipingersi una mèche, avrebbe potuto vincere Wimbledon. Roger viene spesso apparentato a Sampras, del quale fu, sin da piccolo, grande ammiratore, ed ora amico, dopo qualche esibizione agonistica in cui lo si è visto limitarsi al ruolo di spalla. Nella vittoria di ieri, con il povero Murray, l'ho ammirato esibirsi in quello che io chiamo turbotennis, grazie a racchette un pochino diverse dagli scopini lignei di Renshaw. Non ho dubbi che il mio svizzero sia il più grande tennista del mondo, con la limitazione dell'ultima decade, peraltro visitata anche da quei fenomeni di Nadal e Djokovic. Ma, vi prego, aficionados, non costringetemi, una volta di più, ad estendere la mia ammirazione a "Tutti i tempi". Domenica Federer ha dimostrato una volta ancora, di essere uno dei più grandi di tutti i tempi. Vogliamo paragonare Leonardo a Picasso? Omero a Dante? Vi prego, accontentiamo-ci di ammirarli, come ammiriamo Roger e Pete.

Federer Stile infinito «Il difficile non è vincere E' ripartire sempre da zero»

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport 10.07.2012

Il giorno dopo, i Championships smobilitano, Roger Federer smobilita, ma poiché durante Wimbledon vive a duecento metri dai Doherthy Gates, proprio sulla Church Road, fa un ultimo saluto prima di una settimana di vacanza. Il 28 tornerà qui per l'Olimpiade, ma da re di sette Wimbledon (co-record con Sampras e Williams Renshaw), sempre più primo negli Slam, con 17, e sicuro neo primatista mondiale di settimane al numero 1 del mondo, con 287, da lunedì prossimo. Federer, questo Wimbledon è più dolce con le sue gemelline presenti? «Nel 2010, in Australia, erano ma erano troppo piccole, solo dall'anno scorso ci siamo sentiti tranquilli di portarle in campo e a Basilea è stato speciale averle alla cerimonia di premiazione. Ma qui è stato completamente diverso: Wimbledon, dove ho ottenuto alcune delle mie vittorie più grandi... E' stato molto emozionante vedere lì tutta la mia famiglia, unico, molto intimo, non so se ricorderanno, spero che un giorno guardandosi indietro penseranno che è stato bello. La loro presenza non è però la prima cosa che mi guida nel tennis, mi piacerebbe se si interessassero a questo sport, in futuro, vedremo, ma per me e Mirka è stato un sogno portarle a Wimbledon mentre io alzavo il trofeo». Questa vittoria resterà la più grande di Federer? «Erano due anni e mezzo che non vincevo uno Slam: nella vita non sono tanti, nel tennis sì. A gennaio 2010, in Australia, pensavo che avrei rivinto un major molto in fretta: all'epoca, stavo giocando il mio miglior tennis. Non so se questo Wimbledon resterà il più indimenticabile. Penso alla vittoria al Roland Garros, alla pressione per il quinto Wimbledon, o all'Australian Open che mi piace tanto, o agli Us Open. Certo, domenica, c'erano tante implicazioni, per me e per Andy, sapevo sarebbe stata dura per chi avrebbe vinto e per chi avrebbe perso. E questo posto è molto speciale nel mio cuore, e ci sono tante componenti che fanno di questo match qualcosa di unico. Perciò sono ancora più orgoglioso di averne fatto parte». Dica la verità: lei non è tanto sorpreso di aver vinto. «Penso di aver giocato davvero bene negli ultimi due anni, sono stato vicino a vincere un altro Slam, ho battuto alcuni dei più forti e ci ho perso, perché questo è il tennis, ma non ero lontano. Ho pensato: "Se metti insieme le vittorie che ti servono, quando ti servono...". Perciò, non è una grande sorpresa questa settima vittoria: è Wimbledon, e so che sono capace. Il difficile è provarlo ancora e ancora, e ripartire sempre da zero perché non vinci automaticamente il primo turno, perché sono due settimane, perché devi rimontare Benneteau o un altro e un altro ancora». Che cosa portano di positivo i 30 anni? «La prima vittoria nel 2003 mi ha calmato un po'. Poi, con gli anni, la frenesia di salire in alto è scemata, e tutto è diventato un po' più facile: nessuno può portarti via quello che hai vinto, hai meno pressione, anche se comunque vuoi vincere e ne hai bisogno per il resto della vita sennò non lotti per niente. Oggi, diventando più vecchio, provo più piacere a viaggiare e apprezzo di più la vita da atleta». Quant'è dura perdere un match come quello che ha perso Murray? «So come ci si sente: sono stato colpito anch'io dopo la finale degli Australian Open 2009 contro Rafa. Ero esausto, mi sono seduto in panchina e ho pensato: "Ero così vicino... Devo aspettare un altro anno: ma dai!"….

Tutti i segreti del Re

Piero Valesio, tuttosport del 10.07.2012

Anatomia di un fenomeno. Se Roger Federer sia o meno il più grande tennista di sempre (chi scrive ne è certo) è interrogativo cui si potrà dare risposta definitiva qualora il nostro conquistasse anche l'oro olimpico fra qualche settimana. In quel caso Roger sarà l'unico ad aver vinto due volte sull'erba di Church Road nel giro di un mese, record praticamente irripetibile che lo collocherà in un girone dell'empireo assai vicino all'occhio onniscente. Oggi limitiamoci a sviscerare i diversi aspetti che compongono il fenomeno. Giusto per tentare di capire un po' meglio perchè è tale. TALENTO Naturale, immenso, coltivato con cura, mai abbandonato a se stesso. Pensate a quando assunse 'Pony Roche perché gli migliorasse la volte di rovescio. O alla cura con cui in tempi recenti, sotto la guida di Annacone, ha accettato di rimettersi a lavorare sugli spostamenti laterali per colpire appena si può di diritto. Alla stregua di un ragazzino ambizioso, non di uno che ha vinto 17 titoli dello Slam. Come Cassius Clay. Voto: 10 DIRITTO Vedi nota precedente. Da sottolineare la recente variante in chop giusto per costringere l'avversario a guardare il proprio morale che finisce nel Tamigi. Per poi aspettarlo alla rete e intascare il dovuto dopo l'avvenuta lezione. Come Alberto Tomba sulla Gran Risa. Vot« 10 ROVESCIO Più bello il suo o quello di Gasquet? Che bella domanda. Quello di Gasquet è un capitello corinzio con sotto, però, una colonnina esile, quello di Roger è un capitello dorico ma che sovrasta una colonna potente. Quando gioca quel taglio sotto che ha spedito Murray in clinica psichiatrica provoca fremiti ormonali. Come Valentino che passa Stoner sul cavatappi. Voto 9,5 GIOCO A VOLO Clonatelo per favore. Trovate il modo. Dato che non si può sperare nell'ereditarietà (quei aimpaticoni della DDR costrinsero all'accoppiamento Roland Matthes e Kornelia Ender nel tentativo di creare un nuotatore perfetto ma l'esperimento andò a fondo) e dunque che Charlene Riva e Myla Rose portino i geni della sua volte, qualcuno in un nascosto laboratorio dell'Area 51 analizzi un campione di tessuto di Roger e lo conservi in una teca a fianco di quelli dell'Ufo: chissà quando la tecnologia migliorerà ci si potrà fare qualcosa. Come Yuri Chechi agli anelli. Voto: a piacere TOCCO Il decano dei giornalisti che si occupano di tennis, Gianni Clerici, ebbe un giorno a dire in telecronaca, dopo aver commentato un drop shot di McEnroe che da uno con una mano cos si sarebbe fatto toccare. L'altro ieri Stefdano Meioocaro su Sky;t1Vlla improvvisa passione, ha annunciato che uno così l'avrebbe baciato. Federar suscita istinti carnali perchè il modo in cui tocca la palla quando deve imprimerle un peso e una velocità inversamente proporzionali a quelli che aveva un attimo prima è semplicemente erotico. Come un triplo Axel di Yu-Na Kim (se è ancora viva). Vota 10 TESTA Ha detto in una recente intervista: «Sono un uomo felice. Ho una vita splendida, il mio tennis, la mia famiglia, i miei impegni per gli altri«. Ora: Federer è un caso pressochè unico di global man che quando dice di essere felice gli si può credere. E il gap fra il suo reale livello di felicità e quello che sta dietro le quinte appare come praticamente assente. Non odia lo sport che pratica, non vorrebbe essere altrove, gli piace essere Roger Federer. Poi vi stupite se in campo fa quello che fa. E se su campi che non siano in erba vince meno di quanto potrebbe rallegratevi: vuol che dire che quella testa può portarlo a migliorarsi ancora, a trent'anni suonati. Come un Bobby FIscher sano di mente. Voto: infinito.

Federer e Sampras, i gemelli astrali di casa a Wimbledon

Gaia Piccardi, il corriere della sera del 10.07.2012

Quando Roger Federer gioca a tennis a Wimbledon, e quando il suo telefonino fa bip bip, raramente si tratta di banalità. Il giorno dopo il match che ha spedito Andy Murray sul lettino dello psicanalista, permettendo allo svizzero di centrare il settimo titolo all'All England Club negli ultimi dieci anni, da Los Angeles è atterrato a Londra il messaggio più atteso: «Benvenuto nel club». Firmato Pete Sampras. E così, nella villetta a due passi dal circolo dove ha covato per due settimane un'avventura rimbalzata ai quattro angoli del mondo, morbida e flautata come certi drop shot che domenica hanno mandato ai matti Murray, dopo un paio di ore di sonno nella notte del trionfo il neo numero uno ultratrentenne (30 anni e 335 giorni) si è finalmente goduto il senso dell'impresa, sfogliando uno a uno i tweet degli altri grandi dello sport (Del Piero, Alonso, Valentino Rossi, Messi no solo perché era al matrimonio di Iniesta) e, soprattutto, l'sms di Sampras, il custode delle chiavi del tempio, perché mettere le tende sul centrale non sarebbe stato lo stesso senza il permesso del padrone di casa «Personalmente, mi sto abituando al fatto che Roger batta tutti i miei record — ha scherzato Pete al telefono con l'Associated Press —, è un bravo ragazzo e un eccellente campione, il tipo perfetto a cui affidare ciò a cui più tengo. Mi piace il suo tennis. Mi piace che sia un tennista di classe, quasi d'altri tempi. E lo considero un amico». Un'investitura in piena regola per Roger, nato dieci anni dopo (1981 contro 1971) e quattro giorni prima (8 agosto contro 12 agosto) dell'americano — gemelli astrali sull'erba quanto lo sono sulla terra rossa, non a caso, Rafa Nadal e Bjom Borg, 7 titoli del Roland Garros lo spagnolo e 6 l'orso svedese, separati da tre giorni e trent'anni di distanza —, stessa altezza (1.85), trofei sull'erba più nobile (7) e settimane in vetta al ranking (286), primato che Federer supererà lunedì prossimo, e destinato ad allungarsi chissà quanto. Sebbene appartengano a generazioni diverse (Pete è passato professionista nell'88, Roger nel '98), curiosamente Federer e Sampras si sono sfidati una sola, ma indimenticabile, volta nel circuito Atp. Sulla terra? No. Sul cemento? Nemmeno. Sull'erba di Church Road, naturalmente, negli ottavi di finale dell'edizione 2001, che Goran Ivanisevic avrebbe vinto 9-7 al quinto set su Patrick Rafter in una finale da batticuore posticipata al lunedì dalla pioggia: quel giorno, in un passaggio di consegne anticipato di cui nessuno poteva ancora essere consapevole, uno svizzero 19enne interrompeva la striscia vincente sull'erba (31 match) di un campione americano già attempato, che due anni dopo si sarebbe ufficialmente ritirato. Il punteggio, l'unico che rimarrà per sempre negli archivi del Grande Tennis: Federer b. Sampras 7-6, 5-7, 6-4, 6-7, 7-5. Sampras era l'idolo di Federer ragazzino: «Il suo talento, i suoi successi, il modo in cui li ha ottenuti... Ciò che Pete rappresenta per la storia del nostro sport mi ha sempre ispirato nel tentativo di imitarlo». L'imitazione è andata oltre le intenzioni nel 2009, sempre a Wimbledon (e dove, sennò?), quando, presente Sampras nel Royal Box — un evento, perché è difficilissimo schiodare Pete dalla villa di Los Angeles dove vive con la moglie, l'attrice Bridgette Wilson, e i figli Christian Charles, 9 anni, e Ryan Nikolaos, 7, in onore alle sue origini greche da parte di padre —, Roger si è annesso il 15esimo titolo dello Slam (con Wimbledon 2012 sono diventati 17), superando Pete, fermo a quota 14. «Se li merita tutti, che altro potrei dire? E un campione vero. Per me, ogni volta che si iscriverà a Wimbledon, Roger sarà il favorito. E integro, sano, forte: penso che giocherà a tennis ancora per molti anni, e alla fine i suoi record saranno imbattibili». Un primato rimane a favore di Sampras: ha vinto tutte e sette le finali che ha giocato, mentre Federer ha il neo di quella del 2008, persa 9-7 al quinto con Nadal. Perché, ogni tanto, anche al Tennis capita di distrarsi.

 

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Partnership

 

Ubi TV

Scopri Miami con Jelena Jankovic

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis