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13/07/2012 10:01 CEST - Rassegna nazionale

Federer in gara con i più grandi dello sport (Semeraro). Palermo: Errani ai quarti, Vinci lanciata (Urso). Il Credito Sportivo lancia “Un aiuto da campioni” (Lo Giudice), Sara e Roberta palermitane d'adozione (Marino)

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Federer in gara con i più grandi dello sport (Stefano Semeraro, lastampa.it)

Ora che ha strappato al povero (si fa per dire) Pete Sampras anche l’ultimo record che gli rimaneva, Roger è tornato al centro della sempiterna questione: è lui il più forte tennista di tutti i tempi?

Una discussione divertente e oziosa insieme, magari un filino stantia, che a questo punto della carriera di Roger potrebbe essere sostituita da un dibattito simile ma con un orizzonte più allargato. E cioè: a che punto collocare Federer nella classifica non tanto dei più forti tennisti, ma dei più forti atleti tout-court (e mai termine francese fu più adatto)? Secondo il suo commovente e commosso avversario di domenica scorsa  a Wimbledon, ad esempio, the Genius ormai ha il diritto a giocare nello stesso campionato «con Pelé e con Muhammed Alì». Andy Murray ha appena 25 anni, non può avere ricordi diretti di nessuno dei due, e sopravalutare l’uomo che ti ha appena spento sulle corde il sogno di una vita in fondo può essere un modo di esorcizzare il dolore - ma porre la questione è legittimo.

Personalmente, e l’ho già scritto in questo spazio, considero Ali il più grande dei grandi - e non solo per questioni strettamente sportive. L’impatto che ha avuto nella storia della società, del costume, dei diritti umani è stato enorme, manda ancora un’eco profonda: difficile paragonarlo a quello di chiunque altro. Dietro di lui probabilmente, per ragioni analoghe, inseguono Maradona e Pelè, eroi popolari dello sport più diffuso al mondo. Il resto è opinabile. Schumacher o Fangio? Michael Jordan o Tiger Woods? Michael Phelps o Ingemar Stenmark? Carl Lewis o, appunto, Roger Federer? Un campione che ha molti dei requisiti per piazzarsi in ottima posizione nel rannking all-time-all sport: pratica uno sport molto diffuso, è in possesso di una maestria tecnica assoluta e di una marea di record quasi imbarazzante da ricordare, accumulata per giunta in un arco di tempo ormai cospicuo. Federer, insomma, è quello che si definisce con un termine ormai consunto “un’icona” – io preferisco dire un “classico”, ovvero un “testo vivente” che si impone immediatamente alla memoria, che contribuisce a fornire un canone. Federer è infinitamente elegante, fluido, dotato di uno stile assolutamente riconoscibile. Imbattibile – quasi per per definizione - nei giorni di grande vena. Di più: come tutti i classici è continuamente re-interpretabile, rinnovabile nel ricordo. Tutti, per capirci, abbiamo un “nostro” Federer a cui siamo affezionati.

Il settimo titolo a Wimbledon ha poi aggiunto una connotazione numerologica, quasi cabalistica al suo carisma (il carisma di chi è posseduto dal “genio”, attenzione, non la personalità, che è altra cosa). Sette è un numero magico, stuzzica la fantasia, anche in campo sportivo apre un piccolo pertugio al sacro. E veramente pochi sono stati i “classici” (o le “icone”…) capaci di aggiudicarsi – perdonate il bisticcio – una “classica” dello sport per sette o più volte. I sette Tour de France di Lance Armstrong, un fuoriclasse peraltro molto chiacchierato, sono forse l’impresa che regge più il paragone. Poi, simili e diversi insieme, ci sono i sette titoli mondiali di Schuamacher, i sette ori alla stessa Olimpiade di Spitz – battuti dagli otto di Phelps a Pechino. Nel Rally Sebastien Loeb ha vinto sei volte il Monte-Carlo (e quasi 9 Mondiali, altro numero magico), la lista potrebbe continuare ma questo breve accenno serve solo a indirizzare una interpretazione del fenomeno. Un fenomeno, Roger, che ora ha davanti l’ultima sfida tennistica: diventare il più anziano n.1 della storia. Agassi ci riuscì a 33 anni, a Federer ne mancano ancora due, ma il trionfo di Wimbledon può sicuramente allungargli la carriera. Per quest’anno, come aveva lui stesso previsto, è in gara con discrete possibilità di spuntarla in uno sprint a tre, forse a quattro. Roger è in testa di un nulla (75 punti), ma Djokovic deve difendere parecchi punti da qui a dicembre, Nadal può rimontare e Murray inserirsi. Nella gara all’immortalità sportiva Federer se la gioca con campioni ancora più grandi, anzi immensi. Un posto fra i primi dieci, a mio modestissimo parere, se lo è già conquistato, ma la corsa è ancora lunga… Secondo voi dove si piazzerà?

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Palermo: Errani ai quarti, Vinci lanciata (Roberto Urso, Gazzetta dello Sport 12-7-2012)

Sara Errani concede il bis all'Italiacom Open (220 mila dollari) dove figura come prima testa di serie, lei numero nove del mondo. Ieri sera ha superato il secondo turno ed ha fatto ingresso nei quarti, battendo per la seconda volta (unico precedente era stato sempre a Palermo nel 2009), la coetanea austriaca Mayr Achleteiner per 6-3 6-2 al termine di un match sempre condotto e mai messo in discussione, durato poco più di un'ora. La venticinquenne romagnola, finalista al Roland Garros, nei quarti troverà la giovane rumena Cadantu, n. 85 del ranking.

In precedenza nel match del tardo pomeriggio protrattosi per oltre due ore, con tante recriminazioni ha fallito la prova del nove, la veneziana Maria Elena Camerin che all'esordio, dopo tanti anni aveva battuto una delle prime 25 del mondo, la spagnola Medina Garrigues. Ieri invece contro un'altra iberica, ma meno quotata, Cabeza Candela, n.162 Wta arrivata in tabellone dalle qualificazioni, ha buttato al vento il vantaggio di 5-1 e di tre set point, accumulato nel primo set. Infatti la veneta ha ceduto la frazione al tie-break e nel secondo set non ha più avuto quello smalto dimostrato il giorno prima, uscendo dal campo con tanto rammarico. Punteggio per l'avversaria 7-6 7-5.

Nel giorno di riposo, la seconda favorita del torneo, la tarantina Roberta Vinci ha invece parlato del suo match molto positivo di martedì sera contro l'altra azzurra Karin Knapp dalla quale era stata sconfitta a Roma. «Una bella rivincita — ha spiegato la pugliese — perché mi sono espressa al meglio senza accusare tanto il cambio dall'erba di Londra alla terra palermitana. Anche la settimana prossima giocherò sulla terra a Bastad per poi tornare sull'erba a preparare l'Olimpiade (…)

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Il Credito Sportivo lancia “Un aiuto da campioni” (Giorgio Lo Giudice, La Gazzetta dello Sport 12-7-2012)

II Credito Sportivo ha festeggiato i 50 anni di attività in una serata a Palazzo Brancaccio in cui è stata lanciata un'iniziativa per l'organizzazione di eventi sportivi capaci di raccogliere fondi per le popolazioni terremotate dell'Emilia: «Un Aiuto da Campioni». C'erano anche grandi campionesse paralimpiche. Paola Protopapa e Francesca Porcellato. con Alessandra Sensini in procinto di partire per Londra. Con loro anche grandi nomi della storia delle Olimpiadi come Giovanna Trillini. Domenico Fioravanti. Vincenzo Maenza. Igor Cassina. Giorgio Lamberti e Andrea Lucchetta. In platea c'erano anche il ministro Piero Gnudi. il vicepresidente del Coni Riccardo Agabio. il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e quello della Lega di B Andrea Abodi. accompagnato dal presidente laziale Claudio Lotito.

E' stata anche l'occasione per i due commissari Marcello Clarich e Paolo D'Alessio per fare il punto sull'attività dell'Istituto: «Quando si sente la parola commissariamento. si sente sempre odore di bruciato. Ma questo non è il nostro caso. la Banca ha un indicatore di eccellenza. è prima in Italia come solidità patrimoniale. Inoltre abbiamo avuto un credito di 170 milioni di euro della Banca Centrale Europea. Stiamo portando a termine altri progetti importantissimi».

Nell'occasione. presente il ministro Gnudi con il vicepresidente del Coni Agabio. e stato presentato il libro «50 anni di Credito Sportivo / Mezzo secolo di campioni» curato da Ubaldo Scanagatta con Luca Marianantoni. Una rassegna in cui s'intrecciano la storia dell'Istituto e quella dello sport italiano.

Sara e Roberta palermitane d'adozione

Giovanni Marino, repubblica.it del 12.07.2012

Certi luoghi ispirano. Fanno rendere al massimo. Danno fiducia. Ti senti a casa e non sai neppure perchè. Stai bene. Accade a tutti noi. In ogni professione. Anche agli sportivi.

Sensazioni, feeling, un po' di magia. E' quello che unisce Sara Errani e Roberta Vinci a Palermo e al suo bel torneo Wta, uno dei 52 al mondo del circuito professionistico delle racchette rosa. Si disputa ogni luglio al Country Time Club e in 25 edizioni ha raccolto consensi e vinto una sfida non indifferente. Già, perchè mentre tutt'attorno in Italia "morivano" tornei di livello maschili e femminili, il Country, in una terra splendida ma difficilissima come la Sicilia, anno dopo anno riusciva ad affermarsi e consolidarsi assieme alla sua creatura. Merito del tandem Giorgio Cammarata-Oliviero Palma, presidente del club e direttore della manifestazione. E della fama positiva che accompagna questo appuntamento del tour femminile. Chi passa da qui è destinato a grandi traguardi...

Ne sa qualcosa Sara Errani, racchetta del momento dopo l'exploit parigino. Ebbene, "Sarita", prima del fantastico cammino intrapreso al Roland Garros, chiese e ottenne di potersi allenare proprio sulla terra rossa palermitana del Country. "E io - ricorda sorridendo Oliviero Palma - osservandola sudare e lottare sui nostri courts le dissi: guarda che voglio vederti in finale a Parigi...Mi ha preso in parola e in questi giorni me lo ha ricordato...".

La Errani non ne fa mistero: Palermo è un talismano e le ha dato una delle sue prime importanti vittorie quando ancora era semisconosciuta. Correva il 2008 e "Sarita" conquistò il torneo e fece capire a tutti che quella ragazzina piccola e tenace sul "rosso" sarebbe diventata fortissima. Nel suo processo di crescita l'attuale top ten giunse l'anno seguente ancora all'atto conclusivo per inchinarsi solo a Flavia Pennetta che era nel pieno del suo magic moment.

"Sara - prosegue il direttore del torneo - come tutti sanno, è legatissima a Roberta che di fatto è palermitana d'adozione perchè, da tempo, ha scelto la nostra città per allenarsi e non solo: vive qui, il suo tecnico è il palermitano Francesco Cinà, Palermo è diventata la sua base operativa nella scalata alle prime posizioni del circuito. Così, sempre più spesso, Sara la raggiunge a Palermo ed entrambe in più di una occasione mi hanno chiesto ospitalità: un onore per noi. E allora abbiamo pensato che, a questo punto, era giusto che divenissero di fatto socie del Country".

Detto, fatto: nei giorni del torneo, sono diventate socie onorarie di un club che negli anni ha saputo espandersi al punto da sfiorare i 3000 iscritti, che possono usufruire di ben 13 campi (e presto 2 di questi avranno una copertura mobile e 4 saranno adattati al veloce), 2 maxi piscine, una elegante club house, palestra, centro benessere, strutture per il calcetto, 2 punti mare (Mondello, spiaggia e Addaura, scogli), personale efficiente e, soprattutto, sempre disponibile.

La cosa ha fatto felice Sara e Roberta, top players giunte alla posizione numero numero uno come coppia di doppio. La Vinci sorride: "Il mio grazie va a Oliviero e Giorgio, io e Sara lo consideriamo un magnifico regalo. Ci tengo molto a fare bene quando gioco al Country e con Sara immaginiamo quanto sarebbe bello e anche divertente trovarci una contro l'altra in finale a contenderci...Palermo. Amo tutto di questi luoghi, mi piace l'atmosfera che si crea qui, soprattutto la sera. E neppure il caldo torrido siciliano mi dà fastidio, neppure sudare copiosamente, no, io soffro di più il freddo...".

Cammarata e Palma si coccolano le due nuove socie che, appena giunte dal freddo piovoso di Londra (Wimbledon) si sono letteralmente lanciate sulla spiaggia di Mondello per un tuffo refrigerante prima di entrare in clima-torneo.

"Sara e Roberta sono campionesse in tutto - racconta ancora Palma - vengono da una stagione felice quanto stressante ma hanno mantenuto l'impegno e sono scese ugualmente qui in campo a Palermo; pensate, sono così provate da aver dovuto rinunciare al doppio per non compromettere il singolare, ma hanno rispettato l'impegno e onorato la manifestazione. Siamo grati a due giocatrici di classe e a due persone sensibili e di parola. In un momento di enorme stanchezza e con davanti le Olimpiadi e altri grandi tornei, come lo Slam americano, non hanno rinunciato alla 25esima edizione del nostro torneo". Brave e serie, già. Ma come avrebbero potuto fare a meno del talismano-Palermo?

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