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13/07/2012 20:22 CEST - Personaggi

Un penny
per i tuoi pensieri

TENNIS - Tutti avremmo voluto entrare nella mente della sfinge Lendl seduto immobile nell’angolo di Murray. Mentre la mamma dello scozzese sembrava una fan dei Beatles negli anni ‘60, Ivan non alzava le sopracciglia neanche dopo la semifinale contro Tsonga. Ci ha provato Chris Oddo. Enos Mantoani

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Costanti, in ogni match di Andy Murray, erano le inquadrature sul coach dello scozzese, Ivan Lendl.
Impassibile, imperscrutabile nella vittoria come nella sconfitta.
Raccontano che dopo la semifinale con Tsonga l’unica frase rivolta dal ceco-americano allo scotsman sia stata: “A che ora domani per l’allenamento?”.
Ci vorrebbe il Pensatoio di Harry Potter per poter dipanare le trame recondite della mente del campionissimo di Ostrava, ma mai dei Championships.
Ci ha però provato Chris Oddo a svelarci i 10 pensieri ricorrenti di Ivan il Terribile durante la campagna di Wimbledon 2012 e noi ve li offriamo in traduzione libera rimandando alla pagina di TennisNow per la versione originale:

1. Vorrei Judy si calmasse almeno un pochino! È chiedere troppo? Quasi quasi vorrei sedermi accanto a Mirka, almeno potrei sentirmi ragionare...

2. ‘Sta maledetta erba! Sono condannato a un infarto ogni volta che ci sto davanti...

3. Gli hot-dog agli US Open sono di gran lunga più buoni.

4. Forse che sembro grasso?

5. Andy, Andy: il miglior set della tua vita e hai messo dentro solo il 49% di prime???

6. Avevo i miei dubbi su Andy, ma quando l’ho visto centrare Tsonga nei cabasisi ho subito capito che sarebbe andato in finale.

7. Ma poi: chi sono io per criticare? Non ho vinto neppure un set qua in finale...

8. Andy, quando ti sembro annoiato è l’ora di iniziare a fingere che hai mal di schiena!

9. Sarà l’ora di iniziare a pensare a un nuovo set di mazze da golf per quando ritorno in Connecticut?

10. Oddio, ecco che inizia a piangere ora... è troppo melodrammatico! Non solo mi perde in finale, ma pure si fa vedere femminuccia davanti a tutta la Nazione. Non ho firmato per questo, non gliel’ho insegnato io: le emozioni sono per i DEBOLI!

 

Tutte considerazioni altamente probabili, e pensare che Murray dice un gran bene di lui, di come si divertano assieme, di come sia meticoloso, di come si trovi alla grande con l’apparentemente gelido Terminator dei campi degli anni ‘80. Ora sembra un po’ più a John Travolta che ad Arnold Schwarzenegger, però sicuramente avrà anche pensato:
1. Mannaggia! Avessi potuto giocare io su quest’erba con queste spade stellari; gliel’avrei fatta vedere io a quell’algido svizzero...
2. Se questo benedetto tetto l’avessero messo nell’ ‘88 quella semi con Boris non l’avrei persa manco se avessi dovuto fare serve&volley dall’inizio alla fine...
3. Meno male Andy non ha vinto, avrebbero riso di me perfino i tennisti della domenica... Portare Murray a vincere il primo Slam a Wimbledon sarebbe stata una beffa atroce, avrei dovuto ritirarmi a vagare nei campi di golf in eterno...

Enos Mantoani

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