13/08/2012 21:50 CEST - Politica federale

Vota Binaghi contro... nessuno

TENNIS - Quattro giorni. E' l'ingiustificato mini-preavviso che improvvisamente la FIT ha dato per le candidature regionali degli atleti e dei tecnici. L'attuale presidente aveva già imposto agli eventuali oppositori l'obbligo di procurarsi la firma di 300 circoli in almeno 5 regioni. Ubaldo Scanagatta

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Binaghi e Petrucci
Binaghi e Petrucci

NE' SOSTE NE' IMBARAZZI  PUR DI GARANTIRSI LA RIELEZIONE. CI VORREBBE MONTI (O GNUDI)

La macchina elettorale della FIT non conosce sosta nè imbarazzi. Va anzi di fretta, sempre di più, per impedire che chi vorrebbe farlo si organizzi per costituire un'opposizione democratica. Ci vorrebbe un Monti anche nello sport. Piero Gnudi, neo ministro dello sport, ne è consapevole? Si muoverà? Intanto dovrebbe rispondere a due interrogazioni parlamentari. Voci ricorrenti dicono che altre interrogazioni da parte di altri gruppi parlamentari siano in dirittura d'arrivo. Ma faranno in tempo? E soprattutto otterranno risposta? E' vero che sono talmente tante le situazioni prioritarie ancore più gravi di quelle dello sport, che non si può "condannare" questo Governo se le lascia un po' decantare. Anche se c'è chi poi è lesto ad approfittarsene. Ma non basta impedire la candidatura romana alle Olimpiadi, se si vuole arrestare un certo modo disinvolto di amministrare il Paese e lo sport italiano.

Ancora una volta chi detiene il potere fa di tutto per ostacolare eventuali cambiamenti, eventuali aspirazioni ad un rinnovamento. O noi o nessuno, o così o pomì. Ancora una volta il potere difende se stesso, si rifugia nelle pieghe dei regolamenti modificati con le giuste tempistiche per mantenere lo status quo. Succede purtroppo nella politica della res publica,  lo constatiamo tutti i giorni,  e la res sportiva ahinoi non fa eccezione, smentendo quanti credono ancora che lo sport sia un'isola felice nel nostro Paese scalfito dalle manovre delle varie caste.

L'amore sviscerato per le poltrone passa davanti a tutto e tutti. Anche nello sport.

Angelo Binaghi, già  quasi certo di essere rieletto per il quarto mandato consecutivo con le modifiche statutarie introdotte a fine 2009 ed approvate da un'assemblea in parte stanca e in parte forse assopita,  aveva già reso praticamente improbabile la candidatura di un qualunque suo ipotetico avversario. Quelle modifiche avevano infatti sancito che servisse l'appoggio scritto, firmato e controfirmato di ben 300 circoli, 200 atleti e 20 tecnici di almeno cinque regioni diverse per chiunque volesse candidarsi alla presidenza federale. Un incarico formalmente non retributo per un dirigente dllettante, quello del presidente.

COSTI PAUROSI PER QUALUNQUE CANDIDATO D'OPPOSIZIONE

Ma quante decine di migliaia di euro (o centinaia di migliaia?) potrebbe costare una campagna elettorale che dovesse portare per mesi un candidato presidente in giro per almeno cinque regioni onde raccogliere 520 adesioni firmate in bianco? Per ottenere 520 firme (con l'ovvio rischio di risultare sgradite al presidente in carica da qui al giorno delle elezioni, e pure per il quadrienno successivo nell'ipotesi di una rielezione del presidente in carica, mai mostratosi particolarmente comprensivo nei confronti di chi lo critichi e tantomeno lo osteggi) anche nell'eventualita di una coraggiosa e manifesta generale disapprovazione dell'attuale conduzione federale, il candidato d'opposizione dovrebbe quantomeno rendersi disponibile a minimo una, probabilmente due o tre consultazioni  con ciascuno dei 1500/2000 interlocutori da persuadere per informarli correttamente sui motivi e gli obiettivi della propria candidatura, allo scopo di ottenere il quorum minimo di 520 firme aderenti fra circoli, atleti e tecnici.

PRESIDENTE FIT? MA NON E' UN INCARICO PER UN DIRIGENTE DILETTANTE? E ALLORA?

Al tutto il candidato d'opposizione dovrebbe dedicare mesi e mesi per pura passione, visto che di incarico dilettantistico non retribuito si tratta quando si è presidenti di una federazione (o si tratterebbe...dacchè una recente innovazione regolamentare sui rimborsi consente una elasticità prima sempre negata). Ma quale candidato se lo può permettere se lavora, se non è un figlio di papà, se non ha milioni da investire per appagare una propria personale ambizione, un quasi smisurato desiderio di visibilità?

 Il CONI purtroppo non solo non ha vigilato su una tale manifesta aberrazione, ma l'ha colpevolmente autorizzata, così che sulla scia della Federtennis si sono buttate a capofitto altre federazioni sportive i cui presidenti non  sognavano altro che di restare al loro posto, sulla loro poltrona, quali che fossero le loro ragioni e senza dover affrontare una difficile battaglia elettorale..

Ribadisco il concetto: chi può permettersi una campagna elettorale di questo tipo? Chi può convincere, via via, i primi 100 circoli soprattutto, e poi via via tutti gli altri fino ad arrivare al minimo dei 300, per appoggiare un candidato che non sia il presidante attuale il quale detiene tutte le leve del potere. Chi può impegnarsi in un agone del genere senza poter dare tutte le garanzie che solo chi ha il potere può dare in termini di assegnazione di incarichi, gare, ruoli etcetera (quando i commi 1 e 2 dell’articolo 28 enunciano che è il consiglio FIT "a determinare i criteri per l'amministrazione dei fondi" , cioè dei contributi)?

Ma e se un oppositore fosse stato così in gamba, ed organizzato, da riuscire a mettere insieme quelle fatidiche 300 firme?

MEGLIO NON CORRERE RISCHI

Ecco allora lo stratagemma di complicargli ulteriormente la vita attraverso l'elezione dei 200 atleti e i 20 tecnici nazionali (ovviamente tali in base a regole...vecchie e nuove. In seguito ad una di  queste ultime, ad esempio, Claudio Pistolesi, pur eletto nel Player's Council dell'ATP, ma a suo tempo dimissionario come tesserato Fit per il noto "Caso Bolelli", non potrà essere considerato tecnico nazionale eleggibile. Peccato perchp a Binaghi avrebbe fatto piacere trovarselo eletto in consiglio!)

E' il 21 luglio (in piena estate, fra vacanze e Olimpiadi) che saranno rieletti i rappresentanti regionali di atleti e tecnici. L'annuncio è stato pubblicato il 9 luglio, così da rispettare almeno formalmente il limite di dieci giorni previsto dallo statuto (art.15, comma 8). Ma quanto tempo hanno avuto per presentare la candidatura? Quattro giorni. Appena quattro giorni. Un tempo strettissimo per presentare, per iscritto, una domanda formale nemmeno troppo semplice in cui si chiede ai tesserati di indicare:

a) le proprie generalità;
b) l’eventuale affiliato di appartenenza;
c) il numero e la data di emissione della tessera in corso di validità;
d) ove richiesti, per gli atleti, i numeri e le date di emissione di due tessere agonistiche precedenti;
e) ove richiesti, per i tecnici, i due anni precedenti di regolare iscrizione all’Albo od agli Elenchi;
f) la dichiarazione, sotto la propria personale responsabilità, di essere in possesso di tutti i requisiti
prescritti.

Perché questa fretta? Perché organizzare le consultazioni a metà luglio, con un preavviso così ridotto che ostacola la presentazione di candidature alternative a quelle già esistenti?

Non credo che questi interrogativi abbiano bisogno di spiegazioni. Sono  palesi.

È fortemente possibile che tutto ciò altro non sia che  il preludio a elezioni federali molto anticipate, in teoria anche al prossimo autunno. Magari prima che, a seguito delle interrogazioni parlamentari sopra accennate, possa arrivare un provvedimento di commissariamento, ad oggi tutt'altro che da escludere. Con le Olimpiadi, magari una medaglia da poter vantare in un doppio femmile, le ferie agostane e gli Us Open di mezzo, una decisione del genere non farebbe che rafforzare la posizione dell’attuale presidente e rendere quasi certa la rielezione di Binaghi per il quarto mandato consecutivo. A quel punto l'eventuale commissariamento di un neo-rieletto con percentuali bulgare (sia pure per l'assenza di candidati d'opposizione)  richiederebbe una presa di posizione molto più determinata e, di fatto, più improbabile. Queste considerazioni "strategiche" non sono certo io il primo a farle. C'è chi le ha fatte prima di me e proprio per questo motivo si è mosso, si sta muovendo di conseguenza. Finchè glielo consentiranno.

Un anticipo elettorale di due o tre mesi _ teoricamente allo scopo di poter pianificare meglio il futuro _ è  stato invocato anche da Gianni Petrucci, presidente uscente e non più rieleggibile del Coni, sindaco di San Felice Circeo e quasi certo di tornare sulla poltrona di presidente della Federbasket.  Un assist ai presidenti che lo hanno eletto e che dovranno eleggere fra non molto il suo successore. Un assist da parte di Petrucci a chi l’ha sostenuto in questi anni.

Fino ad oggi, la norma indicava un periodo tra il 1° maggio e il 30 giugno. "L'auspicio è che si voti a febbraio" ha suggerito Petrucci. E il Consiglio Nazionale ha modificato la norma, che ora si limita a indicare che le elezioni si debbano tenere entro il 30 giugno.

 Il risultato sarebbe che tutte le singole Federazioni dovrebbero completare presto il proprio rinnovo interno.

E PEGGIO PER GLI OPPOSITORI CHE NON SI SIANO GIA' ORGANIZZATI

Il candidato più forte alla successione di Petrucci, nel segno di una continuità non a tutti gradita ma oggi probabilmente maggioritaria, è l’attuale segretario generale Raffaele Pagnozzi, uomo dell’establishment sportivo nazionale da oltre 40 anni. Non è stata ancora ufficializzata invece la candidatura di Giovanni Malagò, personaggio influente e presidente del Circolo Canottieri Aniene, un club molto in vista nella Capitale e che fra le altre cose ha reclutato Federica Pellegrini, la stella più attesa della spedizione azzurra a Londra 2012. Il suo nome viene fatto da più parti, ma lui non ha ancora sciolto le riserve, ben conoscendo la difficoltà del compito. L’outsider potrebbe essere Renato Di Rocco, 66enne presidente della Federciclismo.

Per quanto riguarda la Federtennis, l’articolo 18, comma 9 dello Statuto, recentemente modificato, stabilisce che le elezioni si debbano tenere tra il primo settembre dell’anno olimpico e il 15 marzo dell’anno successivo. Quindi prima della data compresa fra il 1 maggio e il 30 giugno. Se anche la data dovesse essere fissata per l’inverno o l’inizio del 2013,come suggerisce Petrucci, perchè accelerare già a questo luglio le consultazioni regionali per atleti e tecnici?

Si teme forse l’ascesa, a livello locale, di figure intorno alle quali possa coagularsi una candidatura alternativa alla presidenza (nonostante servano anche le firme dei 300 circoli?)

Il nuovo (o vecchio) presidente, in base ai neo-commi 1 e 2 dell’articolo 25, ha tutta la responsabilità dell’area tecnica, nomina i Direttori Tecnici delle nazionali e il Segretario Generale della Federazione, “previa consultazione con il CONI e sentito il Consiglio Federale”. Quanto questi pareri siano vincolanti non è però specificato.

Chi non potrà candidarsi, come accennavo, è Claudio Pistolesi. Tra le modifiche al regolamento, di cui i tesserati hanno appreso a cose già fatte, c’è il nuovo comma 6 dell’articolo 9 dello Statuto: “E’ sancito il divieto di far parte dell’ordinamento sportivo per un periodo di 10 (dieci)anni per quanti si siano sottratti volontariamente con dimissioni o mancato rinnovo del tesseramento alle sanzioni irrogate nei loro confronti. A tal fine da parte della Segreteria federale sarà emessa apposita attestazione a far data dalla quale decorre il periodo su indicato. Il tesseramento dei soggetti di cui al comma precedente è comunque subordinato alla esecuzione della sanzione irrogata”. Il coach, recentemente rieletto nel Player’s Council dell’ATP, è stato il promotore di un primo importante passo per la riforma della professione: ha stabilito i criteri per poter essere riconosciuti coach ATP. “Sono molto simili a quelli che hanno i giocatori per accedere alla pensione” ci spiegava in un’intervista del novembre 2011. Bisogna cioè dimostrare di essere coach di un giocatore in tabellone in 11 eventi Atp all'anno, anche non consecutivi, per cinque anni”. Ma Pistolesi  ha restituito la tessera FIT nel 2008 a seguito della diatriba nata per la decisione di Bolelli di non rispondere alla convocazione per Italia-Lettonia di Davis.

Ma date un'occhiata anche a quanto segue.

Una modifica rilevante riguarda i commi 1 e 2 dell’articolo 28: “1. Il Consiglio Federale è l’organo preposto alla verifica della corretta esecuzione del programma tecnico-sportivo, alla valutazione dei risultati sportivi conseguiti e alla vigilanza sul buon andamento della gestione federale.
2. Il Consiglio Federale, in particolare:
a) concorre alla realizzazione dei fini istituzionali;
b)
definisce i criteri per l’amministrazione dei fondi a disposizione della F.I.T.

Sarà dunque il Consiglio Federale a regolare l’elargizione dei contributi alle società partecipate della Federtennis.

Capito?Non è una clausoletta da nulla quella che ho appena riportato!

Inoltre:

Sarà il Consiglio a stabilire quanto fornire a Supertennis, la televisione edita dalla società presieduta dallo zio materno del presidente federale che, come abbiamo evidenziato nella nostra inchiesta, ha beneficiato di 14 milioni di contributi in tre anni a fronte di introiti pubblicitari di 350 mila euro.

Sarà lo stesso consiglio federale a stabilire quanto versare alla Mario Belardinelli, la società che gestisce i centri estivi e che ha ricevuto quasi due milioni di contributi in conto esercizio tra il 2009 e il 2010. Della Belardinelli è socio al 10% la Lega Tennis (che possiede il 10% anche della Fit Servizi), presieduta da uno degli attuali consiglieri federali, il cui numero, a partire dalle prossime elezioni, scenderà da 14 a 12.

LE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI IN ATTESA D'UNA RISPOSTA

Una modifica di cui, come detto, i tesserati sono venuti a conoscenza solo a cose fatte. Eppure la poca trasparenza nella gestione dei contributi federali è finita negli ultimi mesi nell'occhio del ciclone. Se ne sono accorti anche (perfino?) i politici, che hanno presentato due interrogazioni parlamentari a risposta scritta al ministro Gnudi: la prima dal deputato Pdl Giuseppina Castiello, la seconda dai senatori IDV Fabio Giambrone e Felice Belisario. Questi ultimi hanno chiamato in causa anche il Coni chiedendo ““se abbia autorizzato la costituzione delle società partecipate dalla Federtennis” e “vigilato sulle procedura di scelta dei soci”, se sia a conoscenza “dei nominativi dei soci” e degli “intrecci di partecipazione tra i soggetti e le varie società partecipate”, se abbia “approvato i bilanci della Fit e delle sue partecipate dalla loro costituzione ad oggi con le relazioni illustrative e le relazioni dei collegi sindacali” e controllato l’associazione in partecipazione con la FIT, che divide con la Coni Servizi gli incassi degli Internazionali d’Italia, e l’adempimento da parte della presidenza federale delle linee guida per il contenimento dei costi.

Le interrogazioni sono ancora senza risposta. Ma se il ministro non ha dato seguito alle domande, la Federazione ha cambiato il comma 3 dell’articolo 58 dello Statuto: “ Ove la FIT abbia costituito società strumentali allo svolgimento dei propri compiti” si legge, “il loro bilancio deve essere pubblicato e allegato al bilancio federale anche ai fini dell’approvazione di quest’ultimo da parte del C.O.N.I.

. Finora la Federtennis ha reso pubbliche solo delle relazioni sintetiche sui bilanci federali del 2009 e del 2010 in cui mancavano i dettagli delle singole voci e i riferimenti ai contributi versati alle società partecipate. Questa piccola auto-imposizione di trasparenza sarebbe stata possibile senza la nostra inchiesta e senza le due interrogazioni parlamentari, che arrivano dai due opposti schieramenti e dai due diversi rami del Parlamento? Lascio a voi dare una risposta.  Una rondine, comunque, non fa primavera.

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Ha collaborato Alessandro Mastroluca per la ricostruzione degli eventi, la ricerca degli articoli già pubblicati da Ubitennis, la stesura di quest'articolo (anche se non necessariamente le considerazioni "politiche" di cui il direttore Ubaldo Scanagatta si assume la piena ed esclusiva responsabilità).

Ubaldo Scanagatta

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