HOMEPAGE > > La testa, prima di tutto.

17/07/2012 01:21 CEST - LA RIFLESSIONE

La testa, prima
di tutto

TENNIS - Maria Sharapova ha parlato dell'importanza della forza mentale durante i match. Tale qualità non è inferiore a quelle tecnica e fisica: i campioni e le grandi vittorie nascono anche da lì. Diego Barbiani

| | condividi
Maria Sharapova (Photo by Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)
Maria Sharapova (Photo by Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

Maria Sharapova ha di recente rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti l’aspetto psicologico di un giocatore di tennis, ormai sempre più importante al pari della tecnica e dell’aspetto atletico.

Alcune brevi dichiarazioni possono essere raffrontate a tutta la carriera di un giocatore, partendo dal livello juniores fino a quando si diventa maturi.

“Io penso sia qualcosa che è dentro noi” dice Maria. In effetti l’aspetto mentale è una componente di noi stessi, una parte del nostro carattere. Nel tennis questo è sempre presente: o tramite il suo lato positivo, o tramite quello negativo. Lo si può verificare soprattutto nei match giovanili, dove la componente emotiva molto spesso la fa da padrone, e se da un lato si vede il tennista che, arrabbiato con il mondo, inizia a giocare colpi sui teloni, urlare contro il cielo, piangere, dall’altro lato del campo potrebbe trovarsi un giocatore che, nonostante gli errori, non si perde d’animo e rimane con un “body language” estremamente positivo.

Allo stesso modo, tra i professionisti chi si contraddistingue per la sua forza mentale è facile da individuare: non molla mai un colpo, fa sentire al proprio avversario che è presente in campo, nonostante alcune sconfitte riesce sempre a guardare avanti e a non farsi condizionare da vari agenti esterni, ma pensare solo a sé stesso e a continuare ad impegnarsi.

Gli esempi, sia per un lato che per l’altro, si sprecano: Nadal e Djokovic sono 2 giocatori che possiedono una forza mentale incredibile. Entrambi, durante i rispettivi match, disinnescano prima questo aspetto, lavorando l’avversario “ai fianchi” e minandogli le certezze, poi concludono l’opera. Alle volte può anche capitare che siano in difficoltà durante lo scambio, ma solo all’apparenza: essendo dotati di una eccellente fase difensiva, entrambi spesso riesco a rigiocare la palla al di là della rete.

Si instaura una particolare relazione tra i giocatori: loro che all’inizio sembravano essere in svantaggio, col passare dei colpi assumono il comando della situazione e non è affatto raro vedere un errore avversario e la conseguente perdita del punto. Questo strano circolo si crea anche grazie alla mentalità del giocatore vincente, che soffre ma che alla fine riesce ad ottenere ciò che vuole perché si nutre in un certo senso dell’altro, assapora il suo stato d’animo, la sua ansia, e sa che continuando così potrà portare a casa la partita.

I loro match sono il trionfo di questo aspetto: ognuno cerca di entrare nella mente dell’altro, a forza di “bastonate” tennistiche, per neutralizzarlo e costringerlo alla resa, al ko tecnico. Regolarmente però l’altro non demorde e risponde in egual maniera. Si prosegue per ore ed ore. Probabilmente se non ci fosse un limite andrebbero avanti per giorni e giorni, fino allo stremo.

Il discorso diametralmente opposto è valido per tantissimi giocatori. Nella maggior parte dei casi si tratta di attaccanti, o comunque di giocatori che non sopportano i lunghi scambi, perché mentalmente non riuscirebbero a reggerli, quindi si vedono costretti a cercare subito il colpo vincente.

Per esempio: Gabashvili (non cito Gulbis e Malisse per il semplice fatto che vi annoierei a morte con i soliti discorsi). Il russo, che qualcuno potrà ricordare essere balzato agli onori della cronaca grazie al RG2010 quando eliminò Roddick prima di arrendersi negli ottavi al futuro semifinalista Melzer, è il tipico giocatore impaziente, si autodefinisce un matto perché è conscio di giocare in maniera furiosa su ogni palla, inoltre riesce ad esaltarsi quando è in giornata e al tempo stesso potrebbe giocare come un atleta di terza categoria quando ha la luna storta. Indice di una mentalità non governabile.

Ha ragione Maria, è qualcosa che è dentro di noi. Noi dobbiamo solo essere in grado di renderlo un punto a nostro favore. Molto semplice il concetto. “Riguarda te e nessun altro” dice Maria. In fondo, secondo questa frase, tennis e psiche sono strettamente legati: come si è soli a lottare per essere padrone della propria forza mentale, si è soli anche sul campo da gioco.

Qui si può approfondire un aspetto enunciato in precedenza, cioè che bisogna essere in grado, se si vuole arrivare davvero in alto, di non mostrare all’avversario il proprio stato d’animo e mascherare le proprie emozioni, come in una partita di poker. In caso opposto, l’altro potrebbe, come nel meccanismo dei vasi comunicanti, acquisire fiducia vedendosi di fronte un giocatore confuso e poco presente nel match.
Federer in questo è il migliore perché in campo non si sente, non emette suono (ad eccezione di qualche “come on!!” che utilizza quando ha bisogno di caricarsi) e la sua espressione muta raramente, come un perfetto giocatore di carte.

Diamo un esempio riguardante il fuoriclasse svizzero: il servizio. Nonostante non sia annoverabile tra i bombardieri del circuito, è in grado di ricavare una grande quantità di aces o servizi vincenti. Questo perché è praticamente illeggibile. L’avversario spesso non riesce ad intuire la traiettoria del servizio o, pur intuendola, non riesce a rispondere a causa della grande precisione del colpo.

Nel campo femminile invece si trovano molteplici casi di giocatrici che non riescono a trattenere il loro stato d’animo, è molto più complicato per loro che non per i maschi essere forti psicologicamente. Un esempio: Vera Zvonareva. La russa, poco tempo fa seconda giocatrice al mondo, non riesce mai a trovare il proprio equilibrio e molto spesso le sue partite deve giocarle contro due elementi: l’avversaria e sé stessa. Le sue difficoltà emotive (e quindi psicologiche) sono da sempre un limite alla sua carriera. Agli ultimi Australian Open ha concluso il match in lacrime dopo una brutta sconfitta contro Makarova, ha mancato 6 match point contro Pennetta a New York qualche anno fa, ha discusso ferocemente contro una giudice di linea nella semifinale di Pattaya 2010 persa contro Hantuchova anche per via di una pessima tenuta mentale, infine nelle 2 finali Slam giocate ha conquistato massimo 3 game per parziale.

Ha ancora ragione Maria, siamo noi che dobbiamo essere in grado di padroneggiare la nostra mente.
“Ti devi assumere la responsabilità” dice Maria. Questo breve pensiero esula anche dal semplice aspetto tennistico e si può proporre proprio come consiglio, o linea guida, nella vita di ciascuno di noi. Occorre essere dunque forti e coscienti delle proprie azioni, sia sul campo da gioco che nelle azioni di vita quotidiana. E’ il pensiero che scaturisce da una ragazza di appena 25 anni ma dal passato denso di esperienza: dal trasloco dalla Russia agli Stati Uniti, alle prime fatiche sul campo da tennis, alla crescita nell’accademia di Bollettieri, al titolo di campionessa di Wimbledon nel 2004, agli anni duri in cui precipitò oltre la centesima posizione mondiale a causa dell’infortunio alla spalla, alla rinascita e al ritorno al vertice della classifica mondiale.

Un ottovolante di emozioni da cui poter comprendere al meglio la maturazione di Maria, ormai prossima alle nozze col tennista Vujacic e considerata come una veterana in un circuito in cui la maggior parte delle atlete arriva al top in età prematura.

In conclusione, la psiche per il tennista moderno è estremamente importante. Deve essere sempre sotto controllo del giocatore stesso. Può bastare un minimo di stacco e la partita rischia di scivolare via dalle mani: si rischia di perdere il controllo dei colpi ed il feeling con la pallina, entrando in un vortice non semplice da affrontare. In campo maschile i giocatori dalla spiccata forza mentale sono perlopiù compresi tra i primi 10 del mondo, mentre nel femminile è un discorso che racchiude giusto poche elette, Serena Williams su tutte.

Diego Barbiani

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Partnership

 

Ubi TV

I punti migliori di Federer a Wimbledon

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis