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19/07/2012 22:44 CEST - Personaggio

Il calvario di Monfils

TENNIS - Nel giorno dell'investitura di Amélie Mauresmo, nuovo capitano del team francese di Fed Cup, Gaël Monfils ha deciso di raccontare, dopo quasi 3 mesi di silenzio, il proprio calvario. Assente dal Roland Garros spera di rientrare per Londra. da Parigi, Davide Zirone

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Gael Monfils ha subito parecchi infortuni in carriera, soprattutto legati a problemi al ginocchio destro, che gli sono costati spesso settimane di stop. L’ultimo, causato dalla rotula bipartita, gli ha impedito di prendere parte al Roland Garros, « il torneo della sua vita ». Da quel momento, il francese è rimasto nell’ombra, nessuna dichiarazione fino a qualche giorno fa. Il calvario è iniziato a Roma : « La mattina del primo turno non riuscivo a correre » racconta Monfils, « Sono riuscito comunque a battere Alex Bogomolov, ma dopo la sconfitta contro Juan Carlos Ferrero, negli spogliatoi, ho sentito un dolore atroce al ginocchio. »
La settimana dopo Gael gioca al torneo di Nizza e perde al primo turno contro Bryan Baker ed è lì che si rende conto che dovrà rinunciare allo Slam parigino. « Da quel momento, ho preferito non parlare perchè ero molto triste », continua l’ex numero 1 francese, « Era la prima volta che rinunciavo al Roland Garros e l’ho vissuta malissimo… dare forfait in un torneo è triste ma al Roland è mille volte peggio ! ». La Monf deve così battersi contro due avversari : il ginocchio e la frustrazione di non poter giocare il suo torneo preferito. « Non riuscivo a dormire, ero arrabbiato con me stesso, non riuscivo a farmene una ragione ! Non avevo voglia di alzarmi al mattino, ero quasi depresso. Ma tutto questo è servito a farmi capire quanto io amo il tennis. »
Nonostante l’assenza, ha seguito i suoi compagni in campo. « Si, ho visto alcune partite, come quella di Jo contro Nole, ma ero distante. Mi sono rasato i capelli a zero e poi sono andato via da solo. Lontano, molto lontano. Ho visitato posti che non conoscevo, avevo bisogno di questo viaggio per rimettermi in discussione ».
In questi momenti tristi, non nega di aver pensato al suo fisioterapista di fiducia, Philippe Manicom, scomparso un anno fa. « Mi chiedevo cosa mi avrebbe detto in questo momento, ed ho ripensato a tutti i discorsi dei miei ex allenatori quando ero forte fra i junior. Prima mi allenavo ed ero preparato per vincere, non per giocare bene, adesso invece ho perso quel fighting spirit ! »
Monfils non tocca la racchetta dal 23 maggio e non vede l’ora di poter prendere parte ai Giochi Olimpici, dopo i quarti a Pechino 2008, ma vuole essere prudente : « Sarebbe fantastico, ma se dovessi farmi di nuovo male sarebbe un trauma ancora peggiore e comunque per giocare nell’equipe de France devo ritrovare prima un buon gioco ». Nadal ha preferito ritirarsi lasciando spazio ad un altro connazionale, forse Monfils avrebbe dovuto fare altrettanto e concentrarsi soltanto su una guarigione ottimale, considerando che, fra i 4 Slam, dove ha brillato di meno, è proprio sull’erba dell’All England Club.

Davide Zirone

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