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20/07/2012 15:47 CEST - L'ARGOMENTO

Un elogio
alla follia

TENNIS - La squalifica di Nalbandian al Queen's è solo l'ultima di una serie di accessi d'ira che nel corso degli anni ci hanno mostrato il lato più fragile dei tennisti. Bleacher Report ha provato a fare un po' d'ordine nella sterminata casistica in perenne rinnovamento. Massimiliano Di Russo

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La storia del tennis è piena di momenti in cui l'equilibrio psichico dei suoi interpreti è stato spesso minato da una singola chiamata arbitrale che ha cambiato in alcuni casi la storia di un match, liberando quei fantasmi che ogni tennista è chiamato a tenere sotto chiave per tutta la durata di un incontro.

Bleacher Report ha compilato una lista dei più famosi accessi di rabbia che spesso hanno pregiudicato il successo dei protagonisti di questo sport. Divertitevi a trovarne altri.

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Roger Federer, Us Open 2009 (vedi)

Strano ma vero: anche il Roger Federer degli anni della maturità perde la testa. Accade durante la finale degli Us Open del 2009, quando si trova a servire per il terzo set contro l’argentino Del Potro. In quel momento, il rapporto conflittuale che ha da sempre legato il numero uno del mondo all’occhio di falco si manifesta in maniera inequivocabile: Federer, a due punti dal terzo set, si vede costretto a concedere una palla break all’avversario grazie a una provvidenziale quanto ritardata chiamata dell’Hawk-Eye. Finirà per perdere il servizio sfogando tutta la sua rabbia sul giudice di sedia Jack Garner: “Non dirmi di calmarmi, ok? Quando ho voglia di parlare, parlo”. Per la cronaca lo svizzero, per nulla destabilizzato dall’imprevisto, strapperà il servizio al rivale portandosi in vantaggio di due set a uno contro un Del Potro che in rimonta di lì a poco si aggiudicherà il suo primo –e finora unico - Slam.

Grande Del Potro, Federer regala

Martina Hingis, Roland Garros 1999 (vedi)

Lo psicodramma di Martina Hingis nella finale del Roland Garros che la vedrà soccombere a Steffi Graf sotto una salva di fischi inizia nel secondo set, quando la svizzera, avanti di un set e di un break, contesta vivacemente la chiamata di una giudice di linea tanto da “invadere” la metà campo dell’avversaria alla ricerca del segno della palla. Davanti a un pubblico che da quel momento sosterrà senza riserve Steffi Graf, la Hingis continuerà la sua personale discesa agli inferi proseguendo il siparietto con i giudici d’appello fino all’inevitabile perdita del punto. Durante la premiazione, sarà la sola signora Molitor a consolare una disperata Martina.

Andy Roddick, Us Open 2001 (vedi)

Prima dell’avvento dell’Hawk-Eye ai tennisti che giocavano sul cemento erano concesse solo vane proteste. E’ quello che capitò a Roddick, che nel 2001 tenne testa nei quarti di finale a un Lleyton Hewitt in rampa di lancio. Proprio nel quinto set l’americano, costretto a servire per restare nel match, subì un overrule dal giudice di sedia che, probabilmente sbagliando, giudicò fuori un dritto che rimbalzò lontano da dove si trovava lo stesso arbitro. “Come puoi chiamare un overrule dal lato opposto del campo? Cosa c’è di sbagliato con te? Non può accadere questo sul 4-5 nel quinto set. Cosa sei? Un idiota assoluto?”. Pochi punti dopo Hewitt vinse quello stesso game e di conseguenza il match accompagnato dagli applausi dell’allora fidanzata Kim Clijsters.

Marcos Baghdatis, Australian Open 2012 (vedi)

4 racchette spaccate in 25 secondi. E’ questo il record stabilito dalla follia di Marcos Baghdatis, che dopo quel magico 2006, vuoi anche per qualche infortunio di troppo, non ne ha indovinata più una. Così quest’anno, in quell’Australia che gli regalò un’incredibile finale, frustrato durante un match di secondo turno nel quale non riusciva a trovare il bandolo della matassa contro Wawrinka, non ha trovato miglior risposta se non quella di spaccare quattro racchette durante un cambio di campo. Concludendo il tutto con una bella risata.

Baghdatis campione di spaccaracchette

John McEnroe, Wimbledon 1981 (vedi)

Il match di primo turno giocato a Wimbledon il 22 giugno 1981 e vinto da John McEnroe contro Tom Gullikson con il punteggio di 7-6 7-5 6-3 non sarebbe mai passato alla storia se non fosse stato teatro di una delle più famose proteste che lo sport ricordi. “You cannot be serious” resterà impresso per sempre nella memoria degli appassionati, ennesimo atto di ribellione del “Superbrat” che gli costò una multa di 1500 dollari e la mancata nomina di socio onorario dell’All England Club che spetta ai vincitori di Wimbledon –sì perché Mac dopo una partenza di quel tipo finì per vincere il torneo. Non che gli importasse, anzi. E chissà le risate con gli amici quella sera stessa al ricordo di quel primo turno e del povero Edward James, il giudice arbitro che da quel momento sarà per sempre “la feccia del mondo”.

Jeff Tarango, Wimbledon 1995 (vedi)

Agli inizi della sua carriera Jeff Tarango era considerato una promessa, finì per diventare famoso per il suo carattere vulcanico e per la querelle che lo vide protagonista insieme all’arbitro Bruno Rebeuh. Accade a Wimbledon durante un match di terzo turno tra l’americano e il tedesco Mronz: Rebeuh fa un overrule che indispettisce Tarango, dando fuoco alla miccia che tra warning e interventi del supervisor porta il tennista ad abbandonare il campo non prima di aver accusato il giudice di sedia di essere un arbitro corrotto. Poco dopo Rebeuh verrà aggredito dalla non meno facinorosa moglie di Tarango, pronta a vendicare il marito dell’onta subita.

LLeyton Hewitt, Us Open 2001 (vedi)

“Guardali. Dimmi se vedi qualche somiglianza”. Così un ventenne Hewitt si rivolse all’arbitro riferendosi al medesimo colore della pelle dell’avversario, James Blake, e del giudice di linea che per due volte gli aveva fischiato un fallo di piede, chiedendo che quest’ultimo venisse sostituito. In un secondo momento l’australiano, che vincerà quell’edizione degli Us Open, tentò di svincolarsi delle accuse di razzismo che gli piovvero addosso, ma il danno ormai era fatto.

Serena Williams, Us Open 2009 (vedi)

Ovvero quando le bizze costano letteralmente una partita. Accade a Serena Williams nel 2009, quando durante la semifinale degli Us Open che sta disputando contro Kim Clijsters si trova a servire per restare nel match. Sul15-30 le viene assegnato un doppio fallo per fallo di piede sulla seconda di servizio che porta la Clijsters ad avere due match point. Serena si infuria e si rivolge alla giudice di linea in un modo che lascia poco spazio alle interpretazioni: “Te la ficco giù per la gola” dice mostrandole una pallina da tennis. Scatta il secondo inevitabile warning e con esso automaticamente il punto per l’avversaria, che trovandosi sul match point di fatto vince l’incontro.

Clijsters in finale. Follia Serena.

Clijsters signora: "Capisco Serena"

David Nalbandian, Queens 2012 (vedi)

L’ultima follia in ordine di tempo è di Nalbandian, che al Queens vede sfumare una possibile vittoria in finale su Cilic: subito dopo aver ceduto un servizio la Nalba sferra un calcio al box di un giudice di linea che ferisce alla gamba l’attempato signore. Inevitabile la squalifica dell’argentino, con critiche e reazioni francamente eccessive, vedi l’indagine condotta sull’accaduto da parte di Scotland Yard.

Tutti odiano Nalbandian?

Nalbandian denunciato da Scotland Yard
 

Massimiliano Di Russo

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