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21/07/2012 18:30 CEST - ATP Amburgo

Monaco in finale contro Haas

TENNIS - Nella prima semifinale del torneo di Amburgo Almagro cede in tre set a Juan Monaco. Per l'argentino quarta finale del 2012. "Pico" affronterà Haas che ha superato 76 60 Cilic. Daniele Vallotto

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[3] J. Monaco b. [1] N. Almagro 3-6 6-3 6-4

La prima sfida dell’ATP 500 di Amburgo vede opposti Nicolas Almagro, testa di serie numero 1 e Juan Monaco, numero 3 del tabellone. Entrambi sono reduci da una finale persa, l’uno a Båstad, l’altro a Stoccarda.
Si sono affrontati sei volte in carriera Nico e Pico, quattro volte sulla terra. Il bilancio è, rispettivamente, di 4-2 e 3-1 a favore del numero 10 del mondo. Il primo scambio, serratissimo, dimostra la solidità da fondo campo di entrambi, e ad aggiudicarselo è Monaco con un pregevole drop-shot. Sull’1-1 l’argentino si procura le prime palle break che costringono Almagro a cambiare i piani: lo spagnolo le cancella tutte e tre grazie anche al servizio e si salva in corner. È però evidente che l’atteggiamento remissivo di Nicolas rischia di metterlo nei guai data la pesantezza della palla di Monaco. Tuttavia la battuta di Almagro riesce a compensare questa inferiorità sugli scambi medio-lunghi e Nico, passata la paura, riesce a controllare agevolmente i successivi turni di servizio. Sul 4-3 la costanza di Almagro comincia a pressare Monaco che concede due palle break. La prima è sufficiente per lo spagnolo che va a servire per il set e chiude il primo parziale grazie ad un ottimo rendimento al servizio.

Nel secondo set la storia si ripete, ma a parti invertite: sul 4-3 in favore dell’argentino Almagro concede qualcosa al servizio (fino ad allora impeccabile) e con un paio di errori banali dà al suo avversario la possibilità di servire per il secondo set. La sagra degli errori indetti dal murciano prosegue nel game successivo e senza soffrire Monaco riesce ad allungare la partita al terzo set.

Almagro, roccioso fino al 4-3 del secondo set, comincia a sbagliare molto di più e Monaco, aiutato dalla buona sorte ne aprofitta immediatamente. Prima indovina un dritto sulla riga che inganna Almagro e poi si porta avanti di un break grazie al nastro. Ma qui la luce si spegne. Almagro infatti costringe l’avversario ad uno scambio intensissimo e le tossine si fanno sentire nei punti successivi dato che arrivano il contro-break dello spagnolo e un ulteriore break che gli danno un vantaggio di 3 game a 1. Un vantaggio che sembra decisivo ma che si dimostra solo il prologo di una girandola di break: di lì in poi verranno messi a segno infatti altri tre break finché Monaco riesce ad interrompere la maledizione e a raggiungere l’avversario sul 4 pari. Nel successivo game arriva l’episodio che dà la svolta alla partita: Almagro, avanti 30-15, commette degli errori imperdonabili e perde il servizio per la terza volta consecutiva. Questa volta Monaco coglie l’occasione al balzo: comincia il game con un ace e poi porta a casa il match con il punteggio di 3-6 6-3 6-4.

Per Monaco terza vittoria nei confronti di Almagro e quarta finale stagionale dopo le vittorie a Viña del Mar e Houston e la sconfitta di Stoccarda. Almagro paga un rendimento disastroso al servizio a partire dal secondo set: se nel primo parziale aveva un 73% di prime la statistica cala drasticamente nel secondo (35%) e nel terzo (32%). Addirittura nel terzo set Almagro ha vinto un solo punto su sette quando ha servito la prima. Dal canto suo Monaco, pur non eccellendo in questo fondamentale, ha accelerato nel momento più propizio e ha così la possibilità di vincere il terzo trofeo stagionale che lo proietterebbe al numero 11 del mondo, scavalcando proprio Almagro.

[WC] T. Haas d. [4] M. Cilic 7-6(7) 6-0

La Germania porta bene a Tommy Haas: dopo la vittoria ottenuta ad Halle, il tedesco raggiunge un’altra finale ma questa ha il sapore speciale di casa, essendo lui nato ad Amburgo. Haas torna nella sua città natale dopo sei anni e ha tutte le intenzioni di superare lo scoglio della semifinale, raggiunta in una sola altra occasione nel lontano 1997, da numero 126 ATP.
Dieci anni e trentaquattro posizioni: questa la differenza d’età e ranking che separa l’idolo di casa e Marin Cilic. I due hanno vinto una sfida a testa, Haas nel magico Wimbledon 2009, Cilic quest’anno a Monaco. L’inizio del tedesco è dimenticare: un secondo game disastroso dà a Cilic il break che si tramuta velocemente in un 3-0 ma Haas, all’ennesima rinascita tennistica, gioca qualche colpo dei suoi e si porta subito sul tre pari. Marin risponde a suon di dritti ai numerosissimi drop-shot dell’avversario e sul 5-4 si trova a due punti dal set ma Tommy trova due salvifici ace che lo tolgono dai pasticci. Cominciano a fioccare le occasioni: Haas ha tre palle break consecutive ma non riesce a convertirle, Marin ha un set point nel game successivo ma affossa un comodo dritto. Nel tie-break Cilic va avanti di due mini-break, si trova avanti 6-3 ma Haas riesce a recuperare anche il secondo mini-break e a trasformare il primo set point a disposizione sull’8-7 dopo un’ora e diciannove minuti di gioco.
In apertura di secondo set Haas scivola e chiede un MTO per curare una ferita alla mano destra ma appena rientrato in campo realizza il break che gli permette di condurre il gioco con tranquillità. Come spesso gli capita il croato comincia a perdere la pazienza e conseguentemente i colpi: due errori piuttosto marchiani e due doppi falli danno ad Haas un vantaggio incolmabile. Appena il croato cerca gli angoli la palla finisce invariabilmente fuori e Tommy deve semplicemente limitarsi a giocare il suo tennis, un invito a nozze per un giocatore della sua qualità e della sua esperienza. Cilic capisce che le sue possibilità si sono infrante nel quarto game e lascia così strada libera al tennista di casa, davvero invidiabile per come interpreta lo sport alla sua età. Dopo aver fallito quattro match point consecutivi il numero 49 del mondo si inventa un drop-shot chirurgico che gliene frutta un quinto. Stavolta Cilic si arrende e Haas guadagna così la seconda finale dell’anno. Domani Juan Monaco dovrà fare i conti con la solidità granitica che l’ex numero 2 del mondo dimostra di avere nelle finali perché da Roma 2002 ad oggi il tedesco ha giocato otto finali e non ne ha persa nemmeno una.

 

Daniele Vallotto

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