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22/07/2012 20:47 CEST - Olimpiadi

L'eterno dubbio
sul tennis olimpico

TENNIS - Prendendo spunto da due interessanti articoli, torna, a pochi giorni dall'inizio del torneo, l'interrogativo di sempre: il tennis alle Olimpiadi è un bene o un male? Luca Pasta

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Le Olimpiadi di Londra 2012 incombono, il torneo olimpico di tennis anche, ma in fondo, se ci pensate, l'appassionato di tennis continua a vivere nel suo mondo esclusivo: gli echi di Wimbledon e dei record di Federer non si spengono, ed anche se certamente si parla in continuazione del forfait dato da Nadal, alla fine i commenti, i pensieri, i sentimenti della maggior parte dei tennis-maniaci, tendono ad inquadrare il tutto nella solita dialettica tennistica, nel solito accanito confronto tra i tifosi di Rafa e coloro che lo avversano, e così via.

A volte si ha la sensazione che è come se si stesse avvicinando un torneo importante, ma anche che molti tendano inconsciamente a dimenticare essere tale torneo olimpico.

Sulla pagina del sito si.com è apparso un interessante dibattito tra i due giornalisti di Sports Illustrated Courtney Nguyen e Ben Rothenberg sull'eterno tema del tennis alle Olimpiadi.

Secondo Nguyen, il tennis non appartiene al mondo olimpico, come il calcio del resto. La sua tesi è semplice: se la medaglia olimpica non rappresenta il traguardo più ambito di una carriera, e non è così nel tennis perchè l'immortalità si conquista nei quattro leggendari tornei dello Slam, nè lo è nel calcio dove la vera storia si scrive ai Campionati del Mondo, allora la medaglia olimpica ha un valore diluito, sminuito. Inoltre il torneo olimpico non è strutturato in modo da essere un torneo atipico, a squadre, altro non è invece che la riedizione di un medio-grande torneo del circuito peraltro del tutto indegno di essere considerato una specie di quinto Slam.Se si prendono il nuoto o le discipline ginniche, l'oro olimpico è il sogno di tutta una carriera.

Rothenberg innazitutto critica l'azione di "olimpizzazione" di Wimbledon, l'azione, in corso, di attenuazione o cancellazione delle caratteristiche tipiche dell'habitat naturale dell'All England Lawn Tennis and Croquet Club: niente sfondi verdi scuro, niente regola dell'abito bianco ecc..., quando invece la tipicità britannica di quell'ambiente poteva essere un segno distintivo importante di "queste" Olimpiadi. Anche l'idea di una formula diversa, senza eliminazione diretta, ma con il "famigerato" roud robin, oppure una competizione a squadre in stile Hopman Cup viene sollevata. Rothenberg è comunque meno critico della suo collega sul tennis olimpico, sottolinea l'alto numero dei porta-bandiera tennisti ed anche il fatto che in paesi come la Cina e la Russia il boom tennistico abbia avuto come origine il ritorno ufficiale del tennis alle Olimpiadi nel 1988. Rothenberg infine, dopo essersi indignato per i soli 750 punti ATP che vale la vittoria olimpica, conclude esaltando l'atmosfera e lo spirito olimpico osservando che non si vede perchè il tennis non ne dovrebbe far parte.

Nguyen ribatte ancora sottolineando i problemi creati al calendario ed alla preparazione per gli Us Open dalla presenza delle Olimpiadi ed osserva come tra quattro anni a Rio de Janeiro non ci sarà il trainante fattore-Wimbledon, ed i giocatori forse non saranno così entusiasti di volare a migliaia di chilometri nel pieno della preparazione per Flushing Meadows, per non parlare dei danni da assenza di grandi nomi quest'anno subiti da tornei come i WTA di Stanford e Carlsbad. Osserva infine come il torneo Olimpico non sarà certamente televisivamente parlando lo sport più considerato, se è vero che ad esempio negli Stati Uniti non sarà il grande network NBC a seguirlo dettagliatamente, ma Bravo.

Rothenberg però conclude che nonostante tutto è bene che il tennis rimanga una sport olimpico, "olimpicamente periferico", ma olimpico.

Da questa sintesi dell'interessante discussione, emergono i temi tipici che vengono sempre portati a favore o contro l'idea del tennis olimpico.

In un altro articolo, della sezione sportiva di Usa Today, la grande "madre" del circuito femminile, Billie Jean King osserva come il ritorno alle Olimpiadi nel 1988 sia stato dovuto al fatto che il tennis stava diventando uno sport veramente globale nel mondo, a differenza ad esempio del baseball e del football americano. Per la grande campionessa americana il torneo di tennis olimpico dovrebbe essere assolutamente una competizione a squadre, perchè "per le Olimpiadi si forma un team, si parte come un team, e poi si gioca un torneo individuale". La co-fondatrice del rinato World Team Tennis ha sempre avuto questo concetto di squadra come caposaldo della sua visione dello sport. La King conclude con un certo pessimismo sulle chance olimpiche dei connazionali.

Due articoli quindi, che posson essere fonte di stimolante discussione tra i lettori a pochi giorni dall'inizio del torneo Olimpico.

I due quesiti fondamentali sulla questione tennis ed Olimpiadi non posso alla fine che essere due:

1) cosa dona il tennis alle Olimpiadi?

2) cosa riceve il tennis dalle Olimpiadi?

Premesso che chi scrive non è forse in grado di dare una risposta obiettiva a queste domande essendo da sempre, mi si passi il bizzarro termine, un Olimpia-scettico (riguardo al tennis ovviamente, non in generale), la sensazione riguardo alla prima domanda è che forse le Olimpiadi non ricevano molto dal tennis, che vivano più intesamente le discipline storiche che ne hanno fatto la storia. Il tennis, noi lo sappiamo, avrebbe infinite ricchezze da offrire, perchè è uno sport complesso e meraviglioso, ma anche particolare, singolare, e c'è da dubitare che l'ambiente olimpico, il pubblico olimpico, siano preparati per goderne.

La seconda domanda potrebbe ricevere le impietose risposte che tante volte sono state date: calendario sconvolto, programmazione problematica per i giocatori, danni per i tornei cronologicamente nelle vicinanze del torneo olimpico. Eppure, nonostante tutto ciò, pare talvolta di cogliere nelle dichiarazioni di molti dei protagonisti del nostro sport sentimenti di entusiasmo di gioia di partecipare sinceri, genuini, perchè davvero, forse, loro non si sentono dentro al solito torneo.

La sensazione insomma è che le Olimpiadi, non diano qualcosa in più al tennis, ma ai tennisti.

Luca Pasta

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