05/08/2012 10:54 CEST - Olimpiadi

Murray sogna la rivincita

TENNIS - Federer ha battuto Del Potro 19-17 al terzo dopo 4 ore e 26 minuti: è il match maschile più lungo dell'era open al meglio dei tre set. Per Federer ancora finale sul Centrale di Wimbledon contro Murray: 75 75 a Djokovic.Giacomo Fazio e Alessandro Mastroluca

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Federer
Federer

Ce l’ha fatta Federer. Finalmente lo svizzero avrà la chance di giocare per il tanto agognato oro olimpico, uno dei pochissimi obiettivi che gli sono sempre sfuggiti in carriera. La vittoria gli dà anche la certezza di restare numero 1 del mondo.

E’ stata una partita splendida ed emozionante, giocata bene da entrambi. Roger e Delpo hanno dato vita ad un match incredibile che verrà ricordato a lungo nella storia del tennis e dei Giochi Olimipici. Questo 3-6 7-6 19-17 in 4h e 26m è il match più lungo 2 su 3 dell’Era Open, superato il record di 4h e 3m stabilito da Nadal e Djokovic al torneo di Madrid nel 2009. E' il terzo record battuto in queste Olimpiadi in singolare, dopo che Tsonga e Raonic hanno giocato il terzo set (25-23) e il match più lungo, per numero di game, nella storia dei Giochi.

Un rapporto complicato quello di Federer con le Olimpiadi che non l’hanno mai visto trionfare nel torneo individuale: nel 2000 perse la finale per la medaglia di bronzo con Di Pasquale, nel 2004 sconfitto al secondo turno da Berdych mentre nel 2008 fu sorpreso nei quarti da un redivivo James Blake. Prima di oggi l’unica consolazione era stata la vittoria in doppio con Stan Wawrinka a Pechino sulla formazione svedese formata da Thomas Johansson e Simon Aspelin. Un momento magico per il numero 1 del mondo che sta vivendo una seconda giovinezza a 30 anni. Continua questa stagione lunghissima sull’erba, cominciata al torneo di Halle e coronata dalla vittoria ai Championships e la finale ai Giochi Olimpici.

Federer affronterà Andy Murray, a tre settimane dalla finale di Wimbledon (8-8 i precedenti, Federer ha sempre vinto negli Slam). Lo scozzese ha piegato 75 75 Novak Djokovic e scatenato un boato notevole allo stadio Olimpico quando lo speaker dà l'annuncio del risultato durante le gare di atletica. Un boato simile, pur non essendo comparabile il numero di spettatori, arriva quando Murray piazza sulla riga esterna una demi-volée in tuffo degna del miglior Becker.

Come a Pechino quattro anni fa, Djokovic dovrà accontentarsi della finale per il bronzo.

Murray ha breakato due volte, nell'ultimo game di ciascun set, e dimostrato grande lucidità nei punti importanti e un sostanziale controllo del gioco. Controllo che il serbo ha perso, soprattutto dalla parte del rovescio, anche se il computo dei gratuiti recita 13 per Nole, 16 per Murray. E più di una volta Djokovic si è lamentato dell'esecuzione, del movimento, del rimbalzo della palla: in effetti le condizioni del terreno, lì dove c'era l'erba, soprattutto a fondo campo sembrano addirittura peggiori di quelle che si registrano alla fine di Wimbledon.

Murray è partito bene (due turni di battuta a zero) mentre Nole è subito costretto a salvare una palla break. Lo scozzese tiene il servizio nel game più lungo del match, il settimo (durato 14 punti) senza concedere opportunità di break. Solido al servizio, 64% di prime con il 77% di punti a fine match, Murray mostra i maggiori miglioramenti rispetto al suo passato recente con il dritto. Non solo gli 11 vincenti con questo fondamentale sui 25 totali a testimoniarlo, ma le tante occasioni in cui ha spinto bene, sia in diagonale sia in lungolinea, in cui ha risposto aggressivo e fatto girare lo scambio da difensivo in offensivo.

E proprio con un passante stretto din dritto il numero 4 del mondo firma il break che vale il primo set. Nel secondo, il serbo inizia a spingere di più con la risposta e già nel primo game si procura una palla break, ma lo scozzese tiene lo scambio sulla diagonale sinistra e lo costringe all'errore. Il beniamino di casa è costretto ai vantaggi in quattro dei sei turni di battuta del secondo set, e sempre concede una palla break. Ma riesce sempre a salvarsi: con la palla corta di dritto (1-1 deuce), con l'ace sporco (4-4 deuce) e con uno splendido passante di dritto (5-5 deuce) in uno scambio in cui aveva trasformato la difesa in attacco con un rovescio di mezzo volo di puro istinto.

La resa di Djokovic è scritta nell'ultimo game, in cui cede il servizio a zero con Murray che lo batte al suo stesso gioco. Piazza due risposte aggressive mentre Nole tenta di buttarsi a rete senza troppo criterio. Tutta la Gran Bretagna adesso sogna la rivincita della finale di Wimbledon.

Federer b Del Potro 3-6 7-6 19-17

Del Potro parte benissimo, aggressivo con la prima di servizio grazie alla quale porta a casa l’82% dei punti mentre lo svizzero è nervoso e contratto, infastidito soprattutto dal vento che l’aveva condizionato anche nel match con Isner. Federer sciupa una possibilità per il break sull’uno pari e consegna il primo set al suo avversario quando sul 4-3 perde la battuta.
 

Nel secondo parziale, il numero 1 del mondo cambia atteggiamento, chiama spesso Delpo a rete con la risposta in back di rovescio. Si procura due palle break nel secondo gioco senza riuscire a convertirne alcuna. L’argentino si esprime su livelli mai visti su questi campi e con una scioltezza nei colpi di diritto che ricordano quelli della vittoria a New York nel 2009. A Wimbledon qualche settimana fa era stato battuto piuttosto nettamente da Ferrer in tre set ed i match incerti con Simon e Nishikori in questo torneo non lasciavano intravedere una prestazione di questo tipo che probabilmente ha sorpreso lo stesso Federer. Lo svizzero si ritrova in difficoltà sul 2-2 quando elimina una palla break con un ace. Preoccupatissima Mirka in tribuna che capisce il momento delicato della partita. Solo alla quarta palla game si aggiudica il quinto gioco. Pur avendo vinto 12 dei 14 scontri diretti, Roger aveva sofferto tantissimo quest’anno a Parigi dove si era trovato sotto di due set prima di rimontare al quinto ma lì l’argentino era stato condizionato da un problema al ginocchio. Sul 3-2 Federer si procura l’ennesima occasione per strappare la battuta a Del Potro ma anche questa viene vanificata. Sul 4-4 sbaglia l’impossibile e manda a palla break il suo avversario dopo essere stato avanti 40-0. La prima ed il diritto gli consentono di sopravvivere. Del Potro serve per rimanere nel set sul 5-6, Roger si ritrova a due punti dal set ma l’argentino non gli lascia scampo ed il match viene trascinato al tiebreak. 

Dopo uno scambio pazzesco, Federer va avanti di un mini break, portandosi sul 4-1. Quando il vento sembrava ormai cambiato, lo svizzero sbaglia una volèe clamorosa sul 4-3. Le emozioni non finiscono perché il n.1 del mondo si procura due set point sul 6-4. Il secondo è quello buono, Roger chiude con un ace per la felicità del suo box e di tutto il centrale dell’All England Club. Strano il destino che abbia riproposto a Federer lo stesso avversario che tre anni fa lo aveva fatto soffrire così tanto anche nella corsa al suo primo Roland Garros. Il punteggio nei primi due set è stato identico a quello della semifinale del 2009, l'esito finale sarà lo stesso?

 Il terzo set per lo svizzero è tutt’altro che in discesa perché deve annullare subito due pericolose palle break sull’uno a zero per l’argentino. La partita diventa sempre più bella, sicuramente il match del torneo dal punto di vista emotivo vista la posta in palio. Meglio del 25-23 di Raonic-Tsonga che valeva solo per un posto in ottavi. Del Potro continua a spingere ma Federer corre da una parte all’altra del campo senza sosta, dimostrando a quasi 31 anni (l'8 agosto) uno stato di forma invidiabile. Nel fatidico settimo gioco, Delpo affossa due colpi in rete e manda a palla break l’elvetico ma è con il diritto in contropiede che l’annulla. Nulla da fare per Roger che non ha a questo punto del match mai strappato la battuta al suo avversario.

Sul 4-4 arriva la sesta opportunità sul servizio dell’argentino non sfruttata. Dopo 2h e 30m di gioco Federer serve per rimanere nel match sotto 4-5 ma il sette volte campione di Wimbledon chiude a zero. Il numero 8 del seeding però continua nel suo forcing da fondocampo lasciando fermo in più di un’occasione Roger che si ritrova indietro 6-5. Impassibile Federer, ancora un game immacolato. Si prosegue ad oltranza perché non c’è il tiebreak nel set decisivo alle Olimpiadi.

L’equilibrio è pressappoco totale, infatti le statistiche sul 7-7 parlano di 121 pari. La tensione per la prima volta si legge anche sul volto di Del Potro che concede la settima palla break ma il nastro ferma l’attacco di rovescio di Federer. Sono tante, troppe le occasioni non convertite dal leader mondiale che potrebbero condizionarlo nel proseguo del match. Sull’otto pari Federer si ritrova 0-30 ma con uno scambio pirotecnico nei pressi della rete sfuma il possibile 0-40 e Delpo va al cambio campo sul 9-8. Il game del nove pari sembra quello della svolta perché Federer strappa per la prima volta la battuta a Del Potro all’ottava palla break e si aggiudica così la possibilità di servire per la finale dei Giochi sul 10-9.

Incredibilmente lo svizzero perde a zero la battuta. Battuta che non cedeva addirittura dal primo set. Questo match vive un nuovo capovolgimento di fronti, scampato il pericolo l’argentino si ritrova sul 12-11 e 0-30 sul servizio dello svizzero ma questa volta è bravo il suo avversario a rimettere il punteggio in parità. Con una veronica in salto fantastica Federer chiude anche il gioco del 13 pari.

Sul 14-14 si procura invano tre palle break consecutive ma ancora una volta è sopraffatto dalla tensione: 1 palla break convertita su 11! Delicatissimo il game del 15-14 in cui Del Potro si ritrova tre volte a due punti dal match ma lo svizzero rimane relativamente tranquillo per il 15-15 del terzo set. Quattro ore di splendido tennis condito fin a questo punto di 106 vincenti complessivi e 68 errori.

Nessun cede ed ha intenzione di concludere questa semifinale, 16 pari. Con quattro ore e 4m questa diventa la partita più lunga 2 su 3 dell’Era Open superando il record di Djokovic e Nadal che a Madrid nel 2009 giocarono 4h e 3 minuti. Sul 17-17 ancora tre palle break consecutive per Federer: sulla prima scivola ma la seconda è quella giusta. Federer potrà servire una seconda volta per il match sul 18-17.

Ancora un game di servizio tribolante ma arriva il match point sul 40-30. Prima un errore con la volèe di rovescio che si spegne in rete poi un diritto in allungo per il secondo match point. Il numero 1 del mondo scatena tutta la sua gioia con un pianto liberatorio sull’errore di Del Potro. Nuovo match fiume per Federer a Wimbledon dopo il 9-7 al quinto con Nadal nel 2008, il 16-14 con Roddick nel 2009, arriva il 19-17 con l’argentino. Si chiude un cerchio ai Giochi di Londra di un sogno inseguito per un’intera carriera e che comunque vada consegnerà una medaglia a uno dei più forti giocatori di sempre. Per fare la storia bisogna essere in due, gloria a Federer ma onore a uno straordinario Del Potro.

"E' difficile parlare adesso" ha detto Del Potro. "Sono triste, ma Roger ha giocato una partita fantastica. Quando perdi non riesci a vedere le cose positive. Non è una situazione facile, qualcuno deve vincerle comunque queste partite. A volte è andata bene a me, come agli Us Open (2009). Stavolta è toccato a lui".

"E' stata una grande partita, chiaramente" ha commentato Federer. "Molto dura dall'inizio alla fine, Juan Martin ha fatto tutto alla grande per restare aggrappato al match. Ho avuto un po' di fortuna nel secondo set e poi il terzo è stato durissimo. Non credo di aver mai giocato un set così lungo in un match al meglio dei tre. La partita è durata quattro ore e mezza, alla fine era un match molto fisico e insieme molto di testa. Mi dispiace per Juan Martin ma lui può davvero essere fiero di quello che ha fatto"

Cosa ha fatto la differenza? "Non lo so. Forse gli head to head quest'anno, forse un po' di condizione. Certamente un po' di fortuna. Penso di essere stato fortunato, probabilmente avrei potuto finire prima, da vincitore ma anche da sconfitto. Sono contento del mio approccio. Sono rimasto calmo, anche se servire così tante volte per restare nel match è dura e lo paghi. Sono felice oggi. Ho vinto la mia prima medaglia olimpica individuale per la Svizzera. Non conta chi affronterò in finale".

Giacomo Fazio

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