20/08/2012 16:06 CEST - MASTER 1000 CINCINNATI

Federer, vittoria da numero 1

TENNIS - Lo svizzero vince il 76o titolo in carriera, 21o Master 1000, quinto Cincinnati, sesto trofeo dell'anno, superando 60 76 (7) Djokovic, Per la quarta volta Federer, da numero 1, dà 60 al numero 2. Paolo Giua (con commento di Rino Tommasi)

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Roger Federer (Photo by Nick Laham/Getty Images)
Roger Federer (Photo by Nick Laham/Getty Images)

Nel caldo pomeriggio americano, scendono sul centrale di Cincinnati il numero uno del mondo Roger Federer e il leader della Atp Race 2012 Novak Djokovic per contendersi la vittoria dell’ultimo master 1000 statunitense che precede lo Us Open. Entrambi manterranno il primato nelle relative classifiche indipendentemente dal risultato di oggi, ma questo confronto potrà dire molto sulle condizioni dei due giocatori alle soglie dell’ultimo slam stagionale.

Inizia Djokovic al servizio e mette subito a segno il primo ace della partita, ma Federer è molto aggressivo e si prende subito un break di vantaggio, 1-0. Il serbo sembra poco centrato al servizio e con il terzo doppio fallo in due turni di servizio concede il secondo break della partita, 3 a 0.
Federer è davvero implacabile e in un solo minuto, con tre ace e un servizio vincente, chiude il game a 0.
Djokovic sembra totalmente fuori dalla partita e con l’ennesimo doppio fallo sul 40 pari cede ancora la battuta e permette allo svizzero di servire sul 5-0.
Roger non è intenzionato a cedere minimamente e dopo solo 21 minuti chiude il primo set per 6-0.
Si tratta del primo “uovo” nelle 28 sfide tra i due giocatori e questo dato non è molto incoraggiante per il serbo, Federer, infatti, non ha mai perso una partita in cui è riuscito a rifilare un bagel all’avversario.

Djokovic prova ad essere più propositivo in questo inizio di secondo parziale e, pur con grandi difficoltà, porta a casa il primo game della partita, 1-0.
Finalmente il serbo riesce ad entrare nello scambio, complice un Federer leggermente più falloso, mantenendo il vantaggio nel secondo set, 2-1.
L’incontro sembra ora molto più equilibrato, anche se lo svizzero appare davvero sciolto nei movimenti e nei colpi, concedendo davvero poco e portandosi sul 3 pari con una meravigliosa demi-volée.
Nole riesce a spingere con il servizio, riducendo anche il numero dei doppi falli e per la prima volta in partita vince il game di battuta con relativa tranquillità 4-3.
Nel gioco successivo Federer si trova in difficoltà, sotto 15-30, ma il serbo non sfrutta questa occasione e si fa recuperare sul 4-4.
Djokovic riesce finalmente ad imporsi con i colpi da fondocampo e in tutta scioltezza si assicura il tie-break del secondo set, 6 giochi a 5. Anche Federer tiene la battuta con facilità e si arriva al game decisivo: Federer strappa subito un mini-break con una demivolée davvero incredibile e si porta avanti sul 3-0. Nole è bravo a non mollare e si riporta sotto sul 3-2, per poi riuscendo a pareggiare i conti con una grande risposta e cambiare campo sul 3 pari.
Sotto di un punto, sul 5-4, Federer mette in campo due grandi prime e si procura il primo match-point della partita, che Djokovic è bravo ad annullare con tre dritti in spinta.
Sul 6 pari Federer non riesce a chiudere un punto in cui aveva preso l’iniziativa e concede il primo set point della partita, annullato con grande coraggio. Federer si prende il secondo match-point con un grande contro-piede e questa volta riesce a chiudere la partita, esultando con le braccia al cielo, dopo un’ora e 20 minuti per 6-0 7-6.

Durante la premiazione si assiste alla tipiche considerazione di rito sulla bravura e il buon torneo dell’avversario, anche se Federer si dimostra molto contento per la vittoria e spende belle parole per il caloroso pubblico dell’Ohio, corso a sostenerlo nel cammino verso il quinto successo a partire dal 2005, anno in cui trionfò su Andy Roddick.
Si tratta di un torneo molto importante e positivo per lo svizzero che torna alla vittoria da n°1 delle classifiche dopo più di due anni (l’ultimo successo era stato nell’Australian Open del 2010); anche Nole, pur sconfitto, conferma il buono stato di forma evidenziato a Toronto e sicuramente farà di tutto per confermare il titolo a New York.
Vedremo chi riuscirà a prepararsi meglio in questa settimana di riposo prima del grande evento di Flushing Meadows.


Commento di Rino Tommasi


Ora che è tornato al vertice della classifica mondiale dopo che in molti pensavano che fosse iniziato il suo declino, Roger Federer ha tutte le intenzioni di difendere il posto che per tanti anni è stato suo.

E’ possibile che la motivazione supplementare del titolo olimpico che mancava nella sua straordinaria collezione lo abbia aiutato a mantenere una condizione che anche nella finale di ieri si è dimostrata splendida.

Fedeli al ruolo assegnato loro dalla classifica mondiale, Federer e Djokovic si sono puntualmente qualificati per la finale del Masters 1000 di Cincinnati senza perdere un set, dopo di che le partita ha avuto un inizio davvero sorprendente.

Mai nella storia della loro intensa rivalità un set si era concluso, come il primo di ieri, con un 6-0 che peraltro è apparso quasi inevitabile, considerata la precisione dimostrata nel servizio e nei colpi a rimbalzo dal campione svizzero.

Federer non ha concesso nemmeno una palla break e non ha consentito al suo avversario di entrare in partita, anche perché Djokovic ha avuto problemi con il servizio, l’arma che gli serviva per tenere lontano dalla rete il suo avversario.

Fortunatamente per il pubblico di Cincinnati e per coloro che hanno seguito l’incontro in tv i due campioni, quasi consapevoli che stavano tradendo le attese del pubblico, si sono riscattati giocando in alcuni momenti del secondo set il loro tennis migliore.

Nemmeno uno svantaggio di 0 a 3 nel tie-break ha scoraggiato Djokovic, che è coraggiosamente rimasto aggrappato alla partita prendendo i rischi necessari per arginare Federer, ma è riuscito soltanto ad allungare la partita di qualche minuto, perché gli ultimi punti sono stati dello svizzero, che ha chiuso il match in un’ora e 18 minuti.

La rivincita all’Open degli Stati Uniti che inizia il 27 agosto.

Paolo Giua

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