30/08/2012 04:57 CEST - Us Open

Youzhny sciupone Gulbis epico

TENNIS - Iniziano bene gli Us Open di David Ferrer: 64 62 76 a Anderson. Youzhny spreca due set e un match point con Muller. Rimontano due set anche Gulbis, con Haas, e Tipsarevic con Rufin. Facile Murray.

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David Ferrer (Getty Images North America Clive Brunskill)
David Ferrer (Getty Images North America Clive Brunskill)

Isner b Malisse 63 76 57 76

Un Malisse nervoso e al solito incostante sogna di rimontare due set a Isner ma è solo per suoi demeriti che il match non finisce al quinto. Un break decide il primo set. Nel secondo si arriva al tiebreak. Il primo minibreak è per Malisse (4-3) che pensa bene di ricambiare la cortesia con un doppio fallo. Isner chiude 7-5 e per il belga arriva anche il warning per code violation, in quanto se la prende con linguaggio colorito con i giudici di linea.

A metà del terzo set, scoppia la frattura. Sul 4-4 se la prende anche con l'arbitro, Carlos Ramos: "Ogni chiamata è stata contro di me. Non puoi dire che stai facendo bene il tuo lavoro". Nel punto successivo, Isner mette una prima larga e lunga. Il giudice di linea non la chiama (davvero troppe le chiamate sbagliate), Ramos non fa overrule e aspetta il Falco.

Poi Malisse, che ha già subito un warning, se la prende col pubblico che, peraltro molto moderato, fischia. "State zitti" dice, con molta meno finezza. Ramos non gli dà il penalty point, come forse avrebbe dovuto. E' il secondo errore del game per il giudice di sedia.

Un paio di errori di dritto e un doppio fallo regalano a Malisse il break del 6-5 e due gratuiti di rovescio aiutano il belga a portare il match al quarto. Il primo set pont è per Malisse (6-5) che però non riesce a contenere la prima di "Long John". Una giudice di linea, al cambio campo, va a parlare con l'arbitro che però non prende provvedimenti. Isner si gioca male il match point, si sposta sul dritto anomalo e lascia troppo campo a Malisse che si salva. La seconda accelerazione di rovescio porta il belga al secondo set point, cancellato dal 20mo ace del n.10 del mondo. E' il momento migliore del match. Malisse annulla un set point con un dritto stampato sulla riga poi rovina tutto affossando una volée col naso sulla rete (equivalente tennistico del cucchiaio di Maicosuel). Isner ottiene il primo minibreak del tiebreak e con una prima vincente evita il quinto set.

Tipsarevic b Rufin 46 36 62 63 62 (Alberto Giorni)

Sta diventando un’abitudine agli US Open: andare in svantaggio di due set e poi rimontare. E’ accaduto a Fognini con Roger Vasselin, a Garcia-Lopez con Monaco e ora anche a Tipsarevic, che ha avuto bisogno di tre ore e 37’ per avere ragione di un coriaceo Rufin: 4-6 3-6 6-2 6-3 6-2. Il francese (wild card e solo n°129 del mondo) ha ben impressionato nei primi due parziali, ma poi si è spenta la luce e non si è mai avuta l’impressione che potesse portare a casa il match. Il serbo (n°8 del seeding), alla quinta rimonta in carriera da due set sotto, dovrà migliorare parecchio nei prossimi match se vorrà fare strada: al prossimo turno avrà Brian Baker.

Tipsarevic vince anche il punto più spettacolare della partita. Nel secondo set, sul 3-1 15-30, la palla scagliata di rovescio da Rufin si impenna sul nastro e l’effetto la fa schizzare sulla linea laterale: Janko con una formidabile rincorsa e un tocco vellutato di rovescio la fa passare beffardamente al di là del paletto. 

Rufin aveva iniziato il match senza timori reverenziali e, alla prima occasione, non si è fatto pregare. Avanti 5-4, sfrutta un game da dimenticare da parte di Tipsarevic, che infila un errore dietro l’altro, l’ultimo dei quali (di dritto) gli costa il set. Il francese è una bella scoperta. E’ lui a comandare da fondocampo, soprattutto con il rovescio: lo gioca a due mani, ma a volte ne stacca una e con il back manda fuori giri il serbo, palesemente in difficoltà. Nel secondo set Tipsarevic sembra rimettere a posto le cose andando avanti 2-0 e 0-40 sul servizio del francese, ma è vittima di un altro passaggio a vuoto. In vantaggio 3-1, la testa di serie n°8 non ne azzecca più una. Rufin è sempre più aggressivo e compie una bella rimonta: gli strappa il servizio due volte e con cinque game di fila porta a casa il 6-3.

Sotto due set a zero, Tipsarevic cambia la maglietta (da bianca a rossa) e quella nuova gli porta fortuna. Come d’incanto, ristabilisce le gerarchie iniziando a martellare da fondo, mentre il transalpino non riesce più a mantenere il livello mostrato nei primi due parziali. Finalmente Janko gioca a braccio sciolto e sceglie soluzioni coraggiose; come nel quarto game, quando sulla palla break a suo favore si presenta a rete e una pregevole volée di rovescio lo porta sul 3-1. Poi gli basta innestare il pilota automatico per gestire il vantaggio e, grazie a un altro break, chiudere 6-2.

All’inizio del quarto set, Rufin copia l’idea dell’avversario e cambia a sua volta la maglietta: via quella giallo limone e spazio a quella bianca. Ma l’effetto non è quello sperato. Tipsarevic resta inattaccabile al servizio, mentre il francese concede qualcosa di troppo e il quarto game gli è ancora fatale: 3-1 per il serbo. Sembra la fotocopia del terzo set, con la differenza che, indietro 5-2, Rufin annulla quattro setpoint e prolunga la suspense di un game, senza cambiare il risultato: 6-3 Tipsarevic, che chiude con un ace.

Il serbo ha cambiato decisamente passo e non è difficile pronosticare il vincitore. Il francese alza bandiera bianca al secondo game, quando cede il servizio affossando in rete uno scambio al volo. Il match si fa in discesa, anche se non c’è da distrarsi. Tipsarevic sul 2-0 spreca uno 0-40 e nel game successivo è lui a salvare due palle break che avrebbero potuto riaprire la partita. Poi nessun problema: il rovescio lungolinea che dà a Janko il 5-2 è un gioiello e l’urlo liberatorio con cui accompagna l’ultimo servizio vincente è il simbolo dello scampato pericolo.

Tipsarevic affronterà Brian Baker.

Baker b Hajek 63 64 62

Brian Baker è uno dei personaggi del 2012 tennistico. E' rimasto fermo sei anni, ha subito cinque interventi chirurgici. Ha praticamente iniziato adesso a giocare a tennis, come ha detto in telecronaca Federico Ferrero, esagerando ma non troppo. Ha iniziato la stagione da numero 458. Ora ha raggiunto il suo best ranking di numero 70. E salirà ancora dopo il convincente successo su Hajek.

Ha chiuso in tre set comodi contro un avversario che non vince una partita in uno Slam dagli Australian Open 2010, con l'aiuto di 35 vincenti e portando a casa 24 punti su 29 a rete.

A 15 anni, Baker era il miglior prospetto under-18 degli Usa. Tutti lo chiamano “il nuovo Roddick” e A-Rod lo invita a casa sua una settimana per allenarsi con lui. Al Roland Garros junior del 2003 batte Baghdatis e Tsonga perdendo in tre set tirati da Wawrinka in finale.

Nel 2005 subisce il primo infortunio, al legamento mediale collaterale, in un incontro di qualificazione a Wimbledon contro Novak Djokovic.

Pochi mesi dopo, a Flushing Meadows domina il campione in carica del Roland Garros, Gaston Gaudio, 76 62 64. Quella è rimasta la sua ultima apparizione a New York fino a oggi e la più grande partita della sua carriera.

Subisce altri quattro interventi. Prima all’anca sinistra, poi un ernia, quindi il gomito e la cosiddetta “procedura Tommy John”: in pratica si sostituisce il legamento ulnare collaterale con un tendine preso dall’avambraccio, dal polso o dal piede. Prende il nome dal pitcher dei Los Angeles Dodgers che per primo si è sottoposto a questo tipo di intervento nel 1974.

Diventa assistant coach all'Università, decide di rientrare e quest'anno ha vinto un challenger (a Savannah), due Futures e raggiunto la finale a Nizza perdendo da Almagro.

Ferrer b Anderson 64 62 76

Un anno fa, David Ferrer lasciava Flushing Meadows infuriato. Il suo ottavo con Roddick era stato prima rinviato di un giorno per la pioggia e poi ulteriormente rinviato per le crepe che si erano aperte sul Louis Armstrong. E sul campo 13 trasformato in una bolgia, con i tifosi a ridosso del campo e contro il miglior Roddick della stagione, Ferrer ha finito per soccombere.

Da quel momento sono iniziate le proteste e le minacce di sciopero: i giocatori chiedevano una maggiore sicurezza e una percentuale maggiore nella distribuzione dei proventi durante gli Slam. Richieste tornate all'attenzione di tutti alla vigilia di questa edizione, con le voci di un possibile boicottaggio dei prossimi Australian Open e la configurazione di un calendario alternativo.

Qui ha vinto agevolmente 64 62 76 su Kevin Anderson. Un solo piccolo momento di blackout: servendo per restare nel terzo set, sul 4-5, regala tre palle break con il suo terzo doppio fallo. Ma infila cinque punti consecutivi da 0-40, chiudendo una smorzata di rovescio dopo uno scambio lungo: 5-5. Lo spagnolo domina il tiebreak 7-3 (16-9 il suo bilancio stagionale nei tb) e chiude al terzo match point. Decisiva, per un già sfiduciato Anderson, la volée affossata a rete che ha permesso a "Ferru" di allungare 4-1.

Al prossimo turno Ferrer affronterà l'olandese Igor Sijsling.

Muller b. Youzhny 26 36 75 76 76 (S. Broccoli)

Sul campo n.7 si è giunti ad un appassionante quintoset tra Gilles Muller e Youzhny. Il russo ha vinto i primi due set agevolmente (e ha anche avuto un match point nel tiebreak del quarto set) ma è stato poi riagganciato da Muller, che si era preso anche un break di vantaggio nel quinto. Ma nel decimo game Muller, chiamato a servire per l'incontro, non è andato oltre un match point ed ha finito per subire il controbreak dell'avversario.

Si va fino al tiebreak, non prima che il russo abbia avuto un'altra occasione di chiudere i conti, nell'undicesimo gioco: qui si seguono i servizi fino al sesto punto, dove Youzhny opera il minibreak. Muller però lo riaggancia, prima di conquistare un nuovo minibreak nel 12 punto. Il lussemburghese stavolta chiude il match con il punteggio di 2-6 3-6 7-5 7-6(6) 7-6(6) e ben 25 aces all'attivo.

Gulbis b Haas 36 46 64 75 63 (S. Broccoli)

Tutto "apparentemente" facile per Tommy Haas, almeno all'inizio. Il tedesco infatti, ha vinto i primi due parziali contro Ernests Gulbis senza dover sudare troppo. Il lettone però sale in cattedrà nel terzo parziale, sia con il servizio che negli scambi da fondo e si prende il set per 6-4 grazie ad un errore di diritto del tedesco.

Nonostante Gulbis sia salito, e di molto, la partita sembra sempre in mano ad Haas. Il lettone soffre spesso nei propri turni di servizio e deve annullare ben 4 palle break tra il quinto e il settimo gioco.

Ma fa gioco e rischia il tutto per tutto. E quando Gulbis unisce aggressività ad una certa regolarità, si fa dura per tutti. Il lettone si prende con merito il set per 7-5. Un parziale in cui ha totalizzato 15 errori a fronte di ben 20 colpi vincenti.

Dal quinto set, si intuisce che la situazione è del tutto capovolta. Ora è Haas a fare più fatica al proprio servizio, sin dalle prime battute. Evidentemente anche le sue 34 primavere hanno la loro influenza, soprattutto dopo 3 ore e passa di partita. Gulbis si affaccia al break nei primi giochi, ma Haas resiste, con caparbietà. Il tedesco regala ancora momenti di bel tennis ma Gulbis è solido, come raramente gli accade e mette in campo il 71% di prime palle.

Questo è sufficiente al lettone per chiudere il match, alla soglia delle quattro ore di partita.

Murray b. Dodig 62 61 63

Esordio sul velluto per il campione olimpico in carica Andy Murray nell’ennesimo assalto al suo primo titolo dello Slam. Nell’ultimo incontro della sessione serale ha passeggiato per 1 ora e 50 minuti contro il croato Ivan Dodig, n. 118 ATP, che aveva vissuto il suo momento di celebrità lo scorso anno durante il Masters 1000 di Montreal quando riuscì ad eliminare Rafael Nadal al secondo turno.
Entrato in campo con atteggiamento giustamente garibaldino, fermamente intenzionato ad aggredire ad ogni occasione propizia, Dodig si è però ben presto dovuto scontrare contro la granitica resistenza difensiva di Murray, che ha preso subito in mano le redini dell’incontro per non mollarle mai fino alla fine. Troppi i rischi che doveva prendere il croato per fare il punto, con Murray che spesso e volentieri è riuscito ad entrare in campo sulla seconda di servizio dell’avversario, finendo per concretizzare 6 delle 9 palle break ottenute senza mai cedere a sua volta la battuta. La partita ha comunque regalato diversi scambi piuttosto divertenti al pubblico dell’Arthur Ashe, che ha dimostrato di apprezzare lo spettacolo offerto sebbene sia mancata fin dai primi quindici l’incertezza per il risultato finale.
Prova comunque convincente per il britannico, anche se non certo probante per testare il suo reale stato di forma.
 

TUTTI I RISULTATI

David Ferrer (4) def. Kevin Anderson, 6-4, 6-2, 7-6 (7-3)
Juan Martin del Potro (7) def. Florent Serra, 6-4, 7-6 (7-4), 6-4
Janko Tipsarevic (8) def. Guillaume Rufin, 4-6, 3-6, 6-2, 6-3, 6-2
John Isner (9) def. Xavier Malisse, 6-3, 7-6 (7-5), 5-7, 7-6 (11-9)
Richard Gasquet (13) def. Albert Montanes, 4-6, 6-2, 6-3, 6-3
Philipp Kohlschreiber (19) def. Michael Llodra, 7-6 (7-2), 4-6, 7-6 (7-4), 6-1
Ernests Gulbis def. Tommy Haas (21), 3-6, 4-6, 6-4, 7-5, 6-3
Tommy Robredo def. Andreas Seppi (26), 6-1, 7-5, 6-3
Gilles Muller def. Mikhail Youzhny (28), 2-6, 3-6, 7-5, 7-6 (8-6), 7-6 (8-6)
Cedrik-Marcel Stebe def. Viktor Troicki (29), 6-4, 6-4, 3-6, 6-2
Lleyton Hewitt def. Tobias Kamke, 4-6, 6-2, 6-1, 6-4
Igor Sijsling def. Daniel Gimeno-Traver, 7-5, 6-3, 6-4
Leonardo Mayer def. Lukasz Kubot, 6-4, 6-4, 7-5
Benoit Paire def. Grigor Dimitrov, 5-7, 6-3, 7-6 (7-4), 6-2
Jarkko Nieminen def. Mikhail Kukushkin, 6-0, 6-2, retired
Brian Baker def. Jan Hajek, 6-3, 6-4, 6-2
Grega Zemlja def. Ricardo Mello, 7-5, 7-6 (7-3), 7-5
Steve Johnson def. Rajeev Ram, 6-3, 7-6 (7-5), 6-3
Andy Murray def. Ivan Dodig 6-2, 6-1, 6-3

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