01/09/2012 19:39 CEST - Esclusiva di Ubaldo Scanagatta con Mats Wilander

Wilander: “Sock batterà il tuo Cipolla”

TENNIS - Esclusiva intervista con Wilander. Rievoca il suo primo Slam vinto su Vilas (“Che noia quella partita, ma io provai a far qualcosa, Vilas no. Era lui il favorito, la gente fischiò lui non me”), e la rivincita con Lendl all’US Open 1988.  Ubaldo Scanagatta

| | condividi
Mats Wilander
Mats Wilander

NEW YORK _ E’ appena finito il match di Kim Clijsters con l’inglese Robson, per Kim l’ultimo di una grande carriera, quando incontro Mats Wilander e facciamo uno spuntino assieme in attesa di un’intervista a Del Potro e di quella a Kim (quella nella quale le chiederò se leggeva i giornali e se aveva intenzione magari di diventare giornalista: “Giornalista? No!” secca, eppur sorridente).

Wilander: Kim ha perso il match ieri, non oggi. E’ difficile giocare pensando che questo è l’ultimo torneo. A me non sarebbe riuscito.

Ubaldo: Tu quando smettesti non l’avevi programmato?
Wilander : Assolutamente no. Persi nel ’96 al torneo di Pine Hurst da Meligeni 6-1 6-2 e decisi subito che se perdevo a quel modo da Meligeni, e avevo 32 anni, era meglio smettere. Smisi subito e non mi sono mai pentito di averlo fatto.

Ubaldo: Beh, eppure quell’anno la Svezia andò in finale in coppa Davis, quando perdeste a Malmoe e Kulti sul 2 pari ebbe tre matchpoints consecutivi con Boetsch, mentre Edberg che giocava l’ultimo match si infortunò…magari se c’eri te potevate vincere, secondo me eri ancora più forte di Kulti…
Wilander: Sentii a primavera che non ero più io e smisi, non sarei stato capace di programmare mesi prima un torneo nel quale dire addio come ha fatto Kim…

Ubaldo: Edberg però lo annunciò addirittura un anno prima e dovunque andò quell’ultimo anno gli tributarono accoglienze e celebrazioni incredibilmente festose…
Wilander: Eh sì, ogni torneo il canto del cigno…io non ci sarei riuscito, ma che mi dici del vostro Cipolla che gioca contro Sock del mio amico Nystrom? Per me Jokke è di gran lunga il miglior coach del mondo

Ubaldo:  Mah sarà…però ha sempre la stessa espressione, sembra imbalsamato, non batte ciglio, non muove muscolo…un po’ di entusiasmo al giocatore bisognerebbe trasmetterlo di tanto in tanto.
Wilander: Beh sì, questo è un suo limite. Ma ci sono giocatori che hanno bisogno di essere continuamente incoraggiati con grandi com’on e altri che invece hanno bisogno di avere gente tranquilla a fianco…Con Melzer Jokke ha fatto un grande lavoro, se pensi a quel che ha fatto l’austriaco che non era più giovanissimo negli ultimi anni…Jokke conosce il tennis, le strategie, la tattica, meglio di chiunque al mondo, e te la sa spiegare benissimo

Ubaldo: Quando giocavate il doppio insieme chi era la guida in campo?
Wilander: Io. Lui giocava il doppio meglio di me, ma i punti importanti era più facile che li giocassi bene io. E non solo perché giocavo a sinistra i punti dei vantaggi…Vincemmo Wimbledon quando nessuno avrebbe scommesso su noi, ma rispondevamo sempre

Ubaldo: Che mi dici di Sock?
Wilander: Ha un gran bel servizio, un bel dritto, ma è molto debole di rovescio…però ha un discreto potenziale e con Jokke lavorerà bene e credo possa far bene. Cipolla gioca molti rovesci slice vero?

Ubaldo: Molti? Quasi tutti. Hai presente Steffi Graf, giocava un passante coperto ogni 50. Lui uguale. Un tennis un po’ all’antica, che può dar fastidio a tanti, soprattutto ai giovani che non sono abituati a fronteggiare quel tipo di tennis…
Wilander: Già, me lo diceva anche Jokke che è andato a studiarlo. Un po’ credo che lo tema.

Ubaldo: Direi che fa bene, perché “Onion” (cipolla in inglese per chi non lo sapesse), ha creato problemi a parecchi qui. Lo scorso anno vinceva 4-1 al quinto con Dolgopolov, anni fa trascinò al quinto Wawrinka, il suo problema è che con questi livelli di umidità soffre spesso di crampi. Li ha avuti anche con Kavcic e già dal terzo set…Ma se sta bene secondo me manderà in confusione Sock e vincerà.
Wilander: Non credo, però i rovesci tagliati ad una mano danno fastidio, dopo i primi anni in cui non li tiravo mai mi accorsi di quanto potessero essere efficaci soprattutto con quei giocatori che hanno una presa di dritto molto chiusa…

Ubaldo: Beh mi ricordo che ne giocasti di magistrali contro Lendl nella finale dell’US Open 1988. Ci avevi perso nella finale dell’anno prima. E se non ricordo male andasti a rete più di 150 volte…
Wilander: Già seguendo il rovescio tagliato ad una mano…lo colsi di sorpresa. Lendl era uno metodico ( e Mats fa un segno come per dire: “Se lo sorprendevi andava in bestia”. Chi si ricorda il match fra Lend e Chang a Parigi 1989 capirà…..

Ubaldo: Beh quel tuo match con Lendl, tatticamente straordinario, mi fece ricordare già allora quello vinto da Ashe su Connors nella finale 1975 a Wimbledon, tu eri troppo giovane per ricordarla…(11 anni nemmeno; n.di Ubs). Wilander: Ma ricordo che la vidi però…ma non i dettagli…

Ubaldo: Ashe, che giocava sempre magnifici rovesci coperti, quel giorno giocò tutti colpi tagliati, quasi sempre sul dritto di Connors: palle che scivolavano via basse sull’erba di allora, Jimbo che non riusciva a incontrarle, a dargli forza. Ad attaccarle. In più erano corte e lui si trovava nella terra di nessuno, né avanti né indietro, assolutamente confuso, non sapeva che fare e schiumava rabbia. Connors era favoritissimo, campione in carica, in quegli anni vinceva tutto…
Wilander: Vinse poi anche l’US Open?

Ubaldo: No, quell’anno lo vinse Orantes su Connors, dopo che Orantes rimontò da 0-5 e 0-40 (o 15-40) Vilas al quinto…
Wilander: 5-0 e 40-0…nooo, non ci credo, quando vedo Guillermo glielo dico, chissà come ci ripensa ancora …lui è così, non ha mai digerito di non essere diventato n.1 del mondo nel computer…

Ubaldo. Beh,un po’ ha ragione, Guillermo nel ’77 fu di gran lunga il miglior tennista del mondo, due Slam, una striscia infinita di vittorie, ma il computer per le sue classifiche si basava su un numero particolare di tornei…con le modifiche che furono fatte dopo Connors quell’anno non sarebbe mai stato n.1 e non se lo meritava proprio. A Vilas non è mai andata giù, la considera la più grossa ingiustizia subita nella sua vita. Ci torna sempre sopra, quasi non ci dormisse la notte…Insomma, tornando ad Ashe compì un capolavoro tattico come te contro Lendl, ma a proposito di Vilas invece…che finale noiosa la vostra a Parigi nell’82, ricordo la gente che fischiava i vostri palleggi
Wilander: Beh io credo che fischiassero più Vilas. Era lui il favorito, lui che avrebbe dovuto fare qualcosa. Io qualche rischio con il rovescio lungolinea ogni tanto lo prendevo…lui proprio niente. Io avevo 17 anni, non potevo fare altro, per lui era diverso…, il Roland Garros lo aveva già vinto…La cosa buffa è che allora ci fu chi _ ma seriamente sai …se ne discusse in seno alla federazione internazionale _ propose a seguito di quella nostra partita obiettivamente noiosa che si sarebbe dovuto dare il punto al giocatore chi aveva risposto se lo scambio durava più di 25 palleggi! E solo tre anni dopo, dopo la finale di Wimbledon fra Becker e Curren, tutti servizi e nessuno scambio, fu proposto invece che a tennis il battitore non potesse disporre che di una sola palla di servizio. In tre anni…si passava da un eccesso all’altro!

Ubaldo: Però un conto era giocare sulla terra rossa e un altro sull’erba, l’erba di allora poi…che spuntassero proposte per qualche correttivo era quasi inevitabile. Piuttosto sai che dopo che Kriek aveva perso la finale del Queen’s dal Becker diciassettenne, i bookmakers quotarono la vittoria di Boris a 16 a 1 e lo presi?
Wilander: Davvero?

Ubaldo: “E’ stato il mio miglior colpo insieme a quello di Pat Cash vincitore del torneo dell’87. Ero andato con Rino Tommasi da William Hill, allora non era proibito scommettere, e poi giocavamo pochissime sterline una volta l’anno e proprio per il gusto di vedere se ci prendevamo…la quota di Cash vincitore era 12 a 1. Io volevo prenderla e Rino mi disse: “Ma dai, Cash non vincerà mai, se vince te lo pago io a 20". Detto e fatto!
Wilander: Ah ah, così ti ha pagato 200 sterline, ah ah

Ubaldo: Cambiando discorso…oggi sei un giornalista, scrivi, commenti per Eurosport, poiché i giornalisti prima li avevi incontrati da giocatore e poi ti sei trovato a fare tu stesso il giornalista, ti piace? E cosa ti ha più sorpreso?
Wilander: Mi piace moltissimo. E mi ha forse sorpreso l’estrema professionalità di molti. Vedo tanti giornalisti, come te, che lo erano già ai miei tempi. E lo trovo sorprendente, perché si vede che molti fanno questo mestiere con passione, si preparano da matti, si informano su tutto, vanno a tutte le conferenze stampa anche…da Berdich sapendo che…a meno che vinca Wimbledon…non dirà mai una cosa che poi verrà scritta. Insomma quando giocavo non mi rendevo conto di quanta seria professionalità ci fosse in giro, di quale impegno molti di voi metteste nel vostro lavoro. Sai, io quando vado in tv non devo prepararmi troppo, non sta a me dire se due hanno giocato dieci volte e quante volte ha vinto questo o quello…devo dire quello che vedo, commentare il match e le sue eventuali svolte tecniche. E' chi mi accompagna nelle telecronache cui spetta quel compito, ma tutti i colleghi che trovo nelle varie televisioni li trovo incredibilmente preparati, competenti…soprattutto anche fra voi giornalisti, quelli che hanno giocato un minimo a tennis…Non credo si possa commentare il tennis se non lo si è mai giocato a livello agonistico

Ubaldo: Sono perfettamente d’accordo, anche se non basta avere tirato quattro palle di là per aver senso giornalistico, i giusti tempi d’intervento, la valutazione di quel che va detto in quel determinato momento…ad esempio quando Federer ha giocato per 4 ore e 26 minuti la semifinale con Del Potro e poi ha perso con Murray, ho letto che molti imputavano alla durata del match più che al fatto che in quel terzo set Roger aveva sempre dovuto inseguire, e battere sul 5-6, sul 6-7, sul 7-8 e via dicendo per una dozzina di volte, è uno stress mostruoso…La sua, in finale, era più stanchezza mentale che fisica, al di là dei 31 anni…
Wilander: Perfettamente d’accordo con te. Ma vedi, certe persone non possono capirlo perchè non si sono trovati in situazioni analoghe

e in quella passa un collega britannico, dalla stazza imponente, che la racchetta in mano non l’ha mai presa nemmeno per sbaglio…

Mats lo saluta e poi mi fa  Vedi? ecco un esempio! …e ride.

Ubaldo: Nel mio piccolo ti dirò che quando andai per la prima volta a giocare sul cemento negli Stati Uniti, incontrando giocatori che sapevano giocare pochissimo a tennis nel senso stretto del termine, ma che avevano un servizio da far paura, mi sentivo morire ogni volta che ero indietro 15-30 perché sentivo che anche un solo break ad inizio set mi poteva costare il set. E venendo dalla terra battuta, dove il servizio non era così fondamentale, fu un’esperienza traumatizzante all’inizio. Avevo sempre una tensione addosso…Vallo a spiegare a chi non ha mai giocato!
Wilander: Ti dirò…nemmeno le ex tenniste che commentano il tennis, nella stragrande maggioranza, hanno mai provato quelle sensazioni che dici tu e che ti aiutano a capire un match e la sua tensione. Sono pochi i match femminili in cui un break può definirsi decisivo. Quindi il rischio di subire un break è molto meno avvertito,meno sofferto…

Ubaldo Vabbè, andiamo a sentire Del Potro e Kim, vai…
Wilander: E Sock batterà Cipolla, te lo do 2 a 1!”

Ubaldo: Se non ci arrestano ci sto: 5 dollari. Se vince Cipolla me ne dai 10, sennò te ne do io 5. Se dovessero arrestarci invece di dollari scegliamo un’altra unità di misura. Aranciate, Coca Cola,ok?
Wilander: Ok, qua la mano!

Ubaldo Scanagatta

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti