04/09/2012 03:58 CEST - US OPEN 2012

Berdych, primi quarti a NY Murray domina Raonic

TENNIS - Il ceco batte 76 64 61 Nico Almagro e raggiunge per la prima volta i quarti di finale a Flushing Meadows. Troverà Federer (34 quarti Slam di fila, 299 settimane al n.1), che ha approfittato del ritiro di Fish. Klizan regge due set con Cilic. Il croato affronterà Murray che ha dominato Raonic.

| | condividi
Tomas Berdych (Photo by Elsa/Getty Images)
Tomas Berdych (Photo by Elsa/Getty Images)

Murray b Raonic 64 64 62

Un anno fa, forse una partita del genere Murray avrebbe potuto perderla. Tra un anno, forse Raonic una partita del genere avrà imparato a vincerla. Per ora ci sono ancora troppe categorie di differenza. Negli ultimi mesi, Murray migliorato molto il suo colpo debole, il dritto, e l'ha trasformato in un ulteriore strumento offensivo.

Murray ha lasciato appena sei punti con la prima e chiuso senza concedere palle break, con 31 vincenti e solo 12 errori.

Raonic è arrivato a questi livelli confidando in due colpi, servizio e dritto, soprattutto da sinistra. La scelta di Blanco come coach denota la volontà di correggere i difetti, di limare le debolezze (a patto che la maggiore completezza non arrivi al prezzo di depotenziare gli attuali punti di forza), ma al momento i progressi non sono abbastanza. Soprattutto, sembra non aver ancora interiorizzato l'aggiunta di variabili alle sue possibilità di scelta nella gestione dello scambio: in due parole, pensa troppo. E a tennis il pensiero non paga.

"Oggi ho giocato bene, ho passato bene" dice a caldo a Brad Gilbert ai microfoni di ESPN, "dopo un po' di game ho iniziato a leggere meglio il suo servizio. Chiaramente essere riuscito a fare il break è stato importante, ma devi sempre rimanere concentrato".

Il canadese sa che deve essere perfetto con le sue armi migliori, e non è facile. Non gli bastano 16 ace e 34 vincenti, bilanciati in negativo dai 27 gratuiti. Murray ha troppe soluzioni in più e troppi modi per punirlo delle sue fragilità. Raonic si muove meno bene, fatica sulle palle basse e in avanzamento, dunque sui back velenosi dello scozzese, che può sfruttare il suo rovescio per aprirsi il campo in lungolinea ed esporre ancor di più il lato debole dell'avversario.

Raonic, che dovrebbe migliorare il suo best-ranking (n.16 attualmente), deve lavorare sulla seconda (ha servito il 70% di prime e raccolto il 31% di punti con la seconda) e sulla risposta (è sempre troppo indietro) per essere competitivo con i top-player. Non è del tutto un caso se quella con Murray a Barcellona sia la sua unica vittoria contro un top-5.

Murray inizia subito con un passante lungolinea in corsa, Raonic risponde col dritto a sventaglio. Si sfodera subito l'arma migliore. Si lancia un messaggiochiaro all'avversario.

Servizio e dritto di Raonic sono due armi di livello assoluto, manon bastano da sole perché il canadese raggiunga il suo obiettivo strategico:essere in controllo del gioco, essere lui a determinare il punteggio, come ilsuo idolo Pete Sampras.

Contro un avversario come Raonic, un giocatore di ritmo come Murray habisogno di qualche game in più per entrare del tutto nel match. Raonic mette 6ace nei primi 3 turni di battuta (ma parte sempre da 0-15 nei primi sei), Murray sceglie un buon momento per il primo, che gli serve a cancellare il primo svantaggio importante (30-30 da 0-30) nel sesto gioco.

Raonic sbaglia tatticamente un paio di attacchi nel settimo, scende a rete sul rovescio di Murray che lo impallina entrambe le volte, ma rimedia bene con l'attacco in controtempo. Nel nono regala tre palle break con due doppi falli da destra che dimostrano quanto ancora possa migliorare nella gestione dei momenti importanti. Ne salva due, ma sulla terza Murray risponde profondo a un'altra seconda del canadese e poi lo beffa con la palla corta di dritto.

Muray, che lascia 4 punti al servizio nel set e con soli due gratuiti contro gli undici di Milos, chiude il primo parziale con una prima vincente in 36 minuti.

Raonic riparte maluccio nel secondo set, subito 0-30, ma si tira fuori con un paio di ace e un servizio vincente. Nel quinto game riesce ad annullare due palle break, ma ricasca nell'errore sul lungolinea di rovescio di Murray che sale 3-2 e servizio. Raonic non riesce a variare lo scenario del match (11 vincenti e 10 errori per lui nel set, 10-4 il bilancio di Murray), e deve di nuovo annullare due palle break, che sono anche due set point, sul 3-5. Ma Murray tiene a zero: duplice 6-4 in un'ora e 35. Sull'ultimo punto Ramos rinuncia ancora una volta a prendere posizione e aspetta che sia Raonic a chiamare il Falco sulla prima di Murray. L'Hawk-Eye certifica il quinto ace dello scozzese.

Continua a sbagliare di rovescio Raonic, che rimane lontano dalla palla e affossa a rete di rovescio regalando un altro break a Murray (2-1). Lo scozzese, a parte un paio di punti del sesto gioco (va 0-30 ma rivolta il game con due ace e un servizio vincente), concede davvero pochissimo al servizio. Il secondo break suona un po' come una resa anticipata per Milos. E infatti Murray non regala niente e allo scoccare delle due ore chiude con un servizio vincente.

In semifinale, Murray affronterà Marin Cilic. Lo scozzese ha vinto sei volte su sette, ma il croato ha dominato l'unico precedente agli Us Open, in ottavi nel 2009. (Alessandro Mastroluca)

Federer b Fish w/o

Si ritira Mardy Fish, e libera un posto nei quarti di finale a Roger Federer.

Le dichiarazioni ufficiali del tennista americano: "Mi dispiace dover rinunciare agli Us Open per misure precauzionali. Ero riluttante a farlo, ma sto seguendo le decisioni dei medici. Ho avuto una buona estate in termini di risultati e sono ansioso di riprendere in autunno".

E' il 38mo quarto di finale in uno Slam per Federer: solo Connors ne ha giocati di più nell’era Open, 41. E sarebbe soprattutto il 34mo di fila.

Il forfait di Fish permette allo svizzero di allungare di una settimana il suo primato in classifica cioè di portarsi da 298 a 299 a una sola lunghezza dal traguardo delle 300.

Questo perché il quarto raggiunto gli copre anche eventuali vittorie di Djokovic a New York e Pechino.

Vediamo come nel dettaglio.

Entry Ranking 27/08/2012

1° Federer 12165
2° Djokovic 11270

Togliendo i punti dello scorso Us Open:

1° Federer 11445 (12165-720)
2° Djokovic 9270 (11270-2000)

Aggiungendo quelli attuali e ipotizzando Djokovic vincitore del torneo:

1° Federer 11805 (11445+360)
2° Djokovic 11270 (9270+2000)

Quindi ci sarebbe un divario di 535 punti (11805-11270), che appunto consente al numero uno del mondo di rimanere tale anche dopo Pechino perciò fino a lunedì 8 ottobre. Infatti, se il serbo dovesse trionfare anche nel 500 cinese, scartando il penalty zero del 2011, al massimo aggiungerebbe 500 punti insufficienti a tornare sul gradino più alto. (Gabriele Cucchi)

Berdych b. Almagro 76 (4) 64 61

Un match molto veloce quello fra Berdych e Almagro, e non solo per il crollo dello spagnolo nel terzo: anche i primi due set, molto combattuti, si sono svolti in poco più di un'ora e mezza. Il gioco offensivo di Berdych - ma fin quando è durato anche di Almagro, a dire il vero - ha fatto risolvere la maggioranza dei punti in pochi scambi, complice anche una superficie tutt'altro che lenta.

Dopo un primo game di studio reciproco, Almagro regala il primo punto emozionante del match, scendendo a rete subito dopo il servizio. Lo farà altre quattro volte nel giro di pochi minuti, stupendo non poco gli astanti: peccato che poi smetta e preferisca inchiodarsi a fondo campo, dove alla lunga sarà condannato a perire innanzi alle maggiori capacità dell'avversario.

Il primo rally del match arriva nel terzo gioco e viene chiuso da un gratuito di dritto di Almagro. Un altro errore di Almagro, questa volta di rovescio, e un servizio molto profondo (che lo spagnolo non riesce a controllare) consegnano il gioco a Berdych.

Il quarto gioco si apre un altro bel rally, con Berdych che scende a rete e viene passato dal rovescio di Almagro, che poi mette a segno due vincenti di dritto, da fondocampo prima e dalla rete poi, portandosi sul 2 pari.
Berdych al servizio porta quindi a casa due game a zero di fila, ma anche Almagro si difende bene nel proprio turni, con un gioco aggressivo e notevoli vincenti sia di dritto che di rovescio.

Nel nono game due splendidi recuperi dello spagnolo costringono un Berdych un po' sbilanciato a rete, e quando la volée finisce oltre la linea di fondo, il ceco si ritrova a fronteggiare la prima palla break del match. Si salva con un servizio vincente e poco dopo chiude con un ace (il quarto dei 17 messi a segno in tutto il match).
I game restanti prima del tie-break sono molto equilibrati, anche se Almagro strappa gli applausi maggiori, in particolare con la prima palla corta del match, che lascia Berdych totalmente spiazzato.

Nel tie-break però è Berdych che domina: in stato di grazia, piazza ben quattro aces e con una discesa a rete punisce un recupero disperato dello spagnolo, al secondo dei tre set-points guadagnati. 7-4, un set a zero.

Il secondo set inizia in maniera molto equilibrata, dai primi game si ha l'impressione che si finirà nuovamente al tie-break: nei primi quattro game entrambi realizzano uno o due aces e uno o due servizi vincenti a testa (uno degli assi serve a Berdych per salvarsi dalla seconda palla break del match, al quarto game).

Il game cruciale è il settimo: qui cambia l'inerzia dell'incontro. Almagro tenta un passante incrociato con Berdych a rete, ma la palla finisce fuori. Si ritrova 0-30. Un servizio vincente e un recupero fallito da Berdych lo portano sul 30 pari, ma è solo illusione.

Berdych si procura la prima palla break con un dritto molto profondo, e dopo aver affossatone un altro in rete, se ne procura un'altra grazie a un errore di Almagro: la mette questa volta a segno, attaccando con un bel dritto angolato, che Almagro intercetta ma spedisce fuori dal campo.

Il game successivo spiega bene lo stato mentale di Berdych dopo aver ottenuto quel break: un ace e tre servizi vincenti. Non c'è molto altro da registrare per il resto del set, a parte uno spettacolare punto nel decimo game, in cui Berdych si ritrova a rete e lo spagnolo tenta due volte a passarlo, riuscendoci alla seconda. In seguito, tre suoi errori consecutivi consegnano il set a Berdych.

E Almagro crolla: si fa breakare con ben due doppi falli nel primo game del terzo set. Non si riprenderà più: il set conclusivo è a senso unico, Berdych schiaccia Almagro mentalmente e tatticamente, lo spagnolo sembra essere altrove e su alcuni punti dà l'impressione di non provare neanche più a muoversi. La volée a campo aperto sbagliata nell'ultimo game dice tutto. (Federico Romagnoli)

Cilic b Klizan 75 64 60

L’ottavo di finale meno nobile del tabellone prevedeva lo scontro tra il croato Marin Cilic e una delle sorprese del torneo, lo slovacco Martin Klizan, ultimo giocatore mancino e non testa di serie rimasto in tabellone. Nonostante un gioco non proprio spettacolare, il primo set sembrava promettere una partita più equilibrata del previsto. I due tennisti hanno sfruttato appieno i propri turni di servizio senza lasciare una minima opportunità all’avversario alla risposta. Ma quando il parziale sembrava avviarsi verso un naturale tiebreak, il n.48 del mondo regalava, con un doppio fallo e una stecca di dritto, due inaspettate palle break. Il nativo di Medjugorje non si faceva pregare e, dopo uno scambio ad alta velocità, portava a casa il primo set forzando un errore di rovescio dell’aversario. 7-5 Cilic.

La seconda partita iniziava subito in controtendenza rispetto alla prima e vedeva i giocatori scambiarsi break fino al 2-1 per lo slovacco, che riusciva a issarsi fino al 4-2, dando l’impressione di poter impattare l’incontro. Ma a questo punto, forse prosciugato dalle battaglie nei turni precedenti, il mancino di Bratislava si inceppava come un motore che finisce la benzina e non riesce più a ripartire. Cilic ringraziava e inanellava una serie incredibile di 10 giochi a zero, vincendo il match con il punteggio di 7-5 6-4 6-0 senza faticare più di tanto e raggiungendo per la seconda volta in carriera i quarti di finale dello slam newyorkese.

Klizan esce sconfitto da questa sfida, ma comunque soddisfatto e consapevole che il suo gioco e la sua classifica sono destinati a migliorare. Le basi e il talento ci sono, ma dovrà probabilmente lavorare molto su un fisico non eccezionale. Il croato, eterna promessa non mantenuta, aspetta l’avversario che uscirà dal match tra Murray e Raonic, sapendo già che dovrà giocare la partita della vita per raggiungere una semifinale slam che non lo vede protagonista dall’Australian Open del 2010. (Fabio Ferraro)

 

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti