05/09/2012 17:43 CEST - Controcorrente

Errani-Kerber: perché é stata una bella partita

TENNIS - Sul match vinto dalla bolognese contro la teutonica si sono sprecate parole non sempre positive. Ma é stato veramente un match inguardabile?Spieghiamo perché no. Christian Turba

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Sara Errani (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)
Sara Errani (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)

La felicità per il traguardo storico delle due azzurre ai quarti di uno Slam ha fatto forse passare in secondo piano l’analisi tecnica dei match giocati da Roberta Vinci e Sara Errani, rispettivamente contro Radwanska e Kerber. O per meglio dire: se all’impresa della tarantina sono state dedicate pagine e pagine di lodi, per il ritorno del “ tennis che fu” ad alti livelli, della vittoria della finalista del Roland Garros si é parlato poco, e non sempre in termini elogiativi. Anzi, basta fare un giro per social network, siti e forum tennistici (Ubitennis compreso) per trovare commenti come “ tennis inguardabile”, “tennis ignobile”, “partita da incubo”, “solidarietà per gli incolpevoli spettatori” e via dicendo.
Ma il match di Saretta é stato così terribile? A mio parere no, e proverò a spiegare perché, al netto del “patriottismo” che può condizionare me e tutti gli appassionati italici di tennis.
Spazio ai numeri duri e crudi, prima di tutto. In primis, 25 vincenti e 21 gratuiti per la nostra, 35 e 38 per la tedesca: dati non certo eccezionali, che testimoniano come nel secondo set la numero 6 mondiale abbia invano tentato di far girare il match scendendo all’attacco, tanto che 18 dei 35 vincenti sono infatti giunti nel secondo parziale. Il 3/8 della Kerber e il 4/12 della Errani nelle palle break indicano, invece, una relativa debolezza delle due nei turni di servizio (59 e 56% le rispettive percentuali di punti sulla prima,ma soprattutto con velocità medie di 93 e 81 mph, deboli se confrontati col 111 della Williams nel match precedente. Vi sono infine i punti giocati a rete: 26 per la Kerber (ma con un pessimo 11/26 di percentuale di punti vinti), 22 per Saretta (con un ottimo 82% di realizzazione): di questi tempi, percentuali alte, se consideriamo –tanto per dirne una- che sharapova e petrova hanno visitato la metà campo rispettivamente 6 e 5 volte nel loro ottavo durato 3 set..
Siccome i numeri posson dire tutto e niente, però, mi soffermerò piuttosto sul gioco mostrato dalle due, perlomeno nel primo set che ho potuto vedere –quasi-in integralità. Non negherò certo che la maggior parte –un buon 90%diciamo- dei punti si sia giocata su “pallettoni”, lob liftatissimi che finivano a 10 cm dalla riga di fondo impedendo alle due un qualsiasi attacco e costringendoli ad arrampicarsi, letteralmente, per recuperare la palla: dato che né Angelique né Sara avevano intenzione di sbagliare, gli scambi potevano durare anche minuti e sembrare infiniti.Fermo restando che il “ bello” dovrebbe restare un concetto soggettivo e non codificato, da un punto di vista estetico si può concordare che questo tipo di tennis sia “orribile”. Un match di tennis però non comprende solo una dimensione estetica, ma anche le componenti tecnica, agonistica e mentale.
Dal punto di vista tecnico, il solo appunto che mi sento di muovere è sul servizio, soprattutto quello di Sara, spesso deficitario: ricordo un doppio fallo della nostra-sul 6-5 credo da mani nei capelli, una seconda completamente steccata con la palla ad altezza orecchio, errore da quarta categoria, non certo da numero 10 del mondo.. Ma per il resto, tutta questa bruttezza non l’ho vista. Se è vero che lo scambio era impostato sui lob, è anche vero che il match è stato vivo, pieno di variazioni di velocità e soluzioni tattiche –cercate soprattutto dalla nostra- e che, non appena una delle due sfidanti veniva colta in fallo e accorciava il lift, partiva la vera contesa a suon di attacchi e colpi vincenti..
La Kerber, molto più della nostra, risponde al prototipo della tennista “corri e tira” moderna: se vogliamo, una versione 2.0 della Wozniacki, una che quando si avvinghia allo scambio non te la schiodi più talmente ributta tutto alla stessa velocità, ma che all’occorrenza sa far viaggiare la palla. Ieri sera, trovatasi di fronte un avversaria che la sovrastava sul piano tattico e non le consentiva di prendere ritmo, Angelique ha comunque buttato in campo ogni centilitro della sua grinta, lavorando Sara sul rovescio, colpendola con accelerazioni fulminanti in dritto lungolinea e regalando forse il punto più bello del match con un recupero “a punta di racchetta” su una palla corta ben giocata dalla Errani.
Quanto a Sara, la nostra-frase ripetuta centinaia e centinaia di volte-ha giocato un match tatticamente perfetto. Ma , tattica a parte, la bolognese ha sciorinato anche un ottimo repertorio di colpi, tra dropshot calcolati col bilancino e attacchi incrociati strettissimi di dritto, spesso eseguiti su lob dell’avversaria, difficilissimi da controllare per una “pollicina “ come lei . Anche il tanto criticato rovescio ha retto, perlomeno in fase difensiva dove il back è stato utilizzato spesso e volentieri al fine di togliere potenza al dritto incrociato della Kerber. Poi, la rete. Quando, nel primo set, l’ha frequentata, l’azzurra ha quasi sempre giocato in maniera impeccabile: da circoletto rosso, tra tutti, una volée vincente in controtempo sull’ennesimo lob della Kerber. Certo, Sara non pratica serve-and-volley né prende la rete con eleganza, a seguito di attacchi in back, come l’amica-collega Vinci: ma, in un’epoca in cui sovente le top player si dimostrano “ manovali” della volée, una tennista concreta e precisa in quella zona del campo è oro colato..
Come molti hanno fatto notare, certo, “ la sua palla non cammina”: ma questo dev’essere per forza un male? CI lamentiamo sempre del tennis “ corri e tira” dei “ bombardieri” e poi storciamo il naso se una tennista non fa viaggiare la palla come le varie Williams, Stosur, Azarenka, Sharapova e compagnia bella? Vedendo qualche highlights di Vinci-Radwanska, la velocità non sembrava certo superiore a quella del match in questione..
Quello che avrà fatto storcere al naso a certi “ puristi” è che questo tipo di tennis non era propriamente votato all’attacco: come se la difesa, o per meglio dire, il “contrattacco”, fossero un male incurabile.. Ricordiamo che un certo Fabrice Santoro, detto “ Le Magicien” e –quasi-universalmente apprezzato-ha costruito la sua carriera mandando in psicanalisi gli avversari con le sue continue variazioni atte a togliere loro il ritmo: ok, Saretta non ha certo la fantasia e l’inventiva del transalpino, ma il principio del suo gioco non vi si discosta molto.. Se vogliamo dirla tutta, poi, il “toppone” di dritto della Errani, che non rientra certo nelle categorie “ classiche” della grazia, è comunque un colpo tecnicamente ben eseguito, che nel match in questione ha fatto da contraltare alle accelerazioni della Kerber, creando in un certo senso quel “ confronto di stili” spesso invocato come soluzione alla monotonia del tennis odierno. Dal mio punto di vista, c’è di che accontentarsi visto il panorama odierno del tennis femminile..
Vi è infine la dimensione agonistico/mentale, sulla quale sfido chiunque a emettere osservazioni:dal primo all’ultimo punto, le due se le son date di santa ragione, senza quasi fiatare tra un punto e l’altro. Basta ciò per definire un match bello? Sicuramente no, se l’agonismo non è accompagnato da una certa incisività dei colpi e, ovviamente, da un certo equilibrio negli scambi e nel punteggio. Sotto questo punto di vista ritengo la finale Nadal-Djokovic degli Australian Open 2012, esempio della partita “ agonisticamente intensa”, un match mediocre: certo, vi son stati 5 set, scambi lunghi e capovolgimenti di fronte, ma i due erano ben lontani dal loro miglior tennis, meno incisivi coi propri colpi e spesso preda di errori gratuiti per loro inconsueti. Al contrario, ieri sera, le due ragazze hanno giocato al meglio delle loro possibilità, usando i mezzi a loro disposizione per ottenere il punto: e, come detto, non si è trattato solo di “pallettoni”, ma anche di accelerazioni, palle corte, volée in controtempo, etc etc..
Basta questo per parlare di una “bella partita”? Per quanto mi riguarda sì: Kerber e Errani non sono proprio la reincarnazione di Evert e Navratilova, ma il confronto tra il loro tipo di gioco dà buoni risultati.E voi, cari lettori, cosa ne pensate?

Christian Turba

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