10/09/2012 11:11 CEST - Rassegna Stampa del 10 Settembre 2012

Errani-Vinci doppia gioia sono regine a New York ed ora ballano sul mondo (Martucci, Valesio, Sisti, Semeraro, Giorni)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Errani-Vinci doppia gioia sono regine a New York ed ora ballano sul mondo

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 10.09.2012

Estasiati. Come tutti. Anche per quel «petto-dito-mano», il balletto che Sara Erravi e Roberta Vinci inscenano in mondovisione, sul campo, abbracciando felici il loro clan: «E' il nostro tormentone di questi giorni, nasce da "Pallino" e Giulia, i figli del maestro Cinà che lo ballano sempre». Estasiati, come lo stadio Armstrong, come l'intervistatore Gimelstob, come, in diretta tv, le grandi ex Even, Austin e Navratilova. Estasiati, e contenti. Perché «Cichi & Cichi» vincono, certo, ma anche per come vincono: usando il cervello, sfruttando tutte le proprie armi e dribblando quelle delle avversarie. Numero uno Estasiati per due ragazze che non t'aspetti capaci di esaltare una stagione già indimenticabile, firmando il secondo Slam nella terza finale 2012: dalla storica prima assoluta del tennis italiano sulla terra rossa del Roland Garros al cemento degli Us Open, dove nessuno azzurro aveva vinto dall'86, con Raffaella Reggi, nel doppio misto con uno spagnolo (Casal). Avvalorando così, con l'ottavo successo stagionale di specialità, il numero 1 di coppia nella classifica mondiale. Anche se, tecnicamente Sara è 1 e Roberta 2. «Siamo tutt'e due numero 1, in doppio si gioca, si vince e si perde insieme». Dimostrando ancora una volta 8 60 Gli anni dall'ultima accoppiata Parigi-Us Open. A centrarla nel 2004 la spagnola Ruano Pascual e l'argentina Suarez Le partite giocate quest'anno in doppio da Sara e Roberta…La lezione tattica redatta in carriera da Erravi e Vinci dovrebbe entrare stabilmente nella didattica della Scuola Nazionale Maestri. Insieme a tutti i miglioramenti di Sara e Roberta, numero 45 e 23 del mondo di singolare a gennaio, e oggi 7 e 15, con in tasca la qualificazione al Masters di doppio a Istanbul, quella molto possibile di Sara in singolare e quasi certa di Roberta nel Masters B di Sofia. Perché, dopo aver imparato a giocare insieme, a imporre sempre la forza da fondo di Saretta e a rete di Robertina, a scompigliare gli schemi avversari usando velocità di piedi e di cervello, le azzurre meraviglia hanno confermato una personalità schiacciante. Dopo l'ultima spinta, qui a New York, dal primo quarto di finale Slam del tennis italiano, in assoluto, giocato fra di loro, a quello di Roberta, alla prima semifinale di un'azzurra, Sara, ad eguagliare il record di Corrado Barazzutti '77. Volata Con il volo per l'Italia, Errani e Vinci sprintano come nel primo set: «Era fondamentale essere subito aggressive, a costo di fare qualche errore in più, le ultime volte la Hradecka aveva imposto la sua potenza, soprattutto a rete, tirandomi addosso, stavolta non l'ha fatto tanto», spiega Roberta il break d'acchito, poi perso, riacquisito, riperso, e quindi ripreso, per chiudere 6-4 il primo set. Anche grazie alla cattiva giornata di Lucie la picchiatrice (4 doppi falli tutti suoi e tanti dei 25 errori di squadra). Che la deliziosa Andrea (fidanzata da 3 anni con Fabrizio Sestini, italiano dell'Atp) sostiene con qualche intuizione a rete, ma non può salvare. Né può evitare il doppio break del secondo set e il 6-2 azzurro dopo un'ora e un quarto. «Sara ha giocato molto bene, è una compagna perfetta, io ho servito molto bene, anche se ero molto tesa», chiosa la doppista Vinci. «Ci siamo prese la rivincita», chiude Sara. E il 2012 non è finito.

Balliamo sul mondo!

Piero Valesio, tuttosport del 10.09.2012

SARA E ROBERTA ballano sul mondo e noi con loro. Stravincono il doppio dello Us Open e realizzano un qualcosa che non ha precedenti nella storia del tennis italiano: nell'anno domini 2012 mettono in bacheca due titoli dello Slam su quattro (Roland Garros e New York), una finale in Australia e un quarto a Wimbledon. Sono loro le regine di questa disciplina affascinante vituperata solo da chi non ama il tennis nel senso più pieno della parola; e anche da chi non sa apprezzare lo spettacolo puro e si accontenta, magari, di cose più grezze. La loro danza seguente al successo sulle temutissime Hlavackova/Hradecka, il cui rendimento di ieri è stato inversamente proporzionale al numero delle consonanti presenti nei loro cognomi, è stata il simbolo indelebile di una superiorità mondiale che ci fa dire senza timore di smentita che i gemelli Bryan al femminile li abbiamo noi. Sono due ragazze piccole di statura per la medie delle tenniste ma, come i loro omologhi maschi, capaci di fare del doppio uno spettacolo di arte pura. La vittoria di NY è arrivata sulle iperconsonantiche ceche nel migliore dei modi possibili. Palesando una superiorità nettissima ed un senso di squadra (come chiamare diversamente un doppio?) che dovrebbe essere studiato in sedi altolocate. Le avversarie erano temute e per di più con ragione. Ma Sara e Roberta, reduci da una stagione (che si concluderà con il Masters di Istanbul fra più di un mese) stressante e lunga: Sara ha giocato un numero spaventoso di incontri, più di cento e nel frattempo ha avuto modo di migliorarsi in campo. Anche Vania King, per citare una giocatrice di statura non eccelsa che primeggiò nel doppio, è risucita in carriera ad avere un atteggiamento simile a quello di certo supereroi che ovviano ad una carenza sviluppando a dismisura altre capacità. Ma Sara è meglio, è diventata più forte: a rete è letale e intelligente negli spostamenti. E che dire di Roberta che, uscita delusa dal quarto di singolare perso con la socia e amica, ha metabolizzato la sconfitta in quattro e quattr'otto. E si trova oggi, a 29 anni, a essere la tennista dai colpi più ammirati del circuito. Con buona pace delle randellate di Serena e degli urli disumani di Sharapova e Azarenka. PROGETTO Allo US Open potevamo vantare, fino a ieri, il successo di Raffaella Reggi nel misto in coppia con Sergio Case! nell'86. Nel 2007 Mara San-tangelo conquistò il doppio a Parigi ma in coppia con l'australiana Alicia Molik. Flavia Pennetta s'impose l'anno scorso agli Australian Open e l'anno prima al Masters ma in coppia con l'amica argentina Gisela Dulko. E i maschietti? Nel'59 Nik Pietrangeli vinse con Orlando Sirola a Roland Garros. Successi importanti ma nessuno dei quali ha avuto la potenza di quelli conseguiti quest'anno da Sara e Roberta. Perché loro hanno costruito una storia. Errani e Vinci non sono una fortunata contigenza dei destini tennistici ma il frutto di un progetto e di un lavoro pensato assieme. Per fare crescere ancora tale progetto le nostre regine dovranno pensare ad un 2013 probabilmente diverso soprattutto come volume d'impegni, o forse no. Per ora balliamo con loro. Sul mondo.

Errani e Vinci, la prima coppia italiana a vincere gli Us Open

Enriso Sisti, la repubblica del 10.09.2012

Serena ha vinto fra mille fatiche e altrettante paure la finale delle ultradonne, uno spot luminoso del nuovo tennis, piaccia o no. Grande merito alla sconfitta, a Vika Azarenka, che col suo formidabile carattere è arrivata a un soffio dall'impresa (6-2,2-6,7-5). Poco prima Sara Errani e Roberta Vinci erano entrate nella storia, la loro personale e in quella del tennis italiano. Adesso verrebbe da dire: è stato facile. Ma arrivateci un po' voi alla finale di uno Slam, anzi tre nello stesso anno, e vincerne due. Battetele voi, per quanto «fallose e in cattiva giornata», due gendarmi come le ceche Hradecka e Hlavackova, che non saranno dei fulmini in singolare (sono rispettivamente la n. 69 e n. 82) ma compongono un doppio solido. Prima Parigi adesso NewYork. Mezzo Slam. Da oggi sono le n.1 nel ranking del doppio (c'era riuscita solo la Pen-netta in compagnia dell'argentina Dulko). Non rubano l'occhio, è vero, sono piccoline, poco potenti rispetto ad altre tenniste. Hanno trovato forza nella loro semplicità, in quello stare sempre e rigorosamente attente ai destini dell'altra, dentro e fuori dal campo, tatticamente e umanamente. Ieri èstata la loro festa esela sono meritata. Giocano insieme da tre anni. Si sono unite per la Fed Cup, dove Roberta è ancora imbattuta. Non si sono più separate: «Non ce lo aspettavamo, pensavamo di es *** sere una buona coppia, diciamo fra le prime dieci». Non di svettare. Sembravano più da terra. Invece dominano su tutte le superfici (manca solo l'erba). Per la prima volta un doppio italiano ha trionfato agli Us Open. Giusto che siano state loro a rompere il ghiaccio, loro che non si nascondono, perché non ce l'hanno, dietro fisici statuario servizi a 180 all'ora. Non c'è arroganza nel loro tennis. Solo lavoro, convinzione, carattere. Anche questa è bellezza. Mescolando i reciproci talenti (Sara più consistente da fondo campo, Roberta più incisiva sotto rete) hanno dominato la stagione vincendo, con quest'ultimo, già otto tornei (tredici in tutto). Più estroversa di Sara, alla fine ieri Roby si è lasciata andare festeggiando con «un balletto che faceva il figlio del mio allenatore». L'unica italiana ad apparire nell'albo d'oro di questo «major» fu Raffaella Reggi che vinse il doppio misto con lo spagnolo Casal nel 1986. E' stata una partita tirata e non bella: «Che tensione!», ammette Roby. Il LouisArmstrong s'è riempito lentamente. Pochi i punti spettacolari. Forse uno solo: quello del 15-40 nel terzo gioco del secondo set. SaraeRobyhanno sbagliato poco mentre le altre, soprattutto la Hradecka nei suoi turni di servizio, concedevano parecchio. Hanno usato più spesso delle awersarie i corridoi, allargando il campo. Sara è stata tonica da fondo. Qualche volta Roberta, sotto rete, soprattutto nel primo e più combattuto set, si è fatto sorprendere dalla potenza dei colpi della Hradecka: «Mi tirava addosso: lo fa sempre». Però Roby è andata migliorando mentre la ceca peggiorava. Italiane più squadra, ceche più svagate. A forza di break si è approdati al primo parziale: 64. Meno lotta nel secondo dove Hradecka e Hlavackova avranno spesso avuto una sensazione di vuoto, incapaci com'erano di trovare tattiche che potessero sopperire ai loro crescenti errori di misura: splendida Sara nel colpire di volo (6-2): «Con loro devi essere aggressiva, non puoi star li ad aspettare che entrino in partita». E' stata anche una rivincita diretta. Le ceche le avevano battute tre volte di fila. A Wimbledon Hradecka e Hlavackova sconfissero ogni italiana possibile, ErraniVinci nei quarti ePennetta-Schiavone in semifinale. E stasera (ore 22 Eurosport) finale MurrayDjokovic. Murray dovrà preoccuparsi molto. Dell'awersario edelle statistiche. Negli scontri diretti Nole è in vantaggio per 8-6. Si sono già incontrati in una finale dello Slam: ha vinto Nole (Australian Open 2011). E Murray delle quattro finali Slam disputate in carriera finora non ne ha vinta nemmeno una.

Sara&Roberta, la coppia più bella del mondo

Stefano Semeraro, la stampa del 10.09.2012

Sono la coppia più bella del mondo, adesso non ci sono proprio dubbi. Sarita Errani e Robertina Vinci hanno vinto gli Us Open di doppio silenziando anche le ultime avversarie - sorellone Williams a parte - con cui avevano un conto in sospeso, le ceche Andrea Hlavackova e Lucie Hradecka (6-4, 6-2). Da oggi sono ufficialmente le numero uno del mondo, e Sarita lo è due volte: prima nel ranking di coppia e prima in quello - sempre relativo al doppio - che tiene conto dei risultati individuali, proprio davanti alla compagna. Le due si erano scontrate in singolare nei quarti, un match strano, con il silenziatore messo ai sentimenti, che Sara aveva vinto facilmente. Ma in doppio l'intesa non ha sbandato. Amiche come sempre, più di sempre. Timbrare il foglio del computer con un successo del genere, poi, rende ancora più saporito il primato, e più succosa la trasferta azzurra negli States. Ce ne ritorniamo dalla Grande Mela con una semifinale e un quarto in singolare e una vittoria in doppio, meglio di così era davvero difficile fare. Dopo il Roland Garros si ripetono negli Usa: in 130 anni la prima volta di due azzurre Il duo Cichi&Chici - si fanno chiamare così, rassegniamoci - in giugno aveva già vinto il Roland Garros, sulla terra da sempre amica di Parigi, battendo in finale le russe Kirilenko e Petrova. Alzare la coppa sul cemento di Flushing Meadows però è un'altra cosa, una gioia speciale, speziata di storia. Da queste parti l'unico trofeo che avevamo raccolto in oltre 130 anni era stato quello di doppio misto vinto nell'86 dalla grande Raffi Reggi in coppia con Sergio Casal. Flavia Pennetta (la prima n. 1 italiana in doppio della storia) si era giocata una finale con l'argentina Dulko, ma Sara e Roberta sono la prima coppia femminile tutta italiana a mettere le mani sullo Slam a stelle e strisce, fra l'altro in un torneo che vedeva in tabellone anche le Williams sisters. Prima di loro solo gli antichi maestri Pietrangeli e Sirola erano riusciti nell'impresa, aggiudicandosi il Roland Garros nel giurassico 1959: due coppone in un anno, più la finale agli Australian Open, sono roba grossa. Anche perché, come si diceva, con la Hradecka e la Hlavackova, la ragazzona di Praga e la bionda pin-up figlia del proprietario della birra Pilsen, c'era un conto in sospeso. Le ceche, più potenti, più «fisiche», quest'anno avevano sconfitto le nostre 3 volte su 4 -a Indian Wells, Wimbledon e Cincinnati - e ai Championships avevano fatto fuori anche l'altra nostra coppia, Pennetta e Schiavone. Si erano arrese solo alle Williams, da cui avevano perso anche il match che valeva l'oro nel torneo olimpico, e sul veloce parevano favorite. Stavolta sono parse un po' imballate, specie la Hradecka, mentre Robertina dopo qualche incertezza iniziale ha punto come un'ape a rete, mentre Sara danzava come una farfalla a fondo campo. Un primo set deciso sul filo di lana, il secondo messo in cassaforte all'inizio e poi difeso con classe superiore. Alla fine le nostre si sono concesse anche una quasi-haka indirizzata al loro angolo, dove sono poi corse ad abbracciare i rispettivi coach, Pablo Lozano e Francesco Cinti, la metà maschile di un team nomade e armonioso che quest'anno ha raccolto un bilancio impressionante: otto tornei vinti (13 in carriera), fra cui due Slam, e una qualificazione al Masters di doppio - a Istanbul, dove Sara, n. 7 del mondo, spera di partecipare anche in singolo - già messa al sicuro. Roberta al Masters aveva già partecipato nel 2001, con la francese Testud. Ma con una amica-amica è più bello, no?

Balletto e coro: «Siamo La coppia più bella del mondo»

Alberto Giorni, il giorno del 10.09.2012

INCONTENIBILI, anche dopo la fine del match. Sara e Roberta sono una ventata di energia che coinvolge il pubblico americano, affezionatosi alla coppia italiana che senza troppi muscoli e centimetri si è ritagliata uno Us Open da protagonista, in singolare e in doppio. Al momento della premiazione, al centro del campo con le bandiere americane sullo sfondo, le azzurre si prendono la scena. «Il segreto del nostro successo? Prima di tutto siamo amiche, e questo conta — esordisce la Vinci —. E' una stagione meravigliosa, non ce la aspettavamo. Pensavamo di essere tra le prime dieci coppie, ma non la migliore». L'intervistatore poi ricorda alla Errani che è la nuova numero uno del mondo nel doppio: «Mica solo io, anche Roberta — protesta la romagnola con un sorriso —, stiamo attraversando un momento straordinario, ma la cosa più importante è che ci divertiamo». Finita qui? Neanche per idea. Il presentatore chiede spiegazioni sul balletto improvvisato dalle azzurre dopo il matchpoint (ispirato a quello del figlio di Francesco Cinti, coach della Vinci) e le due si scatenano. «E' il nostro tormentone — spiegano mentre ripetono i movimenti —. Prima il petto, poi il dito e poi la mano: è semplice!». L'intervistatore riconquista a fatica il microfono: «Siete le campionesse dello US Open, potete fare tutto quello che volete...». Dopo Parigi, anche New York si inchina alla coppia più bella del mondo.

 

QS Sport

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