12/09/2012 22:38 CEST - COPPA DAVIS

Usa a caccia del terzo miracolo

TENNIS – Dopo aver eliminato in trasferta la Svizzera di Federer e la Francia di Tsonga, gli americani proveranno a sovvertire il pronostico anche nella semifinale di Gijon contro le furie rosse. Impresa fattibile? Stefano Tarantino

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John Isner (Getty Images North America Matthew Stockman)
John Isner (Getty Images North America Matthew Stockman)

Intervistato durante gli US Open, il capitano non giocatore americano Jim Courier ha dichiarato:”Chiaramente quello in Spagna è il peggior match che ti può capitare in Davis. In trasferta, contro di loro che non perdono in casa da una vita e che sono i numeri 1 al mondo, ma anche in Svizzera e a Montecarlo eravamo sfavoriti, quindi ci abbiamo fatto l'abitudine”.

In effetti il cammino degli USA in questa edizione della Coppa Davis sa di miracoloso.

Sorteggiati nel primo turno in trasferta contro la Svizzera di Federer (che dopo anni tornava a giocare dall'inizio la manifestazione, risoluto a vincere l'insalatiera), sulla terra rossa indoor e già indicati dai più come vittime sacrificali, gli americano dopo due giorni avevano già chiuso la pratica grazie a “big” John Isner e a Mardy Fish nei singolari ed al doppio anomalo Fish/Mike Bryan.

Nei quarti altra impresa da ricordare, sempre terra rossa anche se outdoor, stavolta a Montecarlo contro la Francia.
Transalpini favoriti, ma ancora una volta Isner (due vittorie nei singolari) ed i Bryan in doppio realizzano il miracolo.

Siccome però al peggio non c'è mai fine, ecco che in semifinale arriva la terza trasferta consecutiva e stavolta a casa degli spagnoli, campioni in carica, orfani sì di Nadal, ma che hanno scelto naturalmente la terra rossa dove in casa non perdono dal 1999 (sconfitti dal Brasile di Guga Kuerten).
Furie rosse assolute dominatrici della manifestazione dal 2000 in poi, visto che da allora hanno vinto 5 volte il trofeo ed una altra volta sono giunti in finale (nel 2003 contro l'Australia).
Di contro gli americani hanno iscritto il loro nome 32 volte nella manifestazione ma il loro ultimo successo risale al 2007 quando posero fine ad un digiuno di ben 12 anni.

I campioni in carica hanno scelto per ospitare questo incontro Gijon, il capitano non giocatore Corretja ha dovuto rinunciare a Rafa Nadal ancora ai box per i noti problemi al ginocchio, ma schiererà comunque un team di primo livello, composto da David Ferrer, Nicolas Almagro, Marcel Granollers e Marc Lopez, con i primi due impegnati in singolare e gli altri due a formare la coppia di doppio (ben collaudata nel circuito).
A dire il vero bisognerà verificare le condizioni di Marc Lopez ritiratosi nel doppio ai recenti US Open per un problema ad un polpaccio.
La Spagna è giunta a questa semifinale dopo aver battuto il Kazakhstan al primo turno e l'Austria al secondo, match affrontati sempre in casa.

Sul fronte statunitense dopo il ritiro di Roddick e il forfait forzato di Mardy Fish, fermatosi di nuovo per i problemi al cuore che lo stanno tormentando da marzo, Courier oltre ai soliti Bryan ed a John Isner ha convocato come secondo singolarista il ritrovato Sam Querrey.
Il tennista americano dopo un lungo periodo di inattività è tornato finalmente nelle sfere alte del ranking (attualmente nr. 27, best ranking nr. 17 a gennaio 2011, poco prima dell'infortunio) certificato dalla vittoria nel torneo di Los Angeles e da una buona stagione sul cemento.
 

I precedenti tra le due nazioni sono in perfetta parità, 5-5.
Solo in due occasioni ha vinto la rappresentativa impegnata in trasferta.
Nel 1972 Stan Smith & Co. vinsero 3-2 a Barcellona contro Gimeno e Gisbert mentre l'anno scorso ad Austin gli spagnoli vinsero con grande autorità (3-1) sul cemento americano grazie ad uno straordinario Ferrer ed a Feliciano Lopez, sempre valido sulle superfici veloci.
Per quanto riguarda invece i precedenti tra i giocatori Ferrer è in parità con Querrey 1-1 (ultima sfida nel 2010 a Cincinnati vinta dallo spagnolo) ed in vantaggio per 3-1 su Isner (che però ha vinto l'ultimo precedente l'anno scorso a Parigi Bercy).
Almagro invece è in vantaggio sia contro Isner (1-0, unico precedente a Wimbledon l'anno scorso) che contro Querrey (3-2, ultima sfida quest'anno a Roma vinta dallo spagnolo).
Infine da segnalare che Granollers (in effetti l'altro singolarista tra tutti i convocati perché i Bryan e Lopez sono soprattutto doppisti) è in svantaggio sia con Querrey (0-2, ma non si sfidano dal 2010) che contro Isner (0-1), ma non ci ha mai giocato contro sulla terra.

Vista obiettivamente così la sfida gli spagnoli sembrano nettamente favoriti, ma qualche piccola insidia si cela dietro questo match di semifinale.

Innanzitutto quando si gioca contro gli Usa si parte dallo 0-1 perché i Bryan in doppio non perdono quasi mai su qualsiasi superficie si giochi (19-2 il loro record in Davis, la miglior performance nella storia della manifestazione di una coppia americana).
Granollers e Lopez per affiatamento e per superficie sicuramente possono dare filo da torcere ai fratelloni, ma anche Federer e Wawrinka (ori olimpici a Pechino) e Benneteau e Lllodra erano ottime coppie ed entrambe sono state letteralmente stroncate.

Dato allora per assodato il punto del doppio agli americani è chiaro che gli spagnoli pur partendo con i favori del pronostico non possono permettersi alcuna distrazione in singolare.

Ferrer e Almagro sono due mostri sacri sulla terra rossa.

Il primo è esempio di continuità, determinazione e costanza, 5 titoli vinti quest'anno (su tutte le superfici, secondo solo a Federer come numero di trofei alzati) ed un bilancio in singolare di primissimo livello (58 vittorie e 12 sconfitte).
Il secondo gran lottatore, dotato di ottimo servizio e molto potente, unico difetto la tenuta psicologia che talvolta lo tradisce facendolo sconfinare nel nervosismo.

Ma Isner e Querrey sono comunque due che non lasciano nulla al caso soprattutto in Davis e seppur impegnati sulla terra rossa non alzeranno facilmente bandiera bianca.
Isner lo abbiamo visto l'anno scorso portare al quinto set Nadal nell'amato Roland Garros, il che è tutto dire.
Inoltre l'aver battuto Federer e Tsonga proprio sulla terra nelle due precedenti sfide di quest'anno è un segnale da tenere ben presente e di certo gli spagnoli non lo sottovaluteranno.
Del resto con quel servizio che si ritrova ogni avversario sa di dover giocare ai limiti della perfezione.
L'unica pecca di Isner in questa stagione è che il gigante americano è andato molto a corrente alternata.
Buona fase iniziale, eclissi verso metà anno, buona stagione sul cemento americano e poi eliminazione precoce agli US Open per mano di Kohlschreiber.

Diciamo Spagna, ma i padroni di casa sono chiamati ad una prova di livello, con gli Usa in Davis quest'anno non si scherza.
 

Stefano Tarantino

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