16/09/2012 21:46 CEST - COPPA DAVIS

La finale è tra Spagna e Repubblica Ceca

TENNIS - David Ferrer regala la quarta finale in cinque anni agli iberici. Lo stesso fa Berdych, che sconfigge in tre set Berlocq. A novembre (16-18) sarà Rep.Ceca-Spagna. Karim Nafea e Stefano Broccoli.

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Ferrer
Ferrer

 

Spagna-Usa 3-1

Ferrer d Isner

6-7(3) 6-3 6-4 6-2

Pochi problemi per David Ferrer nel suggellare la sfida di Gijon. Nonostante le insidie poste da John Isner, davisman se ce n’è uno e provvisto di un’ottima adattabilità alla terra rossa, il nativo di Javea è stato in difficoltà solo per un set prima di prevalere per 6-7(3) 6-3 6-4 6-2.

David è partito subito forte, ottenendo il break nel terzo gioco nonostante gli ace di Isner e consolidando il vantaggio con un servizio tenuto “en blanco”. Long John reagisce immediatamente con un parziale di 8 punti a 2, impattando sul 3-3.
Da qui il servizio rimane inviolato, nonostante David si procuri due palle del 6-5 e servizio (ottimamente salvate dal giocatore della Carolina del nord).
Il tie-break sembra l’esito più giusto e Isner parte subito forte: 4-1 con doppio ace. David non riesce a rispondere alle prime di Isner e cede 7-3.

La reazione è immediata. Il quinto giocatore del mondo strappa per il servizio ad Isner nel secondo gioco, volando 3-0. Ferrer ha il completo controllo della situazione: arriva sempre in maniera perfetta sulla palle e sposta l’avversario con maestria. Da par suo Isner sembra un po’ fuori dalla partita e decisamente meno reattivo rispetto al primo set. Un altro break consente a Ferrer una prima chance di servire per pareggiare il conto sul 5-1. La fallisce ma completa l’operazione sul 5-3: un set pari.

Il terzo parziale vede Isner dare il tutto per tutto nei primi game arrivando, sul 2-1, a palla break. Ferrer serve una prima in sicurezza ma la risposta di Isner, volutamente arrischiata, finisce fuori di poco.
In pratica la partita finisce qui. Sul 3-3 David ottiene il break con tre vincenti di rovescio consecutivi; lo manterrà fino alla fine, chiudendo per 6-4.

Il quarto set è poco più di una formalità, Isner è completamente fuori dalla partita e Ferrer gioca con solidità togliendo per altre due volte il servizio all’americano strappando il biglietto per la finale con un inappellabile 6-2.

E’ la quarta finale in 5 anni (hanno mancato l’appuntamento solo nel 2010, quando vinse la Serbia di Djokovic), la sesta dal 2000 e l’ottava in tutto contando quelle del ’65 e ’67.
Gli spagnoli, aspettando di vedere se Nadal sarà presente per la finale, hanno dimostrato di non aver bisogno del loro numero uno vista la grande quantità di giocatori d’alto livello.
Gran prova anche da parte degli Stati Uniti che con Isner e Querrey hanno combattuto fino alla fine, dimostrando gran coraggio a scapito della mancanza di talento generale.

Argentina-Repubblica Ceca 1-3

Berdych d Berlocq 

6-3 6-3 6-4

Terza e ultima giornata del week end di coppa davis. Con la Spagna già in finale, si attendeva di conoscere il nome della sua avversaria, tra Argentina e Repubblica Ceca. Sul punteggio di 2 ad 1 per i cechi, la responsabilità è nelle mani di Tomas Berdych che sfida Carlos Berlocq per la terza volta: i due si sono affrontati entrambe le volte nel 2011, sul veloce di Miami e sulla terra rossa di Dusseldorf per la World Team Cup (qui Berlocq conquistò un set) e in tutte e due i casi l’ha spuntata Berdych. Per quanto si volesse essere ottimisti, dopo la notizia del forfait di Del Potro, era difficile pensare che la sfida non fosse compromessa. Il buon Berlocq infatti, pur solido e tignoso, e forte dell’appoggio del suo pubblico, non possiede certamente le armi per mettere in difficoltà il numero 6 del mondo. D’altra parte lo stesso Berdych non ha convinto al massimo nel suo match d’esordio contro Juan Monaco, pur vincendolo.

L’unica alternativa per l’argentino, era quella di giocare un match a tutta birra, oltre il suo normale standard di gioco, variando molto i suoi schemi e cercando di irretire Berdych con parabole alte. E così fa dall’inizio, mostrando di voler cercare spesso la rete in controtempo e giocando diverse smorzate. La strategia da i suoi frutti e l’argentino è in grado anche di infiammare i fan di casa con giocate piacevoli. Ma il ceco è piuttosto solido: al servizio tiene alte percentuali e vince i suoi punti con scambi veloci, facendo cose semplici. Berlocq invece deve sempre fare gli strordinari:i 14.000 del Parque Roca son contenti, come Maradona (presente in tribuna e sempre scalmanato nel sostenere). A volte l’incitamento è ai limiti della decenza (come quando arrivano i fischi a Berdych tra prima e seconda palla). Ma se ciò serve a ribaltare il pronostico... Il problema per Berlocq, è che cammina perennemente sul filo, e basta un punto giocato con meno rischi, una seconda palla, che l’avversario gli salta sopra. L’argentino poi, non è abituato a giocare match di questo tipo (oggi era il suo esordio in un match di singolo di davis) Un Berdych al 60-70% conquista il break grazie ad un brutto doppio fallo dell’avversario e si porta sul 5-3. Qui però il ceco si distrae e concede due palle break all’avversario, salvo poi annullarle con carattere, da vero top player. Una risposta sbagliata da Berlocq consegna il set al ceco, dopo circa tre quarti d’ora di partita.

L’indirizzo del match rimane lo stesso anche in avvio di secondo parziale, con però un Berdych più spesso disattento. Il ceco concede diverse palle break ma non perde mai il proprio servizio. Berlocq non ha le armi (soprattutto mentali, in questo caso) per poter fare corsa di testa in una semifinale davis. Mentre invece il ceco, alla prima occasione utile, strappa il servizio all’avversario con un passante vincente in back di rovescio, e si porta poi sul 3-1. Le occasioni per l’argentino proseguono: Berlocq continua ad esser tenace, vince punti lottati e cerca di mantenersi vivo. Ma poi sulla palla break va a rispondere dietro i teloni e vanifica quanto di buono fatto in precedenza. Il pubblico continua ad incitare il suo giocatore; lo stesso Maradona si esalta alla minima fiammata di Carlos, mentre Del Potro è impassibile, quasi come fosse lui a giocare la partita. Ma in un amen Berdych conclude il set per 6-3, strappando nuovamente il servizio all’avversario.

I turni di servizio procedono senza scossoni anche all’inizio di terzo set. Il primo a portarsi avanti di un break è nuovamente Berdych, che strappa il servizio all’argentino nel terzo gioco, con un paio di ottimi punti. Sembra a questo punto, che la residua fiammella di Berlocq possa definitivamente spegnersi. Berdych poi, si inventa un paio di numeri per annullare due palle break nel game seguente e consolida il proprio margine. Qui si manifesta l’effetto Davis. A piccole dosi chiaramente, dato che nessun pubblico può trasformare Carlos Berlocq in un fuoriclasse. I 14.000 del Parque Roca son davvero encomiabili nello spirito e portano Berlocq ad andare oltre i suoi limiti. Complice l’ennesima distrazione del ceco, Berlocq aggredisce finalmente una seconda sulla palla break e si porta in parità nel computo dei servizi. L’argentino è esaltato al massimo, vince punti di tocco come i grandi talenti e va sul 4 pari. Il ceco sembra sul serio aver smarrito la retta via e che possa complicarsi una partita già ampiamente dalla sua parte. Quando, nel game seguente, l’argentino si issa sul 15-40, le sensazioni paiono ormai certezze. Ma il ceco gioca un rovescio lungolinea vincente quasi ad occhi chiusi, ed annulla molto bene anche l’altro break point. Così come in un attimo si è smarrito, il ceco ritrova improvvisamente i colpi. Nel decimo game Berdych gioca il suo miglior tennis, quei diritti e rovesci piatti e penetranti che fanno male a Federer, come a Nadal, come a Djokovic. Berlocq non può far altro che arrendersi al superiore talento del ceco, che con una risposta vincente di dritto incrociato, chiude definitivamente la sfida.

6-3 6-3 6-4 il punteggio finale per due ore e tre quarti di partita. Grazie al successo di Berdych, la Repubblica Ceca è di nuovo in finale contro la Spagna, come nel 2009. Questa volta però potrebbe andare in maniera diversa. Si giocherà in casa di Berdych & co (su una superfice probabilmente molto veloce)e non è affatto scontata la presenza di Nadal.

Un peccato per l’Argentina (che pure avrebbe potuto sfidare la Spagna in casa). Ma il forfait odierno di Del Potro (oltre che di Nalbandian) ha posto fine alle residue speranze albicelesti. Giusto tributo è stato dato in ogni caso a Berlocq, che oggi ha fatto ciò che era nelle sue possibilità.

Karim Nafea e Stefano Broccoli

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