20/09/2012 14:15 CEST - Interviste

Sorribes Tormo, la nuova Conchita Martinez?

TENNIS - A 16 anni è già numero 507 del ranking Wta. Sara Sorribes Tormo ha impressionato alla 6 Nations Cup di Torino. "Ammiro Ferrer, che è di Valencia come me, e Sara Errani che si allena nel mio stesso club". Marco Mazzoni

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Sara Torribes Tormo
Sara Torribes Tormo

Nuovi campioni crescono. A Torino, lo scorso fine settimana, se ne sono visti diversi di interessanti alla 6 Nations Cup, torneo under 16 con talenti che arrivavano da Italia, Spagna, Croazia, Serbia, Bosnia e Ucraina. Si è giocato alle Pleiadi di Moncalieri, il club torinese di Carlo Bucciero dove nell’aprile del 1993 arrivò un giovanissimo Ivan Ljubicic in fuga da Banja Luka per la guerra dei Balcani e in cerca di un sogno.

L’Italia, anche grazie alle traiettorie mancine di Riccardo Chessari e alle accelerazioni di Simone Roncalli, ha chiuso al secondo posto dietro la Spagna. Iberica è anche la vera “stellina” della manifestazione, Sara Sorribes Tormo, non ancora sedicenne e già al n.507 del ranking Wta. Ha impressionato non solo perché non ha perso nemmeno un set in tutto il torneo, unica a riuscirci portando punti decisivi per la vittoria della sua squadra, ma per come ha vinto i suoi match. Già dotata di un fisico niente male, domina letteralmente il campo in tutta la sua interezza. A tratti ricorda un po' Conchita Martinez, per dare un'immagine conosciuta ai lettori. Il dritto è un gran bel colpo, giocato con una preparazione molto ampia (forse fin troppo...), portando la racchetta altissima e poi ben dietro, per mulinare in avanti un top spin vigoroso, sempre ben posizionata con le gambe e portando tutto il peso del corpo sulla palla. Salendo di categoria con palle veloci di una rivale più potente avrebbe forse qualche difficoltà nel trovare quel timing stupendo.

Idem col rovescio bimane, un colpo molto raccolto con impatto spesso al livello della spalla a schiacciare con potenza e precisione la palla in arrivo. Appena l'avversaria accorciava, con piccoli passettini ad alta frequenza entrava in campo a chiudere l'angolo, con soluzioni mai troppo potenti ma di precisione chirurgica. Dove ha davvero impressionato è per la sua capacità di passare con assoluta facilità da un palleggio di controllo in top spin ad una accelerazione piatta, trovando ogni angolo. Come a dire “chiudo il punto quando lo voglio io”. Difetti? “Il servizio... è un colpo ancora non al livello degli altri. Per crescere devo migliorare un po' tutte le fasi di gioco e tutti i colpi, ma il servizio è il mio punto debole, perché nel tennis di oggi non si deve mai finire in difesa, e se non si serve bene ti aggrediscono già dalla risposta, si perde campo e si va in difficoltà. Anche nella mobilità devo migliorare, mi muovo bene ma posso essere ancor più veloce. Diritto o rovescio? Mi piace comandare con il diritto, ma mi sento sicura anche col rovescio, quando cerco di chiudere lo scambio non mi sposto sempre a cercare il dritto, perché anche di rovescio riesco a trovare buone soluzioni”.

Hai vinto tutte le partite del torneo, senza mai perdere nemmeno un set, te lo aspettavi? “Beh forse no, però sono venuta qua a misurarmi con altre ragazze, alcune molto brave, e chiaramente quando scendo in campo gioco per vincere. So di avere un buon tennis e buone qualità, ma ho avuto anch'io qualche momento di difficoltà. E gli eventi come il 6 Nations servono proprio a questo, valutare il proprio gioco e cercare di migliorare i propri limiti, provare cose diverse e così crescere”.

Che tipo di giocatrice sei? “Credo di possedere un tennis piuttosto completo, offensivo. Preferisco tenere io l'iniziativa che difendermi. Mi piace giocare da fondo campo ma senza scambiare troppo, appena si presenta l'occasione cerco subito di fare il punto, anche avanzando dentro al campo”. Infatti nei doppi misti chiudevi molto bene anche a rete, ti piace giocare di volo? “Si certo, è divertente e può essere molto utile chiudere un punto al volo, l'importante in singolare è arrivare bene a rete, sennò vieni superata da un passante o un pallonetto”.

In effetti a rete Sara ha dimostrato non solo un tocco interessante, ma anche molta disinvoltura nel chiudere ed una posizione quasi sempre corretta, cosa affatto scontata per una ragazza. Come valuti l'esperienza del 6 Nations? “E' stato molto bello giocare questo 6 Nazioni, perché l'atmosfera era tranquilla, tanti buoni giocatori di tutti i paesi e ragazzi disponibili, siamo stati davvero come a casa. E poi giocare il doppio misto mi è piaciuto molto, perché è una specialità quasi scomparsa, non è mai possibile praticarlo se non in allenamento, è stata una novità molto piacevole. Ringrazio Massimo Bucciero per l'ospitalità e tutto il club, sempre disponibili e gentili”.

La Spagna è il paese leader nel tennis mondiale, con Rafa Nadal e non solo, è lui il tuo idolo, la tua ispirazione? “No, io ammiro più di tutti David Ferrer, che è di Valencia come me, e Sara Errani, che si allena allo stesso mio club e che in questo momento è la miglior italiana al mondo! Sara è una ragazza simpaticissima e molto brava, sempre disponibile con noi giovani quando la incontro”.

Sara, non l'avrei detto! E pensando al tuo gioco, alla tua crescita e proprio a Sara... vedi delle similitudini, cerchi di imitarla? “Imitarla no, non ho proprio il suo tennis, lei palleggia molto di più mentre io cerco di vincere il punto dopo pochi scambi; però è un'ispirazione per me, è la conferma che quando si lavora tanto e bene, pensando di potercela fare, si possono ottenere grandissimi risultati, come lei sta avendo quest'anno. Se li merita tutti, è un esempio incredibile vederla lavorare e per lo spirito che mette in campo”.

Sara è una ragazza solare, molto semplice, con uno sguardo profondo che dice tutto sulla sua vitalità e voglia di arrivare. Il coach iberico Carles Vicens ci ha detto di lei: “E' stupenda, non per quanto gioca bene ma per come impara, è disciplinata e ha voglia di crescere. Come lei si lavora molto bene, perché segue con attenzione le nostre direttive e ama il tennis. Ha tutto quel che serve per arrivare lontano”.

Sara pare proprio aver tutte le carte in regola per arrivare lontano, soprattutto un'amore totale per il tennis, come dimostra questo gustoso retroscena. Pochi istanti prima dell'intervista l'ho scovata per puro caso su di un campo laterale circondata da un gruppetto di bambini di 6-7 anni, che armati di racchettine l'avevano gioiosamente costretta a giocare a mini tennis con loro. E lei non solo s'è concessa, ma s'è pure divertita un sacco, ridendo da matti e provando a parlare italiano, organizzando la partitina e spiegando ai compagni di gioco qualche piccolo trucco su come si tiene la racchetta. Vederla così sorridente con quei bambini, attratta dalla purezza e dal divertimento dello stare insieme su di un campo da tennis è stata la conferma della sua passione, della gioia di una ragazza semplice, che ama correre dietro ad una pallina da tennis più di ogni altra cosa.

 

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