25/09/2012 12:42 CEST - Interviste

Nadal: "Tornerò tra i primi"

TENNIS - "Non so quando rientrerò" dice Nadal alla Gazzetta dello Sport, "spero di giocare gli Australian Open". "Amo il tennis, ho le stesse motivazioni: perché non dovrei tornare nella stessa posizione?"

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Nadal
Nadal

"Non so quando tornerò". "Nella mia testa c’è solo domani, il lavoro e il mio ginocchio, e poi il giorno dopo. Vivo giorno per giorno, controllo ogni settimana se e come miglioro". Non dà certezze Rafa Nadal, nell'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Non si sbilancia facilmente sul futuro, sui programmi a breve e medio termine il maiorchino, assente dai campi da tre mesi, dalla sconfitta contro Rosol, il numero 100 del mondo, a Wimbledon. "Non so se ci metterò ancora tre settimane o tre mesi, spero di giocare gli Australian Open,
la mia più grande speranza è tornare appena prima, in Qatar. Ma magari sarà dopo, sulla terra. Di sicuro, quando giochi in un certo modo per 20 anni, non puoi fare più drastici cambiamenti, puoi fare ritocchi, adattamenti, anche nella posizione in campo, come ho fatto io. Prima, correvo di più perché era l’unico modo per giocare coi più forti, ora non corro di certo più di Djokovic. Perché gioco un tennis migliore".

I "non so" stanno aumentando nelle recenti dichiarazioni pubbliche di Nadal che pochi giorni fa, nell'ambito della cerimonia in cui è stato premiato per il secondo anno di fila come sportivo dell'anno da Vanity Fair, ha scosso il mondo del tennis dicendo: "Non so per quanto ancora giocherò". Nell'intervista alla Gazzetta Rafa non chiude la porta alla sua presenza in campo per la finale di Davis, "non so se sarò pronto per giocare e cosa deciderà il capitano". Ma non parla del Masters di Londra.

All'inizio di settembre, peraltro, il suo medico Angel Ruiz-Cotorro, che lavora anche con la nazionale spagnola, aveva lasciato intendere che Nadal sarebbe rimasto fuori per altri due mesi. E ha anche spiegato la decisione di Nadal e dello staff medico di scartare la chirurgia ed optare per un trattamento conservativo per trattare l'entesopatia, una piccola rottura delle fibre posteriori all'altezza dell'inserzione del tendine rotuleo della rotula.

Con la Gazzetta Rafa parla molto, invece, del suo lavoro per alleviare i problemi al ginocchio (tendinite e sindrome di Hoffa). "«Lavoro molto tutti i giorni, in palestra e col fisioterapista, nuoto tanto - in mare, non in piscina -, ma ancora non sono in grado di andare sul campo da tennis".

I suoi problemi, quest'anno, sono iniziati a febbraio, a Indian Wells, e a Miami l'hanno costretto a saltare la semifinale. Al Roland Garros, racconta, "ho giocato semifinale e finale solo con infiltrazioni". La situazione, però, non migliora. Anzi. "Poi però stavo molto male ad Halle e la settimana prima di Wimbledon è stata terribile. E dopo ho scoperto anche della rottura".

"Tutti gli atleti professionisti giocano con un qualche dolore", aggiunge Rafa, "io ho anche una soglia di sopportazione alta, e l’ho dimostrato. E per gli atleti è sempre difficile fermarti quando sei in gara, e perciò accetti qualsiasi soluzione per andare in campo. Perciò, certamente, con le infiltrazioni, non ho fatto il bene
del ginocchio. E il problema cambia quando non puoi correre, quando pensi che il ginocchio non terrà. Non è più questione di resistere, è impossibile competere contro quasi tutti. E io non penso a giocare uno-due match, la mia ambizione non è vincere, ma gareggiare, e dopo il Roland Garros non potevo continuare a giocare: il ginocchio non resisteva più, andava giù. Ho cominciato a pensare:  "Ora come metto la gamba?". Impossibile continuare così. Non potevo muovermi bene, pensavo solo a come avrebbe risposto il ginocchio".

"Amo sempre la gara, amo il tennis, anzi, questa è stata una delle stagioni in cui ho provato più piacere a giocare" prosegue. "Ora proverò a tornare, lavorerò per riuscirci. E io ho lavorato tutta la vita. Non sono stupido da pretendere subito di giocare bene e vincere, quando tornerò, con questo tennis così competitivo. Ma
sono da 8 anni al top, tre mesi fa ho vinto il Roland Garros, perché dovrebbe cambiare 5 mesi dopo? Ho uguali motivazione, fiducia e impegno: perché non dovrei tornare nella stessa posizione?"

Rafa riafferma anche la sua convinzione sulla necessità di riformare il calendario, perché si gioca troppo sulle superfici dure. "Non posso pensare di evitare il cemento, con due Slam e tanti tornei importanti là sopra, ma so che devo giocare di più sulla terra perché aiuta il mio ginocchio. Non lo dico da adesso, l’ho detto per anni e centinaia di volte all’Atp, l’errore è giocare tanto sul duro: non vedo calciatori e cestisti giocare su campi così, e ogni giorno e per più giorni di fila. Non posso fare nulla per cambiare le cose per me e la mia generazione, ma queste condizioni sono molto negative per ginocchia, caviglie, schiena. Purtroppo ci muoviamo in un mondo di business, di soldi, ed è più facile mantenere il cemento invece che terra o erba. Lo sport di muove in questa direzione, la mia sensazione è che sia sbagliata, ma è una opinione singola".

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