29/09/2012 10:35 CEST - Personaggi

Cilic, il futuro inizia a 24 anni

TENNIS - Marin Cilic, avversario più pericoloso dell'Italia nel prossimo incontro di Coppa Davis, festeggia il 24mo compleanno. Lo celebriamo raccontando i suoi inizi. L'infanza a Medjugorje, l'incontro con Bob Brett e Goran Ivanisevic, l'amicizia con Dodig, il trionfo al Roland Garros junior. Alessandro Mastroluca

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Marin Cilic (Getty Images North America Alex Trautwig)
Marin Cilic (Getty Images North America Alex Trautwig)

L'infanzia a Medjugorie, l'incontro con Ivanisevic e Bob Brett, il Roland Garros junior e una carriera fatta di aspettative non del tutto rispettate. Oggi Marin Cilic, numero 1 della Croazia prossima avversaria dell'Italia in Coppa Davis, festeggia il 24mo compleanno. Proviamo a festeggiarlo con il racconto dei suoi primi anni, di come è diventato professionista.

“Sono nato in una parte croata della Bosnia, a Medjugorje, dove sono rimasto fino ai 14 anni” ha raccontato. “La mia famiglia non è stata toccata particolarmente dalla guerra. Ho avuto una bella infanzia. Medjugorje è una cittadina piccola, ma c'è sempre tanta gente che viene in pellegrinaggio per vedere la Madonna, è un po' come a Lourdes. Di conseguenza, non è una città molto sportiva, non è il posto ideale per giocare a tennis”. Non è un caso che i primi campi siano stati costruiti solo nel 1991. Ma è lì che ho iniziato, a 7 anni. E ho tanti buoni ricordi di quel periodo”.

Nel 1995 una sua cugina, Tanja, arriva a Medjugorje in visita dalla Germania. “Abbiamo giocato tantissimo insieme. Ma è stato mio padre ad avviarmi. Ha sempre voluto che i suoi figli facessero sport ed è stato lui a propormi di provare il tennis. Ho iniziato in un club. Niente di strano, lì la vita scorreva normalmente, quell'area dei Balcani è stata risparmiata dalla guerra. C'erano tanti ragazzi che non giocavano per niente male. Uno di loro, Ivan Dodig, è diventato un buon giocatore ed è uno dei miei migliori amici”.

A 14 anni inizia a giocare i primi tornei internazionali, in cui ottiene ottimi risultati. “La Federazione croata mi ha proposto di venirmi ad allenare al centro tecnico di Zagabria. Per me era una bella opportunità e sono partito nel 2002”.

Qui, a 15 anni, incontra Goran Ivanisevic. “E' senza dubbio una delle persone più conosciute in Croazia, e si interessa ai giovani del suo Paese, ha sempre tanta voglia di incoraggiarli. Più volte mi ha proposto di allenarmi con lui. Possiamo dire che ha avuto un ruolo importante nella mia carriera: mi ha presentato al suo allenatore, che poi è diventato il mio: Bob Brett”, l’australiano che gestisce un’accademia a San Remo e che ha portato Becker a conquistare Wimbledon nel 1991. “Dopo sei mesi il tennis è diventata la mia priorità assoluta” confessa Cilic.

Brett ha apprezzato non solo il potenziale tecnico, soprattutto il rovescio, che senza dubbio rappresenta il suo punto di forza, ma anche la solidità mentale del ragazzo. “Sapeva muovere l’avversario, dettare gli scambi anche senza potenza. Aveva già una buona comprensione del gioco e del campo. In più, è abile, è preparato al duro lavoro, ed è questo che fa la differenza. Impara presto, è molto analitico, perciò è facile lavorare con lui”.

“Brett è un ottimo coach, è un duro ma conosce perfettamente il tennis” racconta Cilic. “Ha un'esperienza enorme, ha allenato grandissimi giocatori. A volte viaggia con i suoi giocatori, ma ultimamente spesso rimane in accademia ad occuparsi di altri ragazzi”.

Cilic ottiene il suo primo grande trionfo, il Roland Garros junior 2005, sulla superficie che gli piace meno, la terra battuta. “Da junior la superficie conta meno che nel circuito maggiore, dove i giocatori si specializzano di più. Magari è perché da junior le differenze fisiche sono meno importanti. Ho bellissimi ricordi di quella vittoria. Mi ha permesso di farmi conoscere, di avere qualche wild card per i Challenger. È stata una tappa fondamentale nella mia ascesa”. Quella stagione Cilic chiuderà da numero 2 under-18 dietro Donald Young.

Nel 2006 raggiunge la prima semifinale sul circuito maggiore, a Gstaad, l'anno successivo entra nei 100. Nel 2008 festeggia il primo titolo in carriera, a New Haven. Ma a settembre vive un momento buio. “Sono stato vittima di una paralisi facciale durante un allenamento alla vigilia dell'incontro di Coppa Davis contro il Brasile. Non è grave, si sono bloccati i nervi a livello del viso. Sono rimasto 15 giorni senza potermi allenare. È stato un colpo abbastanza duro, ma mi sono ripreso”.

Tocca la top-10 nel 2010, quando raggiunge il suo best ranking (n.9). Ora è numero 13, e ha buone chance di avvicinare la sua miglior classifica entro fine anno. Nonostante i 24 anni appena compiuti, il futuro tennistico di Cilic non è ancora scritto.

Alessandro Mastroluca

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