30/09/2012 18:33 CEST - L'INTERVISTA

Nishikori: “Ammiro Federer e sogno la top 10”

L'INTERVISTA - Partita da questa settimana la tournée asiatica con i tornei di Bangkok e Kuala Lumpur, tutti i riflettori sono puntati su Kei Nishikori, numero17 del mondo e miglior tennista di casa. Massimiliano Di Russo

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Nishikori
Nishikori

Con l'inizio della consueta tournée autunnale in terra d'Asia Kei Nishikori è l'uomo più ricercato del momento. A 22 anni può essere considerato la grande speranza di un continente, primo giapponese della storia a raggiungere i quarti di finale agli Australian Open e secondo in grado di entrare tra i magnifici otto di uno Slam (prima di lui c'è stato Shuzo Matsuoka, che raggiunse i quarti a Wimbledon nel 1995). Poco importa che Kei abbia abbandonato il Giappone a 14 anni per trasferirsi in Florida alla corte di Nick Bollettieri, mantenendo ancora oggi un legame con l'Accademia dell'ex paracadutista dell'esercito americano che dura ormai da otto anni.

GLI INIZI I miei genitori giocavano per divertimento. Io ho iniziato quando avevo cinque anni – mio padre mi portò una racchetta per bambini dalle Hawaii. Così ho iniziato a giocare con i miei genitori e mia sorella maggiore in un parco, dove peraltro non c’era un vero e proprio campo da tennis. Ho iniziato a vincere i tornei nazionali quando avevo 11-12 anni, età in cui ho iniziato a pensare di passare tra i pro.

Mi sono trasferito in Florida quando avevo 14 anni. Ho avuto la fortuna di essere sostenuto da un membro della Tennis Japan Association che mi ha aiutato ad entrare nell’Accademia di Nick Bollettieri. Inizialmente il contratto era di tre anni, in seguito ci siamo trovati bene da entrambe le parti e ho ottenuto un prolungamento. Tutt’ora mi alleno in Florida.

FEDERER Il mio idolo è sempre stato Roger Federer. Per me è il miglior tennista di tutti i tempi. Quando ci siamo incontrati a Basilea è stato semplicemente troppo forte per me (Nishikori ha perso con il punteggio di 6-1, 6-3, n.d.r.). E’ dotato di un talento incredibile, sa far bene tutto, sentivo che non avevo alcuna possibilità di vincere. E’ stato comunque bello osservare da vicino il livello dei migliori giocatori del mondo. Non gli ho mai chiesto consigli perché ho un team intorno a me che ha questo compito, ma giocare contro di lui si rivela sempre un’ottima esperienza.

FIDUCIA Battere i giocatori migliori aumenta la tua fiducia. Quest’anno ho raggiunto i quarti di finale agli Australian Open anche grazie alla spinta scaturita dalle vittorie ottenute sul finire della scorsa stagione contro Djokovic e Tsonga. Purtroppo il resto dell’anno non è stato positivo per me. Non sono stato in grado di raggiungere finali o semifinali nei tornei che ho disputato. Spero che questo autunno possa ottenere maggiori soddisfazioni (proprio questa settimana Kei ha raggiunto le semifinali a Kuala Lumpur, dove è stato sconfitto in tre set da Juan Monaco, n.d.r.). Per competere con i top player dovrei riuscire ad avere maggior solidità, aumentando la mia aggressività e cercando più spesso la rete. Dovrei cercare di ottenere il massimo dal mio dritto.

PRESSIONE E OBIETTIVI Quando ho raggiunto la top 20 ho avuto la possibilità di confrontarmi con giocatori di classifica più bassa. Se gioco con tennisti classificati intorno alla quarantesima/cinquantesima posizione sento che devo vincere. Questo a volte aumenta la pressione su di me. Ma se qualcuno mi chiedesse se sento pressione perché sono il miglior giocatore dell’Asia o del Giappone allora la mia risposta sarebbe negativa. Vivendo negli Stati Uniti non devo confrontarmi con i media nazionali o con i miei concittadini.

Il mio obiettivo è quello di entrare tra i primi dieci giocatori del mondo (a marzo ha raggiunto la sedicesima posizione in classifica, n.d.r.), ma per farlo devo iniziare a frequentare in pianta stabile la top 20.

IL TENNIS IN ASIA In Asia ci sono diversi giocatori di talento, tanti juniores che vincono tornei ITF e che improvvisamente scompaiono. Sono stato molto fortunato ad andare negli Stati Uniti quando ero molto giovane e a confrontarmi con avversari così diversi. I migliori prospetti vengono da Europa e Stati Uniti, motivo per cui i miei connazionali avrebbero bisogno di andare a giocare fuori dall’Asia. Negli Stati Uniti c’è grande professionalità. In Giappone si preferisce dare priorità allo studio, cosicché l’impegno sportivo professionale si rivela piuttosto difficile per i giovani.

CUCINA E CALCIO Adoro la cucina giapponese, la mia preferita. A volte a casa mi ritrovo a cucinare i noodles, soprattutto quando sono stufo del cibo americano!

Seguo il calcio e soprattutto il Manchester United, anche perché da quest’anno tra le fila dei Reds è presente il mio connazionale Shinji Kagawa!
 

Massimiliano Di Russo

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