01/10/2012 11:19 CEST - COPPA DAVIS

Da Safin a Borg, gli eroi "dimenticati" di Davis

TENNIS - Dopo i Top10 di Bleacher Report ecco i nostri eroi. Da Stan Smith a Bjorn Borg, da "Bum-Bum" Becker a Sundstrom, da Wilander a Safin. Stefano Tarantino

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La Svezia vincitrice nel 1984
La Svezia vincitrice nel 1984

Dopo aver riassunto la classifica proposta da Bleacher Report ci permettiamo in questa ultima parte sulle migliori prestazioni disputate nelle singole edizioni della Davis di aggiungere (sulla scorta anche delle segnalazioni dei nostri lettori) alcuni protagonisti colpevolmente (secondo noi) non inclusi nella Top10.

Li elencheremo prettamente in ordine anagrafico, per non far torto a nessuno e perché a volte è davvero difficile stilare delle graduatorie in relazioni a prove di primo livello semmai disputate in condizioni ed in epoche ben diverse.

Stan Smith (1972)

E' il primo anno nel quale non si disputa il Challenge Round e così gli americani che sono i campioni in carica e che vengono da 4 vittorie consecutive sono costretti a girare il mondo per cercare il quinti successo di fila. Il destino gli porrà di fronte sei trasferte di fila, ma alla fine il team a stelle e striscie sarà più forte di tutto e di tutti.

Di quella squadra fanno parte Tom Gorman (a volte sotituito da Harold Solomon), Erik Van Dillen e il grande Stan Smith, campione a Wimbledon proprio nel 1972 e grandissimo doppista.
Sarò proprio lui a permettere il successo americano nell'inferno rumeno di Bucarest, ma andiamo con ordine.

L'inizio degli americani è piuttosto comodo, trasferta nelle Indie Caraibiche, battute 4-1. Smith gioca solo il doppio in coppia con Van Dillen raccogliendo il 3-0 decisivo con una comoda vittoria (6-4 6-2 6-0).
Segue un'altra trasferta, stavolta in Messico. I padroni di casa vengono travolti 5-0, Smith stavolta gioca sia il secondo singolare (6-2 6-1 6-2 a Zarazua) che il doppio sempre in coppia con Van Dillen (21-19 6-3 6-4).

Lo scherzo del destino fa sì che gli americani proseguano il loro pellegrinaggio in trasferta per arrivare in finale e così nel terzo turno si va a far visita ai cileni.
Stavolta in formazione c'è Harold Solomon come singolarista al fianco di Smith, ma il risultato non cambia.
Ancora una vittoria per 5-0, Smith batte nel primo singolare Pinto Bravo in tre set (6-1 7-5 6-2), Solomon impiega ben 5 duri set per battere Cornejo, il solito doppio Smith-Van Dillen lotta strenuamente per avere la meglio su Cornejo e Fillol (che ci ritroveremo nel '76 in finale) alla fine battuti in 5 set (6-2 6-4 4-6 3-6 6-3).

Siamo così alla finale Interzonale, stavolta la trasferta è di quelle durissime, agli americani tocca la Spagna sulla terra rossa di Barcellona.

Il primo singolare mette di fronte il campione del Roland Garros, l'esperto Andres Gimeno, ed il campione di Wimbledon, cioé Stan Smith.
Vince lo spagnolo che nonostante abbia 9 anni in più infligge la prima sconfitta (ed unica) di quell'edizione di Davis all'avversario, superato in 4 set 6-8 7-5 6-3 6-4.
Ci pensa Solomon a riequilibrare il match battendo in 5 set Juan Gisbert. Ancora una volta tocca al doppio rompere la parità, come al solito a Smith e Van Dillen non tradiscono ed in 4 set battono la coppia spagnola formata dai due singolaristi (6-3 0-6 6-2 6-3).
Sul 2-1 Gimeno batte anche Solomon, ci pensa allora Stan Smith a garantire l'accesso alla quinta finale consecutiva agli americani battendo in tre set Gisbert (11-9 10-8 6-4).

Ed eccoci alla finale che poi è la rivincita dell'anno prima perché gli Usa affrontano la Romania di Tiriac e Nastase, ma se l'anno prima Smith & Co. avevano avuto il vantaggio del fattore campo, stavolta bisogna andare nell'atmosfera infuocata di Bucarest.
Inoltre la Romania è alla terza finale di Davis (e sarà l'ultima) ed anche nel 1969 era stata battuta nel Challenge Round dagli americani, insomma più di un conto in sospeso per i padroni di casa.

Poi c'è Nastase che è un'artista nell'aizzare le folle, figurarsi a casa sua, senza oltretutto dimenticare che le linee dei campi nell'Est Europa allora erano segnate con il gesso e quindi i giudici di linea se possono danno una mano ai propri beniamini.

In quell'ambiente succede di tutto, l'unico che non se ne da per inteso è proprio Stan Smith.

Primo singolare proprio contro Ilie Nastase, prova monstre dell'americano e avversario annientato in 3 set (11-9 6-2 6-3).
Tiriac però batte Gorman (che aveva ripreso il suo posto come singolarista) in 5 set e porta il match sull'1-1.
Il doppio decide come sempre, ancora una volta prova incredibile di Smith e Van Dillen e vittoria schiacciante, 6-2 6-0 6-3.

Nell'ultima giornata si ricomincia con Tiriac-Smith, in campo succede di tutto e il vecchio marpione rumeno fa l'impossibile nonostante la non più giovane età, ma alla fine la spunta l'americano in 5 set (4-6 6-2 6-4 2-6 6-0) che consegna agli Usa la quinta Coppa Davis di fila.

E' una delle più grandi imprese di Smith che in Davis, sia con Van Dillen che con Bob Lutz forma quasi sempre un doppio invincibile e che come abbiamo visto anche in singolare sapeva farsi rispettare.

Quella formazione americana ha ancora oggi il maggior numero di incontri vinti consecutivamente, ben 17 (dal 1968 alla finale persa del 1973) con a corredo le 5 Coppe in bacheca.


Bjorn Borg (1975)

Di cosa abbia rappresentato l'orso svedese per il tennis mondiale non abbiamo bisogno di sottolinearlo.
Adriano Panatta dice che Borg il tennis lo ha ucciso con il suo gioco un metro o più dietro la linea di fondo, sta di fatto che i 6 Roland Garros ed i 5 Wimbledon consecutivi testimoniano la grandezza del tennista svedese.

Borg è stato un mostro di precocità ed al contempo ha lasciato troppo presto le scene, ma anche in Davis ha lasciato il suo segno indelebile.

Innanzitutto giova precisare che Borg è stato convocato per la prima volta a 16 anni nel 1972 e che dopo la sconfitta con Manolo Orantes nel 1973 ha infilato la bellezza di 30 vittorie consecutive in singolare (l'ultima nel 1980 contro il tedesco Eberhard).
Non solo, se andiamo a guardare le vittorie di Borg in Davis notiamo una marea di 6-0 inflitti agli avversari, siano essi di primo o di secondo livello, soprattutto quando i match si giocavano in casa sulla terra. Altro chiaro segnale di una concentrazione ed una solidità al di fuori della norma che ne hanno fatto un campione quasi imbattibile.
In Davis Borg ha chiuso la sua carriera con 37 vittorie e 3 sconfitte in singolare e con 8 doppi vinti ed 8 persi.

Si dice sempre che Borg nel 1975 la Davis l'abbia vinta praticamente da solo, andò proprio così?.

Nella sostanza sì perché Bjorn vinse tutti i suoi singolari e alcuni doppi alla fine decisivi, ma non sono da sottovalutare l'apporto seppur piccolo dato dal compagno di doppio Bengtson e dal nr. 2 svedese Andersson. Vediamo il cammino scandinavo in quell'edizione che portò alla conquista della prima Coppa Davis.

Primo turno in trasferta contro la Polonia, Fibak batte Andersson in 3 set, Borg sommerge il malcapitato Drzymalsky (6-0 6-0 6-2).
In doppio con Bjorn gioca Bengtson, i due battono facilmente Fibak e Niedzwiedzki (6-4 6-2 6-4).
Nel primo singolare della giornata conclusiva Borg si sbarazza facilmente del nr. 1 polacco Fibak, 6-4 6-1 8-6, la Svezia passerà il turno 4-1.

Nel secondo turno altra trasferta, si va in Germania, stavolta Andersson aiuta in qualche modo Borg.
Pohmann batte il nr. 2 svedese nel primo singolare, Borg vince in tre set contro Meiler (6-1 14-12 8-6) ma perde il doppio con Bengtson nettamente contro Fassbender e Pohmann (6-2 6-3 6-1 per i tedeschi).
La Svezia pare spacciata, ma Borg batte Pohmann (3-6 6-0 6-0 6-3) e Andersson fa il miracolo vincendo il match conclusivo con Meiler (7-5 6-1 6-2).

Terzo turno e altra trasferta, stavolta in terra russa.
Andersson ci prende gusto e batte nel primo singolare Volkov, Borg liquida Metreveli (7-5 6-3 6-3) e la Svezia vola sul 2-0.
Ma i russi non demordono, Bengtson e Borg perdono nuovamente il doppio (6-1 6-4 8-6 da Kakulia e Metreveli) e Metreveli batte Andersson per il 2-2.
Ma Bjorn è il tipico svedese di ghiaccio, 8-6 6-1 6-0 a Volkov e gli scandinavi arrivano alla finale europea.

Atmosfera di fuoco sulla terra rossa di Barcellona, ci sono Orantes, Gisbert e Higueras che attendono Borg & co.
Ancora una volta Andersson coadiuva alla grande Borg.
Il nr. 2 svedese perde netto da Orantes ma Bjorn sommerge Higueras (6-3 6-1 6-1).
Borg perde ancora il doppio con Bengtson contro Gisbert e Orantes (6-4 6-3 6-1), ma poi centra il 2 pari asfaltando Orantes (6-4 6-2 6-2).
Tutto nelle mani di Andersson che sorprende incredibilmente Higueras (3-6 6-4 6-3 6-0), deve essere proprio l'anno buono per gli svedesi.

Anche perché finalmente finiscono le trasferte e la finale interzonale si gioca in casa contro il Cile.

Borg ha qualche difficoltà ma batte Cornejo per l'1-0 locale (3-6 6-4 7-5 6-3), Fillol pareggia i conti battendo Andersson.
Stavolta però il doppio Borg-Bengtson non sbaglia e batte il duo sudamericano formato dai due singolaristi (7-5 6-2 3-6 6-3).
Il 2-1 spiana la strada per l'accesso alla finale anche perché Andersson gioca una gran partita e batte Cornejo (6-3 14-12 6-1).

Siamo così alla finale contro la temibile Cecoslovacchia di Jan Kodes e Jiri Hrebec.
Bergelin (il capitano non giocatore svedese) opta per Bengtson anche come secondo singolarista, si gioca a Stoccolma, il pubblico scandinavo vuol fare festa.
Borg batte facilmente Hrebec (6-1 6-3 6-0), l'esperto Kodes piega Bengtson in 4 set.
Il doppio svedese non tradisce le attese, triplo 6-4 a Zednik e Kodes, la Davis è a un passo.
L'ultima giornata si apre con la sfida tra i due nr. 1, l'orso svedese completa il percorso netto battendo nettamente Kodes, 6-4 6-2 6-2.

E' il trionfo svedese, è il trionfo di Borg.

 

 

Henrik Sundstrom e Mats Wilander (1984)

L'addio di Borg non ha trovato impreparato il movimento svedese, capeggiati da Mats Wilander vengono fuori negli anni seguenti i vari Jarryd, Edberg, Nystroem, Pernfors e così via.
La Svezia ha già raggiunto la finale nel 1983 ma è stata fermata sull'erba australiana, nel 1984 però il calendario (tutti i match giocati in casa) e l'apporto dell'eroe per caso Henrik Sundstrom, unito alla gran classe di Wilander ed all'ineffabile doppio Edberg-Jarryd permette agli svedesi di  realizzare l'impresa.

Quello che Henrik Sundstrom, ragazzo di appena 20 anni, fa nell'edizione del 1984 è da far accapponare la pelle.
Sundstrom è un ottimo singolarista che si era messo in luce già l'anno prima battendo un altrettanto giovanissimo Stefan Edberg a Wimbledon nei primi turni.
Fa parte per l'appunto di quella nidiata di svedesi che stanno venendo fuori alle spalle di Bjorn Borg che ha appeso prematuramente la racchetta al chiodo qualche anno prima.

Nel 1984 Sundstrom arriva ai quarti di finale al Roland Garros, entra per la prima volta nei Top10 dopo il torneo di Montecarlo e poi toccherà il suo best ranking ad ottobre alla posizione nr.6.

Ma ciò che Sundstrom realizza in in quella edizione della Davis è più di un capolavoro.

La Svezia inizia negli ottavi con un comodo turno casalingo contro l'Ecuador di Andres Gomez, battuto con un comodo 4-1.
In quella formazione non c'è Sundstrom, ci pensano Wilander e Jarryd.
Gomez batte Jarryd nel primo singolare, ma poi Wilander prima batte Ycaza (6-3 6-2 6-1), poi con Jarryd liquida i due singolaristi ecuadoregni in doppio (3-6 6-3 6-4 6-4) ed infine ci pensa Nystroem a chiudere i conti sempre con Ycaza (6-2 6-0 6-3).

Quarti di finale sempre in casa, stavolta tocca al Paraguay di Victor Pecci, Sundstrom viene convocato.
E' proprio lui che apre la contesa battendo Pecci in 4 set (6-3 6-4 2-6 6-4), Jarryd batte Gonzalez in tre set, ma i paraguaiani vincono il doppio battendo Edberg e Jarryd in 4 set.
Nessun problema, il giorno dopo ci pensa Sundstrom a chiudere la pratica battendo agevolmente Gonzalez (6-3 6-1 6-2).

Siamo così alle semifinali, si gioca ancora in casa, ma stavolta c'è la Cecoslovacchia di Lendl e Smid, sulla carta tutt'altra storia.
Ma la formazione svedese è nel pieno della sua esplosione e anche per i cechi non c'è nulla da fare.

A Bastad inizia Wilander che piega Smid (7-5 7-5 6-2), poi tocca a Sundstrom contro Lendl.
Il ceco va avanti di due set è 3-0 nel terzo, Sundstrom si sveglia è piazza un parziale di 18 giochi a 2 per il 4-6 3-6 6-3 6-1 6-1 finale, la Svezia va sul 2-0 ed è a un passo dalla seconda finale consecutiva.
Nel doppio c'è la seconda rimonta svedese di quel week-end, Edberg e Jarryd perdono i primi due set contro Smid e Slozil ma poi chiudono 6-2 al quinto. La Cecoslovacchia tornerà a casa con un bel 5-0 sulle spalle, per gli scandinavi è di nuovo finale.

L'ultimo ostacolo è quello più improbo, arriva lo squadrone americano con John McEnroe e Jimmy Connors nei singolari e gli imbattuti (in Davis) Fleming-McEnroe in doppio. Il capitano è Arthur Ashe, insomma il meglio del meglio.

Gli svedesi hanno il vantaggio di giocare in casa e scelgono la terra rossa di Goteborg, sarà un trionfo.
Non si saprà mai se gli americani arrivano troppo di sicuri di sé o se gli svedesi giocano le partite della vita, sta di fatto che è un massacro.
Wilander straccia anche Connors (6-1 6-3 6-3), ma quello che fa Sundstrom è da cineteca.
Tre set a zero a McEnroe (13-11 6-3 6-4) che sta giocando una stagione da record che sarà chiusa con 13 titoli vinti e 3 sole sconfitte (per l'appunto Sundstrom, Lendl nella finale del Roland Garros e Vijai Amirtraji al primo turno di Cincinnati).
Il week-end da sogno svedese si conclude con un'altra vittoria storica nel doppio che coinciderà con la seconda vittoria nella Davis.
Edberg e Jarryd battono Fleming e McEnroe 7-5 5-7 6-2 7-5 ed infliggono alla coppia americana la prima ed unica sconfitta della loro carriera in Davis.

Sunsdtrom alla fine di quell'anno si qualificherà anche per il Master, insomma parafrasando un famoso film.....tutto quell'anno......
Gli svedesi giocheranno in quegli anni d'oro ben 7 finali consecutive, dal 1983 al 1989, ma Sundstrom ballerà una sola stagione.


Boris Becker (1989)

“Bum Bum” Becker esplode nel 1985 quando ad appena 17 anni e 8 mesi vince da non testa di serie il torneo di Wimbledon battendo in finale il sudafricano Kevin Curren.

Il tedesco porterà il tennis teutonico a livelli mai visti prima ed a lui si uniranno sul versante femminile Steffi Graf e su quello maschile qualche anno dopo Michael Stich, più tutta una serie di giocatori e giocatrici di buon livello (Steeb, Jelen, Kuhnen, Huber, Rittner e così via).

In Davis Becker riporta la Germania ai massimi livelli.
L'ultima finale i tedeschi l'avevano giocata nel 1970, Becker & co. centrano la finale nel 1985 quando perdono a Monaco con la Svezia, ma poi si prende insieme ai compagni la sua rivincita nel 1988 vincendo a Goteborg proprio contro gli scandinavi e portando per la prima volta la Coppa in Germania.

Nel 1989 tutti attendono i tedeschi al varco, Boris non sbaglia un colpo e permette al suo paese un fantastico bis.

Il primo turno è una sorta di allenamento, a Karlsruhe arrivano gli sconosciuti indonesiani sommersi 5-0.
Becker vince senza problemi il primo singolare (6-0 6-1 6-1 contro “cotal” Mim) ed il doppio con il fido Jelen (6-2 6-4 6-1).

I quarti di finale sono ben altra cosa, si va a Praga contro la temibile Cecoslovacchia.
Becker batte Novacek 7-6(5) 6-4 6-4,ma il gigante Srejber batte Steeb, 1-1.
Doppio incredibile, alla fine la spuntano Srejber e Korda che hanno la meglio in 5 set su Becker e Jelen annullando anche un match point (6-3 6-7(2) 3-6 7-6(7) 6-3), 2-1 per i cechi vicini al successo.
Ma i tedeschi nell'ultima giornata centrano una incredibile rimonta, Steeb batte facilmente Novacek (6-3 6-4 6-4), Becker completa il sorpasso liquidando Srejber (6-3 6-4 6-3).

La semifinale è da mille e una notte, all'Olimpia Halle di Monaco arrivano gli Stati Uniti che schierano Agassi, Gilbert e il doppio Flach-Seguso.
La prima giornata è palpitante e spettacolare, Gilbert batte in 5 set Steeb e porta in vantaggio gli Usa.
Becker e Agassi giocano un match incredibile e lunghissimo che addirittura viene sospeso a mezzanotte del venerdì. L'indomani Becker chiude al quinto rimontando due set all'avversario (6-7(4) 6-7(5) 7-6(4) 6-3 6-4) e sull'1 pari si tuffa nel doppio contro i temibili Flach e Seguso.
Altro gran spettacolo e vittoria tedesca in 4 set (3-6 7-6(3) 6-4 7-6(3)), la domenica tocca a Steeb centrare un successo importantissimo e chiudere la sfida.
Il nr. 2 tedesco batte Agassi in 4 set (4-6 6-4 6-4 6-2) e manda i suoi a difendere il titolo dell'anno prima.

La finale è la pronta rivincita dell'anno prima con la Svezia (con gli scandinavi che giocano il loro settimo atto conclusivo di seguito nella manifestazione).
Il fattore campo stavolta favorisce i tedeschi che scelgono Stoccarda.

Wilander si vendica della sconfitta subita da Steeb l'anno prima e vince in 5 set in rimonta, Becker non ci sta e pareggia i conti battendo Edberg in tre rapidi set (6-2 6-2 6-4).
Decide come sempre il doppio, Becker e Jelen si fanno rimontare 2 set da Gunnarsson e Jarryd ma alla fine chiudono con il punteggio di 7-6(6) 6-4 3-6 6-7(4) 6-4.
Becker in quel week-end è una furia, nel primo singolare della giornata conclusiva lascia appena 4 game a Wilander (6-2 6-0 6-2).

E' il bis tedesco, gli svedesi passano definitamente il testimone.

 

Marat Safin (2002)

La scuola russa sta ormai consolidandosi ai massimi livelli del circuito.

Un tempo erano Cerkasov e Chesnokov con il buon Olhovski in doppio, ora c'è un Kafelnikov esperto ed affermato ma alle sue spalle sta venendo fuori il talento di Marat Safin, la costanza e la solidità di Youzhny e Davydenko.

I russi hanno giocato due volte la finale, nel 1994 e nel 1995 ma in entrambe le occasioni hanno perso in casa.
La Davis è un obiettivo dichiarato, Safin e Kafelnikov cercano di portarla a casa nel 2002 giocando insieme anche il doppio.

Negli ottavi di finale arriva in Russia la Svizzera di Federer, che però oltre all'aiuto di Rosset in doppio non trova la spalla idonea in singolare.
Così il futuro nr.1 del mondo batte facilmente Safin in tre set (7-5 6-1 6-2), ma Kafelnikov pareggia i conti venendo a capo di un match non facile contro Kratochvil, superato solo al quinto set.
Sul'1-1 la palla passa al doppio, Kafelnikov e Safin superano in Federer e Rosset in 4 set (6-2 7-6(6) 6-7(0) 6-2) per il vantaggio russo.
Federer l'indomani pareggia stroncando Kafelninkov ed allora tocca a Safin chiudere le ostilità spazzando via Kratochvil (6-1 7-6(6) 6-4).

Nei quarti di finale i russi attendono la Svezia di Enqvist e Johansson sempre in casa.
Finisce 4-1 per la Russia, troppo forti Kafelnikov e Safin per gli scandinavi.
Safin si sbarazza con un triplice 6-4 di Johansson, Kafelinkov sempre in tre set liquida Enqvist.
I due singolaristi russi devono impegnarsi al limite nel doppio, ma alla fine vincono dopo 5 set durissimi ed equilibrati contro Bjorkman e Johansson (3-6 7-6(6) 6-7(2) 7-5 6-3), è il 3-0 definitivo.

Ancora match casalingo per la semifinale, arriva l'Argentina di Chela, Gaudio e Nalbandian.
Dopo la prima giornata la Russia è già sul 2-0, Safin piega Chela (6-7(1) 7-5 7-5 6-1), Kafelnikov vince 8-6 al quinto su un eroico Gaudio.
Ma quello che accadrà il giorno dopo nel doppio fa parte della storia della Davis.
Kafelnikov e Safin da una parte e Nalbandian e Ker dall'altra giocano una delle partite più divertenti e palpitanti mai viste, alla fine trionfano gli argentini dopo più di 6 ore di gioco con il punteggio di 6-4 6-4 5-7 3-6 19-17 ridando un minimo di speranza al proprio team.
L'indomani i sudamericani si giocano la carta Nalbandian contro Safin, ma Marat ha in testa una sola cosa, la Davis e nonostante la fatica del giorno prima vince in 4 set (7-6(3) 6-7(5) 6-0 6-3) e porta la sua nazione alla terza finale della sua storia.

Stavolta la finale è in trasferta, contro la Francia, nello splendido palasport di Parigi Bercy.
Kafelnikov arriva all'appuntamento conclusivo con le ruote a terra, ci penserà Safin a mantenere la baracca in piedi e spetterà poi all'allora giovane Youzhny di cogliere il punto decisivo.
Safin infatti piega l'esordiente Mathieu nel primo singolare (6-4 3-6 6-1 6-4) ma Grosjean vince facile su uno spento Kafelnikov (7-6(3) 6-3 6-0).
Nel doppio le due coppie danno tutto, alla fine la spuntano Escude e Santoro che sopravvivono al bombardamento dei due singolaristi russi e vincono 6-3 3-6 5-7 6-3 6-4.

A questo punto i francesi sentono la coppa in pugno ma Safin con le ultime risorse che gli rimangono batte Grosjean in tre set (6-3 6-2 7-6(11)).
Sul 2 pari Kafelnikov alza bandiera bianca completamente sfinito, Youzhny si va a giocare la Davis con l'altro esordiente Mathieu.
Il francese vince i primi due set ma poi subisce la clamorosa rimonta del russo che vince al quinto e dà la prima Davis al suo paese.
E' l'ultima soddisfazione per Kafelnikov che di lì a poco dirà addio al tennis, è il giusto riconoscimento per il movimento russo di quegli anni.

(3-fine)
 

Stefano Tarantino

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