01/10/2012 22:22 CEST - Personaggi

Stich, ritratto di un eterno secondo

PERSONAGGI - Michael Stich resta per tutta la carriera nell'ombra di Becker. E l'anno prossimo potrebbe entrare nella Hall of Fame... dieci anni dopo Becker. Alessandro Mastroluca

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Michael Stich (Getty Images Europe Clive Brunskill)
Michael Stich (Getty Images Europe Clive Brunskill)

Stich è bravo, ma è Becker il vero capitale del tennis tedesco” diceva Ion Tiriac influenzato solo in parte dall'essere manager di Bum Bum. Per Gaia Piccardi del Corriere della Sera, Stich è “un antieroe dinoccolato che ha l' unico torto di arrivare sempre in ritardo. Boris e' un pioniere, l' erede naturale del barone von Cramm, in missione celeste per riscattare la Germania da quasi cinquant' anni di digiuno. Michael e' un epigono di talento, d' accordo, ma percorre sentieri gia' battuti. Non e' biondo, non ha gli occhi azzurri, (…) non scalda gli animi quando apre bocca. Inoltre, arriva sempre con un ritardo intollerabile”.

Vince Wimbledon sei anni dopo Becker, battendo il rivale in finale. Ma non basta a renderlo popolare. In più, il suo primo trionfo ai Championships arriva a 22 anni e 9 mesi: Becker ne aveva 17 quando ha colto la prima vittoria a Church Road. Quando Boris vince il Masters, festeggia anche il suo compleanno e il trionfo diventa doppio. Quando Stich vince il suo unico titolo al torneo di fine stagione, batte Sampras ma diventa “solo” numero 2 del mondo. Ora Stich è candidato a entrare nella Hall of Fame. Se ci riuscirà, sarà comunque in ritardo, dieci anni dopo Boris Becker. Sarà comunque, ancora, sempre secondo.

Wimbledon 1991: che sapore ha un'edizione uggiosa?
È un estate grigia e piovosa, quella del 1991 a Londra, che sperimenta il giugno più freddo da 332 anni. Solo quattro giorni restano “asciutti” durante i Championships e per la prima volta in 114 edizioni si gioca anche nella domenica di mezzo.

Stich arriva a Londra quasi da perfetto sconosciuto. Quattro anni prima era numero 795 del mondo, ha vinto solo un torneo in carriera, a Memphis nel 1990. è allenato da Mark Lewis, fratello di Chris, altrettanto sconosciuto finalista nel 1983 (perse da McEnroe) e rapidamente tornato nell'anonimato. I bookmakers quotano il suo titolo 66 a 1. Eppure riesce ad arrivare fino alla semifinale, che si gioca nello stesso giorno in cui muore Jimmy Van Alen, l'inventore del tiebreak.

La coincidenza è solo casuale, ma è una di quelle situazioni che fanno pensare a un destino già scritto da uno sceneggiatore con il gusto per i colpi di scena. Stich, infatti, batte Edberg 46 76 76 76 senza mai breakare lo svedese. Ha una sola chance di strappargli il servizio, sul 5-5 0-40 nel terzo, ma a suon di servizi vincenti e volée Edberg si salva. Lo svedese firma l'unico break del match nel quinto game del primo set, Stich cancella quattro palle break sul 2-2 nel quarto. Edberg perde perché gioca peggio i punti importanti. Butta via con due doppi falli il tiebreak del secondo set. Nel terzo sbaglia uno smash facile (“Non ho guardato la palla, tutto qui” ammette amaramente) e nel tiebreak decisivo cede due punti cruciali al servizio: sul primo la palla tocca il nastro e sfugge via, sul secondo il tedesco risponde alla sua volée di rovescio con un passante vincente di dritto.

Stich, anonimo 22enne di Pinneberg ma cresciuto a Elmshorn, nello Schleswig-Holstein, con la passione per Clint Eastwood e gli Scorpions, arriva a giocarsi la sua prima finale Slam proprio contro Boris Becker: è la prima finale tutta tedesca nella storia dei Championships. Stich domina e chiude 64 76 64. Per Bum Bum è la terza sconfitta in carriera sul Centrale di Wimbledon, la prima in tre set.

Un matrimonio di interesse
Dodici mesi dopo si giocano le Olimpiadi di Barcellona. E Nikki Pilic, capitano di Davis che ha già guidato la Germania a due titoli (nel 1987 e 1988), e ne vincerà anche una terza nel '93, ha un'idea quanto meno azzardata: convincere Becker e Stich a giocare il doppio insieme. “Erano la coppia perfetta” ricorderà Pilic, “il difficile era portarli insieme”. Dopo il torneo di Francoforte 1989, in cui passano solo un turno, non giocano più insieme fino alla primavera del 1992. Il primo passo di avvicinamento è a Montecarlo: la prova è riuscita, i due vincono il torneo.

Poi Michael va a giocare Wimbledon in coppia con John McEnroe: vinceranno il titolo in una finale epica durata più di cinque ore in due giorni e conclusa di lunedì. Stich e BigMc si impongono 57 76 36 76 19-17. Sul 13 pari nel quinto sono tutti d'accordo a stravolgere il protocollo e farla finita con un tiebreak. Ma Alan Mills, l'arbitro, non è d'accordo. Alla ripresa il dritto di McEnroe dà alla coppia il break decisivo al 35mo game. McEnroe vince il suo quinto titolo in doppio a Wimbledon, il primo con un partner diverso da Peter Fleming.

A Barcellona si gioca sulla terra, superficie poco adatta a due attaccanti come Stich e Becker, che escono presto in singolare. “A quel punto ci siamo detti: mettiamo da parte le nostre antipatie” ricorda Becker. “Durante gli scambi non ci parlavamo, però”.

Arrivano abbastanza facilmente ai quarti, dove però li aspetta il duo di casa Sergio Casal-Emilio Sanchez. Davanti a 6 mila spettatori la partita si trascina al quinto ma sono Stich e Becker a vincere appena prima dello scoccare della mezzanotte. Meno di 24 ore dopo un'altra battaglia, contro gli argentini Frana e Miniussi, un'altra vittoria al quinto. Arrivano così in finale, di fronte a Ferreira e Norval, che hanno riportato il Sudafrica su un podio olimpico 32 anni dopo il bronzo del quattrocentista Spence. Il primo break è per i tedeschi, ma uno spento Stich si fa sorprendere al sesto game. Becker sale e con un rovescio teso al centro, corretto dal nastro, risolve il tie-break del primo set. Per la finale si sforzano di mostrare almeno qualche pacca, qualche cenno di intesa. Il patto di ferro li aiuta a superare un secondo set subito compromesso e un terzo deciso ancora da Bum Bum al tie-break. Ma è Stich che sale in cattedra nell'ultimo game del match. Stich e Becker vincono 76 46 76 63 e davanti alla tribuna tedesca trasformata in “torcida” si concedono un abbraccio impossibile pochi mesi prima.

E impossibile anche dopo, a giudicare da quello che si diranno, a distanza, nel 1997. “Per Boris, gli altri giocatori tedeschi erano solo accessori” scrive Stich in Becker Advantage. “Venivano tutti dopo di lui, gente che non era al suo livello e che non era capace di portargli via la celebrità. La maggior parte dei giocatori tedeschi, me compreso, non ha mai avuto il rispetto che meritava”.

Secco il parere di Becker: “Non c'è posto per Stich nel tennis tedesco”. Ed è curioso che sia proprio per Becker che Stich lascia dopo un solo incontro la carica di capitano tedesco di Coppa Davis. Vorrebbe infatti richiamare Bum Bum, ritirato da tre anni, per lo spareggio di Karlsruhe contro il Venezuela. Ma i giocatori, Haas e Schuettler, e il presidente federale non sono d'accordo. Stich finirà per dimettersi.

Adesso chiamatemi Maestro
Pete Sampras ha perso una sola finale in carriera al Masters. Una sconfitta che coincide con l'unico alloro di Stich nel torneo di fine stagione. È il 1993 e al pubblico di Francoforte il tedesco riserva il miglior tennis dell'anno. Pistol Pete, che aveva vinto le ultime nove finali giocate, si arrende ai 27 ace del tedesco che si impone 76 26 76 62 e sale al numero 2 del mondo. Giustifica il suo soprannome di “Herr Tiebreak” vincendo i due giocati per 7-3 e 9-7. Sampras sparisce dal campo nel quarto set in cui perde il servizio nei primi due turni di battuta.

È l'ultimo titolo di primo livello in carriera per Stich, che lascia il tennis con 18 tornei all'attivo e altre 13 finali perse.

I due Slam sfiorati
Agassi era il giocatore con più talento della mia generazione, anche più di Sampras” scrive Stich sul Guardian dopo il ritiro di Andre. “Era molto frustrante giocarci contro”: infatti ci perde sei volte su sei, anche se non si affrontano mai sull'erba o sulla terra battuta, dove il tedesco avrebbe avuto qualche chance in più. Si sfidano anche nella finale degli Us Open 1994 e Agassi sfodera una partita straordinaria: 61 76 75. Il primo set si conclude in 24 minuti mentre Stich se la prende con l'arbitro. Nel secondo ritrova il servizio, si issa almeno al tiebreak e qui forse capisce che non è giornata: lo perde infatti 7-5. Continua a servire forte, ma non incide in risposta e soffre i ritmi indiavolati imposti da Agassi senza nemmeno cercare variazioni tattiche. Nel terzo, subisce il break decisivo nell'undicesimo game e deve assistere all'abbraccio tra Andre e Brooke Shields, messo in scena almeno un po' a beneficio delle telecamere.

Due anni dopo, nel 1996, firma una delle grandi sorprese della sua carriera: piega Thomas Muster, da cui aveva perso 12-10 al quinto in Davis nel 1994, negli ottavi del Roland Garros. L'austriaco, campione in carica, aveva perso 3 partite su 102 sul rosso dall'inizio del 1995. Il tempo è stato clemente, caldo e soleggiato, i campi sono rapidi, Stich conclude con 23 ace a zero. Ma è tutto il gioco di Muster, tutto corsa e grinta, che gradualmente svanisce insieme alla sua forza di volontà. Stich chiude in rimonta, 46 64 61 76 e arriva a giocarsi il titolo contro Yevgeny Kafelnikov, alla prima finale Slam in carriera. I 15 ace non salvano il tedesco, che paga i 56 errori gratuiti in due ore e mezza di gioco. Kafelnikov si è innamorato per la prima volta del centrale di Parigi a 13 anni, quando arriva insieme alla squadra junior dell'Unione Sovietica. A 16 anni gli dicono che non ha futuro, un anno dopo inizia a lavorare con Anatoly Lepeshin che piange di gioia sugli spalti dopo il 76 75 76 che fa entrare il Principe nella storia come il primo capace di completare la doppietta singolo e doppio al Roland Garros dal 1968.

L'ultima grande partita
Anche la sua ultima grande partita è, suo malgrado, un po' in tono minore. Nell'estate 1997, sofferente alla schiena, cede per 67 62 61 57 64 contro Pioline in semifinale a Wimbledon. “Mi sarebbe tanto piaciuto vincere” dirà a fine partita, “ma sono felice di aver giocato un match così”. Pioline, primo francese in finale a Wimbledon dal 1946, subisce un solo break ed è costretto ai vantaggi solo in cinque game di servizio. Stich paga la stanchezza: un dritto a rete e un doppio fallo gli costano il break decisivo nel primo gioco del quinto set. Ha due chance per controbreakare nell'ottavo game, ma Pioline le cancella con una volée di rovescio e un vincente di dritto.

24 ore prima Becker, battuto da Sampras nei quarti, ha annunciato il suo ritiro dai Championships (anche se poi si smentirà e tornerà giocando la sua ultima partita nel 1999). E Stich è rimasto secondo, in scia, su un sentiero già battuto. Fino alla fine.

Alessandro Mastroluca

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